Irap - Addizionale regionale Irpef | ||
Applicazione degli automatismi fiscali - Art. 2, comma 86, Legge 191/09 - Comunicato stampa | ||
Nelle regioni Calabria,Campania e Molise, per l’anno d’imposta 2011, è confermata l’applicazione delle vigenti maggiorazioni dell’aliquota dell’imposta regionale sulle attività produttive nella misura di 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale all’Irpef nella misura di 0,30 punti percentuali.
finalmente pagano un po di tasse per i deficit sanitari mostrusi che qualche "furbone...." crea? |
venerdì 24 giugno 2011
add. irpef per la sanita' del sud?
lavoro per i giovani nel lodigiano
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Turano-Bertonicon La Prestigiacomo firma il decreto, intanto dalla Provincia Ferrari annuncia: «Presto il catalizzatore»
turano-bertonico Altri cinque anni. Il ministero dell’Ambiente ha rinnovato l’autorizzazione integrata ambientale per la centrale termoelettrica di Turano-Bertonico. Il grande impianto di Sorgenia (gruppo De Benedetti) ha ottenuto così il via libera a produrre energia fino al 2016. Il “disco verde” del ministro Stefania Prestigiacomo è arrivato lo scorso 7 giugno, anche se la notizia è emersa soltanto ieri. L’impianto realizzato su una parte dell’ex area industriale Gulf - molto contestato a livello locale - era andato a regime nel novembre 2010. Si tratta di una struttura a due sezioni a ciclo combinato, alimentate a gas, in grado di generare una potenza elettrica di 800 megawatt. La ciminiera di Sorgenia, ben visibile dalla via Emilia, è ormai entrata a far parte del panorama lodigiano anche se nel 2010 non erano mancate le polemiche roventi sulle scarse ricadute occupazionali dirette che l’impianto avrebbe generato nella fase successiva alla sua costruzione.Il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, per un impianto nuovissimo, non era certo in dubbio. Ma la notizia del via libera del ministero rappresenta comunque una novità interessante. L’istanza per il rinnovo era stata presentata da Sorgenia il 25 gennaio 2010. Il 15 marzo 2010 la stessa Sorgenia aveva pubblicato sul quotidiano “La Repubblica” (il giornale di De Benedetti) l’avviso al pubblico per la consultazione e la formulazione di osservazioni sulla domanda presentata poche settimane prima. Nel decreto che dispone il rinnovo dell’autorizzazione si indica però che “non sono pervenute osservazioni del pubblico relative all’autorizzazione all’esercizio dell’impianto” e che “i sindaci dei comuni di Bertonico e Turano non hanno formulato per l’impianto specifiche prescrizioni”.Nel decreto del ministro Prestigiacomo si dispone poi che “entro sei mesi dalla data di pubblicazione dell’avviso, il gestore concorderà con l’ente di controllo il cronoprogramma per l’adeguamento e il completamento del sistema di monitoraggio”. Il provvedimento che dispone il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per la centrale è stato trasmesso, infine, alla stessa Sorgenia, ma anche ai ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e dell’Interno, alla regione Lombardia, alla Provincia di Lodi, ai comuni di Turano e Bertonico e all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. «L’impianto di Turano-Bertonico - spiega Alfredo Ferrari, presidente della commissione ambiente della Provincia di Lodi - dovrà adeguarsi al Sistema di monitoraggio europeo che prevede un controllo continuo delle emissioni, i cui dati devono essere trasmessi in tempo reale a Provincia, Regione, ministero dell’Ambiente e Arpa, il tutto a tutela della salute pubblica. Entro la fine dell’estate, inoltre, l’impianto sarà dotato di un catalizzatore, che inciderà sulle emissioni, come previsto dalla convenzione. L’investimento dell’azienda per il catalizzatore si aggira sui 4 milioni di euro. Entro l’estate vorremmo poi riunire la commissione provinciale ambiente proprio nella centrale di Sorgenia e dedicare l’intera seduta all’impianto lodigiano. Resta infine da risolvere un problema con l’altra grande centrale del Lodigiano, quella E.on di Tavazzano-Montanaso - afferma Ferrari -: vorremmo pubblicare sul sito Internet della Provincia i dati aggiornati sulle emissioni, per trasparenza, ma questo non è stato ancora possibile».Lorenzo Rinaldi TRATTO DA IL CITTADINO LODI
giovedì 23 giugno 2011
musicarte a maleo con arte e vino domenica 26 giugno 2011
Musicarte è lieta di invitarvi all'appuntamento musicale che chiude l'edizione primaverile della rassegna Il Lodigiano e i suoi tesori:
Il Lodigiano e i suoi tesori 2011
domenica 26 giugno, Arte e Vino a Maleo
Ore 15 Itinerario con visita guidata alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, alla Chiesa di San Pietro, alla Chiesa di Santa Maria Annunciata, all' "Albergo del Sole" e a Villa Trecchi. (appuntamento in Piazza XXV Aprile)
Ore 17 concerto presso il Parco di Villa Trecchi, Via Manfredi 29:
CANZONI NEL TINO
Gruppo di musica popolare "I PEDRA"
a seguire, degustazione offerta da Arte Vino
Il Lodigiano e i suoi tesori 2011
domenica 26 giugno, Arte e Vino a Maleo
Ore 15 Itinerario con visita guidata alla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, alla Chiesa di San Pietro, alla Chiesa di Santa Maria Annunciata, all' "Albergo del Sole" e a Villa Trecchi. (appuntamento in Piazza XXV Aprile)
Ore 17 concerto presso il Parco di Villa Trecchi, Via Manfredi 29:
CANZONI NEL TINO
Gruppo di musica popolare "I PEDRA"
a seguire, degustazione offerta da Arte Vino
PIAZZOLA ECOLOGICA : e’ corretta la pianificazione nell’area industriale?
Alla luce di quanto si sta delineando sul territorio comunale, vogliamo esprimere una forte preoccupazione per il teorico sviluppo del progetto della piazzola ecologica. Non tanto nel merito di una nuova piazzola, visto che il paese abbisogna di questa infrastruttura ma per l’ubicazione che provoca vari fastidi ed opposizioni contrapposte. Siamo preoccupati in quanto, avendo raccolto vari pareri, alcune realtà produttive ci hanno indicato delle forti criticità rispetto quanto prospettato, con addirittura alcune possibile scelte future di parziale trasferimento di attività. Vista anche la collocazione vicino alle case residenziali e visto il “possibile campanello d’allarme “ della occupazione locale, suggeriamo all’Ente Comunale di procedere ad una panoramica territoriale nella zona industriale e residenziale onde evitare contenziosi attuali e futuri.
Pensiamo che se non ci saranno sviluppi concreti ed adeguati faremo istanza di una variante al piano di governo del territorio comunale per definire urbanisticamente la questione aperta.
Sezione Adda
Lega nord padania
Castiglione d’adda , 22/06/2011
Enti locali
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ARTICOLO DEL MESE DI MAGGIO USCITO SULLA TESTATA DEL CITTADINO DI LODI PER CAPIRE BENE IL CONTESTO ATTUALE E QUELLO PREGRESSO: SE NON VIENE VENDUTA LA CASA DI VIA ALFIERI " DE CRUSQUETA" NON CI SONO I FONDI NECESSARI E BISOGNERA' FARE UN MUTUO: IN QUEL CASO AGIREMO POLITICAMENTE IN MANIERA DETERMINATA!
10/05/2011
CASTIGLIONE nLA STRUTTURA SU UNA ZONA A VERDE DOVRÀ ESSERE REALIZZATA ENTRO FINE ANNO
La nuova piazzola nell’area industriale
Trovato l’accordo fra comune e Istituto sostentamento clero
L’area sulla quale verrà realizzata la nuova piazzola ecologica si trova in zona industriale, oltre la General Ricambi
CASTIGLIONE Chiusa la trattativa fra
il comune di Castiglione e l’Istituto
diocesano per il sostentamento del
clero: sono stati concessi dunque alla
giunta Daccò i terreni per la costruzione
della nuova piazzola ecologica.
E adesso è corsa contro il
tempo per la realizzazione del nuovo
centro di raccolta che l’amministrazione
comunale deve concludere
entro il 31 dicembre 2011: in caso
contrario si corre il rischio di conferire
i rifiuti fuori paese, perché
l’attuale piazzola di via Umberto I
non è più a norma,ma non lo sarebbe
neppure provvedendo a interventi
di adeguamento. I terreni su
cui la giunta Daccò ha deciso di realizzare
la nuova struttura appartengono
all’Istituito diocesano per il
sostentamento del clero: si tratta
dell’area standard, a verde, che si
estende nella zona industriale, oltre
l’azienda General Ricambi. L’Istituto
diocesano la cede al comune in
cambio di un’area edificabile attualmente
comunale, nei pressi di
via Fermi e viaMarconi, che diventerà
di proprietà dell’istituto, il
quale verserà al comune anche
140mila euro (la differenza tra
l’area edificabile ceduta dal comune
da 376mila euro e l’area standard
dell’istituto diocesano da 235mila
euro). La cessione dei terreni, che
arriverà presto sui banchi consiliari,
spiana la strada per la costruzione
della piazzola. «Va’ un sentito
ringraziamento all’Istituto diocesano
per la sensibilità mostrata per la
realizzazione di un’opera di fondamentale
importanza per il comune
di Castiglione ha
dichiarato il sindaco
Umberto Daccò che
vogliamo
realizzare senza l’accensione di
mutui e i cui lavori devono concludersi
entro la fine del 2011». Il nuovo
centro di raccolta è un’opera da
circa 400mila euro che la giunta
Daccò punta a ricavare dalle alienazioni
comunali, tra cui la vendita
dello stabile di via Alfieri per oltre
200mila euro. La prima asta è andata
Deserta ma con il cambio di destinazione
d’uso da area pubblica ad
area residenziale l’amministrazione
comunale è fiduciosa rispetto alla
vendita. Il traguardo tagliato dalla
giunta Daccò è importantissimo.
La partita piazzola ecologica però è
tutt’altro che semplice. L’attuale
centro di raccolta infatti è attivo in
virtù di proroghe e ordinanze ma
dal 31 dicembre 2011 potrebbe non
essere più possibile prorogare l’utilizzo
di quel sito. Da qui la necessità
di realizzare al più presto la nuova
piazzola che Castiglione attende da
anni, come sottolineato da Daccò. Il
progetto per un nuovo centro di raccolta
risale ancora alla giunta Bassanini
ma fu la giunta Ciccarelli a
“stracciare” quel progetto esecutivo,
optando per una soluzione differente
ma non compatibile con la fascia
di rispetto cimiteriale e pensato
con l’accensione di un mutuo da
500mila euro: un progetto a sua volta
scartato dalla giunta Daccò che
ora punta a dare una risposta immediata
a Castiglione.
Sa. Ga
mercoledì 22 giugno 2011
LAVORO PER IL LODIGIANO!
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adi apre la rappresentanza a castiglione d'adda
castiglione Nasce a Castiglione il presidio territoriale dell’Associazione disabili insieme (Adi) dedicato a Carla Folli. Domenica mattina l’Adi di Casale ha istituito in maniera ufficiale il presidio castiglionese che porterà il nome della compianta volontaria: Carla, 47 anni, strappata alla vita pochi mesi fa da un male incurabile.Dagli anni Novanta Carla era entrata a fare parte dell’Adi di Casale, dove si è sempre impegnata all’interno del direttivo e come organizzatrice di eventi e proprio negli ultimi tempi era diventata referente del neonato presidio castiglionese Adi, la cui sede per ora si trova presso la struttura parrocchiale. In occasione dei 30 anni di fondazione dell’Adi di Casale, nata nel 1981 e che oggi conta 70 volontari, il presidente Cesare Bertoglio ha voluto intitolare il presidio castiglionese a Carla, in una mattinata che ha visto la presenza di un banchetto informativo in piazza e la celebrazione della Santa Messa con il parroco don Peppino Codecasa. Non è mancato il sindaco di Castiglione Umberto Daccò, affiancato dal marito di Carla, Mario Rossi: proprio alla memoria di Carla il 2 giugno, l’amministrazione comunale ha assegnato la benemerenza civica 2011, ricordandone il profilo di madre, di moglie, di volontaria ma forse, più semplicemente, di donna e di cittadina, che nessuna malattia ha saputo oscurare.«Con la creazione del presidio territoriale l’Adi vuole monitorare il fenomeno della disabilità a livello locale - ha spiegato il presidente Bertoglio - sensibilizzare l’opinione pubblica per acquisire nuovi volontari, di cui c’è sempre bisogno per le tante attività, intessere i rapporti con le associazioni di volontariato e con il comune e la parrocchia».E proprio in questa direzione va anche la costituzione del presidio territoriale di Somaglia, inaugurato sempre domenica mattina e guidato da Pier Angela Andena, mentre quello castiglionese è ora coordinato da Giusy Cighetti. Due nuove realtà locali sorte proprio nell’anno europeo del volontariato. In piazza a Castiglione i giovani e gli adulti diversamente abili legati all’associazione e i volontari hanno allestito per il pubblico un piccolo stand, in cui foto e cartelloni hanno voluto ricordare le tante esperienze dell’associazione, fra cui tanti momenti condivisi con Carla, che resta e resterà sempre riferimento del gruppo.Sa. Ga tratto da il cittadino lodi
ss234 codogno : paghiamo gli espropri
Codogno «Abbiamo fatto un grandissimo sforzo per reperire le risorse, ma abbiamo mantenuto l’impegno con gli elettori. E ora ci auguriamo che per i nostri agricoltori non ci siano più ritardi». A dirlo è il presidente della Provincia, Pietro Foroni. Se finora non aveva preso alcuna posizione ufficiale sui ritardi nei pagamenti degli espropri della 234, il presidente non si è lasciato sfuggire l’occasione del consiglio provinciale per rassicurare chi ha ceduto la propria terra per la realizzazione della variante che cambierà la viabilità della Bassa. La spinosa questione espropri dunque sbarca anche in consiglio provinciale. E non dalla porta principale. All’ordine del giorno, infatti, non c’era nessun punto che toccava nel dettaglio i pagamenti che spettano agli agricoltori. Il presidente, però, nel suo intervento a margine dell’approvazione del bilancio di previsione, ha voluto toccare l’argomento che tiene sotto scacco il futuro di circa trenta agricoltori. I primi accordi bonari per la cessione delle aree sono stati firmati nel giugno del 2010 e, di conseguenza, i pagamenti avrebbero dovuto arrivare entro settembre dello scorso anno. Sulla questione si sono messe al lavoro le associazioni di categoria, Coldiretti e Confagricoltura in primis, che si sono sedute intorno ad un tavolo con la Provincia per capire i tempi e i modi dei pagamenti che tardano ad arrivare. E per cui, in mancanza di risorse disponibili, ferme per mantenere in quota il rispetto del patto di stabilità, la Provincia ricorrerà al protocollo stretto con alcuni istituti di credito e la Camera di commercio di Lodi. In buona sostanza, chi deciderà di aderire all’accordo, riceverà un anticipo di quanto gli è dovuto e che sarà erogato dalle banche, su cui però ci saranno degli interessi da pagare. Una parte dei quali sarà coperta da Provincia e Camera di Commercio grazie ad un fondo “ad hoc”, in cui palazzo San Cristoforo ha investito 100 mila euro, mentre dall’ente camerale ne sono arrivati altri 50mila. La parte restante degli interessi spetterà invece agli agricoltori che aderiranno all’accordo. I primi anticipi potranno essere sbloccati già entro fine agosto. Ad intervenire sulla questione anche il consigliere Alfredo Ferrari della Lega nord, che ha sottolineato, come altri, la necessità di una revisione di quel patto di stabilità «che ci costringe a chiedere anticipi di credito alle banche per pagare gli espropri della 234, anche se abbiamo in cassa milioni di euro che non possiamo spendere e che mantengono inalterato l’equilibrio economico del Paese». Rossella Mungiello tratto da il cittadino lodi
OLTRE IL PATTO DI STABILITà IL MESSAGGIO DA PONTIDA
Da sempre l’annuale raduno della Lega Nord a Pontida, racchiude molti significati e rappresenta la giusta occasione per condividere con gli elettori quanto è stato fatto e quanto bisogna ancora fare nelle scelte di politica economica e sociale del Paese.*presidente della Provincia di Lodi
Pietro Foroni
presidente della Provincia di LodiQuest’anno l’importanza del
momento è stata ancora maggiore
sia in relazione alla politica
nazionale (fondamentale la riduzione
della pressione fiscale)
che, l’aspetto che più mi tocca,
per il fortissimo messaggio che è
stato lanciato dal Ministro Umberto
Bossi a favore degli enti
locali più virtuosi, tra i quali
spicca anche la Provincia di
Lodi.
Il raduno, ha un significato che
va ben oltre ai tradizionali raduni
di partito, in primo luogo
perchè la Lega Nord non è un
partito tradizionale, ma incarna
la reale condivisione di valori e
tradizioni di comunità e popoli.
Non sono state chieste “poltrone”
o espresse in altre formule
politichesi istanze di “cadreghe”
ma in maniera molto chiara
e netta si sono reclamate riforme
nell’interesse di tutta la popolazione.
Ho completamente condiviso il
discorso del Ministro Bossi: un
discorso semplice e diretto, ma
soprattutto un discorso che perfettamente
incarna le esigenze
di questo Paese, le esigenze di
tutti i lavoratori, le esigenze
della gente comune.
Su quel prato c’erano decine di
migliaia di lavoratori, pensionati,
giovani, gente comune, persone
che quotidianamente si chiedono
come arrivare alla fine del
mese.
La congiuntura internazionale
in ambito economico e sociale,
delineata da una forte recessione
e da una crisi politica in Paesi
con regimi dittatoriali, hanno
certamente cambiato gli scenari
di partenza ed hanno obbligato a
scelte non preventivate all’inizio
della legislatura.
Grazie alle nostre politiche, il
sistema ha dato le risposte che ci
aspettavamo, contenendo effetti
negativi che avrebbero potuto
essere di portata ben più ampia.
In questi ultimi anni, gran parte
della spesa pubblica è stata rivolta
ad ammortizzatori che
hanno impedito che la crisi creasse
gravi tensioni sociali. Grande
merito per questo anche al
Ministro Tremonti.
A Pontida, però, la Lega Nord è
andata oltre.
Non è più tempo di tergiversare,
adesso, si chiede il ritorno ad
una rinnovata politica d’intervento.
Si chiede di voltare pagina
e proseguire nelle riforme e
nei programmi di ristrutturazione
di un apparato amministrativo
che non è più in grado di dare
risposte rapide ed efficaci ai
bisogni dei cittadini.
Sono molti e chiari i punti richiesti
al Governo, chiari, quanto
la condivisione e l’approvazione
dimostrata dai nostri elettori:
dall’approvazione della legge
sulla riforma fiscale che diminuisca
la pressione fiscale, l’abolizione
delle ganasce fiscali e delle
norme vessatorie nei confronti
di cittadini e contribuenti onesti,
tra l’altro, una norma ad hoc
era già stata inserita nel Decreto
Sviluppo ma mai approvata.
Importanti anche le precise richieste
di interventi a favore
della nostra agricoltura e dei
nostri agricoltori, per difendere
un settore strategico quale appunto
la produzione alimentare.
La riforma Costituzionale, con il
dimezzamento del numero dei
parlamentari e la costituzione di
un Senato federale, alla riduzione
dei contingenti militari impegnati
all’estero e l’interruzione
del nostro intervento militare,
costoso ed inopportuno, che ha
generato casi di un’incontrollata
immigrazione clandestina o di
profughi provenienti da Paesi in
guerra. Ancora, una maggiore
autonomia regionale con la semplice
attuazione dell’art. 117
Cost, senza inventarsi nulla. Lo
spostamento di alcuni Ministeri
al nord, per avvicinare la politica
a quella parte del Paese che
ha urgente bisogno di risposte
concrete. Come detto, la riforma
del patto di stabilità, inizialmente
pensata per il controllo dell’indebitamento
degli Enti territoriali
ma che vincola enormemente
Enti virtuosi, che hanno i
soldi ma che non li possono
spendere con mani legate sui
servizi che potrebbero erogare.
Un taglio dei costi della politica.
Approvazione della procedura
che definisce i costi standard da
applicarsi alle amministrazioni
dello Stato, dove la nostra Provincia
si sta già muovendo adempiendo
alla normativa dei Decreti
attuativi finora approvati.
Nuovi investimenti per il trasporto
pubblico locale. L’approvazione
definitiva del codice
delle autonomie.
Tutte istanze sentite dalla gente
e per la cui approvazione non
bisogna inventarsi nulla, basta
la volontà.
Mi permetto di insistere sulla
riforma del patto di stabilità:
quest’anno come Provincia di
Lodi, nell’ambito dell’approvazione
del bilancio abbiamo previsto
fondi per poter sopperire
agli interessi bancari affinchè
istituti di credito possano anticipare
per la Provincia ai nostri
imprenditori, artigiani e agricoltori,
somme loro spettanti, soldi
che come Provincia abbiamo già
nelle nostre cassa ma che non
possiamo erogare per rispettare
il patto di stabilità.
Pagando gran parte degli interessi
garantiamo con minimo
sacrificio pagamenti per oltre 10
milioni di euro in questo territorio.
Siamo il primo ente locale
ad avere trovato una soluzione
del genere che, appunto, garantisce
le esigenze delle nostre imprese.
Sia chiaro, il patto di stabilità
non è una invenzione italiana,
non l’ha inventato il governo
Berlusconi ma il primo ad applicarlo
fu il Governo Prodi, e comunque
il risultato di scelte
europee dove molto spesso prevalgono
rigidi calcoli burocratici
e poco le esigenze delle persone.
Però è assurdo, è assurdo che un
Ente locale abbia fondi propri e
non li possa spendere ed anzi
mettercene di ulteriori per creare
un meccanismo che permetta
i pagamenti.
Per questo quando il Ministro
Bossi ha parlato di modificare il
patto di stabilità, letteralmente,
“per pagare le nostre imprese”
ho avuto la conferma ancora
una volta di trovarmi in un luogo
dove si parlava di problemi
concreti e reali, di problemi
quotidiani e non certamente di
astratte elucubrazioni politiche
che molto spesso la politica “romana”
(fatta di intrighi, divisioni
e lotte intestine) regala, contribuendo
a creare nella popolazione
sfiducia nella gestione
della cosa pubblica.
Da quel prato, sotto il sole, in
mezzo a decine di migliaia di
persone si respirava certamente
rabbia ma mai rassegnazione,
sempre una gran voglia di rimboccarsi
le maniche e guardare
al futuro. Ma con la dignità che
il Ministro Bossi ha espresso
benissimo, che è il tempo di dare
riposte concrete, non certo dell’attesa
o del tirare a campare.
martedì 21 giugno 2011
Procedura di espulsione per gli extracomunitari clandestini
Procedura di espulsione per gli extracomunitari clandestini
Approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 giugno 2011 un decreto-legge che rende più completa la normativa per i cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e in materia di rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. E’ ripristinata la procedura di espulsione coattiva immediata per tutti gli extracomunitari clandestini qualora siano pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato; siano espulsi con provvedimento dell’autorità giudiziaria; violino le misure di garanzia imposte dal Questore; violino il termine per la partenza volontaria. Viene introdotto l’allontanamento coattivo (espulsione) anche dei cittadini comunitari per motivi di ordine pubblico se permangono sul territorio nazionale in violazione della direttiva 38/2004 sulla libera circolazione dei comunitari. E’ prolungato il periodo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione fino a 18 mesi, in linea con le disposizioni della direttiva. Per evitare il rischio di fuga dello straniero, sono previste misure di garanzia idonee, la cui violazione è punita con la multa da 3.000 a 18.000 euro. Vengono rimodulate le fattispecie dei reati di violazione e reiterata violazione dell’ordine del Questore di lasciare il territorio con la previsione della sanzione pecuniaria e con la possibilità per il giudice di pace di sostituire la condanna con l’espulsione.bilancio e deficit del 150 della disunita' d'italia!
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002371.html
cliccate qui : ecco perche' servono riforme strutturali urgentissime.
è inutile che il PD, SEL e altre forze politiche gridano al vento, il bilancio è strettissimo e
non c'è più nulla da distribuire: il nord ha già dato per 150 anni della "disunità d'italia".
ora si tassi e si faccia pagare chi amministra malissimo i soldi pubblici!
tratto da :.lavoce.info
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è inutile che il PD, SEL e altre forze politiche gridano al vento, il bilancio è strettissimo e
non c'è più nulla da distribuire: il nord ha già dato per 150 anni della "disunità d'italia".
ora si tassi e si faccia pagare chi amministra malissimo i soldi pubblici!
tratto da :.lavoce.info
PROFUGHI NEL LODIGIANO: Ieri in dodici sono approdati a Codogno e altri sei a Boffalora
Accoglienza profughi: venti nuovi arrivi nel Lodigiano. A tanto ammontano i profughi arrivati ieri sul territorio provinciale, nell’ambito dell’emergenza umanitaria coordinata dal dipartimento nazionale di Protezione civile.
E stavolta è proprio Codogno ad essere stata investita maggiormente da questa nuova “ondata” di arrivi in terra lodigiana: se otto profughi, infatti, sono stati dislocati alla cascina Mezzanino di Boffalora, dodici sono stati dirottati proprio nella capitale della Bassa, allocati nel primo piano dell’ex struttura psichiatrica di viale Vittorio Veneto. Con il loro status di rifugiati politici, i profughi sono arrivati in Rsa intorno alle 12.30. Diversificata la loro nazionalità: dieci sono del Mali, uno arriva dalla Costa D’Avorio, un’altro ancora è del Ghana. Ad accomunarli l’età molto giovane, tra i 20 e i 26 anni. Ed anche lo stato di visibile necessità, là dove pare che i profughi siano arrivati senza neppure le scarpe. A loro disposizione, come detto, è stato messo un intero piano dell’ex psichiatrico, attrezzato con delle brandine.
Ancora una volta, però, a fare acqua è stata l’informazione. Nessuna comunicazione istituzionale riguardo il dislocamento, ad esempio, è mai arrivata all’amministrazione comunale. A confermarlo è stato il sindaco Vincenzo Ceretti: «Di comunicazioni formali in municipio non ne sono arrivate, giorni fa avevo ricevuto solo una generica comunicazione verbale dall’Asl circa la possibilità di eventuali arrivi - così Ceretti che ieri si è subito messo in contatto con i vertici dell’Azienda sanitaria -. Spiace che gli enti locali spesso si ritrovino solo spettatori in scelte di cui si apprende solo a cose fatte». Altrettanto grave il black out informativo che ha coinvolto sindacati e personale stesso dell’ex psichiatrico. Le criticità più forti sono però esplose per un altro fattore: quello della collocazione stessa in Rsa. Che è struttura sanitaria dove ancora vivono una quarantina di pazienti psichiatriche, donne ricoverate in spazi protetti adesso affiancati a questa nuova emergenza. Non stupisce così lo stato di allerta, disorientamento ed anche irritazione in capo al personale dell’Rsa. Tanti gli interrogativi degli operatori, in testa uno su tutti: «Chi si occuperà dei profughi?». Contro la scelta della sistemazione si sono così scagliati i sindacati. Il primo ad arrivare in Rsa ieri è stato Gianfranco Bignamini (Rdb), seguito poco dopo da Gianni Grazioli (Cgil). Unanime il loro commento: «Benissimo l’accoglienza, ci mancherebbe. Assolutamente sbagliata però la scelta di collocare in Rsa i profughi. Con tutte le possibilità alternative, la residenza sanitaria assistita è assolutamente sede non idonea, vista la presenza di una quarantina di pazienti psichiatriche». Bignamini ha rincarato la dose alla notizia che una guardia giurata garantirà la sorveglianza dei profughi durante il turno notturno: «Questo vuol dire carcere. E ribadisco: non è il personale Rsa a doversi prendere cura dei rifugiati». I sindacati hanno chiesto per stamattina un incontro urgente con i vertici Asl. Ieri in Rsa era presente anche il direttore sociale Asl Giacarlo Iannello: «Faremo di tutto per poter dare il miglior confort ai profughi», peraltro Iannello ha confermato che l’Asl sta nel frattempo cercando sedi alternative di accoglienza. Di certo, quel che al momento è ufficiale è che i profughi a Codogno resteranno «per una settimana, salvo diverse disposizioni», come ha fatto sapere l’Asl mediante nota stampa.
All’ex psichiatrico ieri era atteso per un sopralluogo anche il vicesindaco Roberto Nalbone. A metà pomeriggio l’ambulanza della Croce rossa ha portato ai rifugiati qualche bene di prima necessità ed un kit adeguato per l’igiene personale.
E stavolta è proprio Codogno ad essere stata investita maggiormente da questa nuova “ondata” di arrivi in terra lodigiana: se otto profughi, infatti, sono stati dislocati alla cascina Mezzanino di Boffalora, dodici sono stati dirottati proprio nella capitale della Bassa, allocati nel primo piano dell’ex struttura psichiatrica di viale Vittorio Veneto. Con il loro status di rifugiati politici, i profughi sono arrivati in Rsa intorno alle 12.30. Diversificata la loro nazionalità: dieci sono del Mali, uno arriva dalla Costa D’Avorio, un’altro ancora è del Ghana. Ad accomunarli l’età molto giovane, tra i 20 e i 26 anni. Ed anche lo stato di visibile necessità, là dove pare che i profughi siano arrivati senza neppure le scarpe. A loro disposizione, come detto, è stato messo un intero piano dell’ex psichiatrico, attrezzato con delle brandine.
Ancora una volta, però, a fare acqua è stata l’informazione. Nessuna comunicazione istituzionale riguardo il dislocamento, ad esempio, è mai arrivata all’amministrazione comunale. A confermarlo è stato il sindaco Vincenzo Ceretti: «Di comunicazioni formali in municipio non ne sono arrivate, giorni fa avevo ricevuto solo una generica comunicazione verbale dall’Asl circa la possibilità di eventuali arrivi - così Ceretti che ieri si è subito messo in contatto con i vertici dell’Azienda sanitaria -. Spiace che gli enti locali spesso si ritrovino solo spettatori in scelte di cui si apprende solo a cose fatte». Altrettanto grave il black out informativo che ha coinvolto sindacati e personale stesso dell’ex psichiatrico. Le criticità più forti sono però esplose per un altro fattore: quello della collocazione stessa in Rsa. Che è struttura sanitaria dove ancora vivono una quarantina di pazienti psichiatriche, donne ricoverate in spazi protetti adesso affiancati a questa nuova emergenza. Non stupisce così lo stato di allerta, disorientamento ed anche irritazione in capo al personale dell’Rsa. Tanti gli interrogativi degli operatori, in testa uno su tutti: «Chi si occuperà dei profughi?». Contro la scelta della sistemazione si sono così scagliati i sindacati. Il primo ad arrivare in Rsa ieri è stato Gianfranco Bignamini (Rdb), seguito poco dopo da Gianni Grazioli (Cgil). Unanime il loro commento: «Benissimo l’accoglienza, ci mancherebbe. Assolutamente sbagliata però la scelta di collocare in Rsa i profughi. Con tutte le possibilità alternative, la residenza sanitaria assistita è assolutamente sede non idonea, vista la presenza di una quarantina di pazienti psichiatriche». Bignamini ha rincarato la dose alla notizia che una guardia giurata garantirà la sorveglianza dei profughi durante il turno notturno: «Questo vuol dire carcere. E ribadisco: non è il personale Rsa a doversi prendere cura dei rifugiati». I sindacati hanno chiesto per stamattina un incontro urgente con i vertici Asl. Ieri in Rsa era presente anche il direttore sociale Asl Giacarlo Iannello: «Faremo di tutto per poter dare il miglior confort ai profughi», peraltro Iannello ha confermato che l’Asl sta nel frattempo cercando sedi alternative di accoglienza. Di certo, quel che al momento è ufficiale è che i profughi a Codogno resteranno «per una settimana, salvo diverse disposizioni», come ha fatto sapere l’Asl mediante nota stampa.
All’ex psichiatrico ieri era atteso per un sopralluogo anche il vicesindaco Roberto Nalbone. A metà pomeriggio l’ambulanza della Croce rossa ha portato ai rifugiati qualche bene di prima necessità ed un kit adeguato per l’igiene personale.
Luisa Luccini
TRATTO DA IL CITTADINO LODI
lunedì 20 giugno 2011
delibere pubblicate dal comune di castiglione d'adda
ELENCO DELIBERE DI GIUNTA
N. DELIBERA | DATA | OGGETTO | PUBBLICAZIONE | ESECUTIVITA’ |
58 | 24-05-2011 | VARIAZIONI AL BILANCIO DI PREVISIONE PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2011. PROVVEDIMENTI | 18-06-2011 | 28-06-2011 |
64 | 14-06-2011 | INTEGRAZIONE RETTA OSPITE SIG.RA G. M. A ANNO 2011 | 18-06-2011 | 28-06-2011 |
65 | 14-06-2011 | RICHIESTA AL TESORIERE COMUNALE BANCA CENTROPADANA CREDITO COOPERATIVO DI SVINCOLARE LE SOMME RESIDUE DEI MUTUI CDDPP A FAVORE DELLE SOMME LIBERE SUL C/C ORDINARIO | 18-06-2011 | 28-06-2011 |
66 | 14-06-2011 | RISPOSTA ALLA CORTE DEI CONTI RELATIVA AL REGOLAMENTO SUGLI INCARICHI E CONSULENZE DI CUI ALL’ART.3 COMMA 56 LEGGE 244/07 | 18-06-2011 | 28-06-2011 |
http://www.comune.castiglionedadda.lo.it/
Audio newsletter giugno 2011
Newsletter Anno XII n. 24 del 21 giugno 2011
Audio newsletter
Ascolta la newsletter (mp3)In questo numero:
- Qualità dell'ambiente urbano, presentato il Rapporto Ispra
- Multiproprietà: nuove norme a tutela dei consumatori
- Tv, editoria e Web: il bilancio annuale dell'AGCOM
- Codice dell’ordinamento militare, le modifiche in uno schema di decreto
- Procedura di espulsione per gli extracomunitari clandestini
- 150° dell’Unità d'Italia: un premio storico letterario aperto a tutti i cittadini
san fiorano : parco fotovoltaico
http://www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/2011/06/20/527972-fiorano_parco_solare.shtml
uno dei più grandi in lombardia.
nell'articolo non viene nemmeno citata la provincia di lodi, ma vi garantisco che le nostre azioni sono state determinanti come settore ambiente per permettere questo insediamento nei tempi e modi corretti.
ringrazio la struttura del settore ambiente della provincia che ha gestito al meglio con l'ausilio della parte politica tutta la prassi amministrativa complessa e difficile.
alfredo ferrari
pres. comm. ambiente
prov. di lodi
tratto da il giorno ed. lodi
uno dei più grandi in lombardia.
nell'articolo non viene nemmeno citata la provincia di lodi, ma vi garantisco che le nostre azioni sono state determinanti come settore ambiente per permettere questo insediamento nei tempi e modi corretti.
ringrazio la struttura del settore ambiente della provincia che ha gestito al meglio con l'ausilio della parte politica tutta la prassi amministrativa complessa e difficile.
alfredo ferrari
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LAVORO PER IL LODIGIANO!
Ciao! Jobrapido ha trovato 1334 nuove offerte che corrispondono al tuo profilo.
Clicca i link qui sotto per vedere le offerte: Lodi (66 nuove offerte) Energie Alternative (1 nuova offerta) Ingegnere (701 nuove offerte) Geotermia (7 nuove offerte) Elettronica (402 nuove offerte) Progettista Meccanico (89 nuove offerte) Cremona (63 nuove offerte) Operaia/Cremona (5 nuove offerte)
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Troppi software copiati a Lodi
La maglia nera della pirateria informatica in regione Lombardia spetta proprio a Lodi, dove un software su quattro non è originale: questo emerge dalla campagna anti-pirateria informatica Mistery Shopper promossa da Microsoft.I dati sono stati presentati ieri a Milano nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Matteo Mille, direttore divisione Software originale di Microsoft Italia, e Sonia Tarantolo, vice console per gli affari politici ed economici del consolato generale degli Stati Uniti a Milano. La campagna Mistery Shopper di Microsoft va avanti dal 2006 e prevede che incaricati Microsoft si rechino presso i rivenditori per chiedere offerte e acquistare software in modo da verificare la conformità della vendita alle norme di legge e alle norme contrattuali. In caso di irregolarità, software non originale o irregolare per quanto riguarda la gestione delle licenze, il Mistery Shopper ha soprattutto il ruolo di indicare al rivenditore quali attività compiere per mettersi in regola, fornendogli tutto il supporto necessario. Secondo i dati raccolti in Lombardia, su base provinciale i risultati evidenziano come Lodi sia il capoluogo di provincia più colpito dal fenomeno con un’offerta su quattro di software Microsoft non originale, il 25 per cento del totale. Al secondo posto segue Brescia con il 23 per cento di software non genuino, seguita da Sondrio con il 20 per cento. A seguire, con grande stacco, Como si attesta all’11 per cento, Pavia all’8 per cento, Bergamo e Varese al 7, Milano al 6. Cremona, Lecco e Monza i capoluoghi di provincia più virtuosi dove solamente il 2 per cento delle visite ha effettuato un’offerta di software Microsoft non originale. Dalla prima rilevazione effettuata in Lombardia da oltre cinque anni fa ad oggi sono stati visitati 1570 punti vendita e per 126 volte il Mistery Shopper ha rilevato qualche irregolarità: il tasso di pirateria regionale medio dal 2005 a oggi ha subito tuttavia un leggero decremento, passando dal 9 all’8 per cento, al di sotto della media nazionale del 18 per cento rilevata dal 2005 a oggi. Le rilevazioni Microsoft non possono avere valore statistico e coprono il mercato dei rivenditori e i prodotti della compagnia americana, ma il fenomeno della pirateria informatica è devastante per l’economia del Paese. «Il rapporto fra software pirata e legale in Italia si mantiene al 49 per cento: un problema per il sistema Italia, oltre che un’occasione mancata di sviluppo economico» commenta Matteo Mille di Microsoft Italia. Proprio questa valutazione ha portato l’Italia a essere inserita dal governo americano in una lista di Paesi in cui potrebbe essere sconveniente investire e quindi sconsigliata alle imprese statunitensi. In Italia si calcola che la diminuzione di 10 punti percentuali del tasso di pirateria nei prossimi quattro anni potrebbe portare 7mila 500 posti di lavoro nel settore con 3,6 miliardi di euro di nuovi volumi d’affari e oltre 1,2 miliardi di euro di entrate fiscali. Andrea Bagatta tratto da ilcittadino lodi
castiglione: riscuotere le tasse sarà più veloce?
si ma quando i servizi saranno adeguati alla vita dei castiglionesi?
castiglione La banca dati è pronta: l’appalto Starch è terminato. A Castiglione la ditta di Ornago a cui la giunta Daccò aveva affidato la verifica degli accertamenti Ici e Tarsu degli anni pregressi (dal 2003 -2007) ha portato a termine il suo lavoro, realizzando anche l’attesissima banca dati, al centro dell’appalto e del contenzioso che si era aperto fra azienda e Comune, terminato con una transazione. E proprio nella transazione l’amministrazione aveva ottenuto una diminuzione del corrispettivo d’appalto pari all’8 per cento, per cui il compenso Starch era sceso dal 43 per cento al 35 dell’incassato dagli accertamenti Ici e Tarsu, a patto che l’azienda portasse a termine il lavoro. «La ditta Starch ha concluso, come promesso, la banca dati che è stata collaudata in una riunione in cui ho preso parte personalmente - ha spiegato l’assessore al bilancio Gianni Grioni -: adesso è possibile mettere in rete i dati dell’ufficio tecnico, quelli dell’ufficio anagrafe e dell’ufficio tributi». Grazie a questo strumento, in futuro, il Comune sarà in grado di operare in maniera autonoma e veloce la riscossione dei tributi e tutti i servizi e le pratiche connesse a ufficio tecnico e anagrafe. Castiglione ora è completamente “mappata”. Proprio nelle ultime settimane la giunta Daccò ha liquidato alla ditta Starch altri 24mila euro e il leader del Carroccio Alfredo Ferrari vuole vederci chiaro: «Sarebbe interessante sapere se si tratta del saldo definitivo e se, dopo la scadenza dell’appalto, il censimento è finito e quindi tutti hanno pagato». «Se così non fosse - ha concluso Ferrari - come Lega nord penseremo a un intervento». «A poco a poco, incassando gli accertamenti, corrisponderemo a Starch il dovuto», ha precisato Grioni. Ferrari si dice pronto ad approfondire anche la natura degli oltre 2 mila euro che il Comune ha deliberato di corrispondere alla ditta milanese Società Tecnologia, per la costituzione di un archivio Tarsu, concludendo: «Per queste cose i soldi si trovano subito».S. G. tratto da il cittadino lodi
castiglione La banca dati è pronta: l’appalto Starch è terminato. A Castiglione la ditta di Ornago a cui la giunta Daccò aveva affidato la verifica degli accertamenti Ici e Tarsu degli anni pregressi (dal 2003 -2007) ha portato a termine il suo lavoro, realizzando anche l’attesissima banca dati, al centro dell’appalto e del contenzioso che si era aperto fra azienda e Comune, terminato con una transazione. E proprio nella transazione l’amministrazione aveva ottenuto una diminuzione del corrispettivo d’appalto pari all’8 per cento, per cui il compenso Starch era sceso dal 43 per cento al 35 dell’incassato dagli accertamenti Ici e Tarsu, a patto che l’azienda portasse a termine il lavoro. «La ditta Starch ha concluso, come promesso, la banca dati che è stata collaudata in una riunione in cui ho preso parte personalmente - ha spiegato l’assessore al bilancio Gianni Grioni -: adesso è possibile mettere in rete i dati dell’ufficio tecnico, quelli dell’ufficio anagrafe e dell’ufficio tributi». Grazie a questo strumento, in futuro, il Comune sarà in grado di operare in maniera autonoma e veloce la riscossione dei tributi e tutti i servizi e le pratiche connesse a ufficio tecnico e anagrafe. Castiglione ora è completamente “mappata”. Proprio nelle ultime settimane la giunta Daccò ha liquidato alla ditta Starch altri 24mila euro e il leader del Carroccio Alfredo Ferrari vuole vederci chiaro: «Sarebbe interessante sapere se si tratta del saldo definitivo e se, dopo la scadenza dell’appalto, il censimento è finito e quindi tutti hanno pagato». «Se così non fosse - ha concluso Ferrari - come Lega nord penseremo a un intervento». «A poco a poco, incassando gli accertamenti, corrisponderemo a Starch il dovuto», ha precisato Grioni. Ferrari si dice pronto ad approfondire anche la natura degli oltre 2 mila euro che il Comune ha deliberato di corrispondere alla ditta milanese Società Tecnologia, per la costituzione di un archivio Tarsu, concludendo: «Per queste cose i soldi si trovano subito».S. G. tratto da il cittadino lodi
RAEE NEL LODIGIANO STATISTICHE 2010
La Lombardia è la regione italiana più virtuosa nella raccolta e nella gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e anche in provincia di Lodi si è registrato un miglioramento.
Parliamo di televisori e monitor, climatizzatori, piccoli e grandi elettrodomestici e sorgenti luminose. Tutti rifiuti che devono essere smaltiti negli appositi centri di raccolta, che nel Lodigiano sono passati da 36 a 42 in un anno e che in Lombardia sono in grado di servire il 95 per cento della popolazione, il dato migliore di tutta Italia. Superiore alla media nazionale anche la raccolta per abitante, che nello Stivale si ferma a 4,07 chili pro capite e in Lombardia raggiunge i 4,79 chili (in provincia di Lodi siamo a 4,22 chili).
I dati emergono dal dossier 2010 realizzato dal centro di coordinamento Raee insieme alla Regione Lombardia e presentato oggi dall’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti e dal direttore generale del centro di coordinamento Raee, Fabrizio Longoni.
Il rapporto specifica anche le percentuali di raccolta dei diversi tipi di rifiuti elettrici nella provincia di Lodi. Monitor e televisori costituiscono quasi la metà de rifiuti elettrici raccolti (419.198 chili). Quantitativi simili tra gli apparecchi per freddo e climatizzazione e per i piccoli elettrodomestici, rispettivamente 212.250 chili e 206.029 chili. Scarsa invece la raccolta dei cosiddetti grandi bianchi, che comprendono ad esempio lavatrici, lavastoviglie e forni.
Parliamo di televisori e monitor, climatizzatori, piccoli e grandi elettrodomestici e sorgenti luminose. Tutti rifiuti che devono essere smaltiti negli appositi centri di raccolta, che nel Lodigiano sono passati da 36 a 42 in un anno e che in Lombardia sono in grado di servire il 95 per cento della popolazione, il dato migliore di tutta Italia. Superiore alla media nazionale anche la raccolta per abitante, che nello Stivale si ferma a 4,07 chili pro capite e in Lombardia raggiunge i 4,79 chili (in provincia di Lodi siamo a 4,22 chili).
I dati emergono dal dossier 2010 realizzato dal centro di coordinamento Raee insieme alla Regione Lombardia e presentato oggi dall’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti e dal direttore generale del centro di coordinamento Raee, Fabrizio Longoni.
Il rapporto specifica anche le percentuali di raccolta dei diversi tipi di rifiuti elettrici nella provincia di Lodi. Monitor e televisori costituiscono quasi la metà de rifiuti elettrici raccolti (419.198 chili). Quantitativi simili tra gli apparecchi per freddo e climatizzazione e per i piccoli elettrodomestici, rispettivamente 212.250 chili e 206.029 chili. Scarsa invece la raccolta dei cosiddetti grandi bianchi, che comprendono ad esempio lavatrici, lavastoviglie e forni.
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