vi allego la mia risposta che manderò ai giornali per la pubblicazione.
sotto trovate la risposta di una cittadina a laura coci,
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Egr. direttore,
la missiva del 22 luglio della signora Monica Lotto in riferimento alla questione della immigrazione e delle lettere di Laura Coci meritano un commento incisivo nella tematica trattata. Finalmente,una persona molto colta ed informata dei fatti veri della immigrazione, visto che ha vissuto in prima persona in Africa le vicende trattate con pervicacia e tanta demagogia dalla signora Coci ha risposto con dovizia di particolari e di analisi circostanziata. Ne abbiamo le tasche piene di quelle missive che sistematicamente vengono proposte a piene mani come se fosse un dogma occuparsi della immigrazione clandestina e non di quella ordinaria. Serve un approccio corretto alla realtà complessa dei fatti della vita quotidiana: anche io ho attaccato queste missive che nascondono una verità di fondo: accogliere in questo modo non è confacente per nessuno, l’integrazione deve avvenire con le volontà che si incrociano fra offerta e domanda, cioè anche con le reali possibilità finanziarie degli enti locali, che poi di fatto devono subire queste politiche passive improprie o improvvise. Chissà perché quando si parla di queste politiche i soldi pubblici devono essere ampiamente a disposizione mentre per gli anziani o i disoccupati lodigiani si fatica a fare delle politiche nella direzione corretta: non è una questione di tagli verticali dello stato ma di pianificazione con urgenze per la vita dei cittadini lodigiani, che sono il 90 pct della popolazione. Potrei citare fatti successi in alcuni comuni del lodigiano, dove alcuni lodigiani sono stati trattati in maniera differente, cioè quasi come fossero degli extracomunitari , con un certo “razzismo al contrario?” , ma per fortuna è ora di capire che le politiche di aiuto migliori sono quelle che si fanno “ a casa loro”, dando potenzialità di sviluppo e di aiuto concreto nei propri paesi di origine, con collaborazioni umanitarie a tutto raggio che spaziano dal sociale all’industriale. Chi viene qui dovrebbe avere in primo luogo la volontà di integrarsi culturalmente, ma soprattutto per essere accolto nella maniera corretta dovrebbe avere un lavoro, una dimora e una possibilità di sostentamento minimale, in grado di sopravvivere nella società contestuale urbana. Ciò non vuol dire non aiutare chi è in difficoltà, ci mancherebbe, ma ciò vuol dire che la rete di protezione deve essere limitata a brevi periodi a cui devono seguire politiche certe e certificate con inserimenti nella società controllati e seguiti. Invece chi fa missive come la Coci, fa solo “pelosa ideologia pseudo-politica” che denuncia problemi, chiede responsabilità agli altri ma non dice con quali soldi pubblici bisognerebbe finanziare il tutto. Con altre tasse ai lodigiani? Se lo scordi: le risorse vanno pianificate al meglio e se proprio vuole, come già citato dalla signora Lotto vengano adottati da chi sostiene queste posizioni. Accoglienza si, ma con intelligenza e senza ideologia! Aiutare è un dovere ma si inizi dalla base!
Alfredo ferrari
Cons. provinciale
Lega nord padania
Luglio 23 2011
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IMMIGRAZIONE
Perché la Coci
non ospita
lei i profughi?
n Gentile Redazione , oggi ho
letto attentamente l’articolo di
Laura Coci dal titolo “L’altra
Italia che punisce gli ultimi”.
Titolo importante e vero se si
analizza da svariati aspetti; tut
tavia mi permetto di dissentire
quando, di fronte alla Tragedia
dell’Italia Paese Fallito, mi do
mando se la S.ra Coci ha mai fat
to caso al numero di Suv che cir
colano nella città di Lodi, parla
re di povertà appare iniquo.
Una città che vanta un numero
formidabile relativo agli inci
denti, città indisciplinata dove
chiunque con la bicicletta può
andare dove vuole anche sulle
strisce o spesso contromano ed a
tutta velocità in zona a traffico
limitato... “Magari” il giornale
dovrebbe segnalare un po’ di più
questi aspetti antisociali e peri
colosi della città ancor prima di
pubblicare che “gli Ultimi” sono
sempre e solo i Poveri Migranti .
Credo che la S.ra Coci, a diffe
renza mia che ho vissuto per
ben 6 anni in Africa ed aver avu
to un padre che ci è morto dopo
40 anni di aiuti e di vita in Afri
ca fra Nigeria, Kenya, SudAfri
ca, Sudan etc... l’Africa l’abbia
vista molto probabilmente solo
in tv o semmai da un villaggio
turistico per gonzi, coloro i qua
li non hanno mai visitato Pom
pei , ma vanno in Kenya...(non è
il caso della Coci per carità) ma
per scrivere, non bisogna solo
aver letto libri, ma visto di per
sona .
Dire che fuggono da una guerra
è falso, falsissimo, le guerre fra
tricide le hanno da sempre; da
oltre 60 anni li aiutiamo in ogni
modo, non hanno imparato altro
che scannarsi fra loro.
Fuggono, è vero fuggono da un
paese ricchissimo, oro, diaman
ti, petrolio, gas, smeraldi, ura
nio e molto altro ancora. Fare
grande il proprio paese non è
scappare, ma è fare ciò che han
no fatto gli italiani con gli au
striaci: una carneficina, una ri
voluzione per un paese libero.
Libero... francamente io ora
preferirei essere sotto agli au
striaci che ad un milione di par
lamentari fannulloni, ma questo
è un mio parere personale.
Piantiamola col dire che anche
gli italiani sono stati un popolo
di migranti, vero, ma partivano
con un regolare biglietto di 3
classe, gli italiani da clandestini
non si sono mai recati da nessu
na parte.
Inoltre credo che la S.ra Coci
forse soffra di daltonismo in
quanto le domando se li ha guar
dati bene i libici, perchè quelli
che arrivano sono provenienti
dall’Africa subsahariana, i libi
ci sono di carnagione assai chia
ra, quelli che giungono alle no
stre coste non mi sembra.
La signora Coci dovrebbe indi
gnarsi di fronte ai trafficanti di
esseri umani perché chi ha vis
suto l’Africa, sa molto bene che
soggetti “PAGATI” profumata
mente da alcune organizzazioni
si aggirano per i villaggi a reclu
tare esseri umani , promettendo
loro l’Eldorado Italia, dietro lau
to compenso. Li trattano come
animali da macello, questi mer
canti di schiavi, per scaricarli
nelle nostre coste abbandonan
doli ad una vita molto peggiore
di quella che gli è appartenuta
nel paese d’origine.
Qui che fare cosa? Non conosco
no la lingua, sono forse idrauli
ci? elettricisti? falegnami? pa
nettieri?
Nulla, non sanno f are nulla
quindi sono facile preda e mano
valanza a basso prezzo per la
criminalità, è inevitabile, o la
prostituzione per le donne.
Inutile negarlo, chi lavora rego
larmente, dati alla mano, sono
una parte minimissima rispetto
alle presenze in Italia. Altra ver
gogna è che in nessun altro pae
se d’Europa, nei quali spesso mi
reco, si vedono persone, perché
tali sono, abbandonati al loro de
stino, a bivaccare di fronte alla
Coop, o nel parcheggio dell’ospe
dale oppure dovunque ci sia un
parcheggio. Vendere merce con
traffatta quando va bene, in bar
ba a tutte le leggi, tasse, contraf
fazione criminale etc. Non ho
mai visto un vigile multare chi
acquista merce irregolare. Non
possiamo pensare solo all’acco
glienza, ma è un mercato inde
gno, umano, che va stroncato a
monte. I popoli vanno aiutati
nei loro luoghi soprattutto attra
verso l’istruzione .
In ultima battuta , consiglierei
all’indignata S.ra Coci , che se
prova così tanto dolore per que
sti soggetti, può anche impe
gnarsi per sollevarne un paio
dalla strada, se ha una stanza in
più , perchè non si porta a casa
una mamma con un bambino
appena sbarcati? (profughi di
guerra a suo dire) e garantisce
loro vitto e alloggio, sicuramen
te non sarebbero per la strada
ad essere i poveri fra i poveri,
ma provvederebbe a salvarne
un paio, o magari di più se ha
una casa grande, magari una
bella villetta, ce ne stanno 5 o 6 e
non 2 soli.
Altra cosa che avrebbe dovuto
scrivere da indignata sarebbe
stata quella di invitare tutte le
persone ben pensanti e dispen
satrici di dardi infuocati verso
una società cattiva che fa soffri
re ad adottare ognuno in casa
propria un po’ di profughi e sfa
marli, quante persone è possibi
le a seconda dello spazio dome
stico .
È facile puntare il dito, dovreb
bero proporre ed iniziare a fare.
Malgrado tutti i libri citati e si
curamente letti, si è dimenticata
di menzionare i particolari so
pra descitti.
Soprattutto appena li scarcera
no, anziché farli ritornare per la
strada, si impegni a rieducarli,
li ospiti a casa propria, li istrui
sca e quant’altro. Come faceva
Don Benzi. Ci provi Signora Co
ci.
Ogni ben pensante adotti un
profugo od un povero ex carce
rato profugo, magari per stupro
in attesa di giudizio in casa pro
pria. Si dimezzerebbero la po
vertà e la diseguaglianza. Lo
chieda al sindaco il permesso o
a chi di dovere visto che scrive
sul giornale...
Cordiali saluti
Monica Lotto
21 luglio 2011