La Provincia di Lodi sta lavorando bene e sta rimediando alle cose non fatte o fatte male dal centrosinistra quando era al governo del territorio: Guido Guidesi, segretario provinciale della Lega nord, non ha peli sulla lingua. Amministrazione Foroni, ex giunta Felissari, discariche, inceneritore, mafia, logistica e immigrazione: il rappresentante del Carroccio non si sottrae a un’analisi a tutto campo a quasi due anni dal cambio di maggioranza a Palazzo San Cristoforo; e parla anche degli alleati nel centrodestra dopo la spaccatura codognese che ha portato alla presentazione di tre liste nell’area che era stata quella di una ultradecennale alleanza fra Lega, Pdl e Udc.Codogno è la città più importante che va al voto dopo il cambio della guardia in Provincia: lo schieramento che ha conquistato, forse inaspettatamente, la guida del territorio poco più di un anno e mezzo fa si sfalda in quella che sembrava la roccaforte del centrodestra locale. Cosa è successo?«Abbiamo partecipato all’amministrazione comunale uscente con una rappresentanza limitata: due assessori e un consigliere comunale. Rispetto a quell’esperienza, dal nostro punto di vista, i tempi sono cambiati e la città di Codogno ha domande ed esigenze diverse rispetto al passato, di metodo, di rinnovamento. Abbiamo riscontrato tutto ciò confrontandoci con la società civile e abbiamo chiesto agli alleati di valutare questi cambiamenti con noi. Ma un diktat partito a livello regionale dal Pdl ha indicato come unico candidato possibile il sindaco uscente (Emanuele Dossena, ndr), di cui non condividevamo il metodo amministrativo, convinti che servisse altro».Questa spaccatura non rischia di stravolgere anche il quadro provinciale?«No, il quadro generale non cambia. Dove siamo insieme abbiamo dimostrato di saper amministrare bene, soprattutto in Provincia. C’è un’ottima sinergia tra gli amministratori del Pdl e della Lega e a livello politico ognuno rispetta le scelte dell’altro. Voglio comunque precisare che siamo stati gli ultimi a ufficializzare la corsa solitaria a Codogno, dopo che il Pdl si è spaccato in due e ha deciso di ricandidare un sindaco che, faccio notare, ha con sé un solo esponente della giunta precedente: questo aspetto dovrebbe far riflettere più d qualsiasi altra cosa».Il rischio per voi è però quello di far vincere il centrosinistra...«Noi siamo convinti di potercela fare. Abbiamo fatto un passaggio importante di apertura alla società civile e ne è nata una lista valida, di gente molto motivata. Il nostro candidato sindaco (Enrico Sansotera, ndr) è una persona preparata, un professionista con alle spalle un’esperienza anche in campo amministrativo, che crede nello spirito di gruppo con cui abbiamo impostato il lavoro. Sì, siamo convinti di poter vincere, e anche bene».Nella vicina Casalpusterlengo, l’altra “capitale” della Bassa, dove governate con Pdl e Udc dal 2009, ci sono parecchi fronti polemici di forte tensione tra centrodestra e centrosinistra: la logistica, la moschea e ora il progetto di un inceneritore. Su quest’ultima vicenda, che ha creato molta preoccupazione in città, la Lega provinciale ha già discusso?«Lo faremo sicuramente a breve. Comunque, non sono un tecnico ambientale o un ingegnere, ma so per certo che non si tratta di un inceneritore, perché gli impianti di quel tipo sono fatti in modo diverso e hanno altre dimensioni. Faccio poi due precisazioni: intanto, nessuna amministrazione comunale può evitare a dei privati di presentare progetti allo sportello unico di un comune per un insediamento; inoltre, questa pratica molto normale non può essere strumentalizzata dalla sinistra come è stato fatto: non è raccontando falsità che si può far politica».Secondo qualcuno il fatto che l’ex assessore Marzio Rossetti, ritenuto molto vicino al Carroccio pur essendo stato eletto nella lista Pdl, abbia sostenuto questo intervento, lascia intendere che l’insediamento sia “targato” Lega...«Non c’è alcun interesse della Lega in questa vicenda. Se qualcuno lo pensa davvero non deve far altro che denunciarlo ufficialmente. Ma chi metterà in circolazione voci insensate, sappia che poi dovrà risponderne, anche legalmente. Non può essere messa in dubbio l’onestà di persone che amministrano per la città e in nome e per conto della Lega».Ma la vostra posizione sull’impianto qual è?«Io personalmente non so valutare se e quanto sia pericoloso, ma so che l’amministrazione comunale ha chiesto agli organismi competenti di fare delle verifiche tecniche e so che la Regione Lombardia ha sospeso l’iter per chiedere all’azienda di presentare l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr), per completare le valutazioni di impatto. Posso, però, assicurare che se a livello tecnico quel progetto risulterà incompatibile con il territorio di Casale, la Lega sarà la prima a opporsi». Si lamentano troppi silenzi.«Su questa vicenda non è stato nascosto nulla e il fatto che si usi una pratica quotidiana come quella di un imprenditore di sottoporre un progetto a un normale iter autorizzativo per scatenare la bagarre politica, non è accettabile. Qui, però, è accaduto, addirittura con il segretario di un partito politico (Federico Moro del Pd) che si è messo alla guida di un comitato nato per opporsi a una cosa che non si è deciso nemmeno di fare!».E quindi...«Ribadisco che se verrà ravvisata la sia pur minima pericolosità del progetto, ci opporremo e chiederemo agli amministratori di Casale di fare lo stesso. Siamo tutti d’accordo che se quell’impianto è pericoloso non si farà, non c’è bisogno di Fabrizio Santantonio (consigliere regionale Pd, ndr) o di fare del cinema. Ribadisco e spero di essere chiaro: l’impianto è pericoloso? Non lo si farà!».Cosa ne pensa del maxi insediamento di logistica che si vorrebbe realizzare a Vittadone? C’è chi sostiene che lo sosterrete in virtù di un accordo fra voi e l’imprenditore, il cavalier Silvano Chiapparoli, che vi sarebbe vicino...«Non c’è bisogno che vi dica io che Chiapparoli non è leghista. La realtà dei fatti è che quel progetto era presente in comune da tanti anni e il centrosinistra non si era mai preso nemmeno le briga di rispondere. So che l’attuale amministrazione provinciale ha incontrato l’imprenditore per offrirgli la possibilità di usare altre aree dismesse, non a Casale, nell’ottica del protocollo sulla logistica che è stato approvato e che in maniera chiara individua i poli per futuri insediamenti produttivi. Di sicuro, così com’è, quel progetto non risponde ai criteri con i quali amministriamo e in particolare a quello della tutela del territorio. Spero sia chiaro anche questo».Ma a Casale la giunta si stia muovendo per portare nuove imprese e quindi nuove opportunità di lavoro.«L’amministrazione comunale da quando si è insediata sta lottando con una situazione di bilancio molto difficile ricevuta dal passato e si è preoccupata di salvare il comune dal dissesto. È ovvio che ora che ha rimesso in carreggiata la macchina, si preoccupi anche di creare nuovi posti di lavoro ed è altrettanto ovvio, però, che lo farà con testa e lucidità. Guardi, al sindaco Flavio Parmesani non si riconoscono tante cose che sta facendo, ma vorrei ricordarne una in particolare: la disposizione che impone alle attività di logistica che sul territorio fanno uso di manodopera in cooperativa di applicare lo stesso contratto nazionale del settore. Mi sembra una tutela importante sul fronte del lavoro».A Casale la Lega è associata anche al no alla moschea.«Noi l’abbiamo chiusa e vogliamo tenerla chiusa. Battaglieremo fino alla fine. Chi conosce qualcosa di Islam, sa che gli islamici non hanno bisogno di un luogo di culto per pregare; questo, unito al fatto che ci sono atti giudiziari che attestano come le moschee, vedi quello che è accaduto a Cremona, diventano luoghi di istigazione al terrorismo, dovrebbe far riflettere tutti. Non può passare l’equazione “moschea uguale chiesa cattolica”; non è assolutamente così. Qui non le vogliamo».Intanto però il sindaco di Lodi propone il voto agli stranieri...«È un’idea che non sta né in cielo né in terra. Non so come un sindaco possa sostenere una cosa del genere. Me lo sarei aspettato da un segretario di Rifondazione comunista che non avesse esperienza amministrativa, ma Lorenzo Guerini conosce bene i problemi amministrativi e gli effetti che può causare un’immigrazione incontrollata. Si integrano solo le persone che lo vogliono fare davvero, le altre vogliono delinquere».Non rischiate di passare per razzisti?«Le nostre posizioni razziste? Noi amministriamo Treviso da 20 anni e Treviso, secondo dati ufficiali e non certamente diffusi da noi, è la città in Italia con la più alta capacità di integrazione: vuol dire che il nostro metodo funziona. Far rispettare le regole significa agevolare chi si vuole integrare e nel contempo tutelare la sicurezza dei nostri concittadini».E questo cosa centra con Casale?«Casale è l’esempio lampante di questa situazione nel Lodigiano: la politica delle porte aperte indiscriminatamente a tutti varata dal centrosinistra ha causato danni grandissimi. A Casale succedeva di tutto. L’unica soluzione della giunta precedente, che adesso sostiene anche il candidato sindaco del centrosinistra a Codogno, era quella della consulta degli immigrati: vogliono ridurre Codogno come hanno fatto con Casale? Non ce la faranno, perché a Codogno vinceremo e il sindaco sarà Enrico Sansotera. E noi tuteleremo i codognini! Come a Casale: con Parmesani i controlli si fanno in continuazione e chi non ha i documenti in regola, fuori dalle balle! Non è una questione di ospitalità, ma di reale volontà di integrazione». Non le sembra che nel Lodigiano tutta la partita della gestione degli immigrati provenienti da Lampedusa sia stata gestita con molta confusione?«Diciamo le cose come sono andate. Sabato sono arrivati in Lombardia 204 immigrati e la prefettura di Milano li ha distribuiti secondo le disponibilità offerte dalle prefetture delle singole province, dove gli stranieri sono stati accompagnati dai volontari della Protezione civile, cui va il nostro plauso per la disponibilità che dimostrano sempre. Sui singoli territori è stata valutata la disponibilità dei comuni e non è probabilmente un caso che nel Lodigiano si sia trattato solo di amminisrazioni governate dal centrosinistra. Ciò che è mancato è stata la comunicazione».In che senso?«Nel senso che non è possibile che la prefettura di Lodi su questa vicenda non si sia coordinata con la Provincia. È successo, ma non doveva accadere. Comunque, tutti i tunisini arrivati in Italia hanno espresso il desiderio di andare in Francia e non vogliono certo fermarsi qui. Dobbiamo ringraziare che ci sia stato un ministro come Roberto Maroni a gestire in maniera egregia tutta la vicenda degli stranieri provenienti dal nordafrica: le opposizioni hanno solo strumentalizzato prima il suo allarme e poi il fatto che quell’allarme si sia dimostrato fondato».Torniamo alla Provincia: che bilancio tracciate di questa prima parte di amministrazione Foroni?«Un bilancio assolutamente positivo, soprattutto se raffrontato con il passato. In questi due anni, oltre ad affrontare tante questioni nuove, abbiamo risolto anche parecchie vicende che ci erano state lasciate in eredità dall’amministrazione precedente... Prima di insediarci avevamo la percezione netta di non condividere ciò che era stato fatto dal centrosinistra; poi, abbiamo avuto la sorpresa di scoprire che in realtà non era stato proprio niente! Una cosa che ci ha lasciato di stucco. E pensare che tra le partite sospese c’erano cose decisive come la discarica di Senna e la convenzione per la centrale di Turano-Bertonico. Abbiamo cambiato la mentalità della Provincia».Cioè?«Oggi quella di Lodi è una Provincia attiva, viva, che fa tante cose ed esercita un ruolo di coordinamento territoriale che prima non esisteva. È la conferma che l’identità provinciale di cui parlavamo in campagna elettorale è nata e sta crescendo piano piano. Grazie anche al presidente Foroni che passa tanto tempo in mezzo alla gente, confermando che quella leghista è una politica della gente, non del Palazzo».Quale considerate uno dei vostri successi maggiori?«Aver intrapreso una strada innovativa e moderna per i rifiuti, dopo tutto quello che era successo nell’ufficio ambiente provinciale all’epoca della giunta precedente. Grazie all’accordo con A2A illustrato dal presidente Foroni e grazie anche al lavoro fatto da Oscar Ceriani, presidente di Eal, riusciremo a non fare nuove discariche nel Lodigiano e a non ampliare quella di Cavenago, come invece era previsto dal piano rifiuti della vecchia amministrazione. Non solo. Abbiamo proposto una soluzione che completa il ciclo dei rifiuti lodigiani, che verranno bruciati in inceneritori della Lombardia: un ciclo chiuso, a vantaggio dell’ambiente e senza aumenti delle tariffe. Un successo incredibile».Ma sui rifiuti ci sono tante ombre: gli incendi degli impianti di smaltimento, l’attenzione dell’Antimafia e la stesso commissione provinciale d’indagine sono tutti segnali di qualcosa che non va.«È evidente. E il lavoro dell’amministrazione provinciale, con un cambio netto nella gestione dei rifiuti, ha probabilmente fatto emergere proprio le cose che non andavano. La commissione provinciale servirà solo se saprà lavorare in un certo modo, ecco perché mi complimento con Foroni per aver scelto di inserirvi anche il tenente Luigi Angiolini, l’ex comandante della compagnia carabinieri di Codogno, una persona molto preparata, di cui ho personalmente grande stima e che ha sempre lavorato per la sicurezza del territorio. È giusto che la commissione valuti con grande attenzione tutto quanto è stato fatto, perché i problemi di oggi hanno radici nel passato, non è possibile negarlo. Finché ci sarà la Lega al governo del territorio, combatteremo ogni mafia: per chi vuole delinquere non c’è spazio nel Lodigiano».L’Antimafia parla di pesanti infiltrazioni della ‘ndrangheta in tutta la Lombardia: una “cappa” che avvolge anche il Lodigiano?«In realtà, nella vita quitidiana questo sentore non c’è, ma gli incendi non accadono per niente. Bisognerà valutare bene ogni aspetto. Non credo però che qui da noi si possa parlare di ramificazioni così importanti; certo è che non bisogna mai abbassare la guardia».Stop alla discarica di Senna: una vittoria vostra, come avete sempre sostenuto, o un successo dell’intero territorio, come sostiene il centrosininistra, che ricorda come il vincolo paesistico fosse stato proposto in un ordine del giorno del Pd in provincia?«Gli ordini del giorno contanto poco. Quelle che contano sono le determine e le prese di posizione della giunta. La discarica di Senna è stata fermata grazie a un’idea della Lega nord proposta da Foroni quando neppure era presidente: dichiarare quell’area incompatibile con una discarica. L’amministrazione Felissari non ha fatto assolutamente nulla, se non presenziare alle manifestazioni dei cittadini, per strumentalizzarle. Eravamo ancora all’opposizione quando siamo andati in assemblea davanti a 400 persone, insieme al nostro capogruppo in Regione, dicendo ciò che volevamo fare e promettendo che ci saremmo impegnati per non far realizzare la discarica. La gente ci ha creduto e noi lo abbiamo fatto davvero. Siamo dovuti intervenire noi perché non si corresse il rischio di finire come per la centrale di Turano-Bertonico».Ovvero?«All’esterno, l’amministrazione provinciale di centrosinistra si dichiarava contraria all’impianto, poi dalle carte abbiamo invece scoperto che i comuni di Turano e Bertonico, entrambi di sinistra, avevano già messo a bilancio gli oneri di urbanizzazione e che nelle documentazioni urbanistiche non esistevano dinieghi a un insediamento del genere. Non solo: nell’ultimo Consiglio dei ministri del governo Prodi, il ministro Bersani, attuale segretario nazionale del Pd, aveva inserito fuori sacco l’autorizzazione ambientale per la centrale. Sono tutte cose pubbliche, a disposizione di chi le voglia verificare».Sui rifiuti, abbiamo registrato anche la recente relazione del presidente leghista di Eal al consiglio provinciale, in cui si demoliscono le gestioni precedenti delle aziende pubbliche e delle partecipate. Relazione che ha suscitato parecchi malumori.«Mi risulta che nessuno abbia attaccato Oscar Ceriani attraverso la stampa, segno che ciò che ha detto è la verità. Anzi, mi risulta che lo stesso Felissari, in consiglio provinciale, abbia detto di voler vedere le carte... Ma c’è bisogno che chi è stato presidente della Provincia per cinque anni e che avrebbe dovuto coordinare il lavoro delle partecipate, abbia bisogno di “vedere le carte” oggi per sapere quello che è successo? Dove è stato lui in quegli anni? La verità è quelle illustrata dal presidente di Eal e cioè che il centrosinistra ci ha lasciato una situazione allucinante, imbarazzante direi, con buchi di bilancio e patti parasociali che erano a totale svantaggio dell’ente pubblico. Il lavoro di Ceriani è invece fortemente proiettato a cambiare la situazione».Per il futuro il Lodigiano dichiara di voler puntare molto su Expo, ma non c’è la sensazione che sull’Esposizione universale di Milano ci si stia muovendo a rilento? Ci sono i ritardi che qualcuno denuncia?«Sicuramente non siamo in ritardo, visto che la newco per l’acquisizione delle aree è stata costituita l’altro giorno. Non so se l’amministrazione provinciale precedente abbia fatto del lavoro in merito e se abbia lasciato dei progetti in sospeso. Spero, però, che non si tratti della stessa eredità degli altri settori, che ci costringerà anche qui a ribaltare tutto! In realtà, il dato certo è che il presidente Foroni ha firmato un protocollo d’intesa con il sindaco di Milano, un aspetto che il centrosinistra si era del tutto dimenticato, e ora c’è un atto ufficiale che ci lega a Expo, non solo slogan e parole. Quella manifestazione potrà rappresentare una buona occasione per il territorio, visti anche gli spunti sul fronte agroalimentare che propone, campo nel quale il Lodigiano, grazie anche al Parco Tecnologico Padano, è a livello di eccellenza in Europa».Ci sarà una spinta economica per il Lodigiano e per il turismo in particolare?«Ripeto, di sicuro è un’opportunità, soprattutto con l’attenzione e lo sforzo di tutti, sicuri tra l’altro che la presenza di Andrea Gibelli nel ruolo di vicegovernatore lombardo, lui che è leghista e lodigiano, ci garantirà opportunità di informazione sicuramente maggiori su ciò che potremo fare. Ma al di là di Expo, credo che questa amministrazione stia già facendo tanto per far conoscere il Lodigiano, attraverso la pubblicità alle sue iniziative, il rilancio della Rassegna gastronomica, la valorizzazione del marchio Terra Buona. Io stesso, che lavoro a Milano, posso garantire che c’è un riscontro importante».Centrale oggi e in futuro sarà il nodo dei trasporti e dei collegamenti tra il Lodigiano e Milano. Ma la Tem sembra far discutere, anche nel centrodestra.«Non conosco tecnicamente la posizione di Zelo in particolare, ma a me risulta che per quanto riguarda il Lodigiano le cose siano chiare e a posto. Sulle compensazioni, gli accordi dovranno essere rispettati tutti, ma sono tranquillo perché so che Foroni si sta muovendo a tutela di queste situazioni. Di sicuro la tangenziale esterna risponde a un’esigenza vera lombarda. Così come essenziale sarà il prolungamento del metrò fino a Paullo: per i pendolari lodigiani avere uno sbocco metropolitano a una decina di chilometri dal capoluogo sarà importantissimo. Facciamo rispettare gli accordi presi e soprattutto le amministrazione comunali si muovano per tutelare il territorio adiacente alla futura Tem in maniera tale che non diventi un’occasione per alcuni costruttori… C’è già troppo cemento in quella zona, servono maggiori e migliori mezzi di collegamento con la metropoli adesso».Renato Goldaniga PUBBLICATO DA IL CITTADINO LODI ED. 22/04/2011