TOP200 Lodi: duecento aziende, ordinate per ammontare di fatturato
2017, e appartenenti ai settori dell’industria, dei servizi non
finanziari e del commercio.
TOP200 Lodi
È sulla base di questi criteri che il Centro Studi di Assolombarda ha stilato la prima edizione della classifica
TOP200 Lodi,
realizzata in collaborazione con PwC e Banco BPM. L’analisi si basa
sull’elaborazione dei bilanci 2017 delle imprese attive con sede legale o
operativa nella provincia di Lodi. Si tratta di realtà imprenditoriali
piccole (38%), medie (47,5%) e grandi (14,5%) con ricavi 2017 che vanno
da un minimo di 6 milioni di euro a un massimo di 629 milioni di euro e
un fatturato complessivo di quasi 7 miliardi.
“I
numeri che hanno introdotto questo nostro confronto confermano la
vocazione produttiva del territorio di Lodi e delle sue imprese che nel
2017 migliorano, sia nel fatturato sia nel reddito d’esercizio, in linea
con la fase estremamente espansiva dell’economia lombarda nell’anno
scorso – afferma Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda
-. Inoltre, sono imprese estremamente dinamiche sui mercati esteri,
come certificato dalla crescita a doppia cifra dell’export nel 2017,
pari a 3,1 miliardi di euro (+12% sul 2016) e largamente al di sopra del
livello precrisi (+82%). Tutte queste qualità hanno sempre trainato lo
sviluppo della Lombardia e dell’Italia intera. Ma per quanto grandi
siano la passione e la dedizione degli imprenditori lodigiani, esse non
possono continuare a fiorire ignorando la condizione del nostro Paese.
Il lodigiano, come la Brianza, come Milano, come la Lombardia, chiedono
di poter operare in un ecosistema favorevole, fatto di fattori
abilitanti quali l’apertura ai mercati mondiali, il fisco, l’accesso al
credito, l’Industria 4.0, le infrastrutture e l’Europa. Il governo cambi
dunque il segno della sua legge di bilancio. Punti sugli investimenti e
non sulla spesa corrente e trovi il modo di lasciarci più liberi di
poter fare, ancor meglio, ciò che sappiamo già fare tanto bene”.
FOCUS SULLA CLASSIFICA
Le prime
50
imprese, da sole, rappresentano oltre il 70% del fatturato dell’intera
classifica e appartengono in generale al settore dell’industria.
Un comparto estremamente dinamico sui mercati esteri come certificato
dalla crescita a doppia cifra dell’export della manifattura lodigiana
nel 2017, pari a 3,1 miliardi di euro (+11,9% sul 2016) e largamente al
di sopra del livello precrisi (+82%).
Sodalis S.r.l.; Zucchetti Group S.p.A e Aperam Stainless Services & Solutions Italy S.r.l., rispettivamente ai primi tre gradini del podio, guidano la classifica. Completano la top ten:
A.F.
Logistics S.p.A.; Cebi Italy S.p.A.; Inovyn Produzione Italia S.p.A.;
MTA S.p.A.; Ibsa Farmaceutici Italia S.r.l.; Unilever Italia
Manufacturing S.r.l.; Airpack S.rl.
“Il 2017 è
stato un anno brillante anche per le imprese del lodigiano, grazie alla
forte vocazione industriale e alla spiccata internazionalizzazione del
nostro territorio – sottolinea Francesco Monteverdi,
Presidente del Presidio Territoriale di Lodi e Vicepresidente di
Assolombarda –. Purtroppo, in Italia la crescita è in forte
rallentamento. In questo quadro, penso a Industria 4.0, fortemente
depotenziato, alle modifiche introdotte dal decreto dignità di cui già
vediamo i primi effetti, alla nuova Legge di Bilancio che sembrerebbe
orientata a sminuire lo strumento dell’alternanza, riducendo il numero
delle ore e i finanziamenti alle scuole. Al contrario occorre potenziare
lo strumento dell’apprendistato, rendendolo più semplice e agevolato, e
promuovere le occasioni di contatto tra i giovani e il mondo delle
imprese. In questa direzione, sul territorio siamo da tempo impegnati a
promuovere esperienze di orientamento e collaborazione didattica tra
aziende e scuole proprio per guidare i giovani nella conoscenza delle
dinamiche del mondo del lavoro, in prospettiva di un futuro impiego, e
al tempo stesso colmare il divario tra le competenze degli studenti e
quelle richieste dalle imprese”.
Nel confronto con il
2016, le top200 mostrano nel 2017 una crescita di fatturato complessivo
del +1,4%: da 6,8 miliardi cumulati a 6,9 miliardi di euro. Il reddito
d’esercizio complessivo (calcolato come somma algebrica di utili e
perdite) registra un aumento ben più consistente, pari al +10,1%,
passando da 272 miliardi a 300 miliardi di euro. Invece, l’EBITDA in
percentuale sul fatturato scende da 6,8% a 6,4% (-0,4 p.p.) e il ROE
passa da 10,7 a 10,6 (-0,1 p.p.). Infine, la percentuale di aziende con
il bilancio in utile si conferma elevata, pari all’88% sia nel 2016 sia
nel 2017.
Se si guarda alla distribuzione territoriale, quasi il
60% del fatturato è concentrato in 5 comuni pari a 4,1 miliardi sui 6,9
totali (59%). Primo, il comune di Lodi (circa 2 miliardi di euro, quasi
il 30% del fatturato complessivo della classifica), seguito da Lodi
Vecchio (744 milioni di euro), Massalengo (568 milioni di euro), Codogno
(501 milioni) e Casalpusterlengo (319 milioni).
LA CLASSIFICA PER EBITDA
Per
misurare la qualità delle imprese il Centro Studi di Assolombarda ha
stilato anche una classifica delle prime 50 aziende ordinate per
EBITDA (Earnings Before Interests Taxes Depreciations and Amortization), in rapporto al fatturato totale.
I
risultati sono interessanti: tutte le aziende più performanti in
termini di margini possiedono un EBITDA superiore al 13% del fatturato
(con punte sopra il 40%).
In cima svetta Bipielle Real Estate
S.p.A., con un EBITDA eccezionale (74,97%). Seguita da Centro
Sperimentale del Latte S.r.l. (49,11%) e Ciprea Srl (47,36%).
Si tratta di aziende i cui ricavi vanno da 5,9 a oltre 600 milioni di
euro. Questo a confermare che fatturato e performance della gestione
caratteristica non sono inequivocabilmente correlate e che, in termini
relativi, non necessariamente le grandi guadagnano operativamente più
delle piccole.
Le top 50 per EBITDA, inoltre, si distinguono anche per un basso livello
di indebitamento finanziario e per una elevata redditività del capitale
proprio. Tra le 50 imprese considerate, 34 hanno un indice di
indebitamento (Debt/equity ratio, ovvero i debiti verso banche o altri
finanziatori sul patrimonio netto) inferiore a 0,4 e ben 32 vantano un
ROE (Return On Equity) a due cifre.
“Il nostro lavoro quotidiano al fianco delle aziende ci permette di
entrare in contatto con realtà di grande valore. – commenta Giovanni
Andrea Toselli Amministratore Delegato di PwC Italia – Crediamo che sia
un dovere valorizzare e sostenere le aziende eccellenti sul territorio
italiano e per questo abbiamo dato vita a questa iniziativa presente
ormai in 15 città. Top200 Lodi fotografa un tessuto produttivo dinamico e
con una attenzione alla sostenibilità futura del business”.
LA CLASSIFICA PER SETTORI
La classificazione per macrosettori
disegna un profilo del territorio prevalentemente industriale: 117
imprese, pari al 58,5% delle Top200, che registrano un fatturato
complessivo di 4,5 miliardi di euro equivalenti al 65,4% del fatturato
totale. All’interno dell’Industria il comparto manifatturiero conta ben
105 società, che nell’insieme registrano ricavi per 4,3 miliardi di
euro. E tra queste, in termini di numerosità, i settori trainanti sono
alimentari e bevande (22 aziende), chimica e affini (19 aziende),
macchinari (14 aziende), prodotti in metallo (12) e gomma-plastica (11).
L’ordine cambia leggermente se si considera il fatturato, in base al
quale la chimica sale al primo posto con ricavi per 1,4 miliardi di
euro. Seguono alimentari e bevande (673,4 milioni), prodotti in metallo
(485,1 milioni) e gomma-plastica (484,9 milioni). Il macrosettore più
popolato dopo l’Industria è il commercio, che vede in classifica 48
aziende e vendite totali per 889 milioni di euro. Prevalgono in modo
netto quelle che svolgono attività all’ingrosso, sia per numero di
aziende (41) che per volume di vendite (769,7 milioni), mentre quelle
dedite al commercio al dettaglio sono solo 7 e fatturano
complessivamente 119,1 milioni.
Mentre il settore con maggiore
fatturato dopo l’industria è quello dei servizi, le cui 35 aziende
accumulano ricavi per 1,5 miliardi di euro. Spiccano i servizi
specializzati (12 imprese) e i trasporti (11 imprese), seguiti dalle
attività professionali (5 imprese). Invece, quelli che registrano ricavi
complessivi più elevati sono i trasporti (575,5 milioni), le attività
informatiche (464,3 milioni) e i servizi specializzati (218,7 milioni).
“La conoscenza della forza economico-produttiva di un territorio ha oggi
un’importanza essenziale nel delineare strategie, profili e programmi
di sviluppo e investimento da parte di aziende e istituzioni –
sottolinea Fabrizio Marchetti, responsabile Lodi Pavia Liguria (Levante)
(BPL) – Banco BPM –. Il lavoro svolto da Assolombarda con la ricerca
Top 200 se da un lato valorizza le imprese e le peculiarità del
Lodigiano, dall’altro offre un eccellente strumento di analisi e
d’informazione per comprendere status, equilibri e tendenze dei diversi
settori in cui è articolato il mondo imprenditoriale della provincia. Un
documento che, a tutti gli effetti, permette di orientarsi con
chiarezza, e di orientare le scelte, nell’orizzonte economico locale”.
METODOLOGIA
La classifica si compone di 200 aziende:
• con sede legale e/o operativa nella provincia di Lodi;
• con stato giuridico attivo;
• con bilancio 2017 depositato (banca dati AIDA di Bureau Van Dijk – elab. chiuse il 22 novembre 2018);
• con attività principale nei settori: industria, servizi, commercio;
• escluse le società assicurative, finanziarie, creditizie e non profit
(fanno eccezione le Holding di gruppi industriali del territorio che
redigono bilancio consolidato).
fonte:
https://giornaledilodi.it/economia/top200-lodi-presentata-la-classifica-delle-imprese-top-performers/?utm_source=OneSignal&utm_medium=Push%20Notification&utm_campaign=Post%20Notifications