Manovra bis, ora sì che la faccenda si complica. Proprio quando le forze politiche sembrano aver trovato la quadra per la legge elettorale, ecco che
il governo Gentiloni diventa improvvisamente più debole. E la sua fragilità si manifesta proprio sul tema che in questi sei mesi ha messo più alle corde l’esecutivo:
i voucher.
Come si ricorderà, infatti, il governo ha di fatto disinnescato il referendum proposto dalla Cgil tramite
un’abolizione anticipata, che ha scongiurato il ricorso alle urne per esprimersi sui buoni di lavoro accessorio.
La decisione del presidente del Consiglio Gentiloni e del ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stata quella di
eliminare tour court lo strumento dei voucher, senza introdurre nuove formulazioni o tipologie intermedie, in grado di rendere comunque utilizzabile questo sistema di
prestazione occasionale, molto utile per l’emersione del lavoro nero ma abusato al punto di mantenere i collaboratori in uno stato di precarietà permanente.
Tempo poche settimane e nella presentazione del Def, che ha accompagnato l’arrivo della cosiddetta
Manovra Bis ora alla Camera, si è pensato di reintrodurre,
insieme a varie misure di contenimento della spesa e altri interventi, anche i voucher 2.0. Ecco di cosa si tratta.
I nuovi voucher: PrestO
L’acronimo è di semplice lettura: “Prestazione Occasionale”, che è stato introdotto con un emendamento al decreto “Manovrina”.
La nuova natura dei voucher riguarda
ambiti famigliari e imprese, ivi comprese quelle al di sotto di 5 dipendenti, purché questi abbiano tutti contratto a tempo indeterminato.
Vengono previsti, nell’emendamento,
due limiti di importo: quello per il datore di lavoro non può superare i
5mila euro annui, mentre per il lavoratore, l’importo sarà esattamente lo stesso, ma con lo stesso committente non si potrà avere più della metà dei compensi. In pratica, prestazione massima consentita 2500 euro, da considerarsi esente da tassazione. Questo tetto, però, sale di un quarto a 6250 euro se la prestazione è svolta da pensionati, giovani under 25 se studenti, o anche disoccupati o fruitori di reddito di sostegno.
Ciò che viene mantenuto uguale per tutti, rispetto alla ormai svanita formulazione dei voucher aboliti, è la copertura assicurativa Inail e quella
previdenziale come versamento dei contributi di gestione separata. Si introduce il principio del riposo giornaliero o settimanale e delle pause, ma nessun accenno nel decreto a ferie, maternità o malattia.
Per accedere alle prestazioni, sarà obbligatoria la doppia registrazione di datore di lavoro e lavoratore nella
piattaforma online gestita dall’Inps, che si occuperà di gestire i pagamenti in formato completamente elettronico.
Le famiglie, dal canto loro, potranno acquistare un
libretto nominativo che abbia una funzione identica di una carta prepagata, per attingere alla retribuzione di alcuni specifici tipi di prestazioni: piccoli lavori domestici come giardinaggio o pulizia, assistenza domiciliare, insegnamento supplementare, bonus baby sitter.
La retribuzione riconosciuta è di
10 euro l’ora netti, che diventano 12 per effetto della gestione separata Inps, dell’assicurazione e degli oneri gestionali. La vecchia versione dei voucher prevedeva invece che il compenso fosse pari a 10 euro lordi, che diventavano 7,50 al netto per il lavoratore.
Per le imprese, invece, sarà vigente il contratto PrestO, tramite cui l’azienda dovrà versare quanto preventivato per le prestazioni di tipo occasionale. Qui la retribuzione scende a 9 euro netti, con contributi e assicurazione che rimangono a carico del lavoratore. Ciò che devono fare le imprese è trasmettere entro un’ora dall’inizio della prestazione i dati anagrafici del lavoratore prescelto per la prestazione occasionale, oltre al luogo di svolgimento della stessa, data e ora di inizio e di conclusione. Il compenso minimo è di 36 euro a giornata, per prestazioni non inferiori a 4 ore continuative.
Il pagamento al lavoratore avverrà entro il giorno 15 del mese successivo e, in caso di sforamento dei tetti previsti, il contratto dovrà trasformarsi automaticamente a tempo indeterminato. Per chi violi gli obblighi, sanzioni da 500 a 2500 euro.
Ma c’è aria di crisi…
Fin qui, il profilo dei nuovi voucher. Il problema, però, è
cosa accadrà in Parlamento. Sebbene alla Camera, dove si trova attualmente il provvedimento, il governo non corra troppi rischi, si è deciso di porre immediatamente la questione di fiducia, forse per accelerare i tempi. Ma i
l vero banco di prova arriverà nei prossimi giorni al Senato, dove i numeri risicati della maggioranza, e la rivalsa dei partiti minori tenuti al di fuori della trattativa sulla legge elettorale, potrebbe costituire una trappola per il premier Gentiloni. La manovra andrà convertita in legge
entro il 24 giugno, pena la decadenza.
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