venerdì 31 agosto 2012

ambiente lodigiano: PRIMA DI TAGLIARE DEGLI ALBERI....

PRIMA DI TAGLIARE DEGLI ALBERI
MEGLIO RIVOLGERSI AL COMUNE COMPETENTE
Agosto 2012
Il caldo agostano rende il problema del tutto remoto,
anzi: perfino fastidioso. Con l’arrivo dell’autunno,
però, bisognerà pensare anche alla
legna da ardere e, nel corso dell’inverno, procedere
al taglio degli alberi o anche semplicemente
alla loro potatura.
Nella realtà agro-ambientale lodigiana il reperimento
di legna da ardere avviene soprattutto
a carico di fi lari e fasce alberate che raramente
danno vita ad un insediamento boschivo come la
legge lo definisce. Si ricorda a tal proposito che
la normativa qualifica a bosco quelle superfici alberate
dalla dimensione minima di 2.000 mq e
conformate in modo tale che il lato più corto degli
appezzamenti non sia inferiore ai 25 metri. Il taglio
del bosco a scopo colturale, ossia prelevando
gli alberi più maturi e lasciando prosperare
le piante più giovani, è disciplinato da un apposito
regolamento regionale che ne fissa i criteri
e le modalità d’azione. Diversamente, il taglio
degli alberi sui filari o sulle fasce alberate non
costituenti bosco non è regolato da un’apposita
normativa regionale, ma trova disciplina in altri
strumenti regolamentari tra cui, in particolare, il
Piano d’Indirizzo Forestale (PIF).
Per quanto riguarda la provincia di Lodi, chi fosse
intenzionato a tagliare degli alberi lungo un fi -
lare o una fascia alberata deve innanzitutto porre
attenzione a dove questo popolamento arboreo
ha sede. Nel caso il fi lare si trovasse entro i
confini del Parco Adda Sud l’attore dell’intervento è
tenuto ad inoltrare denuncia di taglio al Parco
stesso che, nelle vesti di Ente forestale sul proprio
territorio di competenze, è titolato a valutare
l’ammissibilità del taglio. Quale criterio generale,
si rammenta che nelle aree a parco il taglio deve
intervenire secondo criteri di natura conservativa
poiché il Piano Territoriale di Coordinamento
(PTC) del Parco tassativamente prescrive (art.
34 comma 3) che: “Tutti gli interventi consentiti
devono comunque essere subordinati alla finalità
primaria di assicurare alle aree la conservazione
ed il miglioramento del loro carattere ambientale
e di favorire il progressivo recupero dei sistemi
boscati”. Si rimanda alle linee operative emanate
dal Parco e, eventualmente, ad un diretto contatto
con i suoi funzionari, per una più precisa
interpretazione degli indirizzi impartiti dal Piano
Territoriale in merito al taglio degli alberi.
Se, diversamente, il fi lare su cui si intende agire
si trovasse fuori dai confini del Parco, l’ente deputato
ad esprimere un giudizio di merito è individuato
nel Comune competente per territorio. Il
Comune è tenuto ad esprimersi (anche attraverso
l’istituto del silenzio assenso, ove decidesse
in tal senso) nel caso si verificasse una delle due
circostanze a seguito rappresentate.
La prima circostanza si pone nell’ipotesi l’Amministrazione
comunale si fosse dotata di un regolamento
del verde pubblico e privato, come per
altro prevede il PIF della Provincia di Lodi che,
in sede d’approvazione ha contestualmente approvato
un modello standard di regolamento al
quale ogni Comune potrebbe ispirarsi. I regolamenti
del verde normalmente fissano delle prescrizioni
per l’utilizzazione degli alberi disposti a
fi lare (ad esempio possono prescrivere l’obbligo
del reimpianto, pur non necessariamente nello
stesso luogo), prescrizioni che vengono adottate
sia in una prospettiva di tutela ambientale, sia in
una logica di salvaguardia paesaggistica.
Una valutazione ad opera del Comune in termini
paesaggistici diviene obbligatoria nell’ipotesi
in cui il taglio degli alberi dovesse intervenire a
carico di fi lari situati entro una distanza prestabilita
dai principali corsi d’acqua (fi umi, ma anche
canali e rogge di una certa dimensione) che interessano
il territorio. Il codice dei beni culturali
e del paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) all’articolo 142
include tra le aree tutelate: “I fi umi, i torrenti,
i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal
testo unico delle disposizioni di legge sulle acque
e impianti elettrici [ … ] e le relative sponde
o piedi degli argini per una fascia di 150 metri
ciascuna”. Il Piano Forestale della Provincia
di Lodi, poi, con specifico riferimento al citato
codice stabilisce che: “L’abbattimento di alberi
singoli, in gruppo o fi lare, siti in ambiti vincolati
ai sensi del D.Lgs. 42/2004 dovrà essere preliminarmente
autorizzato dall’Ente preposto alla
tutela (il Comune - ndr) salvo il caso di sostituzione
di piante morte o gravemente ammalate
con alberi della stessa specie e varietà”.
Pertanto, per le ragioni anzi esposte, qualsiasi
cittadino che avesse in programma di tagliare
degli alberi sui propri terreni (fuori parco), al fi ne
di evitare di incorrere nella violazione di norme
e regolamenti, è tenuto ad inoltrare una richiesta
di autorizzazione al taglio presso il Comune ove
gli alberi in questione sono allocati.
Provincia di lodi
Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente Rurale Agricoltura ed Ambiente

Servizio Idrico Integrato: entro fine anno l’adozione Piani d’Ambito. La Commissione convocherà gli Stati generali - ARCHIVIO ARTICOLI - Consiglio Regionale della Lombardia

Servizio Idrico Integrato: entro fine anno l’adozione Piani d’Ambito. La Commissione convocherà gli Stati generali - ARCHIVIO ARTICOLI - Consiglio Regionale della Lombardia

«Dai cittadini 37 euro all’anno, tanto costano i politici laudensi»

Pietro Foroni, padrone di casa (anche se politicamente... ospite) alla kermesse Pd è stato forse il più tecnico fra i quattro amministratori provinciali che si sono spartiti il microfono. Innanzitutto ha riassunto, a beneficio del pubblico magari non ferratissimo, che i due criteri stabiliti dal consiglio dei ministri il 20 luglio per guidare la nascita delle nuove aggregazioni sono et-et e non aut-aut. Complementari e non alternativi: «Si devono avere assieme 350mila abitanti e 2500 chilometri quadrati, uno e l’altro da soli non bastano». Questa è la ragione per cui anche comprensori immani come Sondrio o Verbania zoppicano nell’incertezza, traditi dallo spopolamento alpestre. La seconda cosa che il massimo esponente istituzionale del Lodigiano ha puntualizzato è che le città metropolitane non possono «mangiare» altri pezzi di provincia - difficile tornare con Milano insomma - e che «non ci saranno consultazioni a livello locale previste espressamente dalla legge di riordino». In altri termini, niente referendum: una volta messa assieme Provincia con Provincia (intere, perchè non si possono prendere pezzi ), la cosa è fatta. Restano i referendum consultivi comunali, cioè quelli che si potevano fare anche prima per andare di qui o di là col proprio Comune. Il leader di palazzo San Cristoforo è poi passato a ripercorrere una serie di argomenti che battono sul chiodo dell’assurdità sostanziale di quanto si sta facendo. Nonostante la mannaia sulle ridicole Province italiane e sui campanilismi antichi faccia giubilare i sondaggi Internet, Foroni ancora una volta dice che ridicolo sarà il risparmio. «Persino la stessa legge sulla spending review 2012 parla di un 68 per cento di risparmi a carico degli enti locali, ma ammette che il contributo delle province a tale minore spesa risulterà praticamente irrilevante». Arriva poi a cifre già molte volte sottolineate: «mantenere» i politici della Provincia di Lodi è costato finora 37 euro all’anno pro capite a ciascun cittadino lodigiano». Il presidente in quota Carroccio tocca poi una riflessione condivisa con Alessandro Pastacci di Mantova, e cioè che qualcuno che faccia il consigliere provinciale (non votato dai cittadini), bisognerà trovarlo anche dopo la riforma. E coi sindaci oberati di lavoro sarà dura. Un terzo assurdo è poi «l’illusione di liberarci dal mostro centralista spazzando via i parlamentini dei capoluoghi. Il mostro centralista vero comincia ad essere la Regione, che lesina risorse e toglie competenze alle ramificazioni provinciali», concetto questo sottolineato da Salini. Infine Foroni annuncia l’ennesima notizia di tagli in bilancio in arrivo, 3 milioni di euro in meno di trasferimento dallo Stato nel 2013: «Potrebbe persino essere una volontà questa - si spinge a ipotizzare - ci vogliono portare a un dissesto guidato per avere l’alibi di abolirci».Em. Dol. TRATTO DA IL CITTADINO LODI

Castiglione, sulla provinciale serve un semaforo

Ipotesi semaforo per l’attraversamento pedonale lungo la strada provinciale 26. A quasi quattro mesi dalla consegna della petizione fatta dai residenti del quartiere di via Pertini nulla è cambiato a Castiglione ma la neo amministrazione comunale è al lavoro per individuare una soluzione al problema: quello sollevato dai residenti del nuovo e popoloso quartiere (circa 400 abitanti) oltre la provinciale 26 che chiedono di poter raggiungere il centro in sicurezza a piedi o in bici. Si tratta di un tema su cui si erano espressi diversi dei candidati sindaci in campagna elettorale, promettendo interventi importanti per venire incontro alle necessità dei nuovi residenti. La petizione infatti era stata presentata poche settimane prima delle elezioni 2012. Nella stessa petizione i firmatari avevano chiesto una soluzione simile a quella assunta alcuni anni fa per il tratto urbano della 591 per Crema, dove sorge tuttora un semaforo che permette l’attraversamento in sicurezza dell’incrocio fra la zona dell’Incoronata e il quartiere del centro sportivo.«É un tema che va affrontato di concerto con la Provincia di Lodi - ha spiegato il sindaco Alfredo Ferrari - che ha già compiuto due sopralluoghi e con cui si sta elaborando la soluzione migliore nel rispetto delle normative». «Si sta affrontando anche l’ipotesi di un semaforo - ha dichiarato il vicesindaco Franco Bassanini - ma non c’è nulla di definitivo». Un’ipotesi simile era già stata avanzata alcuni anni fa ma è da verificare se tra due rotatorie, come quelle che già esistono a Castiglione lungo il tratto urbano della provinciale, si possa implementare un vero e proprio semaforo per regolamentare il traffico, senza provocare contraccolpi di qualche genere sulla scorrevolezza dei mezzi. In realtà esiste già lungo la provinciale un attraversamento pedonale e per di più segnalato con semaforo lampeggiante. Le macchine però non sembrano badare a questa segnaletica: i mezzi sfrecciano spesso ad alta velocità lungo la strada che già esisteva ma oltre la quale negli anni si è deciso comunque di costruire, allontanandosi da quel centro che oggi si vuole raggiungere. Insomma la soluzione è fondamentale per la qualità di vita dei cittadini, ma continua ad essere difficile da trovare per gli amministratori. TRATTO DA IL CITTADINO LODI

rassegna stampa di lodi e dintorni

Buongiorno,
Ecco la rassegna stampa di Lodinotizie.it | Quotidiano online.
Sono stati pubblicati i seguenti articoli:

* Rapimento escort, a processo l'ex manager di banca
http://www.lodiedintorni.com/rapimento-escort-a-processo-lex-manager-di-banca-28119


* VIDEO NOTIZIA - Lodi. Fusione Province, il dibattito alla Festa del PD
http://www.lodiedintorni.com/video-notizia-lodi-fusione-province-il-dibattito-alla-festa-del-pd-28115


* Lodi Vecchio, auto esce di strada e "salta" sulla ciclabile
http://www.lodiedintorni.com/lodi-vecchio-auto-esce-di-strada-e-salta-sulla-ciclabile-28107


* PAULLO, INCIDENTE IN TANGENZIALE: 2 MORTI E 2 FERITI GRAVI
http://www.lodiedintorni.com/paullo-incidente-in-tangenziale-2-morti-e-2-feriti-gravi-28104


* Ambiente. Centrale di Tavazzano, E.On: "drastica riduzione delle
emissioni
inquinanti e delle polveri sottili"
http://www.lodiedintorni.com/ambiente-centrale-di-tavazzano-e-on-drastica-riduzione-delle-emissioni-inquinanti-e-delle-polveri-sottili-28096


* Tamponamento sulla 235 a Pieve, 6 feriti
http://www.lodiedintorni.com/tamponamento-sulla-235-a-pieve-6-feriti-28101


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mercoledì 29 agosto 2012

La consulta “raccomanda” l’applicazione del federalismo fiscale e “invita” alle riforme strutturali - stato - dottrina -

La consulta “raccomanda” l’applicazione del federalismo fiscale e “invita” alle riforme strutturali - stato - dottrina -

L'associazionismo obbligatorio dei Comuni nelle più recenti evoluzioni legislative - stato - dottrina -

L'associazionismo obbligatorio dei Comuni nelle più recenti evoluzioni legislative - stato - dottrina -

RASSEGNA STAMPA LODI E DINTORNI

Buongiorno,
Ecco la rassegna stampa di Lodinotizie.it | Quotidiano online.
Sono stati pubblicati i seguenti articoli:

* UN ALTRO INCENDIO: IN FIAMME I SILOS DELLA CAST WELL A TERRANOVA
http://www.lodiedintorni.com/un-altro-incendio-in-fiamme-i-silos-della-cast-well-a-terranova-28071


* VIDEO NOTIZIA - Lombardia. Qualità dello sport, Lodi fanalino di coda
http://www.lodiedintorni.com/video-notizia-lombardia-qualita-dello-sport-lodi-fanalino-di-coda-28052


* LODIGIANO E CREMASCO COME IL TEXAS, E' CACCIA AL PETROLIO
http://www.lodiedintorni.com/il-lodigiano-come-il-texas-e-caccia-al-petrolio-28061


* VIDEO NOTIZIA - Lodi, centro storico: Prende forma la riqualificazione
dell'antico Borgo San Domenico
http://www.lodiedintorni.com/video-notizia-lodi-centro-storico-prende-forma-la-riqualificazione-dellantico-borgo-san-domenico-28047


* VIDEO NOTIZIA - Lodi. Dal 16 settembre Congresso Eucaristico, "Il
Dio vicino"
http://www.lodiedintorni.com/video-notizia-lodi-dal-16-settembre-congresso-eucaristico-il-dio-vicino-28042

martedì 28 agosto 2012

Ultima ora - MEGA INCENDIO ALLA CREMONINI,

Ultima ora - MEGA INCENDIO ALLA CREMONINI, COLONNA DI FUMO NERO VISIBILE DA
CHILOMETRI

http://www.lodiedintorni.com/ultima-ora-tir-in-fiamme-a-ospedaletto-colonna-di-fumo-nero-visibile-da-chilometri-27995

Lodigiano, 7.000 donatori di organi

Morire e donare i propri organi per salvare vite umane. È un po’ come continuare a respirare, di sicuro si lascia un ricordo indelebile ed a perenne memoria. Una filosofia di vita che stenta ancora a decollare, ma che comincia a trovare ampi spazi di consenso, probabilmente per il lievitare della cultura generale che consente di capire meglio il senso dell’esistenza. Con l’espianto di organi non si violenta affatto il defunto, al contrario si contribuisce in maniera seria e manifesta a far vivere chi è in pericolo di morte ed ha bisogno di trapianto.Discutiamo di tutto questo, anche nei suoi risvolti più profondi, con Emerenziano Abbà, personaggio senza dubbio singolare, uno di quelli votati vita natural durante ad occuparsi degli altri, intendendo come tali coloro che hanno bisogno di aiuto. Abbà ce l’ha, si direbbe oggi, proprio nel suo Dna: non può farne a meno, per certi versi è il suo hobby esclusivo e, dopo la famiglia ed il lavoro, viene la solidarietà intesa appunto come aiuto per il prossimo. Lo confessiamo: c’era in noi una voglia matta di confrontarci con una persona di simile vocazione, oltre tutto presidente dell’Aido provinciale lodigiana, che è poi l’associazione dei donatori di organi. Classe 1952, sposato, tre figli, di professione fa il magazziniere e risiede a Livraga, il suo paese natale (dove peraltro la stirpe degli Abbà è piuttosto nutrita). Trent’anni fa, nel 1982, lo troviamo tra i fondatori della locale sezione Avis, quella dei donatori di sangue, insieme al mitico Mario Dragoni. In pratica, è sempre stato, della sezione Avis, il collaboratore più fidato di Dragoni, ora ne è diventato presidente dopo i due mandati svolti da Angelo Mazzucchi. Nel 1985 ha fondato, con il solito manipolo di amici, il gruppo comunale Aido, rimanendo presidente per sei anni. C’è stata, nel suo lungo percorso sociale, anche una fase, diciamo così, politica di Livraga: dal 1994 al 1999 è stato assessore manco a dirlo alle politiche sociali, dal 1999 al 2004 addirittura sindaco. Per due anni ha pure ricoperto l’incarico di presidente della Fondazione Vittadini, ente di Livraga che gestisce il famoso lascito del comm. Giovanni Vittadini, privilegiando l’assistenza ai bisognosi. La conferma, insomma, di un Emerenziano Abbà fortemente votato al sociale, risvolto che lo sta coinvolgendo ancora a pieno titolo, senza più «devianze», peraltro legittime e persino doverose, a carattere politico. Salvo ripensamenti al momento improbabili, d’ora in poi lui si dedicherà solo alle associazioni di aiuto: una vera e propria ragione di vita. Con lui parleremo, comunque, solo di Aido, un comparto che merita davvero la profonda riflessione dell’opinione pubblica.Abbà, intanto presentiamo la sezione provinciale Aido.«Subito detto: è nata nel 1993, in pratica due anni prima di Lodi Provincia. Ne sono stato consigliere provinciale sotto la presidenza del dottor Roberto Patola, un benemerito dell’associazione, del quale sono stato anche vice presidente. Nel 2004 è diventato presidente Angelo Rapelli, mio concittadino di Livraga, che è rimasto in carica fino al 2010, anno in cui ho assunto personalmente la presidenza provinciale. La sede storica, occupata anche dal gruppo comunale di Lodi, è in via Cavour 73, ma a settembre avremo una sede nuova, sempre insieme all’Aido comunale di Lodi, in via Lungo Adda Bonaparte 5 a Lodi, che inaugureremo sabato 8 settembre. Visto che ne stiamo parlando, mi permetta di rivolgere il grazie della nostra associazione provinciale all’assessore comunale di Lodi Enrico Brunetti ed anche al vice sindaco Giuliana Cominetti: le rispettive strutture assessorili ci hanno dato veramente una mano forte per avere una bella sede. Saremo insieme anche alla Associazione Cavalleggeri di Lodi ed all’Associazione Marciatori Avis-Aido-Admo sempre di Lodi. Un pensiero di gratitudine anche alla Fondazione della Banca Popolare di Lodi per l’aiuto. Mi consenta di ufficializzare un concetto: la nuova sede è degna di rappresentare una istituzione provinciale di così ampio respiro sociale quale è sicuramente l’Aido».Sezione provinciale che vanta un consiglio direttivo...«Naturalmente: è composto da quindici dirigenti del territorio, guidato da un esecutivo formato dal sottoscritto quale presidente provinciale, vice presidente vicario Giuseppina Baffi di Lodi Vecchio, vice Simona Polenghi di Brembio, tesoriere Domenica De Vecchi, segretaria Roberta Torresani, referenti per la scuola Elena Rota ed Alessandra Ferrari. Come può rilevare, navigo tra le donne e mai, credo, una associazione provinciale risulta così ricca di rappresentanti in versione rosa. Posso assicurare che si tratta di collaboratrici di grande respiro: ne sono personalmente entusiasta».Poi funzionano, lei mi dice a pieno ritmo, ben undici sezioni periferiche.«Lo dico e lo ribadisco: undici sezioni disseminate nel nostro territorio, tutte pienamente funzionanti ed autonome, impegnate a fare il loro dovere nei vari campi del nostro agire. Le sezioni, per al cronaca, sono quelle di Lodi, Livraga, Brembio, Casalpusterlengo, Borghetto Lodigiano, Graffignana, Senna Lodigiana, San Colombano al Lambro, Sant’Angelo Lodigiano, Lodi Vecchio, Castiglione d’Adda. Lo ripeto: ciascun gruppo comunale vanta un proprio calendario di iniziative promozionali locali, naturalmente ispirate dalla strategia elaborata a livello provinciale, a sua volta attinta dalla presidenza nazionale. Insomma, si lavora in sintonia, nel comune impegno di diffondere la filosofia della donazione di organi «post mortem». Gli iscritti, in totale sono 6.991 (il dato è ovviamente riferito al 31 dicembre 2011: tenga conto che la sezione provinciale dell’Avis, cioè dei donatori di sangue, sono 7.400). Tengo a sottolineare che l’Aido è una struttura laica apartitica e apolitica, con lo scopo di promuovere la cultura della donazione di organi (gira e rigira, siamo sempre a quel concetto di fondo) a scopo di trapianto terapeutico».Abbà, inizia ora la parte più complessa della nostra chiacchierata e quindi dobbiamo essere chiari e precisi, possibilmente anche convincenti. Cominciamo con il dire come si diventa soci dell’Aido.«L’adesione è la parte più semplice ed innocua: si firma una scheda di iscrizione nella quale si sostiene di voler donare “post mortem” gli organi: in pratica si autorizza l’espianto. Posso assicurare che l’adesione viene prec3edutra da una adeguata ed esauriente informazione sulle operatività della nostra associazione. Il socio accettato viene inserito come nominativo al Centro Nazionale Trapianti, lo strumento di programmazione degli interventi sia di espianto che di trapianto. Tenga conto che la firma dell’accettazione sottoscritta dal socio vanta pieno potere giuridico come vincolante agli effetti della donazione e dunque prevale sulla volontà dei congiunti, i quali nulla possono contro la volontà espressa dal socio. Ancora, è giusto dire che il potenziale donatore viene soggetto alla verifica nel momento in cui si determinano le condizioni della donazione, cioè dopo il decesso».Andiamo avanti con la descrizione della procedura.«Siamo nella condizione di socio “post mortem”: il referente specialista, nel nostro caso il coordinatore dei prelievi della Provincia di Lodi, chiede al Centro Nazionale Trapianti la conferma dell’utilizzo dell’organo, o degli organi, del socio defunto. Contemporaneamente, il coordinatore provinciale inizia la procedura per la constatazione del decesso, ma anche del diritto al prelievo degli organi, contemporaneamente alla ricerca dei malati riceventi bisognosi di organo da trapiantare. Il tutto, lo ripeto, a mezzo del Centro Nazionale Trapianti. Giusto pure sottolineare che il risvolto più delicato concerne il decesso del socio donatore: esso risulta regolamentato dalla legge n. 578 del 29 dicembre 1993 per le norme che riguardano l’accertamento e la certificazione del decesso».Lei sottolineava poi un particolare...«Si. Riguarda la distinzione tra organi vascolari, tipo cuore, reni, pancreas, fegato, polmoni, anche parte dell’intestino, ed i tessuti (vale a dire cornee, ossa, cute, cordone ombelicale). Nel primo caso, cioè per gli organi vascolari, la legge è esplicita ed il certificato di decesso deve riportare il concetto della morte identificata come “cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”. Per i tessuti invece il ricorso all’espianto è possibile dopo la constatazione classica del decesso. Sembra una sottigliezza, in realtà è una questione clinica di totale rilevanza alla quale i medici interessati all’espianto devono sottostare con precisione . Certo, nel caso degli organi vascolari, la procedura è sicuramente particolare, ma così recita la legge e quindi bisogna rispettarla».Ammettiamolo: una materia un po’ complessa...«In apparenza è così, ma per chi ci naviga dentro le procedure sono molto chiare e consolidate. Si lotta contro il tempo nella pratica degli espianti e diciamo pure che la complessità sta nel coniugare la presenza del socio defunto, quindi della disponibilità di organi da utilizzare, con la presenza del malato ricevente (teoricamente, in ogni parte del mondo), cioè di colui che è in attesa di trapianto per garantire la sopravvivenza. La materia risulta in effetti delicata per sua natura e proprio per questa ragione lo scopo di grande rilievo della nostra associazione è quello di reclutare il più alto numero possibile di sodi donatori: stiamo sviluppando con fantasia e concretezza la campagna di adesione perché più in tanto siamo e più probabilità esistono che i trapianti vengano eseguiti. Tenga conto che nella fase conclusiva della donazione “post mortem” nascono, lo può ben capire da tutto quello che abbiamo descritto, delle ovvie restrizioni, diciamo così, ad imbuto che finiscono per ridurre la disponibilità di organi da trapiantare. Spero di essere stato chiaro nella descrizione del cammino operativo, anche se mi rendo conto che non è affatto facile. Comunque sia, le ripeto, più in tanto siamo e meglio è per garantire trapianti di organi».Al di là di quanto lei ci ha detto, rimane pur sempre la possibilità di insegnamento da parte dei vostri gruppi comunali nei confronti degli aspiranti donatori.«Giustissimo. E allora ribadiamo che l’associazione si occupa di reclutare, la struttura ospedaliera di gestire espianti e trapianti. Noi come Aido predichiamo ovviamente anche la maggiore facilitazione di accesso all’espianto e lo facciamo nella consapevolezza di mettere a disposizione il maggior numero possibile di organi da trapiantare per salvare vite umane. La materia la conosciamo bene e quindi ci sentiamo autorizzati a fare «politica», questa si, a favore della donazione di organi. Se si meditasse con calma sul concetto della donazione arriveremmo tutti alla conclusione che si può garantire la vita a chi a bisogno di organi nuovi, semplicemente con il nobile gesto della donazione di chi non è più in vita. Anche qui, gira e rigira, è proprio una questione di sopravvivenza, non le pare?».Mi pare, eccome. Ma veniamo a qualche dato di Lodi riguardo i trapianti di organi.«Intanto va precisato che l’Azienda Ospedaliera di Lodi, non disponendo di Neurochirurgia, non può effettuare trapianti, però può effettuare prelievi, cioè fare espianti, La coordinatrice provinciale è la dottoressa Emanuela Cuccia, molto attiva, sensibile ed esperta: si dipende in pratica dal primario di Rianimazione dr. Costantino Bolis e dalla sua equipe. Tenga conto poi che si possono determinare anche degli espianti da donatori spontanei, cioè non soci al momento del decesso, ma che hanno manifestato in extremis il desiderio di donare organi. Posso ricordare, riferito sempre al 2011 che dal nostro presidio sono stati effettuati due prelievi multi organo, 106 prelievi di cornee, 36 prelievi di teste di femore (tessuto osseo), effettuato un trapianto di cornea e quattro innesti di tessuto osseo. Chiariamo che i tessuti, cioè non gli organi vascolari, possono essere trapiantati anche dal presidio di Lodi. Mi pare che il lavoro svolto dal nostro ospedale sia davvero interessante».Torniamo alla vostra attività come Aido provinciale.«Siamo attivi in diverse iniziative, quali la “Giornata del Volontariato”, la presenza a Codogno ad un evento sportivo per marciatori, l’attivazione del progetto “Scintille di vita” a Lodi nelle scuole superiori sui vari temi della prevenzione sanitaria quali incidenti stradali, abuso di alcool e di droghe. Tengo a sottolineare che a questa iniziativa hanno aderito quasi tutti gli istituti scolastici superiori e questo ci fa enormemente piacere. Tra le altre iniziative provinciali aggiungo la fiaccolata con Avis, Admo, Amici di Serena A Lodi, le manifestazioni Dob-Aido a Bergamo, la “Giornata dell’Anthorium”, cioè il fiore utilizzato come strumento per la sensibilizzazione nelle piazze d’Italia. Poi la bella serata di festa al Sayonara di Graffignana intitolata «Passi di danza per la vita»; siamo stati presenti alla cerimonia di beatificazione di don Carlo Gnocchi a San Colombano, il religioso che, come è noto, ha donato i suoi organi. Il progetto nuovo che stiamo elaborando con l’Azienda Ospedaliera si chiama “Ti voglio donare” ed interessa anche questo le scuole del territorio. Siamo partiti con quelle di Lodi, poi Mulazzano, Brembio, Livraga, castiraga vidando, Montanaso. Devo dire che la rispondenza degli alunni è stata davvero buona e confortante. Rilanceremo il progetto a settembre con l’aiuto del Provveditorato agli Studi di Lodi».Lei ci parlava in maniera entusiastica della vostra nuova sede provinciale.«La data della cerimonia inaugurale è fissata per sabato 8 settembre: alle 10,30 è previsto il ritrovo davanti alla nuova sede Aido in via Lungo Adda Bonaparte 5 a Lodi, alle ore 11 la inaugurazione con benedizione, discorsi dei rappresentanti delle associazioni e delle autorità, alle 11,30 il rinfresco conclusivo. Come vede, una cerimonia molto sobria, come amiamo fare noi donatori di organi, dando se mai sostanza alla concretezza per salvare vite umane. Mi piace segnalare, a tale proposito, un pensiero, che è una invocazione religiosa, che abbiamo scritto sull’invito per la cerimonia: «Dammi la gioia di donare, come ha fatto tuo figlio in croce, perché possa rendermi utile nel diffondere l’amore, la speranza e la pace». Guardi che l’invito è letteralmente esteso a tutti quelli che amano questa nostra filosofia di vita».Abbà, ultimissima domanda che amiamo fare a tutti i nostri intervistati: ripensamenti?«Lei si riferisce ovviamente al mio impegno in questo settore. Le risponderò dicendo che mi sbatto da almeno 35 anni per i servizi sociali, cioè per l’aiuto verso chi ha bisogno perché malato ed in difficoltà. Mi sono avvicinato a questo che lei chiama hobby dopo le immancabili riflessioni personale e nell’intento di generare rapporti tra la gente ed a sostegno di chi soffre. Non le nascondo che nutro un debole per chi ha bisogno di aiuto. Morale: rifarei tutto daccapo, anzi cercherei di migliorarmi tagliando gli eventuali «rami secchi», pur sempre interessanti, dei quali mi rendo conto che si poteva fare a meno per aumentare il peso specifico di quello che lei chiama appunto hobby».Luigi Albertini  tratto da il cittadino lodi

Provincia, convocati tutti i sindaci

Una riunione con sindaci, categorie economiche e forze sociali per decidere il futuro della Provincia di Lodi. Il presidente Pietro Foroni ha annunciato che convocherà gli “stati generali” del territorio per elaborare una proposta definitiva da portare al tavolo del Consiglio delle autonomie locali, l’organo che sarà chiamato a elaborare un nuovo progetto di suddivisione della Lombardia alla luce del decreto sulla “spending review”, appena convertito in legge.
Venerdì mattina al Pirellone ci sarà una nuova riunione del Consiglio delle autonomie locali: «Lì si deciderà un piano di lavoro per le decisioni che la legge assegna a quell’organismo – spiega il Presidente Foroni -. Ecco perché subito dopo, e comunque entro la fine della prossima settimana, intendo riunire in assemblea tutti i sindaci dei Comuni del Lodigiano, presso la sala dei comuni nella sede di via Fanfulla». La data esatta verrà indicata solo nei prossimi giorni in modo da raccogliere il maggior numero possibile di adesioni e quindi centrare l’obiettivo del massimo coinvolgimento territoriale, fanno sapere da palazzo San Cristoforo. «Saranno coinvolte anche le categorie imprenditoriali dei diversi settori produttivi, i sindacati e le principali forze sociali e culturali, per rendere il più partecipato possibile – chiarisce ancora il Presidente Pietro Foroni – l’iter che dovrà portarci a costruire il progetto di Lodigiano che vogliamo». tratto da il cittadino lodi