Lettere – Riforma lavoro, stop soluzioni estemporanee
In questo periodo molto particolare per le istituzioni e per la finanza pubblica, al di la di qualsiasi riforma, penso che l’urgenza assoluta sia il lavoro. Abbiamo visto e sentito in questi giorni come il tema da parte dei giovani, degli esodati e di tutte le famiglie sia dibattuto. Abbiamo visto anche le contestazioni all’ex ministro Damiano alla festa del PD a Lodi, ma con tutto il rispetto, ciò che conta è il parere stringente e certo della OCSE. In Italia c’è troppa disoccupazione, eccessiva precarietà e bassa qualità del lavoro: nulla di nuovo, ma stavolta a dirlo è l’OCSE, nel Report 2014: da quanto emerge dall’analisi, il Decreto Poletti avrebbe fatto sì che la flessibilità nelle assunzioni si trasformasse in un abuso dei contratti a tempo determinato rimuovendo i diversi stimoli alle assunzioni a tempo indeterminato introdotti dalla precedente Riforma Monti-Fornero.
Per questa ragione l’OCSE auspica un’accelerazione nell’approvazione del Jobs Act e del contratto unico a tutele crescenti. Nel quadro internazionale fotografato dal report OCSE, l’Italia spicca per i ritardi sul fronte occupazione. In un quadro di crescita modesta nel 2014 e ripresa solo a fine 2015, la disoccupazione continua a crescere (12,6% a luglio 2014, ben sopra la media UE) e solo il 55% della popolazione in età da lavoro risulta occupata. Il dato più rilevante è quello relativo alla scarsa qualità del lavoro: poche sicurezze e protezione sociale inferiore alla media UE, con un contributo economico ridotto (in altre parole: gli ammortizzatori sociali non funzionano). difficile ambiente di lavoro, con un elevato livello di pressione e necessità di svolgere mansioni complesse con risorse limitate.
La Riforma Fornero aveva tentato di combattere i contratti atipici ma il Decreto Poletti ha nuovamente rovesciato la situazione: il contratto a tempo determinato resta troppo diffuso (riguarda il 70% dei nuovi assunti, una delle percentuali più elevate dell’area OCSE). La liberalizzazione dei contratti a termine operata dal Decreto Lavoro L’allarme giovani da noi è più evidente: in Italia la disoccupazione giovanile è al 43,4% (media UE 25%) raddoppiata dal 2007. La quota di (giovani che non studiano e non lavorano è salita di oltre 6 punti, raggiungendo il 22,4% a fine 2013, in controtendenza rispetto con il resto del mondo. Il report esprime apprezzamento per progetti come il piano Garanzia Giovani ma avverte: si tratta di iniziative da monitorare con attenzione per evitarne la scarsa efficacia.
Approvare rapidamente il Jobs Act, ridurre i costi dei licenziamenti e remunerarli maggiormente, eliminare le incertezze sull’esito di quelli economici, applicare le stesse norme all’interruzione dei contratti a tempo indeterminato e a termine (anche se giunti a scadenza), arrivare all‘ASPI universale (indennità di disoccupazione per tutti).
Conclusione: si tratta di occupazione temporanea, precaria, che abbassa la produttività media e che è destinata a sparire rapidamente, appena i momentanei incrementi di domanda che hanno indotto le aziende a prorogare i contratti verranno meno. Fondamentale ridurre le aliquote fiscali, ad imprese (industria, commercio, turismo, ect.) per incentivare la creazione di posti di lavoro, l’insediamento di attività produttive. Fondamentale ridurre le aliquote fiscali a lavoratori, per rilanciare i consumi siamo un paese con un livello di evasione fiscale “vergognoso”, circa 180 miliardi annui… recuperarne la metà, e avere dati di evasione nella media europee, quindi “normali” ci permetterebbe di avere le risorse per le vere riforme che servirebbero al vero rilancio del paese e a ridurre notevolmente le percentuali di disoccupazione, contestualmente ad un intervento migliorativo sugli alti costi energetici del paese, sulla formazione (scuola) e sulle regole.
Quindi non si trovino soluzioni estemporanee ma si vada incontro alla eliminazione della legge Fornero per come finora formulata ed a una revisione totale della legge sul lavoro concreta ed attinente alle esigenze ed ai diritti dei cittadini. La formazione è il punto focale sia nelle scuole che direttamente all’interno delle aziende. Su questo bisogna investire tanto cosi come nella riduzione da parte dello Stato delle aliquote fiscali. Troppa enfasi e illusioni vengono propinate come ricette miracolose ma la gente è stanca e vuole risposte adeguate senza promesse inutili ed insoddisfacenti.
Fonte: Report OCSE sul Lavoro- Scheda ItaliaLink: http://www.oecd.org/fr/italie/EMO-ITA-IT.pdf
Alfredo Ferrari - Sindaco di Castiglione d’Adda
Stefano Priori Cons. Comunale delegato al lavoro