giovedì 7 agosto 2014

ECONOMIA REALE E/O POLITICA SURREALE? A SETTEMBRE ASSEMBLEA PUBBLICA SU TUTTO IL TEMA A CASTIGLIONE D'ADDA PER IL BILANCIO 2014

ECONOMIA REALE E/O POLITICA SURREALE?
Egr. direttore, le vicende del senato e di tutte le riforme in itinere meritano una analisi compiuta e serena, con dettagli però vicini alla realtà dei fatti. I continui spot elettorali non sono utili a definire il confine che esiste fra politica economica e desiderata della politica nazionale. Siamo distanti anni luce dalla realtà e impotenti su tanti argomenti in quanto non ancora toccati per comodità politica. Ad oggi, vediamo una rincorsa affannosa a passaggi politici frenetici  verso riforme solo a costo zero per il governo attuale, mentre la prova del nove si vedrà in un autunno molto caldo. Sostengo queste cose perché la coperta diventerà molto corta sia per le risposte da fornire alla comunità europea sui fondi del fiscal compact, sia per le riforme con “costo sociale” elevato, cioè riforma delle pensioni, della fiscalità, del lavoro solo definito jobs act…,, della pubblica amministrazione, ect…che non sono state affrontate con la stessa determinazione ma demandate a tempi sconosciuti e questo penalizza molto ogni considerazione successiva . Il nocciolo è questo: finora sono stati chiesti tanti sacrifici ai cittadini ma i vincoli che abbiamo sul collo da parte della comunità europea diverranno un limite strutturale per la crescita in quanto bisognerà decidere se tagliare drasticamente la spesa pubblica (quali capitoli e quali sprechi ?)  o alzare le tasse? Ricordo solo che la spesa corrente dello stato è per il 94% circa afferita ai ministeri Una cosa è certa: noi come sindaci siamo al limite e dobbiamo giustificare scelte scellerate fatte a monte da altri che ricadono sulle nostre comunità con conto da pagare in termini di residui fiscali non dignitosi per noi: parliamo circa di 92 euro ogni 100 euro di tasse pagate trattenute dallo Stato qui al Nord. Il processo dovrebbe essere opposto: tratteniamo noi una percentuale adeguata ai servizi per i nostri cittadini e giriamo il resto allo stato.  Nessuno vuole alibi ma, basta vedere gli articoli di cronaca locali, per accorgersi che quasi tutti gli enti locali si devono auto-organizzare per sopravvivere e solo con idee differenziate di alcuni amministratori si galleggia senza enfasi, nonostante la grande determinazione e voglia di fare. Ormai non basta più fare tutti questi interventi virtuosi:  la cruda analisi economica va spiegata nei dettagli in quanto la politica globale incide sia sulla economia reale che sulle scelte della fantapolitica.  Forse dovremmo ricrederci, aprire definitivamente gli occhi e renderci conto di aver messo le scarpe nuove e il vestito della festa a un cadavere. Per quanto il paragone sia politicamente macabro sembra adattarsi perfettamente all’attuale condizione economica italiana. Probabilmente, in questi ultimi cinque anni di crisi, in molti abbiamo sperato di vivere in un Paese diverso, qualcuno ci ha creduto e in pochi ne erano addirittura convinti. Ma la verità è che Italia assomiglia sempre più a un malato terminale e la cosa grave è che il macchinario che fino ad oggi l’ha tenuto in vita si è rotto. Che fine hanno fatto le promesse di ben tre governi diversi? Che fine ha fatto la tanto agognata ripresa? Dove sono andati a finire tutti i sacrifici richiesti agli italiani, le lacrime che abbiamo versato e il sangue che abbiamo donato? Abbiamo addirittura affidato un incarico di spending review, un commissario che oggi ringrazia, saluta ed esce di scena. E come se non bastasse, il ministro dell’Economia informa che la situazione economica in Italia è meno favorevole rispetto alle previsioni. Come sono state fatte queste previsioni e quanto di discostano dalla realtà? Con uno spread così basso l’Italia dovrebbe decollare e invece stiamo ancora qui a leccarci le ferite. Dove sono i benefici derivanti dall’applicazione dei tassi di interesse così bassi? I contribuenti non ne traggono vantaggio e neppure i risparmiatori, costretti ad acquistare Bot semestrali che offrono un rendimento dello 0,236% sul quale occorre anche pagarci le tasse. Il PIL italiano del primo trimestre è sceso dello 0,10%; quello Usa del secondo trimestre è esploso del 4%. C’è un abisso di differenza. E in attesa dei dati ISTAT relativi al secondo trimestre diffusi  il 6 agosto il ministero dell’Economia cerca di aprire il paracadute prevedendo che, se andrà bene – e fate attenzione all’uso non proprio casuale della condizione “se” – la crescita risulterà comunque dimezzata rispetto alle stime del DEF (documento economico finanziario) di aprile (0,8%). A queste condizioni e in questo clima di assoluta incertezza e di volatilità vorremmo almeno risposte precise. Riuscirà l’Italia ad uscire dal guado? E se sì, quando? A settembre farò una assemblea pubblica per spiegare ai castiglionesi lo stato dell’arte e quanto incidono tutte le decisioni prese dall’alto  sulla stesura dei bilanci 2014 e sulla pianificazione dei servizi per i cittadini, tra IUC,IMU,TARI,TASI,TAGLI AI TRASFERIMENTI LOCALI,PATTO DI STABILITA’.FONDO DI SOLIDARIETA’ COMUNALE E SPENDING REVIEW. Penso sia arrivato il momento di crescere culturalmente e civicamente.
Ferrari Alfredo SINDACO DI CASTIGLIONE D’ADDA
06/08/2014
 


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.