Castion..che con i muron ian fai l uga..che ian MIS le candile nel furn a fa' suga' ..Castion..el me paCastion..che con i muron ian fai l ugCastion..che co
n i
muron ian fai l uga..che ian MIS le candile nel furn a fa' suga' ..Castion..el me país..che bel che l e''!!!a..che ian MIS le candile nel furn a fa' suga' ..Castion..el me país..che bel
che l e''!!!í
s..che bel che l e''!!!
sabato 20 maggio 2017
venerdì 19 maggio 2017
COMUNICATO STAMPA 55 ^ FIERA SAN BERNARDINO 2017 CASTIGLIONE D'ADDA
COMUNICATO STAMPA 55 ^ FIERA SAN
BERNARDINO 2017
Egr, direttore, penso sia una
occasione importante per il paese sia per il 55 anniversario sia per le
riflessioni economiche e sociali attuali: la tradizione di avere una fiera e
farne crescere l'importanza negli anni è basilare sia per conservarne la tradizione
ma anche per attualizzare la storia e l'identità di Castiglione d'Adda,
collegata anche alla chiesa di San Bernardino, che affianca l'operato e la
laboriosità del ringraziamento degli agricoltori con un vero legame fra
territorio e lavoro agricolo. Certo che
i protagonisti rimangono gli agricoltori che con la loro laboriosità e la loro
voglia di fare, coinvolgono tutti gli operatori locali ed esogeni non solo per
l'agricoltura ma anche per la voglia di fare una manifestazione che sta
crescendo negli anni nella maniera corretta: quest’anno ci sono tante ulteriori
innovazioni che qualificano bene e danno spunti sempre maggiori per coinvolgere
tutti i cittadini e gli operatori sia economici che territoriali anche tramite
la fiera dei sapori che coinvolge il tessuto locale e sovra-locale degli
operatori dei prodotti doc e dop a km zero , non chè di altri vari esponenti e
associazioni che riempiranno la giornata
in maniera molto piacevole per i castiglionesi e il basso lodigiano con un
ricchissimo programma tra cui il tractor pooling. Ringrazio anche l’Istituto
Fusari che con la scuola primaria parteciperà con uno stand alla manifestazione
per diffondere la validità dei prodotti del lodigiano con degustazioni mirate e
tutti indistintamente perché credono nella identità di questa fiera. Negli anni
si è anche leggermente trasformata, ma rimane ben saldo il rapporto
"terra-uomo-tradizioni-religione-laicità" in un contenitore
affascinante che ci onoriamo come comunità di accompagnare e fare crescere per
altrettanti anni e seguire con un grande spirito castiglionese, pur essendo
consapevoli anche dei problemi intrinseci della agricoltura le altre decisioni
che ne limitano il raggio di azione nei tempi moderni, ma che sono un connotato
della importanza della terra e della ricchezza del bene primario da cui nasce
tutto.. Noi dobbiamo essere pronti e fermi nel difendere i valori di
riferimento e tutto il comparto territoriale". Sicuramente ci impegneremo
per valorizzare il comparto agricolo e tutelare la filiera nel limite
strutturale delle nostra possibilità. Importante da quest’anno anche il
sostegno della Regione con l’assessorato alla agricoltura e della Provincia di
Lodi che sono enti attenti e sensibili alla crescita e alla evoluzione delle
norme per garantire un supporto concreto e corretto alla agricoltura nel
lodigiano. Un grande ringraziamento al
Comitato di San Bernardino, che con grande passione e voglia di fare hanno
portato assieme alla volontà del comune e degli operatori a tre giornate la
programmazione, alla Parrocchia, alla Confartigianato e all'Ascom, alla
filarmonica castiglionese e a tutte le associazioni che in questi anni hanno collaborato al
meglio per un contenitore pieno di
sorprese e di vivacità istituzionale e
umana vera. Noi come Comune, cercheremo
di inserire nel contesto urbano un progetto di riqualificazione del prezioso
capitello di san bernardino e relativo parchetto, (lanciando un concorso di
idee ad hoc ) per valorizzare e addivenire nei prossimi anni anche al
potenziamento di queste sinergie locali e sovra-locali.
ALFREDO FERRARI
SINDACO DI CASTIGLIONE D’ADDA
SVILUPPO E CUNEO FISCALE: COMUNALE O NAZIONALE?
SVILUPPO E CUNEO FISCALE: PROBLEMA COMUNALE O NAZIONALE?
Gli enti locali fra i vari
compiti hanno anche quelli dello sviluppo territoriale, incentivando la
possibilità di insediamenti nuovi, potenziamento delle attività presenti e
livelli di tassazione locale che devono essere improntati alla equa
distribuzione fra i carichi fiscali sociali fra operatori imprenditoriali e
commercialioltre che i cittadini normali. Il progetto della cartiera turca nell’area
della ex raffineria Sarni Gulf ( area dismessa) rientra in uno di questi
parametri, volendo fare un piccolo esempio tutto ancora da scrivere nel merito,
ma il nostro tessuto sociale non è formato solo da grandi insediamenti, ma
anche da piccole realtà produttive e commerciali che devono sopravvivere e dare
servizi e sviluppo al lodigiano. Su queste realtà dobbiamo concentrarci e stare
con i piedi per terra! Se tutto andrà bene si creeranno 400 posti di lavoro e
tutto l’indotto dovrebbe dare qualche molto risposta positiva per il
territorio. Ma chi esamina invece cosa e come devono muoversi a livello
nazionale le piccole e medie imprese, oltre che i commercianti nelle maglie di
una tassazione e di una programmazione totalmente asociale che “debilita” il
nostro sistema produttivo e crea sprechi di risorse pubbliche per quanto non
viene utilizzato nella maniera migliore? Il recente rapporto della corte dei
conti dice che il cuneo fiscale, in Italia, è mediamente di 10 pct superiore al
resto di Europa; il 49% viene prelavato a titolo di contributi e imposte. Ancora
più difficile la situazione di carico fiscale complessivo (societario,cntributivo,tasse
e imposte indirette) che penalizza gli operatori italliani nella misura del
64,8% con eccesso di 25 pct rispetto quanto dovuto dalle imprese europee in
media. Cosi’ rimane matematico che non si cresce e che la competitività e lo
sviluppo rimangono una chimera, oltre che le ricadute sul mondo del lavoro per
disoccupazione, ect… quindi la domanda è: di quanto dovrebbe essere abbassato
il cuneo fiscale senza mettere in difficoltà il sistema finanziario statale? Per
aumentare le spese per consumi e investimenti bisogna arrivare ad una FLAT TAX: COS’E’ E COME FUNZIONA La flat tax è un tipo di tassazione proporzionale, in base alla quale tutti
i contribuenti tassano la base imponibile con la medesima percentuale e non con un'aliquota marginale crescente all'aumentare del
reddito. Di fatto, se venisse introdotta la flat tax, alla base imponibile di
ciascun contribuente verrebbe applicata un'aliquota fissa (es. 20%); sarebbe
quindi sufficiente compilare un modello unico dal quale emerge quanto il
contribuente è chiamato a versare, senza la necessità di dettagliare le spese
deducibili e detraibili. Di conseguenza, gli operatori del settore fiscale e
l'Amministrazione Finanziaria sarebbero sollevati dall'obbligo di verificare la
correttezza di quanto dichiarato dal contribuente in termini di richieste di
deduzioni e detrazioni.) unica 15% o ? (visto che in tanti stati del
mondo funziona benissimo, vedi Canada, Russia,ect…) adeguata che liberi risorse
: o la riduzione del cuneo fiscale è significativa ed accompagnata da una seria
revisione della spesa pubblica o è difficile che abbia effetti sulla marco
economia. Questa è una certezza: chi sostiene politicamente questo sistema, ad
oggi, crea deficit pubblico in continuo aumento e soffocazione della economia
locale, al di là delle buone intenzioni dei singoli amministratori locali che
possono fare poco rispetto quanto sopra evidenziato. Riformare lo stato e la
finanza pubblica sono ormai un indirizzo obbligato e mi batterò per coinvolgere
tuti i cittadini con un’opera informativa e divulgativa ad hoc su una delle
tematiche più importanti per tutti: amministratori locali, imprese,
commercianti e cittadini! sosterremo il sistema produttivo locale! Pagare tutti per pagare meno e sviluppare il
lodigiano!
Castiglione d’Adda, 19/05/2017
ALFREDO FERRARI
giovedì 18 maggio 2017
Costo pensioni, Italia a due velocità
Costo pensioni, Italia a due velocità
·
·
Il sistema pensionistico italiano non si autofinanzia,
i contributi coprono il 76% delle pensioni con un marcato gap fra Nord e Sud:
Report Itinerari Previdenziali.
Barbara Weisz - 17 maggio
2017
tratto da PMI.IT
Dal 1980 ad oggi i tassi di copertura delle prestazioni previdenziali nelle
regioni italiane sono progressivamente scesi: in parole semplici, ci sono
sempre meno soldi per pagare le pensioni, per cui lo Stato deve
utilizzare in misura maggiore le entrate fiscali per sostenere il sistema. In
realtà, il tasso medio del 76,19 è relativamente positivo, il problema sono gli
squilibri fra le diverse aree del Paese. Nel Sud il tasso è del
51% e ci sono regioni (Calabria e Basilicata) intorno al 25%, nel Nord
si sale all’86,68%, il Centro si attesta al 77,25%.
I dati si rilevano dal Rapporto sulla Regionalizzazione del Bilancio
previdenziale, del Centro studi di Itinerari Previdenziali con il patrocinio
della Camera dei Deputati.
Il confronto con gli anni ’80 è impietoso dimostrando come, per quanto la sostenibilità
del sistema previdenziale sia migliorata (con le diverse riforme che si
sono susseguite), i periodi di crisi abbiano lasciato il segno.
Nel 1980 in Lombardia c’era un tasso di copertura del 147,15%.
Significa che per ogni 100 euro di pensioni pagate ne entravano 147 di contributi
versati dai lavoratori. La crisi dei grandi marchi industriali della
meccanica, dell’avionica e del tessile ha fatto scendere progressivamente il
tasso (i posti di lavoro, che significavano contributi pagati, si sono
trasformati in ammortizzatori sociali), che fino al 2010 era ancora in
condizioni di autosufficienza (101,76%). Il colpo di grazia è arrivato
con la crisi finanziaria, con effetti fino al 2015.
Resta comunque uno dei
livelli più alti d’Italia: al top il Trentino Alto Adige, unica Regione sopra
la parità (106,61%). In tabella, la classifica delle Regioni e la progressione
dal 1981.
Regione
|
Tasso di copertura
1981 |
Tasso di copertura
2001 |
Tasso di copertura
2015 |
Piemonte
|
83,12%
|
74,30%
|
67,38%
|
Valle d’Aosta
|
60,58%
|
68,21%
|
71,92%
|
Lombardia
|
115,56%
|
103,22%
|
97,11%
|
Liguria
|
71,12%
|
50,25%
|
57,97%
|
Trentino Alto Adige
|
85,19%
|
99,64%
|
106,61%
|
Veneto
|
96,67%
|
100,25%
|
95,33%
|
Friuli Venezia Giulia
|
74,91%
|
71,99%
|
74,13%
|
Emilia Romagna
|
82%
|
83,09%
|
86,12%
|
Toscana
|
76,69%
|
71,92%
|
72,14%
|
Umbria
|
59,45%
|
57,92%
|
57,92%
|
Marche
|
67,50%
|
70%
|
69,48%
|
Lazio
|
101,52%
|
103,96%
|
87,53%
|
Abruzzo
|
51,67%
|
61,26%
|
65,21%
|
Molise
|
35,52%
|
44,67%
|
47,10%
|
Campania
|
61,80%
|
40,00%
|
57,61%
|
Puglia
|
45,97%
|
35,11%
|
50,14%
|
Basilicata
|
26,71%
|
41,35%
|
53,97%
|
Calabria
|
25,43%
|
24,28%
|
36,54%
|
Sicilia
|
40,83%
|
31,71%
|
45,64%
|
Sardegna
|
47,29%
|
47,87%
|
55,25%
|
Totale Italia
|
80,13%
|
73,68%
|
76,19%
|
Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, auspica che:
«vengano presto varate
politiche economiche che mirino, nell’arco di un decennio, a far sì che tutte
le regioni italiane siano autosufficienti almeno al 75%, lasciando il
finanziamento dell’altro quarto di spesa a un fondo di solidarietà nazionale.
Se tutte le Regioni centrassero quest’obiettivo, potremmo senza dubbio andare
incontro a una sensibile diminuzione del debito pubblico, traguardo ancora più
importante ora che la situazione di tassi zero, di cui l’Italia beneficia da
tempo, sta per finire».
Un’altra differenza fra le macro aree italiane riguarda la tipologia delle
prestazioni previdenziali: nelle regioni settentrionali prevalgono le
pensioni di anzianità, che da una parte sono quelle che comportano un maggior
numero di anni di contribuzione versata (in media, 37 anni, contro i 22 anni
delle pensioni di vecchiaia), dall’altra (proprio per questo motivo) sono di
importo più elevato. Nel Sud invece prevalgono trattamenti si carattere
assistenziale (45,57%) e i trattamenti di inabilità, 45,68%).
In generale, il gap fra Nord è Sud è molto alto sulle pensioni di
anzianità (58% contro 21%, con una differenza di oltre 35 punti), si riduce
sui trattamenti di vecchiaia (46% contro 29%, gap sotto i 20 punti),
mentre i trattamenti di invalidità e le pensioni assistenziali,
come detto, sono più numerose nelle Regioni meridionali. Il Centro ha una
distribuzione di pensioni in linea con quella della popolazione.
I due casi limite sono Lombardia e Calabria: in Lombardia,
per ogni 100 prestazioni erogate 58,6 sono di vecchiaia (di cui 32,1 di
anzianità con storie contributive medie di circa 37 anni di contributi); 19
sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità e 19,3 assistenziali. In
Calabria su 100 prestazioni 36,5 sono di vecchiaia (di queste solo 13,8 sono di
anzianità), 17,6 ai superstiti, 9,4 di invalidità e 36,4 assistenziali.
Infine, il valore medio dell’assegno previdenziale. La regione con
l’importo medio mensile della pensione più alto è il Piemonte (1140 euro),
seguito a breve distanza da Val d’Aosta, Lombardia, Tentino Alto Adige, Veneto,
mentre gli assegni più bassi sono in Molise e Basilicata (poco più di 900
euro), e sotto i mille euro ci sono anche Calabria, Abruzzo, e Marche.
GIUDICATE VOI!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)