Ben 700 pazienti in più ogni anno approdano negli ospedali di Lodi e
Casale per farsi curare, gli altri si rivolgono a strutture di Milano e
Pavia
Sono numeri da allerta quelli dei casi di tumore nel territorio
Lodigiano: nello scorso anno settecento nuovi casi di cancro sono
arrivati negli ospedali di Lodi e Codogno, ma i nuovi malati nel
territorio sono stati oltre 1000. Alcuni infatti preferiscono rivolgersi
ad altre strutture: «Le consulenze e il secondo parere che i nostri
pazienti chiedono negli altri ospedali di Milano o Pavia sono
considerate da noi un contributo. Non c’è più la gelosia di prima. Siamo
circondati da centri importanti e il loro parere è tenuto da noi in
considerazione» spiega il primario facente funzioni Giuseppe Montanari .
«Il problema dei tumori - commenta il primario - è anche un tema ambientale e di controllo. Quello che è successo a Corteolona, con l’incendio dei capannoni, è gravissimo.Mi chiedo se le autorità e i sindaci facciano il monitoraggio del territorio».
All’ospedale di Lodi vengono utilizzati anche farmaci innovativi ad alto costo come quelli immunologici. «Si tratta di medicine che si sono dimostrate efficaci nella cura delle neoplasie - dice lo specialista -. Il nostro compito è garantirle in tempi ragionevolmente brevi». Il primario condivide la scelta fatta dal governo di «finanziare con 500milioni di euro all’anno l’acquisto di questi farmaci aumentando di un centesimo il prezzo di ogni sigaretta venduta».
L’assistente sociale e lo psicologo affiancano il malato di tumore negli ospedali lodigiani. «In reparto e in ambulatorio - spiega Montanari - sono diventate figure imprescindibili per l’assistenza psicosociale e per migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti. Il contributo del volontariato poi è fondamentale. In una società tante volte distratta nei confronti di chi ha bisogno, vedere tanti gesti di solidarietà è esemplare».
ART.TRATTO DA IL CITTADINO
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