sabato 28 aprile 2018

Isee sbagliato, si può rifare?

Isee sbagliato, si può rifare?


 Isee sbagliato, si può rifare?
Sino a quando è possibile correggere la dichiarazione Isee errata o con dati mancanti?
Hai presentato la dichiarazione Isee e ti sei accorto che mancano i dati di un conto corrente, di una carta prepagata, o che hai sbagliato compilando i dati dei tuoi immobili o altri dati utili al calcolo? L’Isee ti serve per la concessione di un’agevolazione e la domanda è già scaduta? Per fortuna hai la possibilità di rifare l’Isee sbagliato. Se hai presentato la dichiarazione da poco sarà molto più facile, perché ti basterà inviare un Isee integrativo. Se, invece, la dichiarazione è stata presentata da tempo, dovrai rifarne una nuova. Ma procediamo per ordine e vediamo quando si può rifare l’Isee sbagliato e come correggerlo.

Ho dimenticato di inserire il conto corrente: posso rifare l’Isee?

Se ti dimentichi di inserire nella dichiarazione Isee un conto corrente, un libretto, una carta prepagata o un diverso componente del patrimonio mobiliare, ti viene consegnata una dichiarazione Isee con la seguente dicitura: “Omissioni/Difformità. Controllo effettuato con Agenzia delle Entrate in data ……… sui dati della DSU INPS-ISEE-2018-XXXXX a seguito del quale è stata rilevata l’esistenza dei seguenti rapporti finanziari”.
In questi casi, se ti accorgi di aver sbagliato la compilazione dell’Isee, oppure se sono sbagliati i dati presenti negli archivi dell’Agenzia delle Entrate e/o dell’Inps, devi richiedere immediatamente la rettifica della dichiarazione utilizzando il modulo integrativo FC3, quadro FC8 (il cosiddetto Isee integrativo), che va compilato nella sezione II con i dati corretti.
Trascorsi 10 giorni dalla ricezione dell’attestazione da parte dell’Inps, non è più possibile ricorrere all’Isee integrativo.

La dichiarazione Isee presentata da tempo è sbagliata: posso rifarla?

Se ti accorgi che la tua dichiarazione Isee presentata tempo fa, validata dall’Inps e senza segnalazioni, presenta degli errori o delle dimenticanze, puoi comunque presentare una nuova dichiarazione Isee recante le variazioni, anche se esiste già un Isee in corso di validità.
Ad esempio, se nell’elaborazione della dichiarazione Isee ti accorgi di aver dimenticato di inserire un conto corrente, o anche solo una carta di credito, o un libretto deposito, o un qualsiasi componente del patrimonio mobiliare, o, ancora, ulteriori dati utili alla determinazione dell’Isee, puoi rimediare presentando una nuova dichiarazione Isee, che comprenda i dati mancanti.

Ho presentato un Isee sbagliato allegato alla domanda di agevolazione: che fare?

Se hai richiesto un’agevolazione per la quale è necessaria la dichiarazione Isee, e la dichiarazione errata è già stata consegnata all’ente che ne fa richiesta, devi presentare una nuova dichiarazione e comunicare all’ente il valore della nuova attestazione, senza omissioni o difformità.
Nel caso in cui, difatti, l’Isee sia stato presentato all’ente richiedente poco prima che scadessero i termini di presentazione della domanda, come nel caso di presentazione di un’istanza per ottenere agevolazioni, o di una domanda per rateazione di cartelle esattoriali, l’ente deve prendere come riferimento la data di richiesta effettuata prima della scadenza, o la data di presentazione della domanda, e il nuovo Isee presentato a seguito di integrazione o di sostituzione. L’Isee errato si può rifare, in quest’ipotesi, e l’ente deve accettarlo: lo ha chiarito l’Inps, con un recente messaggio [1] basato sulle previsioni della nuova normativa Isee [2].
La norma, infatti, dispone che, alla luce delle omissioni o degli errori rilevati, chi richiede la prestazione può presentare una nuova dichiarazione Isee, o può comunque richiedere la prestazione con l’attestazione relativa alla dichiarazione errata. La dichiarazione è valida ai fini dell’erogazione della prestazione, fatto salvo il diritto degli enti erogatori di richiedere idonea documentazione per dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione.
In caso di imminente scadenza dei termini per l’accesso ad una prestazione sociale agevolata, i componenti del nucleo familiare possono comunque presentare la richiesta, accompagnata dalla ricevuta di presentazione della dichiarazione Isee. L’ente erogatore può acquisire successivamente l’attestazione relativa all’Isee interrogando il sistema informativo o, per impedimenti, richiedendola al dichiarante nell’interesse del medesimo.”
Pertanto, se hai commesso un errore o hai dimenticato qualche dato nell’Isee allegato alla domanda di agevolazione, puoi rimediare all’errore commesso presentando una nuova dichiarazione Isee all’ente, anche se successivamente alla data della domanda.
Se i termini per le domande sono ancora aperti, puoi presentare immediatamente una nuova dichiarazione Isee, integrata con i dati mancanti, e trasmettere all’ente la ricevuta di presentazione della nuova dichiarazione. L’ente acquisirà l’attestazione relativa all’Isee successivamente, interrogando il sistema informativo, oppure richiedendola direttamente a te, in qualità di dichiarante, in caso di impedimenti.

Ho richiesto un’agevolazione e mi è stata contestata la dichiarazione Isee: e adesso?

Normalmente, la procedura informatica utilizzata presso gli enti che erogano benefici e agevolazioni intercetta le attestazioni Isee che riportano errori sui rapporti finanziari. In questi casi, l’ente sospende in automatico l’istruttoria della domanda (se si tratta di una domanda nuova), oppure il pagamento della prestazione (se questo è in corso) ed invia automaticamente all’utente una comunicazione per avvisarlo:
  • dell’avvenuta sospensione di istruttoria o pagamento per omissioni o difformità presenti nella dichiarazione Isee;
  • della possibilità di presentare, entro il termine di 30 giorni, una nuova dichiarazione Isee in linea con le risultanze dell’Agenzia delle Entrate; in alternativa, della possibilità di produrre all’ente la documentazione dell’intermediario (banca, Poste Italiane, etc.) che ha comunicato i rapporti finanziari all’Agenzia delle Entrate, per consentire all’ente di verificare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione già presentata; questa documentazione deve essere prodotta da parte dell’utente entro 12 mesi dalla data di attestazione della dichiarazione Isee viziata dalle omissioni o dalle difformità.
Ovviamente, la nuova dichiarazione Isee sarà idonea a sanare quella viziata da omissioni o difformità se e solo se risulterà in linea con i dati e le informazioni dell’Agenzia delle Entrate o, comunque, priva di errori o dimenticanze.

A seguito di un controllo l’Isee è stato contestato: cosa rischio?

Se a seguito di un controllo vengono accertate delle irregolarità nell’indicazione dei redditi e patrimoni all’interno della dichiarazione Isee (Dsu), il dichiarante può andare incontro a pesanti sanzioni.
La dichiarazione Isee è un’autocertificazione: se dai controlli effettuati sulla dichiarazione emerge la non veridicità del suo contenuto, il dichiarante decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base dell’Isee falso.
Inoltre, bisogna ricordare che chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. L’esibizione di un atto contenente dati non più rispondenti a verità equivale ad uso di atto falso [3].

note

[1] Inps Messaggio n.261/2017
[2] Art.11, Co.5, DPCM n.159/2013.
[3] Art. 489 del c.p.


L’AUTORE:

Nuovo concorso Inps 967 posti, requisiti per partecipare

Nuovo concorso Inps 967 posti, requisiti per partecipare

 Nuovo concorso Inps 967 posti, requisiti per partecipare

Indetto ufficialmente maxi concorso Inps da 967 posti di consulente protezione sociale, area C, posizione economica C1: chi può candidarsi.
Nuovo concorsone Inps da quasi mille posti: è stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’annuncio di un nuovo bando di concorso [1] per il reclutamento di 967 consulenti di protezione sociale.
I vincitori saranno inquadrati nell’area C, posizione economica C1, e saranno assunti su tutto il territorio nazionale.

Requisiti per partecipare al concorso Inps da 967 posti

Secondo quanto disposto nella determina, i nuovi candidati devono possedere una laurea magistrale/specialistica (LM/LS) in una delle seguenti discipline:
  • finanza(LM-16 o 19/S),
  • ingegneria gestionale (LM-31 o 34/S)
  • relazioni internazionali(LM-52 o 60/S)
  • scienze dell’economia (LM-56 o 64/S)
  • scienze della politica(LM-62 o 70/S)
  • scienze delle pubbliche amministrazioni (LM-63 o 71/S)
  • Scienze economiche per l’ambiente e la cultura (LM-76 o 83/S)
  • scienze economico-aziendali(LM-77 o 84/S)
  • scienze per la cooperazione allo sviluppo (LM-81 o88/S)
  • scienze statistiche (LM-82)
  • metodi per l’analisi valutativa dei sistemi complessi (48/S)
  • statistica demografica e sociale (90/S)
  • statistica economica finanziaria ed attuariale (91/S)
  • statistica per la ricerca sperimentale (92/S)
  • scienze statistiche attuariali e finanziarie (LM-83)
  • servizio sociale e politiche sociali (LM-87)
  • programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali(57/S)
  • sociologia e ricerca sociale (LM-88)
  • sociologia (89/S)
  • metodi per la ricerca empirica nelle scienze sociali (49/S)
  • studi europei (LM-90 o 99/S)
  • giurisprudenza (LMG-01 o 22/S)
  • teoria e tecniche della normazione e dell’informazione giuridica (102/S)
Gli interessati possono possedere anche il diploma di laurea (DL) secondo il “vecchio ordinamento” corrispondente ad una delle lauree magistrali elencate.
I candidati devono inoltre possedere:
  • la cittadinanza italiana o europea;
  • l’idoneità fisica all’impiego;
  • il godimento dei diritti civili e politici;
  • la posizione regolare nei confronti degli obblighi di leva;
  • l’assenza di destituzione, licenziamento, interdizione, dispensa o di decadenza dall’impiego presso una pubblica amministrazione.

Titoli che danno diritto a punteggio aggiuntivo

Chi ha conseguito master di secondo livello, ulteriori lauree specialistiche e dottorati di ricerca inerenti alle materie del bando di concorso, assieme a chi è in possesso di Ecdl o di una certificazione della conoscenza della lingua inglese di livello B2 o superiore, ha diritto al riconoscimento di punteggio aggiuntivo.
In particolare, saranno attribuiti i seguenti punteggi in relazione ai titoli posseduti, dichiarati nella domanda:
  • 3 punti per laurea magistrale/specialistica/vecchio ordinamento con votazione finale da 101 a 105;
  • 6 punti per laurea magistrale/specialistica/vecchio ordinamento con votazione finale da 106 a 110;
  • 9 punti per laurea magistrale/specialistica/vecchio ordinamento con votazione finale pari a 110 e lode;
  • 4 punti per uno o più master di II livello inerenti alle materie del presente bando di concorso;
  • 8 punti per uno o più dottorati di ricerca (DR) inerenti alle materie del presente bando di concorso.
  • 4 punti per ulteriore/i laurea/e magistrale/specialistica/vecchio ordinamento ( o ulteriori lauree magistrali/specialistiche/vecchio ordinamento), a prescindere dal punteggio riportato;
  • 1 punto per ECDL;
  • 5 punti per livello B2 inglese;
  • 8 punti per livello C1 inglese o livello superiore.
Il punteggio massimo attribuibile per la valutazione dei titoli è pari a 30 punti.

Prove di selezione

Le prove di selezione previste sono:
  • una prova preselettiva: questa prova, che sarà indetta solo se i candidati supereranno le 10mila unità, consisterà in una serie di quesiti a risposta multipla di carattere attitudinale, logica, competenze linguistiche (lingua inglese) ed informatiche, cultura generale;
  • una prima prova scritta: consisterà in una serie di quesiti a risposta multipla sulle seguenti materie:
  • bilancio e contabilità pubblica;
  • pianificazione, programmazione e controllo e organizzazione e gestione aziendale;
  • diritto amministrativo e costituzionale;
  • diritto del lavoro e legislazione sociale;
  • una seconda prova scritta, che consisterà in una serie di quesiti a risposta multipla sulle seguenti materie:
  • scienza delle finanze;
  • economia del lavoro;
  • principi di economia;
  • diritto civile;
  • elementi di diritto penale.
  • una prova orale, che verterà sulle stesse materie della prova scritta, nonché inglese e informatica.
Per ogni prova potrà essere assegnato un punteggio massimo di 30/30. Per superare ciascuna prova sarà necessario riportare il punteggio minimo di 21/30.

Domande di partecipazione

Le domande di partecipazione al concorso possono essere inoltrate attraverso il sito dell’Inps, attraverso l’applicazione ConcorsInps, utilizzando le proprie credenziali (Pin, Spid o Cns) entro il termine perentorio delle ore 16.00 del trentunesimo giorno, decorrente dal giorno successivo a quello di pubblicazione del bando di concorso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – IV serie speciale “Concorsi ed esami”. Considerando che la pubblicazione è avvenuta oggi, 27 aprile 2018, il termine per inviare le domande di partecipazione al concorso Inps è il 28 maggio 2018 ore 16.
Per effettuare eventuali variazioni è possibile inviare una nuova domanda, che annulla e sostituisce la precedente.
La domanda protocollata deve essere stampata, firmata e consegnata dal candidato nel luogo e nel giorno stabilito per lo svolgimento della prima prova.

note

[1] Gazzetta Ufficiale 4^ Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 34 del 27 aprile 2018.


L’AUTORE:

 

Sicurezza lavoro, 100 milioni dal bando Isi 2017 per i progetti di investimento e modelli organizzativi

Sicurezza lavoro, 100 milioni dal bando Isi 2017 per i progetti di investimento e modelli organizzativi 



Dagli schermi acustici ai sistemi di ancoraggio: i progetti finanziabili
Giovedì 26 Aprile 2018

 http://www.casaeclima.com/ar_34742__sicurezza-lavoro-cento-milioni-bando-isi-investimento.html?mc_cid=b0166ae13e&mc_eid=c407fb72cd

Con il bando Isi 2017, ottava edizione dell’intervento promosso a partire dal 2010, l’Inail mette a disposizione del tessuto produttivo italiano circa 249 milioni di euro a fondo perduto, per sostenere le imprese che intendono investire in salute e sicurezza. La quota maggiore, pari a 100 milioni di euro, è quella stanziata per il primo dei cinque assi di finanziamento previsti, dedicato ai progetti di investimento e per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.
Gli interventi finanziabili. Come precisato nell’allegato 1, tra i progetti di investimento che possono essere ammessi al finanziamento rientrano, in particolare, quelli che affrontano i rischi di tipo chimico, biologico e sismico, e i pericoli derivanti dalle vibrazioni meccaniche, dal rumore e dalle cadute dall’alto, mediante l’adozione di buone prassi, l’installazione di sistemi, impianti e nuove macchine e la sostituzione delle macchine obsolete utilizzate nelle lavorazioni con macchine conformi alle rispettive direttive di prodotto di riferimento.
Dagli schermi acustici ai sistemi di ancoraggio tante misure per la prevenzione. Sono finanziabili, per esempio, i progetti che prevedono l’acquisto di pannelli fonoassorbenti, schermi acustici, silenziatori e sistemi antivibranti per la riduzione del rumore, o l’installazione di impianti di aspirazione e captazione di gas, fumi, nebbie, vapori o polveri, o di cabine di verniciatura/spruzzatura, per proteggere gli operatori dal rischio chimico, o l’adozione di misure di contenimento e prevenzione dell’esposizione ad agenti biologici. Per ridurre il rischio delle cadute dall’alto saranno finanziati interventi che prevedono l’acquisto e l’installazione di sistemi di ancoraggio fissati permanentemente, mentre la riduzione dei pericoli legati ai terremoti passa attraverso l’acquisto e la posa in opera di scaffalature antisismiche nei siti produttivi situati nelle zone sismiche 1, 2 o 3.
I sistemi di gestione della sicurezza e di responsabilità sociale. Le caratteristiche dei progetti relativi all’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale finanziabili attraverso il bando Isi sono invece descritte nell’allegato 2. Tra gli interventi previsti rientrano, in particolare, alcune tipologie di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, come quelli certificati secondo la norma BS OHSAS 18001:07 o previsti da accordi stipulati tra l’Inail e le parti sociali, l’adozione di modelli organizzativi e gestionali previsti dall’articolo 30 del Testo Unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/2008), l’adozione di sistemi di responsabilità sociale certificati per lo standard internazionale SA 8000 e le modalità di rendicontazione sociale asseverata da parte terza indipendente.
Dimensione aziendale e fatturato tra i parametri di valutazione. Il punteggio complessivo assegnato a ciascun progetto è dato dalla valutazione delle caratteristiche delle imprese e delle peculiarità dell’intervento presentato, che tende a privilegiare le micro e piccole imprese che operano nei settori di attività più a rischio. Tra i parametri presi in considerazione, infatti, rientrano le dimensioni aziendali, valutate sulla base del numero dei dipendenti e del fatturato, il tipo di lavorazione svolta, la tipologia dell’intervento previsto e la sua condivisione con le parti sociali (enti bilaterali o organismi paritetici).
Il termine per l’inserimento online delle domande scade il 31 maggio. Il contributo in conto capitale per ciascun progetto ammesso al finanziamento è pari al 65% dell’investimento, da un minimo di cinquemila euro fino a un massimo di 130mila, ed è cumulabile con i benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito, come quelli gestiti dal Fondo di garanzia delle Pmi e da Ismea. Le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, fino alle ore 18 di giovedì 31 maggio possono inserire e salvare la propria domanda sul portale dell’Inail, dove è possibile anche effettuare simulazioni relative al progetto da presentare e verificare se ha raggiunto o meno la soglia di ammissibilità.
www.inail.it


opportunita' per le imprese per la sicurezza sul lavoro concrete!

Da Legambiente il dossier “Liberi dall’amianto?”

Da Legambiente il dossier “Liberi dall’amianto?” 
i  ritardi dei piani regionali, delle bonifiche e delle alternative alle discariche
Venerdì 27 Aprile 2018
 http://www.casaeclima.com/ar_34755__da-legambiente-dossier-liberi-da-amianto-ritardi.html?mc_cid=b0166ae13e&mc_eid=c407fb72cd
In vista della giornata mondiale delle vittime dell’amianto che si celebrerà il 28 aprile, Legambiente ha presentato stamane il dossier “Liberi dell’amianto? I ritardi dei Piani regionali, delle bonifiche e delle alternative alle discariche”, realizzato a tre anni dall’ultimo report (2015).
A 26 anni dalla Legge 257/92 che ha messo al bando l’amianto, in Italia questa fibra killer continua ad essere ancora molto diffusa e a minacciare la salute dei cittadini e l’ambiente. A gravare sulle spalle del Paese, ancora sotto scacco dell’amianto, anche i ritardi legati agli obblighi di legge, e in particolare ai piani regionali amianto (PRA) – che dovevano essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge e che mancano ancora in alcune Regioni – ma anche alle attività di censimento e mappatura, alle bonifiche dei siti contaminati, che procedono a rilento, e alle campagne di informazione e sensibilizzazione. A rendere chiara la situazione della Penisola sono i numeri e i dati raccolti da Legambiente nel dossier “Liberi dall’amianto?” sulla base delle risposte date dalle Regioni (15 su 21) al questionario inviato: sul territorio nazionale sono 370mila le strutture, dove è presente amianto, censite al 2018 dalle Regioni per un totale di quasi 58milioni di metri quadrati di coperture in cemento amianto. Di queste 370mila strutture, 20.296 sono siti industriali(quasi il triplo rispetto all’indagine del 2015), 50.744 sono edifici pubblici (+10% rispetto al 2015%), 214.469 sono edifici privati (+50% rispetto al 2015%), 65.593 le coperture in cemento amianto (+95% rispetto al 2015%) e 18.945 altra tipologia di siti (dieci volte di quanto censito nel 2015). Sono poi 66.087 i siti mappati dalle Regioni che hanno risposto al questionario (rispetto agli 88mila dichiarati dal Ministero dell’Ambiente), per un totale di oltre 36,5 milioni di metri quadrati di coperture. Di questi 66.087, 1.195 sono quelli mappati ricadenti in I Classe (quella prioritaria in cui bisognerebbe intervenire con maggior urgenza), erano 360 nel 2015. Di questi 1.195, 804 sono solo in Piemonte.
Di fronte a questa situazione, le procedure di bonifica e rimozione dall’amianto nel nostro Paese sono ancora in forte ritardo: sono 6869 gli edifici pubblici e privati bonificati ad oggi su un totale, ancora sottostimato, di 265.213 (tra edifici pubblici e privati). Il piano regionale amianto, previsto dalle L.257/92, nel 2018 deve essere ancora approvato in due regioni, il Lazio e la Provincia Autonoma di Trento. 13 regioni su 15 hanno dichiarato invece di averlo approvato, alle quali si aggiungono Liguria, Umbria e Toscana che già nel 2015 avevano dato l’ok al PRA. Resta indefinita la situazione di Abruzzo, Calabria e Molise che non hanno risposto. Le attività di censimentosono state completate da 6 Regioni su 15 (Campania, Emilia Romagna, Marche - solo per edifici pubblici e imprese-, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta), mentre il 60% (9 Regioni su 15) ha dichiarato che è ancora in corso la procedura di censimento del territorio. La mappatura dell’amianto è stata realizzata da 7 amministrazioni (Campania, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Trento). È ancora in corso in Basilicata, nella provincia autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia e Veneto. Non risulta fatto nel Lazio. Stando ai dati forniti nel 2015, la mappatura risulterebbe completata anche in Liguria, Lombardia, Molise Toscana e Umbria, mentre era in ancora in corso in Calabria (che invece quest’anno non ha risposto). Non risultano dati per l’Abruzzo. Inoltre sono solo 10 le regioni che hanno inviato al Ministero dell’ambiente le informazioni richieste annualmente sulla presenza di amianto. Tallone d’Achille resta lo smaltimento dell’amianto, non sufficienti gli impianti di smaltimento presenti e previsti sul territorio.
QUESTIONARIO. Anche questa volta Legambiente ha inviato un questionario contenente sette domande - Piano Regionale Amianto, censimento e mappatura, stato di avanzamento delle bonifiche sul territorio regionale, monitoraggio, Impianti di smaltimento, costi e Incentivi, attività di formazione e informazione - agli uffici competenti regionali con l’obiettivo di tracciare un quadro della situazione attuale. Al questionario hanno risposto 15 tra Regioni e Province Autonome, mancano all’appello Abruzzo, Calabria, Liguria, Molise, Toscana e Umbria. Per questo i dati riportati nel dossier fanno riferimento al questionario ricevuto nel 2015. Quest’anno, inoltre, il dossier di Legambiente raccoglie anche un contributo dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA) che fa il punto sullo stato attuale delle tecnologie esistenti per l’inertizzazione dell’amianto, che sono le possibili alternative di smaltimento rispetto alla discarica.
Il quadro complessivo che emerge è abbastanza preoccupante, anche a livello sanitario. L’associazione ricorda che stando agli ultimi dati diffusi dall’INAIL, in Italia sono 21.463 i casi di mesotelioma maligno tra il 1993 e il 2012, di cui il 93% dei casi a carico della pleura e il 6,5% (1.392 casi) peritoneali, e oltre 6mila morti all’anno. A livello regionale i territori più colpiti sono Lombardia (4.215 casi rilevati), Piemonte (3.560), Liguria (2.314), Emilia Romagna (2.016), Veneto (1.743), Toscana (1.311), Sicilia (1.141), Campania (1.139) e Friuli Venezia Giulia (1.006).
Per questo Legambiente torna nuovamente a ribadire l’urgenza e la necessità per l’Italia di agire attraverso una concreta azione di risanamento e bonifica del territorio, che passa attraverso la rimozione dell’amianto dai numerosi siti industriali, edifici pubblici e privati che ci circondano quotidianamente. Inoltre occorre ripristinare specifici incentivi per la sostituzione dei tetti con amianto con coperture solari, che non sono stati previsti nella bozza di decreto di incentivo per le rinnovabili presentato dal Governo. Si tratta di uno strumento molto efficace che in passato ha portato, ad esempio, alla bonifica di 100.000 metri quadri di coperture e oltre 11 MWp di impianti fotovoltaici installati e connessi alla rete in tutta Italia. Un intervento di questo tipo porterebbe un doppio vantaggio, sia per la salute delle persone sia per la produzione di energia pulita. Al Parlamento Legambiente chiede che si riprenda la discussione del “Testo Unico per il riordino, il coordinamento e l'integrazione di tutta la normativa in materia di amianto”, presentato nel novembre del 2016 al Senato e bloccato da due anni a Palazzo Madama.
“Dal dossier “Liberi dall’amianto?” – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - emergono tre questioni prioritarie – bonifiche, smaltimento e leva economica – che devono essere affrontate con la massima urgenza sia a livello regionale che nazionale. Occorre completare al più presto il censimento e la mappatura dei siti contenenti amianto, su cui definire le priorità di bonifica a partire dalle scuole in cui è ancora presente la pericolosa fibra. Il numero esiguo di discariche presenti nelle Regioni incide sia sui costi di smaltimento che sui tempi di rimozione, senza tralasciare la diffusa pratica dell’abbandono incontrollato dei rifiuti. Non è più sostenibile l’esportazione all’estero dell’amianto rimosso nel nostro Paese, per questo è importante provvedere ad implementare l’impiantistica su tutto il territorio nazionale. Infine occorre ripristinare e rendere stabile e duraturo il sistema degli incentivi per la sostituzione eternit/fotovoltaico, visti gli importanti risultati ottenuti in passato è assurdo che questo strumento sia stato rimosso”.
SMALTIMENTO. Tornando al dossier, lo smaltimento rimane l'altro anello debole della catena: le regioni dotate di almeno un impianto specifico per l’amianto sono solo 8 (erano 11 nel 2015) per un totale di 18 impianti (erano 24 fino a pochi anni fa): in Sardegna e Piemonte ce ne sono 4 (di cui uno per le sole attività legate al SIN di Casale Monferrato in Piemonte), 3 in Lombardia e 2 in Basilicata ed Emilia Romagna. 1 solo l’impianto esistente in Friuli Venezia Giulia, Puglia e nella Provincia Autonoma di Bolzano. Ad oggi gli impianti sono quasi pieni, le volumetrie residue comunicate con i questionari sono pari a 2,7 milioni di metri cubi (un terzo in meno rispetto ai 4,1 milioni di mc del 2015) e sarebbero a malapena sufficienti a smaltire i soli quantitativi già previsti, ad esempio, dal Piano Regionale della Regione Piemonte che stima in 2milioni di metri cubi i quantitativi delle coperture in cemento amianto ancora da bonificare. E non si vede la luce neanche per i nuovi impianti previsti dai vari piani regionali sui rifiuti: solo la Basilicata ha previsto 2 impianti da 100mila mc di materiale; Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Puglia non indicano un numero esatto di impianti previsti ma indicano la necessità di averne di nuovi nel proprio territorio. Legambiente ricorda che secondo i dati di Ispra, nel 2015 nel nostro Paese sono stati prodotti 369mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto (71% al Nord, 18,4 al Centro e 10,6 al Sud). Di questi, 227mila tonnellate sono stati smaltiti in discarica (sono prevalentemente “rifiuti da materiali di costruzione contenenti amianto” che rappresentano il 94,4% del totale dei materiali contenenti amianto smaltiti negli impianti), mentre 145mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto sono stati esportati nelle miniere dismesse della Germania.
Sul fronte dell’informazione rivolta ai cittadini, “le attività di informazioni - dichiara Andrea Minutolo, coordinatore dell'ufficio scientifico di Legambiente - dovrebbero essere realizzate con maggior frequenza e capillarità nei territori anche perché, ad oggi, i centri regionali per l’amianto, che dovrebbero essere dei punti di riferimento a livello regionale sulla tematica, sono ancora scarsamente diffusi sul territorio, come emerge dalle risposte al questionario pervenuteci, in cui solo 6 Regioni dichiarano di avere strutture che in qualche modo svolgono questa funzione. Su una tematica così complessa e delicata non si possono, quindi, lasciare i cittadini da soli nell’individuazione della possibile presenza di amianto negli immobili e manufatti di proprietà; così come non possono essere lasciati da soli nella scelta del percorso di “bonifica” da intraprendere o nelle spese da sostenere”.
ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE E BUONE PRATICHE. Dal dossier di Legambiente emerge che attività di formazione e informazione rivolta invece ai cittadini risultano essere state fatte in 13 regioni e P.A (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto, P.A. Bolzano e P.A. Trento). Per quanto riguarda la formazione del personale tecnico (Asl, Arpa, medici del lavoro etc), programmi e momenti di aggiornamento sono stati redatti in 8 Regioni e 1 P.A: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia (ogni 3 anni), Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta, Veneto e P.A. di Trento.
BUONE ESPERIENZE. Infine l’associazione ambientalista segnala al riguardo alcune buone esperienze, come quella siciliana o pugliese, replicabili sul territorio. In Sicilia la Regione, nell’ambito del programma di interventi della regione siciliana 2016/2017 “Sicilia e consumatori: diritti e tutele”, ha promosso insieme a Legambiente Sicilia una campagna di informazione, sensibilizzazione e assistenza rivolta ai cittadini e ai consumatori sui pericoli per la salute e l’ambiente derivanti dall’esposizione all’amianto. Obiettivo: aumentare la consapevolezza sul fenomeno e le conoscenze circa gli strumenti per ridurre e prevenire i rischi dall’inquinamento da fibre d’amianto, a cui hanno lavorato anche altre associazioni territoriali come Movimento difesa del cittadino, Federconsumatori, Confconsumatori, Aduc funzione Sociale ed Omnia (http://www.liberidallamianto.it/).
In Puglia, invece, da alcuni anni è partita la campagna “Puglia eternit free”, la prima campagna regionale di informazione sul rischio amianto promossa da Legambiente Puglia – con il patrocinio dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia e la collaborazione di Teorema Spa – mirata alla rilevazione statistica di amianto nelle aree urbane, industriali e agricole. L’obiettivo della campagna è quello di fornire ai cittadini gli strumenti per difendersi dalla fibra killer: per questo è stato attivato un numero verde (800 131 026) a cui cittadini ed enti si possono rivolgersi per richiedere un sopralluogo tecnico gratuito al fine di censire l’eventuale presenza di materiali e/o manufatti contenenti amianto e conoscere le opportune procedure per rimuoverlo riducendo l’impatto sulla salute.
Link dossier “Liberi dall’amianto?” https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/liberi_dallamianto_2018.pdf

Formazione, 1,3 milioni di euro da Fondoprofessioni

http://www.casaeclima.com/ar_34611__formazione-un-milione-trecento-mila-euro-fondoprofessioni.html


Formazione, 1,3 milioni di euro da Fondoprofessioni
Il nuovo stanziamento riguarda la terza scadenza degli Avvisi 01/17 e 03/17. Gli Studi/Aziende interessati possono presentare domanda entro le ore 17.00 del 18 maggio. Il presidente Callioni: “Stanziati 8 mln di euro in meno di un anno”
Giovedì 12 Aprile 2018
Fondoprofessioni, Fondo interprofessionale per la formazione continua negli Studi professionali e nelle Aziende collegate, ha messo a disposizione ulteriori 1,3 milioni di euro per finanziare corsi rivolti ai dipendenti. Il nuovo stanziamento riguarda la terza scadenza degli Avvisi 01/17 (800 mila euro) e 03/17 (500 mila euro). Gli Studi/Aziende interessati potranno, quindi, presentare la domanda entro le ore 17.00 del 18/05, rivolgendosi a uno degli Enti attuatori accreditati presso il Fondo.
Nello specifico, l’Ente attuatore si occuperà di predisporre, presentare e organizzare i corsi. Gli Studi e le Aziende aderenti, grazie alle risorse stanziate, potranno, così, formare i propri dipendenti, secondo le effettive necessità, senza sostenere costi.
Roberto Callioni, presidente di Fondoprofessioni ha dichiarato: “In meno di un anno abbiamo stanziato circa 8 milioni di euro per attività di formazione negli Studi e nelle Aziende aderenti”. E non finisce qui. “Abbiamo in cantiere nuovi Avvisi, che verranno prossimamente pubblicati, con conseguente stanziamento di ulteriori risorse”, ha aggiunto Ivana Veronese, vice presidente del Fondo.
Per informazioni contattare il numero 06/54210661 o scrivere a info@fondoprofessioni.it

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venerdì 27 aprile 2018

Farmaci e parafarmaci: come controllare la detraibilità 2018

https://www.fiscoetasse.com/approfondimenti/12437-i-farmaci-e-i-parafarmaci-sono-detraibili-nel-730-2016.html?utm_campaign=Rassegna+Giornaliera&utm_medium=email&utm_source=Rassegna+quotidiana+&utm_content=Rassegna+Giornaliera+2018-04-27

Farmaci e parafarmaci: come controllare la detraibilità 2018

di Cavallari Dott.ssa Michela

FISCOETASSE.COM

 

Farmaci
FARMACI E PARAFARMACI 

 

Elenco tipologie di medicinali che danno diritto alla detrazione al 19% nella dichiarazione dei redditi 2018 (anno d'imposta 2017) .Novità 730/2018

Nelle dichiarazioni dei redditi 730/2018 e Redditi Persone Fisiche 2018, riferite all'anno di imposta 2017, è possibile detrarre le spese mediche sostenute dal contribuente nel corso dell'anno ma poiché in farmacia è possibile acquistare sia prodotti detraibili sia prodotti che non danno diritto alla detrazione, è importante capire la dicitura presente sullo scontrino fiscale (cd. scontrino parlante). Novità previste per il 2018.
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Rimani sempre aggiornato con le novità, gli approfondimenti contenuti nel Dossier 730/2018 e Redditi PF 2018

Detraibilità spese mediche 2018: ecco come fare

Le spese mediche, fra cui rientrano anche le spese per acquisto di medicinali, sono detraibili nella dichiarazione dei redditi 2017 al 19% per l’importo eccedente la franchigia di 129,11 euro ma a certe condizioni.
Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate riguardanti la detrazione dei medicinali nelle dichiarazioni dei redditi 2017 indicano: “la detrazione spetta se la spesa è certificata da fattura o da scontrino fiscale (c.d. “scontrino parlante”) in cui devono essere specificati
  • la natura, 
  • la quantità dei prodotti acquistati
  • il codice alfanumerico (identificativo della qualità del farmaco) posto sulla confezione del medicinale
  • il codice fiscale del destinatario 
così come indicato nel Testo Unico delle imposte sui redditi all’art 10, comma 1, lett.b).

Detraibiltà spese mediche 2018: le novità

Limitatamente agli anni 2017 e 2018 sono detraibili le spese sostenute per l'acquisto di alimenti a fini medici speciali, inseriti nella sezione A1 del Registro nazionale di cui all'articolo 7 del decreto del Ministro della sanità 8 giugno 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 5 luglio 2001.
Tali spese nel modello di dichiarazione dei redditi 730/2018 vanno indicati al rigoE1-Spese sanitarie. Per coloro che si avvalgono della dichiarazione precompilata predisposta dall'Agenzia delle Entrate, si precisa che tali spese non saranno presenti. Infatti, tale novità è contenuta nella Legge di stabilità 2018 ma il Sistema Tessera Sanitaria non ha adeguato le specifiche tecniche della trasmissione da parte di medici e istituti sanitari dei dati sanitari dei contribuenti pertanto l'inserimento di tali oneri nella dichiarazione comporterà un'integrazione del modello da parte dei contribuenti.
Attenzione: per espressa previsione normativa sono eslcusi gli alimenti ai fini medici speciali destinati ai lattanti.
La sezione A1 del decreto con l'elenco completo dei farmaci detraibili, è allegata gratuitamente a questo articolo.

Detraibilità spese mediche 2018: le indicazioni nello scontrino parlante

Lo scontrino parlante deve indicare natura e qualità dei beni e questo rende più facile riconoscere se il bene sia detraibile o meno, infatti è sufficiente controllare la codifica. In farmacia è possibile comprare medicinali, parafarmaci e altri prodotti ma solo alcune di queste categorie sono deducibili.
Danno diritto alla detrazione le spese indicate nello scontrino con le seguenti diciture:
  • Farmaco, medicinale, f.co, med e altre abbreviazioni o terminologie riferite inequivocabilmente a farmaci. Queste indicazioni sullo scontrino danno diritto alla detrazione al 19%, così come indicato dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione n.156/2007.
  • Aic (codice di autorizzazione all’immissione in commercio): per motivi di privacy del contribuente lo scontrino può indicare anche un unico codice univoco di autorizzazione anziché il nome specifico del farmaco che sarà rilevato mediante lettura ottica del codice a barre, così come indicato dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare n.40 del 2009
  • Omeopatici: i farmaci omeopatici sono considerati medicinali e a questi sono equiparati. Sono definiti in base al d.lgs 219/2006 come “quelli ottenuti mediante un processo descritto dalla farmacopea europea o in sua assenza dalle farmacopee ufficiali degli stati membri.”
  • Ticket: questa dicitura c’è per i medicinali erogati unicamente dal servizio sanitario e pertanto da diritto alla detrazione, così come indicato dall'Agenzia nella Risoluzione 10 del 2010
  • Farmaco/medicinale preparazione galenica: le preparazioni galeniche sono i medicinali preparati in farmacia in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente (formule magistrali) o in base alle indicazioni della Farmacopea europea o delle Farmacopee nazionali in vigore negli Stati membri dell’Unione Europea (formule officinali). Sono detraibili se è specificata la loro natura, per questo è necessaria l’indicazione farmaco/medicinale.
  • SOP-OTC: sono sigle utilizzate per i medicinali che non necessitano di prescrizione medica e sono suddivisi tra medicinali da banco o di automedicazione (OTC) e le restanti tipologie. Trattandosi di medicinali sono detraibili, così come chiarito dall'Agenzia nella stessa Risoluzione n.10 del 2010.
  • Medicinali fitoterapici: sono medicinali che contengono esclusivamente come sostanze attive  sostanze vegetali o preparazioni vegetali. Tali medicinali sono ufficialmente approvati dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), che ne autorizza l’immissione in commercio dopo averne verificato la qualità, l’efficacia e la sicurezza e per tale motivo possono essere venduti esclusivamente nelle farmacie. Come indicato dalla Risoluzione n.396 del 2008 sono detraibili i prodotti fitoterapici esclusivamente quando sono medicinali.

Detraibilità spese mediche 2018: quali non sono detraibili

Non danno diritto alla detrazione le spese indicate nello scontrino con le seguenti diciture
  • Integratori alimentari: Con la risoluzione n. 256/E del 2008 l’Agenzia delle Entrate ha precisato “Gli integratori alimentari vengono somministrati, sostanzialmente, per cure dirette ad ottimizzare gli apporti nutrizionali e a migliorare le condizioni fisiologiche, senza per questo essere considerati dei medicinali. In ragione della loro composizione, gli integratori si qualificano, infatti, come prodotti appartenenti all’area alimentare”, e per tale motivo non sono detraibili.
  • Parafarmaci: la spesa relativa all’acquisto di parafarmaci, siano essi prodotti fitoterapici, pomate colliri, ecc., non può essere equiparata a quella per medicinali così come precisato dall'Agenzia nella Risoluzione n.396 del 2008

730/2018 precompilato: le spese mediche presenti

Nella dichiarazione dei redditi precompilata sono comprese le spese mediche. Infatti grazie al sistema Tessera Sanitaria i medici hanno dovuto comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati in loro possesso suddivisi per singolo contribuente tramite il codice fiscale. L'obbligo di comunicare i dati delle spese sanitarie è stato introdotto per permettere all'Agenzia delle Entrate di elaborare le dichiarazioni dei redditi precompilate(730 e Unico PF).  Tra agosto e settembre 2016 sono stati pubblicati due decreti, uno con le specifiche tecniche per le strutture sanitarie autorizzate che nel 2016 non rientravano tra i soggetti obbligati alla comunicazione, e l'altro con l'individuazione di ulteriori soggetti tenuti alla trasmissione.
Ora quindi l'elenco delle categorie obbligate è completo, pertanto entro il 31 gennaio 2018 ai sensi dell'art.3 c.3 del D.Lgs. 175/2014, sono tenuti all'invio telematico al Sistema Tessera Sanitaria dei dati relativi alle spese sanitarie sostenute da ciascun contribuente nell'anno di imposta 2017, i seguenti soggetti:
  • iscritti all'Albo dei Medici Chirurghi e Odontoiatri
  • farmacie (pubbliche e private)
  • strutture accreditate al Servizio Sanitario Nazionale
  • strutture autorizzate per l'erogazione dei servizi sanitari e non accreditate con il SSN, l'obbligo per dette strutture decorre dal 2016 e il decreto del 2 agosto 2016 detta le istruzioni e le specifiche tecniche per la trasmissione
e a decorrere dal 1° gennaio 2016 (Decreto del MEF del 1° settembre 2016), oltre ai soggetti sopra elencati, sono obbligati all’invio dei dati delle spese sanitarie e veterinarie anche:
  • gli esercizi commerciali autorizzati alla distribuzione di farmaci da banco;
  • gli psicologi;
  • gli infermieri;
  • le ostetriche/i;
  • i tecnici sanitari di radiologia medica;
  • gli ottici;
  • e i veterinari.
Occorrerà pertanto che i contribuenti che si avvalgono del 730 precompilato controllino in base alla propria documentazione e procedano ad integrare gli importi dei farmaci detraibili non considerati.

REI e Reddito di cittadinanza: i punti di contatto

https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/25043-rei-e-reddito-di-cittadinanza-i-punti-di-contatto.html?utm_campaign=Rassegna+Giornaliera&utm_medium=email&utm_source=Rassegna+quotidiana+&utm_content=Rassegna+Giornaliera+2018-04-27


REI e Reddito di cittadinanza: i punti di contatto

cumulo contributi denaro
REI

 

 

Reddito d’inclusione istituito dal Governo e Reddito di cittadinanza proposto dal MoVimento Cinquestelle: punti di contatto, differenze, costi

 

Una nota tecnica della Banca d' Italia resa nota ieri dal Sole 24 ore  confronta  il Reddito d’inclusione (ReI), istituito dal Governo uscente e la proposta di legge per un Reddito di cittadinanza (RdC) proposto dal Movimento Cinquestelle, evidenziandone punti di contatto, differenze, costi e rischi comuni . In estrema sintesi le conclusioni sono le seguenti :
PUNTI DI CONTATTO
  • Sono entrambi contributi economici di assistenza sociale universalistica   ma sottoposti alla prova dei mezzi ossia alla verifica che la condizione economica dell’individuo sia inferiore ad una soglia stabilita per legge, novità per il nostro sistema che è invece ricco di interventi differenziati  per le diverse categorie .
  • Inoltre per entrambi si prevedono misure di formazione e riqualificazione con proposte di reiserimento al lavoro che non possono essere rifiutate dai percettori, pena la sospensione dei sussidio
BENEFICIARI
Il Reddito di Cittadinanza  è indirizzato alla popolazione indicata da Eurostat come a rischio di povertà relativa (12,5 milioni)
Il  Rei è indirizzato ai  4,7 milioni  di italiani in povertà assoluta nel 2017, misurati sui consumi dall’Istat
I COSTI
  • le stime  vanno dai 15 ai 38 miliardi per il Reddito di Cittadinanza (Il documento di MV5 parla di 16 miliardi di copertura per raggiungere 9 milioni di italiani)
  • sono stati calcolati 7 miliardi  come necessari per  ReI,  come calcolato  dall’Alleanza contro la Povertà (il tavolo comune delle principali realtà di assistenza sociale del terzo settore); oggi impegna risorse  circa due miliardi di euro per il 2018-2019.
La Banca d'Italia conclude che dal punto di vista della fattibilità concreta,  sia economica che organizzativa va considerato  che per avviare il ReI è stato necessario mettere in campo un ampio coordinamento tra più livelli di governo, l’Inps e le organizzazioni del terzo settore  con oltre un anno di rodaggio.
Un futuro governo MVS-PD dovrebbe forse piu realisticamente nel breve periodo optare per un potenziamento del ReI,   per avere il tempo di adeguare i Centri per l'impego  destinati al controllo dei requisiti occupazionali e delle proposte lavorative e per reperire le  necessarie risorse, dopo un necessario sfrondamento delle prestazioni assistenziali potenzialmente sovrapponibili alla nuova misura.
Gli stessi Pentastellati  in effetti negli ultimi tempi si riferiscono al Reddito di Cittadinanza come obiettivo da raggiungere gradualmente, probabilmente a medio-lungo termine.
Leggi anche: "Tutto sul Rei, Reddito di inclusione 2018" e "REI 2018 ultime novità dall'INPS"
Segui il nostro dossier gratuito ISEE  per altre notizie e approfondimenti sulle misure di assistenza sociale

Fonte: Il Sole 24 Ore

 



elezioni rsu in provincia di lodi -- vedi risultato per il comune di castiglione d'adda

Nessun testo alternativo automatico disponibile.
art. tratto da il cittadino lodi


critiche alla amministrazione comunale a castiglione

Nessun testo alternativo automatico disponibile.
art. tratto da il cittadino lodi

castiglione d'adda e bandi ministeriali : delusione per tutti !

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

regione lombardia -- un mese di lavoro di efficacia e in parlamento un mese di parole delle forze politiche senza concludere nulla!

L'immagine può contenere: sMS
 DA UN MESE AL LAVORO!

#Nidi gratis, #superticket dimezzato, investimenti per alloggi #Aler, #sanità, enti locali, ricerca e sviluppo, controlli e protocollo per la sicurezza sul #lavoro, assunzione di tecnici: ecco alcuni dei risultati ottenuti in questo primo mese di attività della mia giunta.

#RegioneLombardia #Lombardia #LombardiaAlLavoro

giovedì 26 aprile 2018

calcolatore e simulatore isee 2018

https://www.pmi.it/video/calcolo-isee-simulatore-inps-online.html#_=_

https://www.pmi.it/tag/isee




ISEE

L’I.S.E.E. è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente che, certificato tramite un attestato, consente ai contribuenti a basso reddito di accedere a prestazioni sociali e servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate.
È dunque uno strumento di Welfare, che si calcola effettuando il rapporto tra Indicatore della Situazione Economica (I.S.E., dato dalla somma dei redditi e dal 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare) e parametro nella Scala di Equivalenza.
La Dichiarazione sostitutiva (auto-certificazione) – valida un anno per tutti i componenti il nucleo familiare – si può presentare all’ente che fornisce la prestazione sociale agevolata; al Comune; al CAF; all’INPS per via telematica (sezione Servizi On-Line). La Dichiarazione (Modello base + Allegato familiari) deve riportare i dati della dichiarazione dei redditi presentata ai fini IRPEF e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre dell’anno precedente.


Per il calcolo ISEE il riferimento reddituale è sempre l’ultima dichiarazione dei redditi presentata, che in realtà di riferisce a due periodi di imposta precedenti. Quindi, per l’ISEE 2016, il riferimento sarà la dichiarazione dei redditi 2015, riferita al periodo d’imposta 2014. Tenga presente che comunque la parte relativa ai redditi è precompilata dall’Agenzia delle Entrate, che conosce la situazione reddituale dei contribuenti proprio grazie alle dichiarazione.

=> Speciale ISEE su PMI.it

Per quanto riguarda invece la parte patrimoniale, sarà lei a compilare i relativi campi presenti nella DSU, il modello di dichiarazione sostitutiva unica in base al quale l’INPS rilascia l’ISEE. In questo caso deve fare riferimento ai beni posseduti al 31 dicembre dell’anno precedente. Quindi, ad esempio, se compila la DSU nel 2018 dovrà segnalare i beni immobili o gli investimenti mobiliari fino al 31 dicembre 2017.

=> Rinnovo ISEE: la guida – PMI.it

Sul sito dell’INPS sono presenti tutte le informazioni per presentare la DSU, ed è anche possibile calcolare il proprio indicatore utilizzando l’apposito simulatore online. Sono presenti tutti i modelli aggiornati, e c’è anche una sezione dedicata alle risposte alle domande più frequenti (FAQ).

=> Come funziona il simulatore ISEE online


tratto da redazione pmi.it

bandi ministeriali a cast.adda??? delusione totale!

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

bando inail --- AVVISO ISI INAIL 2017, SCADENZA 31 MAGGIO 2018

https://finanziamenti.eutecna.com/bando-inail-guida/



https://forms.zohopublic.com/finanziamenti/form/formbandoinail/formperma/1jK7h-QAl83ASXlKSob3J_uWibJTsL2KFm0ZRCHnytY

Modulo per ottenere la consulenza gratuita per il Bando Isi Inail - Scadenza 31 maggio 2018

 

Riempiendo la form dati, oltre al diritto di presentare il progetto senza anticipi fino a che non hai risultati, riceverai la guida dell'Inail sul rischio di tuo interesse e potrai usufruire di una consulenza telefonica gratuita per valutare la tua idea, inviaci i tuoi dati ora cliccando il pulsante qui sopra

incentivo 65% fondo perduto, fino a 130.000 euro

COSA PUOI REALIZZARE GRAZIE AL BANDO INAIL

  • Bonifiche tetti in amianto e relativo ripristino
  • Acquisto di macchinari per ridurre la movimentazione dei carichi (esempio linee di pallettizzazione)
  • Impianti di aspirazione e cabine di verniciatura per ridurre il rischio chimico
  • insonorizzazione di reparti
  • Acquisto di trattori e macchine agricole varie
  • Movimentazione meccanica dei pazienti nelle cliniche (letti automatici, carrozzine, etc)

CHI PUO' PARTECIPARE AL BANDO INAIL?

  • Possono partecipare al bando tutte le imprese, anche costituite in forma individuale
  • per quanto riguarda l’asse 2, anche Enti del terzo settore: “ai sensi del d.lgs. n.117/2017, in possesso dei requisiti di cui al successivo articolo 7 e iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore ai sensi del d.lgs. n.117/2017: organizzazioni di volontariato (ODV); associazioni di promozioni sociali (APS); enti del terzo settore di natura non commerciale già Onlus; cooperative sociali e consorzi costituiti interamente da cooperative sociali; imprese sociali di cui al d.lgs. n.112/2017”.

BENEFICIARI E SPESE AMMESSE PER OGNI ASSE DI INTERVENTO:

cliccare sull'asse di interesse per aprire la scheda dettagliata

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Hai il tetto in amianto o macchinari obsoleti o hai individuato una soluzione su come ridurre i rischi per te e per i tuoi lavoratori ma non hai sufficienti risorse finanziarie da investire? Hai cercato di ottenere finanziamenti bancari ma senza successo?

Il bando ISI INAIL  permette di fare una scelta virtuosa offrendoti  un contributo a fondo perduto per fare importanti investimenti sulla prevenzione nella sicurezza e mettere finalmente d’accordo produttività, utili  e sicurezza, tua e delle persone intorno a te.
Le risorse come sempre sono limitate e purtroppo non tutte le aziende possono accedervi. Essendo il bando più importante e desiderato a livello nazionale è molto competitivo e selettivo.
La prima selezione si effettua nell’operazione del click day, una gara telematica in cui solo i più veloci e preparati passano il turno. Solo il 13% delle aziende che vi partecipano  superano questa fase. E’ quindi l’ostacolo più importante e sono nate aziende di consulenza che chiedono un contributo fino a 5000 euro per il solo click day. L’azienda che lo supera poi si deve rivolgere a studi professionali per le fasi successive, che sono  lunghe, laboriose e costose.
La seconda selezione, più seria perchè basata sui contenuti, prevede un’ istruttoria tecnica e ben il 35% delle pratiche che hanno superato il click day vengono bocciate per errori tecnici/amministrativi legati a errori nella fase iniziale di presentazione del progetto.

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Noi offriamo un sistema unico ed integrato che aumenta notevolmente le probabilità di ottenimento del finanziamento senza stress e finalmente potrai effettuare quegli investimenti a cui tanto tieni per migliorare sia la sicurezza che la produttività dei tuoi lavoratori.
Come funziona?  Il primo ostacolo, il click day, viene superato grazie ad un simulatore, sviluppato nel corso degli anni, usato da migliaia di persone con soddisfazione e divertimento. Ci si esercita sulla fase del click day in base alle esperienze degli anni precedenti.
  • accesso al simulatore click day per potersi esercitare e creare una squadra preparata per il click day con pochi minuti di impegno a settimana
  • webinar dal vivo in cui si faranno esercitazioni in gruppo
  • concorsi a premi settimanali mettendoci in competizione con altre aziende e simulando il click day
  • possibilità di affiancare le tue risorse con nostre risorse formate per aumentare le probabilità di superare il click day

Alcune testimonianze di aziende che hanno utilizzato il nostro simulatore e hanno ottenuto il finanziamento a fondo perduto dell'Inail

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  http://www.casaeclima.com/ar_34742__sicurezza-lavoro-cento-milioni-bando-isi-investimento.html?mc_cid=62686e3ca0&mc_eid=c407fb72cd