Come fare per avere una pensione più alta
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Ecco i modi per ottenere una pensione più alta e cosa fare se l’importo della pensione vi risulta troppo basso
Il momento in cui il
lavoratore potrà godere del meritato riposo si fa sempre più lontano: l’età del
pensionamento, infatti, si innalza sempre di più. Quando, però, la tanto attesa data arriva, il pensionato si domanda
dove e come può vedere la propria pensione.
Ebbene, il portale web dell’Inps prevede un apposito servizio online
per consultare il cosiddetto cedolino della pensione (per tutti i
dettagli leggi:
Inps: dove vedere la pensione?, sugli altri servizi online predisposti dal sito dell’Istituto, leggi:
Inps: come calcolare la pensione futura,
Inps: dove trovare il Cud?,
Inps: dove vedere i contributi versati).
Ma
cosa fare per ottenere una pensione più alta?
La risposta sembra scontata: versare più contributi e quindi spendere
di più. Ma non sempre questo è necessario: vi sono difatti diversi modi
per sfruttare meglio i contributi già versati. Di tanto abbiamo parlato
nell’articolo
Come ottenere una pensione più alta.
È possibile, inoltre, aumentare la pensione anche quando questa è stata
già liquidata, ad esempio chiedendone il ricalcolo o la ricostituzione,
oppure il supplemento di pensione. Per conoscere quali sono
tutti i modi per ottenere una pensione più alta, consigliamo la lettura dell’articolo appena citato (
clicca qui).
Cosa fare, però, se l’importo della pensione vi risulta comunque troppo basso? Ecco le risposte.
Cosa fare se la pensione è troppo bassa?
Sul punto è bene sapere che per ottenere una pensione più alta è anche possibile fare
ricorso all’Inps.
Ed infatti, chi è iscritto all’Assicurazione Generale Obbligatoria
(Ago), alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, alla Gestione
Separata e alle forme esclusive dell’Ago
ha diritto a
particolari forme di tutela di natura amministrativa: può cioè ricorrere
a un organo dell’Inps per farsi rimborsare ciò che gli spetta ed
ottenere così una
pensione più alta.
Gli stessi rimedi amministrativi sono utilizzabili da dipendenti e
pensionati della pubblica amministrazione in materia di trattamenti di
fine servizio (Tfs), trattamenti di fine rapporto (Tfr) e assicurazione
sociale vita (pensione). Ecco i dettagli .
Ottenere una pensione più alta: il ricorso all’Inps
Per farsi rimborsare ciò che gli spetta, il
pensionato dovrà
innanzitutto indicare il provvedimento che ritiene lesivo del proprio
diritto; esporre brevemente la vicenda amministrativa che lo riguarda;
individuare i motivi a sostegno della propria domanda di modifica,
revoca, sospensione o annullamento del provvedimento stesso, oltre ad
allegare i documenti utili alla risoluzione della controversia. Il
ricorso può essere sottoscritto direttamente dal pensionato o da un suo
rappresentante cui sia stato conferito mandato.
Il ricorso contro i provvedimenti dell’Inps
Il ricorso contro i provvedimenti dell’Inps deve
essere diretto allo specifico organo, centrale o periferico, competente
a decidere la controversia: ad esempio, per contestazioni che
riguardano i contributi dei lavoratori dipendenti iscritti al Fpld
(Fondo pensioni lavoratori dipendenti), il ricorso va fatto al Comitato
Amministratore del Fondo competente per territorio, mentre per gli
iscritti ed i pensionati della pubblica amministrazione ci si deve
rivolgere ai Comitati della Gestione Dipendenti Pubblici.
Per inviare il ricorso amministrativo, ad ogni modo, il canale è
unico, sia per i dipendenti pubblici che per i lavoratori del settore
privato; il ricorso, infatti, può essere inviato:
- per i soggetti in possesso di pin dell’Inps (leggi in proposito: Come ottenere Pin dell’Inps?), di carta nazionale dei servizi o di identità unica digitale Spid, dal sito dell’Istituto, sezione Servizi per il cittadino, Ricorsi online;
una volta effettuato l’accesso alla sezione, un apposito form richiede
la gestione di appartenenza, al fine di indirizzare il ricorso al
comitato della gestione competente;
- tramite un patronato o un intermediario dell’istituto (ad esempio, un consulente del lavoro).
Ricorso all’Inps per la pensione troppo bassa: termini
Il ricorso deve essere inoltrato all’organo competente
entro 90 giorni, che decorrono:
- da quando è stato ricevuto l’atto amministrativo da impugnare: la
data risulta dal timbro apposto dall’ufficio postale sull’avviso di
ricevimento (se si tratta di una raccomandata);
- dal 121° giorno successivo a quello di presentazione della relativa domanda, se si tratta di un’ipotesi di silenzio rigetto.
La data di presentazione del ricorso risulta inequivocabilmente dalla
ricevuta che viene automaticamente rilasciata alla fine della procedura
telematica.
La presentazione del ricorso interrompe il termine di prescrizione
del diritto reclamato e sospende eventuali provvedimenti che potrebbero
annullare il rapporto assicurativo, mentre non sospende l’esecutorietà
dell’atto amministrativo impugnato, quando questo ha ad oggetto:
- le prestazioni;
- i contributi alle gestioni dei lavoratori autonomi;
- la classificazione dei datori di lavoro.
Che cosa succede se il ricorso viene rigettato?
In caso di
rigetto del ricorso, o di mancata risposta, deve allora essere effettuato un ricorso alla
Corte dei Conti: il termine di decadenza è pari a 3 anni.
Ricostituzione della pensione
Quando il lavoratore acquisisce tardivamente dei contributi
pregressi, o quando gli sono riconosciuti, successivamente alla data di
liquidazione della pensione, dei contributi figurativi o da riscatto o,
ancora, quando cambia la condizione reddituale dell’interessato (nel
caso in cui la prestazione liquidata dall’Inps sia legata al reddito),
la pensione può essere integrata tramite la procedura di ricostituzione,
o riliquidazione.
La
ricostituzione della pensione può essere attivata
su domanda dell’interessato, o su iniziativa dell’Inps quando i
contributi sono accreditati d’ufficio sul conto dell’assicurato.
La domanda di ricostituzione non ha un termine di decadenza, ma
bisogna tenere presente che i ratei arretrati sono soggetti a un termine
di prescrizione, normalmente pari a 10 anni.
La ricostituzione può dar luogo anche a una riliquidazione in negativo, ad esempio se vengono annullati dei contributi.
Ricalcolo della pensione
La ricostituzione non comporta un semplice incremento della pensione, ma questa viene interamente
ricalcolata, tenendo conto della nuova situazione contributiva.
In base alla riliquidazione, la decorrenza della pensione può essere spostata:
- a una data precedente (per possesso di contribuzione aggiuntiva che comporti una maturazione anteriore del diritto);
- a una data successiva (ad esempio, per l’annullamento di contributi accreditati).
In altri casi la ricostituzione può avere effetti con decorrenza
successiva a quella della prestazione, come avviene per i riscatti
attivati dopo la liquidazione della pensione.
Se la riliquidazione comporta un aumento, al beneficiario spetteranno
gli arretrati dalla data dell’efficacia della ricostituzione a quella
del pagamento del nuovo importo. Se, invece, dalla riliquidazione deriva
un debito, la prestazione ricalcolata è messa in pagamento per il suo
esatto ammontare, e le somme indebitamente pagate sono recuperate a
rate, o in un’unica soluzione, a seconda dell’importo dovuto. Sulle
somme da recuperare non spettano gli interessi, a meno che l’indebito
sia stato determinato dal dolo del pensionato.