Consumi in crescita nelle case dell’acqua nel Lodigiano. Fabbricati in
muratura recuperati o costruiti ex novo, chioschi delle più svariate
dimensioni oppure piccole colonnine; diverse nella forma ma identiche
nella funzione di spillare acqua naturale e frizzante, fresca e a
temperatura ambiente. Con la recente inaugurazione della fontana di
Cavacurta, è salito a 11 il numero di case dell’acqua attive in
provincia di Lodi.Pensate e installate dai sindaci per promuovere il
consumo alimentare di acqua del rubinetto, stanno diventando, dati alla
mano, dei veri e propri presidi ecologici in grado di ridurre l’enorme
impatto ambientale della filiera della plastica (produzione, trasporto,
smaltimento). Il consumo medio delle prime sette case dell’acqua (Santo
Stefano Lodigiano, Merlino, Sordio, Borgo San Giovanni, Villanova
Sillaro, Sant’Angelo e Lodi), monitorato in questi mesi da Sal, il
gestore del ciclo idrico integrato, è di circa 2.000 litri al giorno
ciascuna. Un rapido calcolo che moltiplica il consumo medio giornaliero
per le sette case dell’acqua per l’intera annata, mostra che nell’arco
di un anno vengono evitati più di 5 milioni di bottiglie di plastica, se
da litro, pari a 153 tonnellate di Pet risparmiata. Sono cifre, già
molto significative, ma destinate ad aumentare sensibilmente quando si
consolideranno i primi dati sui consumi nelle 4 case dell’acqua che sono
state realizzate nell’ultimo mese (Senna Lodigiana, Castiglione d’Adda,
San Martino in Strada e Cavacurta). Prendendo come riferimento i
recenti studi commissionati da Federutility sul calcolo della carbon
footprint, è oggi possibile quantificare, attraverso un computo
statistico, le emissioni di CO2 sia dell’acqua in bottiglia di plastica
che dell’acqua di rete. Per l’acqua in bottiglia, considerando l’intero
ciclo di vita della plastica, si stimano emissioni pari a 10 chili ogni
100 litri di acqua consumata. Mentre per l’acqua di rete, considerando
l’intero ciclo di captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua, si
stimano emissioni pari a 0,04 grammi ogni 100 litri. Ebbene considerando
un consumo medio giornaliero di 2000 litri per ciascuna delle sette
case dell’acqua prese in considerazione, nell’arco di un anno si
riescono ad evitare emissioni di CO2 per 509 tonnellate. Questo per
quanto riguarda le case dell’acqua. Dati altrettanto positivi vengono
registrati per l’acqua in brocca, che nelle scuole lodigiane supera
quella in bottiglia. Con le recenti adesioni di Graffignana e Cavacurta,
sono 32, più della metà, i comuni del Lodigiano che, nelle mense
scolastiche, utilizzano l’acqua di rete al posto delle minerali in
bottiglia che provengono da centinaia di chilometri di distanza, hanno
costi di trasporto e consumano fonti fossili, incrementando l’effetto
serra e l’inquinamento dell’aria.Grazie al progetto Lodigiano Acqua
Buona si allarga giorno dopo giorno il consumo dell’acqua di rete, che
attualmente coinvolge 6.675 alunni e 343 classi tra scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, per una copertura
giornaliera di 7.145 pasti, e che produce importanti effetti in termini
di riduzione della plastica in circolazione. Si stima che siano quasi un
milione e mezzo le bottiglie da mezzo litro “risparmiate” nell’arco
dell’intero anno scolastico, il che significa 25,7 tonnellate di Pet non
prodotta e mancate emissioni per 71,164 tonnellate di CO2
equivalente.Avviato da Provincia di Lodi e Sal srl nel settembre 2010,
il progetto Lodigiano Acqua Buona ha incrementato i volumi di plastica
risparmiata grazie alla sempre maggiore attenzione, da parte delle
amministrazioni comunali del territorio, ai risvolti ecologici derivanti
dall’utilizzo dell’acqua di rubinetto. L’anno 2012-2013 ha fatto
registrare un vero e proprio boom di nuove richieste con 5 comuni che,
nel giro di pochi mesi, hanno scelto di rinunciare alla plastica per
“tornare” all’acqua del rubinetto. Proiettando queste cifre sull’intero
anno scolastico (i numeri potrebbero anche aumentare perché altri comuni
hanno manifestato interesse verso il progetto) il bilancio dei primi
tre anni di vita del progetto fa registrare un numero di bottigliette
risparmiate superiore a 3,5 milioni.«Questo progetto rivolto alle scuole
lodigiane – spiega Antonio Redondi, presidente di Sal -, nato come
forma di comunicazione e di sensibilizzazione sugli effetti positivi
generati dal consumo alimentare di acqua del rubinetto, in realtà sta
generando, nel suo svolgimento quotidiano, risultati molto tangibili per
le scuole che già praticano la raccolta differenziata e che registrato
una drastica diminuzione della plastica da smaltire». tratto da il cittadino lodi