venerdì 20 maggio 2011
eal - assemblea con prov. e comuni 23-05-2011
lunedi' ci sarà finalmente l'assemblea pubblica per definire le seguenti questioni basilari per il territorio:
corso archinti 100 ore 17,30 lodi
odg - convocazione assemblea soci ordinaria EAL Spa
1/nomina del collegio sindacale per il triennio 2011/2013
2/ illustrazione progetto costituzione società a partecipazione mista pubblico-privato finalizzata alla gestione del servizio di illuminazione pubblica
3/ valutazioni preliminari inerenti la costituzione società a partecipazione mista pubblico-privato finalizzata alla gestione del servizio di raccolta e trasporto RSU a livello provinciale
corso archinti 100 ore 17,30 lodi
odg - convocazione assemblea soci ordinaria EAL Spa
1/nomina del collegio sindacale per il triennio 2011/2013
2/ illustrazione progetto costituzione società a partecipazione mista pubblico-privato finalizzata alla gestione del servizio di illuminazione pubblica
3/ valutazioni preliminari inerenti la costituzione società a partecipazione mista pubblico-privato finalizzata alla gestione del servizio di raccolta e trasporto RSU a livello provinciale
odg cons. prov. lodi del 31 MAGGIO 2011
Presidente del Consiglio
N. prot. 15450 1.09.01 Allegati n. Lodi, 19 Maggio 2011 | Al Sig. Presidente della Provincia Ai Sigg. Consiglieri Provinciali Al Sig. Segretario Generale Ai Sigg. Assessori Ai Sigg. Revisori dei Conti Ai Sigg. Dirigenti |
Oggetto: Convocazione Consiglio Provinciale. Il Consiglio Provinciale è convocato per martedì
ORDINE DEL GIORNO
1. COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E DEL PRESIDENTE DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE;
2. "INTERROGAZIONE URGENTE IN MERITO AL PREVISTO IMPIANTO DI LOGISTICA IN ZONA AGRICOLA IN COMUNE DI CASALPUSTERLENGO E ALLE OSSERVAZIONI SUL PTCP" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CANOVA E CONCORDATI DEL PD;
3. "INTERROGAZIONE: REMUNERAZIONE RELATIVE AI DOPPI INCARICHI POLITICI E AZIENDALI" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ROMANIELLO – DI PIETRO IDV;
4. PRESENTAZIONE BILANCIO DI PREVISIONE 2011;
5. ADOZIONE DEFINITIVA REVISIONE PIANO CAVE PROVINCIALE – STRALCIO CAVA DI RECUPERO DENOMINATA "RG2 – EX NATO"
6. MOZIONE AVENTE PER OGGETTO "IMMIGRAZIONE: TEMATICHE RELATIVE ALLA PRIMA ACCOGLIENZA ED ALL’ALLOGGIAMENTO TEMPORANEO" PRESENTATA DAL PD E DALLA LISTA CIVICA FELISSARI PRESIDENTE
7. "MOZIONE: INNOVAZIONE TECNOLOGICA PER L’ABBATTIMENTO DEL CONSUMO DI CARTA E LA RIDUZIONE DELL’IMPRONTA ECOLOGICA DELL’ENTE PROVINCIALE" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ARENSI DEL PDL;
8. MOZIONE AD OGGETTO "SOLIDARIETA’ ALLA PROCURA DI LODI" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ROMANIELLO – DI PIETRO IDV;
9. MOZIONE "PROPOSTA DI MOZIONE RIGUARDANTE LA MODIFICA DEI NUOVI CRITERI E MODALITA’ PER IL FINANZIAMENTO REGIONALE DELLE OPERE DI PRONTO INTERVENTO (DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE N° 9/924 DEL 1° DICEMBRE 2010)" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI DELLA LEGA NORD.
Cordiali saluti
Il Presidente del Consiglio
F.to Dott. Massimo Codari
http://www.provincia.lodi.it/
31 Maggio 2011 alle ore 15,00 presso la Sala Consiliare della Provincia di Lodi per la trattazione del seguente: Provincia di Lodi Via Fanfulla, 14 – 26900 Lodi C.F. 92514470159 tel. 0371.442.1 fax 0371.416027 pec: provincia.lodi@pec.regione.lombardia.it www.provincia.lodi.it
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BCC : UNA FUSIONE ANNUNCIATA NEL LODIGIANO?
«Un’opportunità per le imprese, un bel messaggio per il Lodigiano». Via libera dal presidente della Camera di commercio di Lodi, Alessandro Zucchetti, al progetto di una maxi Banca di credito cooperativo per il territorio, da creare aggregando Centropadana, Laudense e Borghetto. A sei giorni dal lancio dell’iniziativa, il presidente Zucchetti sceglie di rompere il silenzio. Secondo il “numero uno” della Camera di commercio lodigiana, la maxi Bcc «può essere un bel messaggio dal punto di vista della lodigianità, ma al di là di quello, potrebbe essere positiva per il mondo imprenditoriale: un’aggregazione tra le varie banche di credito cooperativo - aggiunge - è vista come un’opportunità per le nostre imprese, che potrebbero essere seguite meglio da un’unica entità cooperativa del territorio». Il “Zucchetti pensiero” prosegue evidenziando che «ci sono sicuramente anche altre logiche sottostanti, quali economiche o relative ad altri fattori, di cui non sono a conoscenza e di cui non voglio entrare nel merito per rispettare l’autonomia di scelta delle singole banche». Ma di fatto, il messaggio del presidente della Camera di commercio è forte e va nella direzione del progetto annunciato dal presidente della Centropadana, Serafino Bassanetti. Sul tema si registra anche l’intervento del presidente di Confartigianto Imprese della Provincia di Lodi, Massimo Forlani. «Una banca più grande offrirebbe vantaggi di diverso tipo - afferma - per i soci, per il sistema locale del credito e per le imprese del territorio, che potrebbero beneficiare di un operatore più grande, in grado di erogare finanziamenti. In un momento delicato, in cui i fondi pubblici sono in diminuzione, i soldi per rilanciare l’economia territoriale possono arrivare unicamente dal sistema bancario e se questo diventa più robusto può avere maggior possibilità di stare al fianco delle imprese, in maniera davvero efficace». L’idea di Bassanetti, dunque, strappa il “sì” degli artigiani, che invitano inoltre a mettere da parte gli interessi (e in qualche caso gli screzi) tra le singole banche coinvolte nel progetto: «Guardiamo con interesse al progetto, al di là della forma e delle letture che se ne possono trarre - dice Forlani - . Mi sembra una proposta di buon senso. L’invito è quello di mettere da parte gli interessi delle singole banche e di fare realmente l’interesse del territorio lodigiano e della sua economia». Lor. Rin. il cittadino lodi
giovedì 19 maggio 2011
L’energia elettrica dal compost Eal progetta l’impianto a biogas in accordo con la provincia di lodi
Terranova Energia elettrica dai rifiuti: Eal Compost fa sul serio e manifesta all’amministrazione comunale di Terranova de Passerini l’intento di proseguire su questa strada. Il piano industriale e di fattibilità è già stato approntato e prevede la realizzazione di un impianto che sarebbe in grado di utilizzare come combustibile il verde e parte dei rifiuti conferiti. Il costo del nuovo impianto sarebbe compreso tra i 9 e i 10 milioni di euro.Ieri a Terranova anche il gruppo consiliare di maggioranza ha informato i cittadini dell’importante novità con una serie di volantini distribuiti in tutto il paese. Per Terranova, infatti, la realizzazione di un impianto di questo tipo sarebbe un ulteriore, importantissimo passo verso l’eliminazione dei problemi di puzze che ogni anno in passato, soprattutto d’estate, attanagliava tutta la cerchia attorno all’impianto, dalla frazione di Casale Vittadone a Terranova stessa.Il progetto non è ancora stato depositato e l’iter amministrativo e poi realizzativo non sarà breve. L’ultima parola in termini di autorizzazioni spetterà alla Provincia di Lodi, ma dalle prime indiscrezioni che trapelano dal comune c’è grande interesse e sostegno all’iniziativa a livello locale. Per la realizzazione del nuovo impianto dovrebbero essere della partita Eal Spa e alcuni soci privati che sono già entrati in Eal Compost contribuendo in maniera sensibile al riordino dei conti.Di un impianto a biogas nel deposito di Eal Compost si parla già da diverso tempo e l’iniziativa era stata confermata anche nel corso dell’ultima assemblea dei soci di Eal, riunita a fine aprile per l’approvazione dei bilanci. In passato, delegazioni di Eal Compost avevano anche visitato impianti simili già in funzione in Emilia Romagna. L’accelerazione decisiva, poi, sarebbe arrivata proprio con l’ingresso dei nuovi soci privati a fine 2009, che avrebbero indicato proprio in un impianto di biogas per la realizzazione dell’energia elettrica l’unica strada possibile per la sostenibilità economica della società. Sostenibilità economica affiancata alla sostenibilità ambientale, sulla quale negli ultimi due anni Eal Compost sembra finalmente fare sul serio. Proprio da Terranova si fa notare come il fenomeno delle puzze sia decisamente migliorato negli ultimi tempi, sebbene non del tutto scomparso, grazie alle iniziative assunte dalla società, la manutenzione all’impianto e la migliorata pulizia del sito.Andrea Bagatta IL CITTADINO LODI
sogir: ecco la nuova soc. dei rifiuti lodigiana voluta anche dalla provincia di lodi
Si chiamerà Sogir e che si candiderà a gestire il servizio di raccolta rifiuti in tutto il territorio lodigiano. Questa mattina l’assemblea di Astem Spa ha approvato la costituzione della nuova società a capitale misto pubblico-privato che inizialmente avrà un ruolo centrale nella gestione degli appalti e in seguito diventerà il soggetto a cui affidare i servizi, portando il Lodigiano a un modello di organizzazione del servizio pubblico di igiene ambientale basato su un unico gestore. Saranno i comuni stessi a scegliere di aderire alla società acquisendo una partecipazione diretta nel capitale sociale, ma per legge sarà necessario individuare anche un socio industriale privato.
Il primo passo verso la costituzione della società è stata l'approvazione di oggi nell’assemblea dell'Astem, ma presto la società controllata dal Comune di Lodi (e partecipata da altri enti locali) sarà affiancata da Eal, che invece è una controllata della Provincia e che si occupa di impianti di trattamento rifiuti. Inizialmente il capitale di Sogir sarà di 100mila euro e l’organizzazione aziendale si baserà sulla figura di un amministratore unico, mentre a seguito dell’ingresso diretto dei Comuni nel capitale sociale verrà istituito un consiglio di amministrazione, composto da tre membri.
Il primo passo verso la costituzione della società è stata l'approvazione di oggi nell’assemblea dell'Astem, ma presto la società controllata dal Comune di Lodi (e partecipata da altri enti locali) sarà affiancata da Eal, che invece è una controllata della Provincia e che si occupa di impianti di trattamento rifiuti. Inizialmente il capitale di Sogir sarà di 100mila euro e l’organizzazione aziendale si baserà sulla figura di un amministratore unico, mentre a seguito dell’ingresso diretto dei Comuni nel capitale sociale verrà istituito un consiglio di amministrazione, composto da tre membri.
- il cittadino lodi
codogno: iniziano le manovre poilitiche della nuova amministrazione
http://www.ilgiorno.it/lodi/cronaca/2011/05/19/508526-codogno.shtml
inizia il giro di poltrone e di ruoli da parte chi non era nemmeno in lista elettorale....
inizia il giro di poltrone e di ruoli da parte chi non era nemmeno in lista elettorale....
pantaeco: ma cosa scrivono i mass media?
http://www.lodiedintorni.com/pantaeco-provincia-sul-giornale-locale-una-notizia-che-non-corrisponde-a-verita/
anche l'altro giorno mi sono lamentato per articoli scritti sulla elcon chehanno dovut rettifcare. mi sa che qualcuno non è molto corretto. ma come fanno a sapere i cntenuti di riunioniinterne all provincia? parlano i muri? chiariremo in mniera drastica questa situazione che è spiacevole...
anche l'altro giorno mi sono lamentato per articoli scritti sulla elcon chehanno dovut rettifcare. mi sa che qualcuno non è molto corretto. ma come fanno a sapere i cntenuti di riunioniinterne all provincia? parlano i muri? chiariremo in mniera drastica questa situazione che è spiacevole...
«Federalismo sociale a Castiglione per coprire il buco dei buoni pasto»
Pane e federalismo: a Castiglione la Lega chiede il federalismo sociale per la refezione scolastica. La proposta arriverà sui banchi del prossimo consiglio comunale attraverso la mozione del leader del Carroccio Alfredo Ferrari. Contro i debiti legati ai buoni pasto non pagati, la Lega propone di coinvolgere con un protocollo di intesa le amministrazioni dei paesi in cui risiedono i bambini che usufruiscono delle scuole di Castiglione. La proposta “shock” del leader leghista arriva dopo un paio di annate particolarmente difficili per il comune di Castiglione, che ha dovuto ricorrere alle cartelle esattoriali per recuperare crediti nel settore della refezione scolastica dopo continui solleciti inascoltati. Per la Lega nord la problematica di bilancio riferita ai buoni pasto ha una forte ricaduta sulle finanze comunali. Nonostante le cartelle esattoriali emesse mancherebbero all’appello 30 mila euro, non incassati. «Verificato che nelle cartelle esattoriali pregresse ci sono agli atti tanti fruitori delle mense scolastiche non residenti nel nostro paese, chiediamo come atto di indirizzo di procedere a convocare i sindaci dei territori limitrofi per sensibilizzarli rispetto al tema del recupero delle somme, - ha spiegato Ferrari - verificando la percorribilità amministrativa preliminare di sanare le situazioni tramite gli enti locali coinvolti e le proprie strutture dei servizi sociali, definendo un protocollo d’intesa con le amministrazioni che usufruiscono dei plessi scolastici di Castiglione, per dare vita a sinergie utili in un settore strategico».Ed è proprio la collaborazione fra enti per il leader del Carroccio la strada amministrativa da seguire. Anche per i servizi a domanda individuale. «In questo caso è necessario recuperare una liquidità immediata e recuperare velocemente i residui, per evitare che dopo 10 anni di contenzioso con Equitalia i crediti vengono cancellati, - ha continuato Ferrari - prevedendo anche impegno formale delle amministrazioni locali, perché i paesi vicini sono i benvenuti, ma bisogna preservare il valore in tutto il percorso: serve un protocollo perché la materia è delicata e passa attraverso i settori sociali, l’anagrafe e le decisioni politiche».Sa. Ga. il cittadino ed. lodi 19/05/2011
ecco la mozione proposta e accettata alla unanimità del consiglio comunale
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ecco la mozione proposta e accettata alla unanimità del consiglio comunale
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Al Consiglio Comunale di CASTIGLIONE D’ADDA
Mozione:” FEDERALISMO SOCIALE” DELLA REFEZIONE SCOLASTICA
Visto il Rendiconto dell’anno 2010
Vista la problematica di bilancio riferita ai buoni pasto delle mense scolastiche locali
Vista l’alta incidenza sui residui attivi che è ricaduta in questi anni sulle finanze pubbliche come mancati introiti di cassa
Vista la problematica del recupero delle somme aperta da più annualità
Verificate le cifre assieme al ragioniere capo il 24 aprile per tutte le casistiche aperte e alla commissione bilancio nella seduta del 23 aprile 2011 che riassumono brevemente
· Anno 2007-2008 € 9.471,65 cartelle esattoriali emesse da Equitalia
· Anno 2008-2009 € 12.192,22 cartelle esattoriali emesse da Equitalia
· Anno 2008 € 9.750,40 cartelle esattoriali da emettere nel 2011 dopo verifica del rendiconto 2010
· Anno 2009-2010-2011 € ------------ importo da quantificare in maniera esatta nel nuovo anno contabile
Visto il Rendiconto di bilancio 2010 che riassume la tabella dei servizi a domanda individuale riferita a questi capitoli indica le cifre certificate dal revisore dei conti:
· Refezione scolastica:
Proventi € 179.203,62 | Costi € 209.926,07 | Saldo € - 30.722,45 | % copertura realizzata | 85,36% |
Verificato che risultano € 30.722,45 non incassati e che gli uffici stanno facendo tutte le analisi amministrative del caso
Verificato che nelle cartelle esattoriali pregresse ci sono agli atti tanti fruitori delle mense scolastiche non residenti nel nostro paese
Si chiede come atto di indirizzo consiliare di :
v procedere in prima analisi a convocare i sindaci dei territori limitrofi per sensibilizzarli sulla tematica del recupero delle somme dovute dai propri cittadini
v a verificare la percorribilità amministrativa preliminare di sanare le situazioni tramite gli Enti Locali coinvolti e le proprie strutture dei servizi sociali
v definire un possibile protocollo di intesa con le amministrazioni locali che usufruiscono dei nostri plessi onde fare utili sinergie e collaborazioni dirette in un settore strategico quale quello della scuola pubblica.
Castiglione D’Adda, aprile 2011
Gruppo consiliare
LEGA NORD LEGA LOMBARDA
Alfredo Ferrari
trenord NUOVO ORARIO per i pendolari lodigiani - Anteprima di alcune integrazioni e modifiche in vigore dal 12 Giugno 2011
NUOVO ORARIO - Anteprima di alcune integrazioni e modifiche in vigore dal 12 Giugno 2011
Cari pendolari,
vi scrivo per raccontarvi le novità che potranno essere introdotte nel nuovo orario che entrerà in vigore il 12 Giugno 2011.
vi scrivo per raccontarvi le novità che potranno essere introdotte nel nuovo orario che entrerà in vigore il 12 Giugno 2011.
Parto però dalla premessa che ora più che mai sono sempre più fondamentali le nostre segnalazioni e lo saranno ancora di più nella prima fase di "rodaggio" di Giugno. Dovremo raccogliere ed evidenziare ogni tipo di disservizio siano essi di lieve entità o di significativa importanza, dal sedile sporco alle porte guaste, dal singolo minuto di ritardo all'attesa di decine di minuti in campagna per concedere la precedenza ad altri treni, dalle carrozze piene a Codogno, a Casale, a Secugnago e a Lodi.
Comunque tutto quanto non rientra in quello che ci spetta di diritto, per poter magari in un futuro non troppo lontano iniziare a pensare di MIGLIORARE le cose e non solo a rattoppare i problemi o i buchi di servizio.
Comunque tutto quanto non rientra in quello che ci spetta di diritto, per poter magari in un futuro non troppo lontano iniziare a pensare di MIGLIORARE le cose e non solo a rattoppare i problemi o i buchi di servizio.
Scrivete le vostre segnalazioni alle caselle:
oppure
A Giugno ci saranno importanti modifiche di orario che impattano proprio per il servizio offerto a Casalpusterlengo e Secugnago.
Ormai da Dicembre 2009, grazie a tutto il lavoro che VOI avete svolto con le segnalazioni e le proposte sono state portate all'attenzione di Regione Lombardia molte problematiche e sono state richieste alcune integrazioni fondamentali che lasciavano dei veri buchi di orario per queste importanti stazioni del basso lodigiano.
Ormai da Dicembre 2009, grazie a tutto il lavoro che VOI avete svolto con le segnalazioni e le proposte sono state portate all'attenzione di Regione Lombardia molte problematiche e sono state richieste alcune integrazioni fondamentali che lasciavano dei veri buchi di orario per queste importanti stazioni del basso lodigiano.
In questa fase non sono ancora state consolidati i dettagli, ma vorrei comunque sottoporvi alcune evidenze importanti che si prospettano sin d'ora.
In sintesi:
* fermate di quasi tutti i treni Emilia-Romagna per la tratta Milano-Piacenza. Organizzando così il servizio in modo distribuito allocando Casalpusterlengo e Secugnago per la linea Milano-Piacenza e Codogno per la linea Milano-Cremona-Mantova;
* integrazione con treni dedicati per la Milano-Piacenza (è stato aggiunto 1 nuovo treno dedicato, alle 9.25 da Casalpusterlengo che fermerà anche a Secugnago e Lodi raggiungendo Milano alle 10.03);
* integrazione di fermate a Secugnago di due treni verso Milano (alle ore 7.55 e 9.07, quest'ultima realtiva proprio al sopraccitato treno dedicato);
* copertura del buco di orario da Casalpusterlengo verso Milano tra le 9.00 e le 12.00 (ci saranno 2 treni, il treno sopraccitato delle 9.25 e un altro treno ripristinato alle 10.02 con arrivo a Rogoredo alle 10.30);
* orari per part-time. Abbiamo ottenuto l'integrazione di 2 treni per i rientri dei part-time, rispettivamente alle 13.34 e un altro alle 15.34 da Milano Rogoredo;
* cadenzamento corretto degli orari per velocizzare il traffico. Con partenze da Milano Rogoredo al 29° minuto e al 59° minuto;
* il treno 2910 e il treno 2912 verranno accorpati nel treno 2912 con partenza da Casalpusterlengo alle 7.49, Secugnago alle 7.55 e Lodi alle 8.04. Questo treno in particolare subirà un adeguamento a 11 carrozze e sarà monitorato sia da Regione Lombardia che da Regione Emilia Romagna.
* integrazione degli orari di andata e di ritorno
* integrazione con treni dedicati per la Milano-Piacenza (è stato aggiunto 1 nuovo treno dedicato, alle 9.25 da Casalpusterlengo che fermerà anche a Secugnago e Lodi raggiungendo Milano alle 10.03);
* integrazione di fermate a Secugnago di due treni verso Milano (alle ore 7.55 e 9.07, quest'ultima realtiva proprio al sopraccitato treno dedicato);
* copertura del buco di orario da Casalpusterlengo verso Milano tra le 9.00 e le 12.00 (ci saranno 2 treni, il treno sopraccitato delle 9.25 e un altro treno ripristinato alle 10.02 con arrivo a Rogoredo alle 10.30);
* orari per part-time. Abbiamo ottenuto l'integrazione di 2 treni per i rientri dei part-time, rispettivamente alle 13.34 e un altro alle 15.34 da Milano Rogoredo;
* cadenzamento corretto degli orari per velocizzare il traffico. Con partenze da Milano Rogoredo al 29° minuto e al 59° minuto;
* il treno 2910 e il treno 2912 verranno accorpati nel treno 2912 con partenza da Casalpusterlengo alle 7.49, Secugnago alle 7.55 e Lodi alle 8.04. Questo treno in particolare subirà un adeguamento a 11 carrozze e sarà monitorato sia da Regione Lombardia che da Regione Emilia Romagna.
* integrazione degli orari di andata e di ritorno
Nei prossimi giorni ci sarà una comunicazione ufficiale e il solito iter con la pubblicazione sul sito http://www.pendolarilodigiani.it/ della bozza e della sintesi per le fermate che interessano il basso lodigiano.
Evidenzio però un cambiamento che potrebbe dare beneficio ad alcuni pendolari, ma gravare di almeno un'attesa di 16 minuti per altri che attualmente sono abituati all'orario attuale: il treno 2283 delle 17.32 (da Rogoredo) al quale verrà tolta la fermata di Casalpusterlengo e la soluzione che è stata proposta dalla Regione per integrare l'orario.
Regione Emilia-Romagna ha concesso 4 maggiori fermate dei propri treni a Casalpusterlengo, ma ha ottenuto la rimozione della fermata del 2283, perché "rallenta il viaggio di tale treno che deve raggiungere Piacenza prima delle 18.14".
Dato che non ci sono state molte possibilità di mantenere così il servizio ci sono state due proproste da parte di Regione Lombardia:
Regione Emilia-Romagna ha concesso 4 maggiori fermate dei propri treni a Casalpusterlengo, ma ha ottenuto la rimozione della fermata del 2283, perché "rallenta il viaggio di tale treno che deve raggiungere Piacenza prima delle 18.14".
Dato che non ci sono state molte possibilità di mantenere così il servizio ci sono state due proproste da parte di Regione Lombardia:
A - impostare il passaggio da Rogoredo alle 17.29 (arrivo a Caslpusterlengo alle 18.04) e velocizzare anche il treno successivo delle 17.59 che guadagnerebbe almeno 5 minuti (arrivo a Caslpusterlengo alle 18.33);
B - mantenere la struttura attuale dell'orario che prevede il servizio da Rogoredo alle 17.43 (arrivo a Caslpusterlengo alle 18.25) e nessuna velocizzazione rispetto ad oggi del treno successivo delle 17.59 con arrivo a Caslpusterlengo alle 18.34.
B - mantenere la struttura attuale dell'orario che prevede il servizio da Rogoredo alle 17.43 (arrivo a Caslpusterlengo alle 18.25) e nessuna velocizzazione rispetto ad oggi del treno successivo delle 17.59 con arrivo a Caslpusterlengo alle 18.34.
Inoltre questo permetterebbe una particolare attenzione all'andamento di questi due treni da parte degli enti istituzionali in particolare per il corretto dimensionamento e rispetto degli orari, come ho già evidenziato per il treno delle 17.59, ma darebbe la possibilità di richiedere per il prossimo "appuntamento con gli orari di Dicembre 2011" la possibilità di richiedere l'introduzione di un nuovo treno magari proprio cadenzato alle 17.45, ma dedicato alla Milano-Piacenza.
Roberto
Per accedere al sito autenticati al link: http://www.pendolarilodigiani.it/user
A presto e ... buon viaggio!
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Saluti dalla direzione dell'Associazione dei Pendolari del Lodigiano e di
Saluti dalla direzione dell'Associazione dei Pendolari del Lodigiano e di
mercoledì 18 maggio 2011
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I Municipi vogliono riscattare l'illuminazione pubblica
comunicato stampa
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penso, alla luce di questa mail ricevuta come provincia di lodi che si lavori in disallinemamento fra enti locali.
mentre , come deliberato dalla assemblea di eal la scorsa settimana e rinviata al 23 maggio la discussione sulla
illuminazione pubblica abbiamo deciso alla unanimità di andare su un progetto provinciale, dall'altra parte si organizzano
tavoli paralleli per il medesimo fine. Proprio il Sindaco di S.Martino aveva detto col suo intervento in assemblea di essere
daccordo sulle linee di indirizzo tracciate dallla EAL tramite la Provincia e tutto sembrava delineato.
ora vediamo ulteriori sorprese, che se sono un apporto funzionale a quanto già in atto sia per la la newco dei rifiuti che per
la ill. pubblica, possono essere valori aggiuntivi informativi per gli enti locali, ma se nascondono "tattiche politiche" non ci trovano daccordo
ed ancora una volta il lodigiano dimostrerebbe di essere una "mini-provincia" senza respiro politico-amministrativo futuro
adeguato alla società che viviamo.
ci sentiamo di intervenire per fare la massima chiarezza con i sindaci prima della assemblea del 23 maggio, in modo che ognuno
ponga nel suo ente tutte le riflessioni del caso.
vi prego fare conoscere ai cittadini e agli amministratori quanto descritto.
grazie
alfredo ferrari
pres. comm. ambiente
prov. di lodi
San Martino in strada, 18 maggio 2011 - Lavori socialmente utili e acquisizione di lampioni pubblici: ne hanno parlato lunedì una trentina di sindaci che hanno preso parte alla riunione indetta dall’Associazione dei Comuni del Lodigiano (Acl), nel municipio a San Martino. Nel primo caso tutti i comuni si sono detti favorevoli ad approvare, come ha già fatto la Provincia, la convenzione con il Tribunale per consentire di commutare reclusione e pesanti sanzioni inflitte a chi ha violato il codice della strada per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droga in lavori socialmente utili.
«È sufficiente una delibera di Giunta e indicare nel documento i giorni in cui prestare servizio e chi svolgerà azione di controllo sull’operato — dice Giancarlo Cordoni, presidente Acl —. Spetta agli avvocati stabilire un accordo con il Comune dove risiede il condannato e presentare i dettagli in tribunale alla formulazione della sentenza. L’impegno riguarda sera o week-end ma per noi che organizziamo sagre ed eventi è un’opportunità in più».
Più complessa l’acquisizione degli impianti di illuminazione pubblica: «Daremo incarico affinché venga stilato per ciascun ente (hanno aderito Abbadia, Boffalora, Bertonico, Casalmaiocco, Cavacurta, Cervignano, Cornegliano, Crespiatica, Guardamiglio, Livraga, Lodi Vecchio, Marudo, Massalengo, Montanaso, Mulazzano, Orio Litta, Ospedaletto, Ossago, Pieve, S.Martino, S.Stefano, Senna, Somaglia, Valera e Villanova) un contratto ponte della durata di meno di un anno — precisa Cordoni —. Vogliamo acquisire gli impianti a costo quasi zero, rivendicando, con una perizia, gli anni di utilizzo e guadagno da parte di Enel Sole, la vetustà e soprattutto il fatto che le nuove linee sono state fatte con gli oneri di urbanizzazione comunali. A Lodi Vecchio abbiamo 860 lampioni, di cui 160 già comunali. L’ipotesi di acquisto di 600 lampioni potrebbe essere nell’ordine dei 3-4 mila euro. Vogliamo pagare un canone non più a palo, come fatto finora perché Enel agiva in monopolio, ma a consumo effettivo di energia. Subito, con l’acquisizione, si stima un risparmio del 40%, importante per i bilanci dei comuni. Resta da valutare la gestione futura. Può darsi che qualche comune faccia un appalto per conto proprio o tramite individuazione di 2 o 3 bacini territoriali ma c’è anche una proposta di gestione da parte di Eal (società della Provincia)».
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penso, alla luce di questa mail ricevuta come provincia di lodi che si lavori in disallinemamento fra enti locali.
mentre , come deliberato dalla assemblea di eal la scorsa settimana e rinviata al 23 maggio la discussione sulla
illuminazione pubblica abbiamo deciso alla unanimità di andare su un progetto provinciale, dall'altra parte si organizzano
tavoli paralleli per il medesimo fine. Proprio il Sindaco di S.Martino aveva detto col suo intervento in assemblea di essere
daccordo sulle linee di indirizzo tracciate dallla EAL tramite la Provincia e tutto sembrava delineato.
ora vediamo ulteriori sorprese, che se sono un apporto funzionale a quanto già in atto sia per la la newco dei rifiuti che per
la ill. pubblica, possono essere valori aggiuntivi informativi per gli enti locali, ma se nascondono "tattiche politiche" non ci trovano daccordo
ed ancora una volta il lodigiano dimostrerebbe di essere una "mini-provincia" senza respiro politico-amministrativo futuro
adeguato alla società che viviamo.
ci sentiamo di intervenire per fare la massima chiarezza con i sindaci prima della assemblea del 23 maggio, in modo che ognuno
ponga nel suo ente tutte le riflessioni del caso.
vi prego fare conoscere ai cittadini e agli amministratori quanto descritto.
grazie
alfredo ferrari
pres. comm. ambiente
prov. di lodi
San Martino in strada, 18 maggio 2011 - Lavori socialmente utili e acquisizione di lampioni pubblici: ne hanno parlato lunedì una trentina di sindaci che hanno preso parte alla riunione indetta dall’Associazione dei Comuni del Lodigiano (Acl), nel municipio a San Martino. Nel primo caso tutti i comuni si sono detti favorevoli ad approvare, come ha già fatto la Provincia, la convenzione con il Tribunale per consentire di commutare reclusione e pesanti sanzioni inflitte a chi ha violato il codice della strada per guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droga in lavori socialmente utili.
«È sufficiente una delibera di Giunta e indicare nel documento i giorni in cui prestare servizio e chi svolgerà azione di controllo sull’operato — dice Giancarlo Cordoni, presidente Acl —. Spetta agli avvocati stabilire un accordo con il Comune dove risiede il condannato e presentare i dettagli in tribunale alla formulazione della sentenza. L’impegno riguarda sera o week-end ma per noi che organizziamo sagre ed eventi è un’opportunità in più».
Più complessa l’acquisizione degli impianti di illuminazione pubblica: «Daremo incarico affinché venga stilato per ciascun ente (hanno aderito Abbadia, Boffalora, Bertonico, Casalmaiocco, Cavacurta, Cervignano, Cornegliano, Crespiatica, Guardamiglio, Livraga, Lodi Vecchio, Marudo, Massalengo, Montanaso, Mulazzano, Orio Litta, Ospedaletto, Ossago, Pieve, S.Martino, S.Stefano, Senna, Somaglia, Valera e Villanova) un contratto ponte della durata di meno di un anno — precisa Cordoni —. Vogliamo acquisire gli impianti a costo quasi zero, rivendicando, con una perizia, gli anni di utilizzo e guadagno da parte di Enel Sole, la vetustà e soprattutto il fatto che le nuove linee sono state fatte con gli oneri di urbanizzazione comunali. A Lodi Vecchio abbiamo 860 lampioni, di cui 160 già comunali. L’ipotesi di acquisto di 600 lampioni potrebbe essere nell’ordine dei 3-4 mila euro. Vogliamo pagare un canone non più a palo, come fatto finora perché Enel agiva in monopolio, ma a consumo effettivo di energia. Subito, con l’acquisizione, si stima un risparmio del 40%, importante per i bilanci dei comuni. Resta da valutare la gestione futura. Può darsi che qualche comune faccia un appalto per conto proprio o tramite individuazione di 2 o 3 bacini territoriali ma c’è anche una proposta di gestione da parte di Eal (società della Provincia)».
di Laura de Benedetti il giorno ed. lodi
REFERENDUM SULL'ACQUA: LE DOMANDE GIUSTE
Energia e Ambiente
/ Concorrenza e MercatiREFERENDUM SULL'ACQUA: LE DOMANDE GIUSTE
di
Andrea Boitani e Antonio Massarutto 17.05.2011Domande e risposte sui referendum numero 1 e 2. Non si prevede alcuna privatizzazione
dell'acqua, ma la legge non mette in discussione neppure la natura pubblica del servizio,
l'universalità dell'accesso, il diritto soggettivo dei cittadini a riceverlo a condizioni accessibili. Non è
l'ingresso dei privati nella gestione dei servizi idrici a far salire i prezzi. E in ogni caso la tariffa dovrà
continuare a coprire gli investimenti. Da evitare invece che contenga extraprofitti. La gestione
dell'acqua è uno dei temi di cui si discuterà a Trento al
anche uno degli autori di questo articolo.
Festival dell'economia, a cui parteciperàIl
economica - così recita:
economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la
perequazione tributaria”, convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come
quesito referendario n. 1 - modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici di rilevanzaVolete Voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanzaPage 1/4
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modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo
sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, e dall’art. 15 del
decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi
comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea”,
convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della
sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?
PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA?
I promotori del quesito hanno giustificato la richiesta di abrogazione sostenendo che l’articolo 23-bis
prevede la
In realtà, la proprietà della risorsa idrica non viene messa in discussione dalla legge, ma questo è
addirittura banale. Ciò che conta davvero è che la legge non mette in discussione neppure la
pubblica
condizioni accessibili: la responsabilità della fornitura continua a essere pubblica e sono i piani di
gestione approvati da soggetti pubblici a decidere quali servizi offrire, quanti investimenti fare, quali
obiettivi di miglioramento perseguire. L’eventuale coinvolgimento del privato è una scelta che si può
descrivere così: il “condominio cittadino” ha bisogno di un idraulico per far funzionare il sistema di
servizio, e deve decidere se assumerne direttamente uno alle sue dipendenze (affidamento “in
house”) oppure affidare il compito a un professionista esterno. La legge non richiede che il
professionista esterno sia un privato, ma richiede che la scelta venga effettuata tramite una gara
pubblica. L’idraulico, chiunque esso sia (azienda pubblica o azienda privata), non è e non sarà mai il
“padrone dell’acqua”: l’acqua appartiene
modalità di accesso alle infrastrutture per approvvigionarsi del bene essenziale sono decise dal
soggetto pubblico, le tariffe sono approvate dal soggetto pubblico. L’idraulico ha solo il compito di
recapitarci l’acqua a casa, con le caratteristiche qualitative richieste affinché la possiamo usare e poi
riprenderla per restituirla all’ambiente. Però, l’idraulico costa: il vincolo per il comune, qualunque
modello scelga, è che le tariffe pagate dai cittadini coprano questi costi.
CON I PRIVATI ACQUA PIÙ CARA?
Uno dei leit-motiv dei referendari è che, con l’ingresso dei privati nella gestione dei servizi idrici, il
privatizzazione dell’acqua.naturadel servizio, l’universalità dell’accesso, il diritto soggettivo dei cittadini a riceverlo aai cittadini, le infrastrutture appartengono ai cittadini, leprezzo dell’acqua
privata, ma semmai perché è stata, per così dire, “defiscalizzata” a partire dal 1994, quando venne
approvata la
nazionale). In passato, e in parte ancora oggi, è stata la
investimenti, mentre la tariffa a stento copriva i costi operativi. Se il contributo della fiscalità generale
viene meno, il gestore (chiunque esso sia, pubblico o privato) deve ottenere le risorse finanziarie dal
non potrebbe che salire. Ma il prezzo dell’acqua sale non perché la gestione siaLegge Galli (legge 36/1994, forse la legge ad attuazione più ritardata della storiafinanza pubblica a farsi carico (poco) deglimercato
sono uguali per tutti e prevedono che la tariffa copra i costi di gestione, gli ammortamenti e il costo
del capitale investito: questo vale sia per le gestioni pubbliche che per quelle dove c’è una qualsiasi
forma di coinvolgimento privato.
CON I PRIVATI ACQUA PEGGIORE?
Un altro tema su cui insistono i referendari è che, con l’ingresso dei privati, non potremmo più
, o sotto forma di prestiti (capitale di terzi) o di equity (capitale proprio). Le regole tariffariePage 2/4
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essere sicuri della
pericolo la nostra salute. Ma la qualità dell’acqua – in tutti i sensi, compreso quello relativo agli
scarichi depurati – è decisa dal
farà peggiorare la qualità, ma potrà farla sensibilmente migliorare, anche tenendo conto del
maggiore antagonismo tra regolatore e regolato. Con le gestioni pubbliche, il regolatore pubblico
chiude più facilmente un occhio e anche l’opinione pubblica è spesso disposta a tollerare dal
pubblico disfunzioni che mai tollererebbe da un privato. Basti citare la vicenda dell’arsenico: le
gestioni coinvolte si dividono esattamente a metà tra pubbliche e private, ma quando capita ad Acea
la si sbatte in prima pagina, quando invece capita alla gestione pubblica di Viterbo stranamente non
ne parla nessuno. L’acqua del sindaco, chissà perché, è sempre ottima e abbondante, anche
quando fa schifo. Va anche considerato che le tariffe sono congegnate in modo da premiare chi fa
qualità dell’acqua che beviamo e che, quindi, le gestioni private metterebbero inregolatore pubblico. Non solo l’eventuale ingresso dei privati noninvestimenti
gestioni privatizzate investono di più di quelle pubbliche, che invece sono più vincolate dall’obiettivo
politico di tenere basse le tariffe.
EFFETTI COLLATERALI?
I referendari pensano all’acqua, però l’abrogazione della legge riporterebbe in vigore le
pre-vigenti
trasporti locali, eccetera. Secondo quelle normative, la possibilità di affidamento dei servizi “in
house”, al di fuori di un chiaro quadro di regolazione, era assai più ampia. L’articolo 23-bis, infatti
limita l’affidamento “in house” a “situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche,
sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un
efficace e utile ricorso al mercato”. In ogni caso, la legge che col referendum si potrebbe abrogare
richiede che la scelta dell’affidamento “in house” vada motivata e trasmessa con una relazione
all’Antitrust e all’autorità di settore (se esiste) che devono esprimere un parere (purtroppo non
vincolante). Qualcuno, facendo spallucce, dice che, per i settori diversi dall’acqua, si potrebbe
intervenire nuovamente ad abrogazione eventualmente avvenuta. Ma il quesito referendario
riguarda un intero articolo di legge, che si occupa di
i sì, la manifesta volontà degli elettori riguarderebbe tutti i servizi e non solo l’acqua. Perché il
legislatore dovrebbe rispettare l’esito del referendum per l’acqua e tradirlo per altri settori?
Il
all’adeguata remunerazione del capitale investito – chiede:
dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006
“Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della
remunerazione del capitale investito”?
: il privato, se vuole guadagnare, deve investire. E infatti, i dati dimostrano che lenormativenon solo per i servizi idrici, ma anche per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, itutti i servizi pubblici locali. Dovessero vincerequesito referendario n. 2 - determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in baseVolete voi che sia abrogato il comma 1,SE IL PROFITTO VENISSE ABOLITO, L’ACQUA COSTEREBBE DI MENO?
Il quesito sembra motivato dall’idea una “adeguata remunerazione del capitale investito” comporti
inevitabilmente prezzi dei servizi idrici maggiori. Se fosse vero che il prezzo aumenta per colpa del
profitto, sarebbe vero anche per qualsiasi altra attività economica: anche le case, le automobili, il
pane e gli abiti costerebbero di meno se fossero prodotti da un soggetto pubblico che non remunera
il capitale investito. Ma la storia dell’Unione Sovietica smentisce questa credenza. Dobbiamo
intenderci sul significato di “profitto”. In un mercato concorrenziale, rappresenta il costo-opportunità
del capitale e il
costi più bassi (o un valore più alto agli stessi costi). In un mercato monopolistico non regolato, il
profitto è gonfiato dalla rendita di monopolio. Nel settore idrico le possibilità di sfruttare la
premio per l’imprenditore che riesce a produrre lo stesso valore degli altri conPage 3/4
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concorrenza sono limitate alla fase di affidamento del servizio (da quattro a dieci volte in un secolo,
diciamo), ma una buona regolazione può aiutare non poco. Del resto, non basta non fare profitti per
costare poco: un’impresa che non remunera il capitale, ma ha personale in eccesso o affida
consulenze d’oro agli amici dell’assessore, alla fine, potrebbe costare di più. Se la regolazione è
costruita in modo che il profitto rappresenti l’eventuale premio per l’impresa che si dà da fare per
ridurre i costi, il cittadino ne può trarre beneficio.
Attualmente il “metodo normalizzato” per il
capitale da imputare alla tariffa sia calcolato in modo forfetario al
investito: questa scelta è arbitraria e discutibile. Quel 7 per cento non è “profitto”, ma ingloba in sé
gli interessi passivi sui finanziamenti che l’azienda riceve dal mercato, e copre in parte il rischio di
impresa. Viene riconosciuto a tutte le gestioni e non solo a quelle private. È vero che il valore del 7
per cento, fissato arbitrariamente nel 1996, quando ancora c’era la lira, rappresenta un valore ormai
privo di qualsiasi riferimento con il “vero” costo del capitale che le gestioni sostengono. Ad ogni
modo, il quesito referendario abolirebbe l’inciso relativo alla “adeguatezza della remunerazione del
capitale investito”, ma non il principio, stabilito dallo stesso articolo 154 comma 1 una riga dopo, in
base al quale la tariffa deve garantire la copertura dei costi, comprensivi degli investimenti. Dire che
la tariffa deve coprire gli investimenti significa che, in ogni caso, il costo del capitale dovrà essere
coperto: con cosa si ripagherebbero i debiti contratti con le banche, altrimenti? E se questo capitale
fosse capitale di rischio (equity), il suo costo è rappresentato dall’
dovrebbe invece essere evitato (ma non serviva certo il referendum per ribadirlo) è che la tariffa
contenga “
al premio per il rischio.
L’ACQUA DIVENTERÀ UN BENE DI LUSSO?
Gli
senza confusioni. Oggi spendiamo circa 90 euro/anno pro capite e a regime potrebbero diventare il
20 per cento in più, con l’attuazione dei piani di gestione esistenti. Volendo proiettare a lungo
termine le tariffe davvero necessarie per un equilibrio di lungo periodo si potrebbe arrivare a
calcolo della tariffa idrica prevede che il costo del7 per cento del valore del capitaleutile netto aziendale. Quello cheextraprofitti”, ossia remunerazioni eccessive rispetto al costo-opportunità del capitale eeffetti distributivi non vanno mai trascurati: è giusto preoccuparsene, ma senza allarmismi e140-150 euro pro-capite
giorno. Oltre tutto, questi valori medi oscillano da una realtà all’altra e l’incidenza sui redditi può
essere molto diversa, considerando che poiché l’acqua è un bene essenziale, i ricchi ne consumano
quanta i poveri. Il tema dell’incidenza tariffaria non va certamente banalizzato, ma può essere
affrontato in modo adeguato, costruendo
dire che i ricavi da tariffa (complessiva) devono coprire i costi totali, un altro conto è discutere di
come costruirla. Ad esempio, si potrebbero introdurre quote fisse significative parametrate ai valori
catastali in modo da ridurre l’incidenza sulle fasce sociali
integrative di intervento della finanza pubblica, finalizzate a garantire che l’accesso al mercato dei
capitali avvenga a condizioni più vantaggiose, e quindi con un minore impatto sulla tariffa.
. Non sono cifre irrisorie, sebbene si tratti pur sempre di 50 centesimi alstrutture tariffarie diverse da quella attuale. Un conto èpiù deboli. Si può anche pensare a formePage 4/4
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002313.html tratto da la voce.info
ELCON: ALTA ATTENZIONE DELLA PROVINCIA DI LODI
Casale La ripresa della procedura amministrativa per l’autorizzazione all’impianto Elcon di trattamento rifiuti liquidi industriali non stupisce a Casale e tutti continuano ad affilare le armi per impedire la sua realizzazione. Non c’è stato nessuno stupore per la ripresa dell’iter procedurale dell’impianto che la società israeliana Elcon vuole insediare a Casale in area Lever: tra gli addetti ai lavori, amministratori e membri del comitato cittadino, era considerato probabile che la questione non fosse finita, mentre tra la gente comune c’è difficoltà a capire gli sviluppi burocratici della vicenda.La Elcon aveva depositato una richiesta di Via o Valutazione d’impatto ambientale in Regione Lombardia il 10 marzo scorso, ma il 12 aprile i tecnici regionali avevano bloccato la procedura perché si erano accorti che non era stata depositata contestualmente la richiesta di Aia o Autorizzazione integrata ambientale in provincia di Lodi, dando tempo 30 giorni alla società per depositare la richiesta altrimenti la pratica sarebbe stata archiviata.Proprio sul filo di lana, l’11 maggio, la Elcon ha depositato la richiesta di Aia in Provincia di Lodi e quindi l’iter procedurale è ripreso da dove si era interrotto. «Abbiamo ricevuto per conoscenza la richiesta di Aia e come previsto dunque la procedura va avanti - dice il sindaco Flavio Parmesani -. Noi abbiamo comunicato all’azienda la presa di posizione di contrarietà all’impianto del consiglio comunale e abbiamo dato un indirizzo di giunta con il quale incarichiamo l’assessore all’ecologia Giuseppe Agello di coordinare le iniziative per dare seguito alla volontà del consiglio di impedire l’installazione dell’impianto, a partire dalla stesura di controdeduzioni tecniche».Anche in Provincia di Lodi la richiesta di Autorizzazione integrata ambientale ha subito messo in moto gli uffici per la stesura di osservazioni tecniche all’impianto. In consiglio provinciale la discussone sull’impianto è arrivata solo sotto forma di interrogazione della minoranza (e non di mozione come erroneamente riportato ieri) ma la presa di posizione del presidente Pietro Foroni è stata chiara: l’impianto non serve e non è utile, quindi la provincia farà di tutto per dire no. E gli uffici sarebbero dunque al lavoro per la stesura di rilievi tecnici all’impianto. E tuttavia da più parti si fa notare come il no della politica possa essere tardivo: una volta arrivati alle richieste procedurali il rifiuto a una legittima operazione di un privato deve poggiare su solide basi tecniche. Per giunta, sul sito Internet di Regione Lombardia la pratica risulta tra quelle archiviate, ma non c’è dubbio che la richiesta di Aia alla provincia di Lodi abbia fatto ripartire l’iter burocratico.Intanto, il comitato cittadino CasaleRespira preannuncia iniziative per il fine settimana, raccolta firme e distribuzione di volantini, a Casale ma anche in alcuni centri vicini della Bassa.Andrea Bagatta IL CITTADINO LODI ED. 18/05/2011
lavoro per i giovani nel lodigiano
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Vidardo, l’amianto della Bardiafarma è finito anche in una discarica abusiva
Vidardo Parte dell’eternit della Bardiafarma di Castiraga Vidardo sarebbe stato depositato irregolarmente in un campo di 650 metri quadri alle spalle di un capannone di via turati di Sant’Angelo Lodigiano: per questa accusa un imprenditore edile egiziano di 53 anni, I.A.E.H., ha patteggiato in tribunale a Lodi nove mesi di carcere, ottenendo la pena sospesa solamente dopo aver dimostrato al giudice Angela Scalise di aver provveduto a conferire le lastre di cemento-amianto a una discarica autorizzata. A difendere l’egiziano l'avvocato Kati Scala di Codogno e il dottor Calogero Capuano, che fanno sapere: «In realtà quelle lastre erano già messe in sicurezza, perché prima di rimuoverle dal tetto dell'edificio su cui erano installate erano state protette con una vernice apposita. Si trattava, a nostro avviso, di un deposito temporaneo, anche perché le lastre erano già state impilate in bancali e i residui frammenti si trovavano all’interno di bidoni chiusi. Nessun rischio per la salute, quindi».Invece era stato proprio il titolare di un capannone confinante con quello dell’egiziano, preoccupato per la presenza di materiale potenzialmente cancerogeno, a chiedere l’intervento della polizia provinciale nel gennaio dello scorso anno. L’egiziano, regolare in Italia e titolare dell’impresa, era stato denunciato per aver rimosso amianto senza che la sua impresa fosse abilitata e senza che risultasse il deposito, nei 30 giorni previsti prima dell'avvio della bonifica, del piano di lavoro da indirizzare all'Asl; altre contestazioni riguardavano l'abbandono non autorizzato di rifiuti e anche un’ipotesi di falso in atto pubblico perché controllando l’impresa era emerso che un formulario di identificazione dei rifiuti relativo a un altro smaltimento dalla Bardiafarma sarebbe stato fotocopiato e modificato, con i dati dell'impresa dell'egiziano, in moto tale che risultasse che la ditta era produttrice in proprio di quei rifiuti. Non si esclude che l'egiziano avesse avuto quel lavoro in subappalto e, mal consigliato da qualcuno, avesse provato a “regolarizzare” l’intervento facendo carte false.Car. Cat. il cittadino lodi
«Una rotatoria dopo La Pergola e una sulla strada per Cavenago» per la sicurezza in provincia di lodi
Strade, più sicurezza con due rotonde«Una rotatoria dopo La Pergola e una sulla strada per Cavenago»(17 maggio 2011)
Due rotonde per regolare meglio il traffico e per evitare che il “popolo della notte” faccia brutti incidenti. La proposta arriva dall’assessore ai trasporti della Provincia di Lodi, Nancy Capezzera, la quale ha già incassato il sostegno dell’amministrazione Foroni: «La scorsa settimana è approdato in giunta il Piano di governo del territorio di San Martino - afferma -, dopo alcuni confronti tra i tecnici del comune e quelli di palazzo San Cristoforo mi sono sentita di intervenire, chiedendo che all’interno del documento vengano inserite due rotatorie in due punti strategici. Si tratta di una “prescrizione orientativa”, poi spetterà al municipio decidere».
La prima opera è prevista subito dopo La Pergola, la cittadella del divertimento situata lungo la via Emilia, la seconda è invece prevista in corrispondenza dell’incrocio che porta a Cavenago. «Dal mio punto di vista - spiega la Capezzera - una rotonda dopo la Bennet, dove tra l’altro si trova anche un importante polo di attività artigianali, sarebbe risolutiva, prima di tutto perchè permetterebbe di controllare meglio il flusso di macchine e poi perché impedirebbe ai giovani che frequentano i locali della zona di fare delle manovre azzardate. Spesso si vedono i posti di blocco delle forze dell’ordine, al di là delle inversioni non autorizzate compiute dai conducenti c’è anche chi esce dai parcheggi della Bennet e della Pergola attraversando come se niente fosse la via Emilia, a volte a piedi oppure in moto».
Un’altra rotonda regolerebbe il flusso di auto dirette a Cavenago, al posto dell’intersezione: «Non si risolverà il problema del traffico, che in alcune fasce orarie è elevato soprattutto verso Lodi, eppure servirà a mettere in sicurezza la svolta». Da parte dell’assessore non manca una stoccata nei confronti degli altri amministratori, presenti e passati. «Si è pensato molto di più all’architettura della Pergola e ai pochi parcheggi che a tutto il resto - sostiene la Capezzera -, al punto che si è dovuto ricorrere a una convenzione con il centro commerciale per realizzare un sottopasso, per giunta non utilizzato. Probabilmente stiamo affrontando ciò che doveva essere discusso in passato, vista la presenza di traffico in diverse ore della giornata. Si sono già verificati degli incidenti anche gravi, è necessario pensare alla sicurezza stradale, soprattutto per i giovani che si vogliono portare nel Lodigiano, per questo chiedo ai comuni di fare attenzione e di non pensare solamente a prendere gli oneri di urbanizzazione. Tra i servizi da organizzare ci potrebbe essere anche la nascita di una serie di fermate di autobus presso l’ipermercato». La Capezzera sottolinea che la proposta delle due rotatorie non è un obbligo ma un progetto a cui pensare seriamente per i prossimi cinque anni. «Se non sarà possibile realizzarle, allora troveremo una soluzione alternativa con l’Anas, in una logica di buona collaborazione».
Due rotonde per regolare meglio il traffico e per evitare che il “popolo della notte” faccia brutti incidenti. La proposta arriva dall’assessore ai trasporti della Provincia di Lodi, Nancy Capezzera, la quale ha già incassato il sostegno dell’amministrazione Foroni: «La scorsa settimana è approdato in giunta il Piano di governo del territorio di San Martino - afferma -, dopo alcuni confronti tra i tecnici del comune e quelli di palazzo San Cristoforo mi sono sentita di intervenire, chiedendo che all’interno del documento vengano inserite due rotatorie in due punti strategici. Si tratta di una “prescrizione orientativa”, poi spetterà al municipio decidere».
La prima opera è prevista subito dopo La Pergola, la cittadella del divertimento situata lungo la via Emilia, la seconda è invece prevista in corrispondenza dell’incrocio che porta a Cavenago. «Dal mio punto di vista - spiega la Capezzera - una rotonda dopo la Bennet, dove tra l’altro si trova anche un importante polo di attività artigianali, sarebbe risolutiva, prima di tutto perchè permetterebbe di controllare meglio il flusso di macchine e poi perché impedirebbe ai giovani che frequentano i locali della zona di fare delle manovre azzardate. Spesso si vedono i posti di blocco delle forze dell’ordine, al di là delle inversioni non autorizzate compiute dai conducenti c’è anche chi esce dai parcheggi della Bennet e della Pergola attraversando come se niente fosse la via Emilia, a volte a piedi oppure in moto».
Un’altra rotonda regolerebbe il flusso di auto dirette a Cavenago, al posto dell’intersezione: «Non si risolverà il problema del traffico, che in alcune fasce orarie è elevato soprattutto verso Lodi, eppure servirà a mettere in sicurezza la svolta». Da parte dell’assessore non manca una stoccata nei confronti degli altri amministratori, presenti e passati. «Si è pensato molto di più all’architettura della Pergola e ai pochi parcheggi che a tutto il resto - sostiene la Capezzera -, al punto che si è dovuto ricorrere a una convenzione con il centro commerciale per realizzare un sottopasso, per giunta non utilizzato. Probabilmente stiamo affrontando ciò che doveva essere discusso in passato, vista la presenza di traffico in diverse ore della giornata. Si sono già verificati degli incidenti anche gravi, è necessario pensare alla sicurezza stradale, soprattutto per i giovani che si vogliono portare nel Lodigiano, per questo chiedo ai comuni di fare attenzione e di non pensare solamente a prendere gli oneri di urbanizzazione. Tra i servizi da organizzare ci potrebbe essere anche la nascita di una serie di fermate di autobus presso l’ipermercato». La Capezzera sottolinea che la proposta delle due rotatorie non è un obbligo ma un progetto a cui pensare seriamente per i prossimi cinque anni. «Se non sarà possibile realizzarle, allora troveremo una soluzione alternativa con l’Anas, in una logica di buona collaborazione».
Greta Boni
il cittadino lodi
martedì 17 maggio 2011
Castiglione Il paese in festa per i 40 anni di ordinazione di tre sacerdoti castiglionesi
Castiglione Il paese in festa per i 40 anni di ordinazione di tre sacerdoti castiglionesi. Domenica 8 maggio la comunità ha festeggiato don Mario Zacchi, don Abele Uggé e don Giovanni Arienti. In chiesa una folla di fedeli, amici e parenti si è stretta intorno ai tre sacerdoti per la loro importante ricorrenza: una tappa significativa del loro cammino di fede che hanno voluto vivere a Castiglione, dove sono cresciuti. Per molti è stata l’occasione per riabbracciare i tre sacerdoti. Accolti dal parroco don Peppino Codecasa, i tre sacerdoti hanno ricevuto in dono un piatto ceramica Vecchia Lodi dal tema sacro. La Messa è stata celebrata nella chiesa dell’Annunciata da don Zacchi, nato a Bertonico nel 1947 e ordinato sacerdote nel giugno del 1971. Vicario parrocchiale a Zelo e a Lodi, don Mario è diventato parroco nel 1985 a Balbiano e Colturano ed è stato poi nominato fino ad oggi alla parrocchia Santa Maria Maddalena a Lodi e nel 2000 anche di quella di San Rocco in Borgo, unite. È stato direttore dell’ufficio diocesano scuola, presidente della consulta diocesana pastorale scolastica, incaricato diocesano Fidae e Agesc e consulente ecclesiastico Ucimm.Hanno concelebrato la santa messa don Abele e don Giovanni.Don Uggé è nato a Bertonico nel 1946. Ordinato sacerdote nel dicembre 1971, è stato vicario parrocchiale a San Rocco e a Paullo, parroco di a San Martino Pizzolano e di Senna e amministrare a Guzzafame. Attualmente è parroco di Somaglia, dal 2006.Don Giovanni Arienti è nato a Castiglione nel marzo 1943 ed è stato ordinato sacerdote nell’aprile 1971. Don Arienti è stato nelle Filippine, dove ha fatto professione perpetua prima dell’ordinazione e successivamente è stato addetto alla Nunziatura apostolica e poi, sempre nelle Filippine, direttore spirituale. È tornato in Italia nel 2006 come coadiutore della parrocchia dei salesiani a Milano.Durante la Santa messa è giunto dal Brasile il messaggio del fratello di don Abele, padre Enrico Uggé che ha festeggiato il 40° proprio lo scorso anno, in Brasile. Tornerà nel Lodigiano la prossima estate.Sara Gambarini IL CITTADINO LODI
BENEMERENZA CIVICA A CASTION : CARLA FOLLI
La benemerenza civica 2011 andrà alla memoria di Carla Folli: a Castiglione il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il riconoscimento civico alla figura esemplare di donna e di cittadina della giovane castiglionese strappata troppo presto alla vita ma rimasta nel cuore del paese. Carla è venuta a mancare pochi mesi fa, colpita da un male incurabile, a soli 47 anni. Il 2 giugno il comune desidera ricordarne il profilo di madre, di moglie, di volontaria ma forse, più semplicemente, di donna e di cittadina, che nessuna malattia ha saputo oscurare tanto in Carla quanto nei ricordi dei castiglionesi. In occasione della festa della Repubblica, come ogni anno, sarà consegnata alla famiglia, in memoria di Carla, la benemerenza civica per mano del sindaco Umberto Daccò. Ex impiegata alla Confartigianato di Codogno, Carla aveva smesso di lavorare da diversi anni. Sposata con Mario Rossi da 17 anni e mamma del piccolo Giacomo, 6 anni, la Folli si era inserita nel volontariato parrocchiale fin da ragazzina, accostandosi in modo particolare alla vita associativa del movimento Comunione Liberazione. Ma Carla si era sempre spesa anche in parrocchia come catechista e poi come referente per il corso dei fidanzati e con Mario era diventata punto di riferimento del corso di formazione per i genitori dei bambini che si preparano al battesimo, aprendo la sua casa anche ai centri di ascolto della Parola. Dagli anni Novanta però era entrata a fare parte dell’Associazione disabili Insieme (Adi) di Casale, dove si è sempre impegnata all’interno del direttivo e come organizzatrice di eventi per i ragazzi disabili. Proprio negli ultimi tempi, quando l’Adi ha costituito il presidio territoriale di Castiglione, Carla Folli ne era diventata la referente. Il suo impegno a favore degli altri e della comunità sarà riconosciuto ufficialmente dal comune. Lo scorso anno la benemerenza civica 2010 era stata consegnata a Rosa Zaffaroni, Franco Fusari e Gaetano Bianchi per l’attività prestata come patronato e per l’impegno in ambito sociale. IL CITTADINO LODI
Pantaeco “sospesa”, vertice in Provincia
Pantaeco “sospesa”, vertice in ProvinciaL’azienda chiede il ripristino dell’autorizzazione a lavorare rifiuti(17 maggio 2011)
Vertice oggi in Provincia a Lodi a più di cinque settimane dalla sospensione dell'autorizzazione integrata ambientale alla Pantaeco di Casalpusterlengo: «Il provvedimento, che al momento ci costringe a tenere fermi sessanta lavoratori, a nostro avviso non dovrebbe colpire anche l’attività di vagliatura e separazione dei rifiuti - spiega Giancarlo Paina, dirigente della società. Perché, e questo è scritto nell’autorizzazione, se è vero che si tratta di un documento unico, è altrettanto chiaro che l'Aia serve solamente alla discarica, e non all’impianto di trattamento».
Secondo Paina «l'impianto di separazione deve ripartire al più presto, perché senza quello non c’è lavoro e senza lavoro l'azienda non ha le risorse per gli interventi richiesti dalla Provincia per mettere in sicurezza la discarica». Qualche irregolarità era stata contestata anche negli impianti che separano diverse tipologie di rifiuti provenienti da raccolta non compiutamente differenziata: «Si tratta di un problema di impermeabilizzazione di un piazzale - spiega Paina -, un aspetto tecnico che siamo noi i primi a voler risolvere al più presto. Ma è tutto qui».
La Pantaeco, che aveva ottenuto nel 2007 l’Aia per proseguire nell’attività di vagliatura e per chiudere la discarica di Coste Fornaci, era finita nel mirino della procura della Repubblica di Lodi nel marzo del 2010, quando era stata contestata l’attività organizzata per il trattamento illecito di rifiuti: gli inquirenti ritenevano che nella discarica fossero finite oltre 80mila tonnellate di immondizia in superamento dei quantitativi autorizzati. «Siamo andati fuori quota con i quantitativi - ammette ora Paina - ma ora vogliamo mettere in sicurezza la discarica al più presto».
Dopo una modifica delle competenze giudiziarie in materia di rifiuti, l’inchiesta sulla Pantaeco è passata alla direzione distrettuale antimafia di Milano guidata da Ilda Boccassini. Non perché si ipotizzino coinvolgimenti del crimine organizzato ma perché l’ipotesi di “attività organizzata” per illeciti ambientali è diventata dal giugno scorso di competenza delle Dda. E la chiusura delle indagini sarebbe vicina.
Paina vuole invece chiudere la questione delle 700 tonnellate di compost che era stato sequestrato nel maneggio di sua proprietà, sempre in località Coste Fornaci, pochi giorni prima del blitz alla discarica: «Quel materiale, dopo quattordici mesi, è maturato - spiega l'imprenditore - e le nostre analisi indicano che è pronto per essere sparso nei campi, sia per l'acidità sia per il tenore di azoto. Ma a bloccarci ci sono invece analisi dell'Arpa che hanno fornito valori diversi. Speriamo di arrivare al più presto a una soluzione».
Anche per il compost era stata aperta un’inchiesta, per l’ipotesi che quel materiale, proveniente dall’impianto di Boffalora, non dovesse venir stoccato in un capannone non deputato a ospitare rifiuti, quale, appunto, il galoppatoio coperto del maneggio. In questo caso però si tratterebbe solo di violazioni amministrative.
Ora titolari e lavoratori attendono le decisioni della Provincia.
Carlo Catena IL CITTADINO LODI
Vertice oggi in Provincia a Lodi a più di cinque settimane dalla sospensione dell'autorizzazione integrata ambientale alla Pantaeco di Casalpusterlengo: «Il provvedimento, che al momento ci costringe a tenere fermi sessanta lavoratori, a nostro avviso non dovrebbe colpire anche l’attività di vagliatura e separazione dei rifiuti - spiega Giancarlo Paina, dirigente della società. Perché, e questo è scritto nell’autorizzazione, se è vero che si tratta di un documento unico, è altrettanto chiaro che l'Aia serve solamente alla discarica, e non all’impianto di trattamento».
Secondo Paina «l'impianto di separazione deve ripartire al più presto, perché senza quello non c’è lavoro e senza lavoro l'azienda non ha le risorse per gli interventi richiesti dalla Provincia per mettere in sicurezza la discarica». Qualche irregolarità era stata contestata anche negli impianti che separano diverse tipologie di rifiuti provenienti da raccolta non compiutamente differenziata: «Si tratta di un problema di impermeabilizzazione di un piazzale - spiega Paina -, un aspetto tecnico che siamo noi i primi a voler risolvere al più presto. Ma è tutto qui».
La Pantaeco, che aveva ottenuto nel 2007 l’Aia per proseguire nell’attività di vagliatura e per chiudere la discarica di Coste Fornaci, era finita nel mirino della procura della Repubblica di Lodi nel marzo del 2010, quando era stata contestata l’attività organizzata per il trattamento illecito di rifiuti: gli inquirenti ritenevano che nella discarica fossero finite oltre 80mila tonnellate di immondizia in superamento dei quantitativi autorizzati. «Siamo andati fuori quota con i quantitativi - ammette ora Paina - ma ora vogliamo mettere in sicurezza la discarica al più presto».
Dopo una modifica delle competenze giudiziarie in materia di rifiuti, l’inchiesta sulla Pantaeco è passata alla direzione distrettuale antimafia di Milano guidata da Ilda Boccassini. Non perché si ipotizzino coinvolgimenti del crimine organizzato ma perché l’ipotesi di “attività organizzata” per illeciti ambientali è diventata dal giugno scorso di competenza delle Dda. E la chiusura delle indagini sarebbe vicina.
Paina vuole invece chiudere la questione delle 700 tonnellate di compost che era stato sequestrato nel maneggio di sua proprietà, sempre in località Coste Fornaci, pochi giorni prima del blitz alla discarica: «Quel materiale, dopo quattordici mesi, è maturato - spiega l'imprenditore - e le nostre analisi indicano che è pronto per essere sparso nei campi, sia per l'acidità sia per il tenore di azoto. Ma a bloccarci ci sono invece analisi dell'Arpa che hanno fornito valori diversi. Speriamo di arrivare al più presto a una soluzione».
Anche per il compost era stata aperta un’inchiesta, per l’ipotesi che quel materiale, proveniente dall’impianto di Boffalora, non dovesse venir stoccato in un capannone non deputato a ospitare rifiuti, quale, appunto, il galoppatoio coperto del maneggio. In questo caso però si tratterebbe solo di violazioni amministrative.
Ora titolari e lavoratori attendono le decisioni della Provincia.
Carlo Catena IL CITTADINO LODI
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