GIANNI BRERA ED IL RICORDO DELL' AMICO ANDREA MAIETTI
8 settembre 1919-8 settembre 2019. Avresti compiuto cento anni, Giôann, come non avresti mai voluto. Il destino ti ha preso invece il 19 dicembre 1992 sulle strade della tua e nostra Bassa di Lombardia, come avevi sempre detto di volere: in un amen. Chissà se poi era vero. Si resta attaccati alla vita anche quando non ne resta che un moncherino. E tu a settantatré anni avevi ancora voglia di vivere: altri romanzi da partorire, per provarci, almeno da vecchio, a «vellicare Monna Letteratura», senza l’ansia di «faire de la copie per il panino». Ventisette anni non sono bastati a spegnere la nostalgia.Ci manchi. Mi manchi. «Lodesan linfatico» mi avevi battezzato, per la mia difficoltà a reggere il vino. Per un tuobiografo (ricordi il nostro primo incontro, nella tua villa di Pusiano, insieme a Carmine Saviotti, davanti a un risotto vista lago e poi, l’investitura di qualche tempo dopo in via Cesariano, a Milano?) una pessima carta da visita, che mi hai sempre perdonato. Anniversari. Ci si affeziona con gli anni. Per l’illusione di credere che non tutto è perduto delle persone che abbiamo amato. Per la certezza, ogni anno più cruda, che ineluttabilmente andiamo verso occidente. Per quanto non abbiamo alcuna voglia di metter fretta al destino, conforta forse il pensiero che là qualcuno ci aspetta. Da quando te ne sei andato, pensandoti ti ho sempre salutato con un etimologico ad-dio: affidarti a un dio, magari quello della nostra pudica Bassa padana. “Luglio infuocato mugola pei campi ferito dalla stessa sua calura” ha scritto il nostro conterraneo Cesare Angelini, ma noi ci stiamo e ci torniamo sempre volentieri nella Bassa, alla tua Pianariva come alla mia Costaverde: perché «mej de la Val Padana ghe n’è minga».Continueremo a vivere, noi che ti abbiamo perduto: come è dovere e talvolta magari condanna. È il tuo lascito più grande, più della tua rutilante scrittura. «Bisogna lavorare, per essere pronti», mi hai confidato un giorno in via Cesariano. Anche se non si è mai pronti abbastanza (da “Gioânnbrerafucarlo- Gianni Brera secondo me”, di Andrea Maietti - Bolis Edizioni, Settembre 2019)
Andrea Maietti, grazie! 🙂
— nostalgica.8 settembre 1919-8 settembre 2019. Avresti compiuto cento anni, Giôann, come non avresti mai voluto. Il destino ti ha preso invece il 19 dicembre 1992 sulle strade della tua e nostra Bassa di Lombardia, come avevi sempre detto di volere: in un amen. Chissà se poi era vero. Si resta attaccati alla vita anche quando non ne resta che un moncherino. E tu a settantatré anni avevi ancora voglia di vivere: altri romanzi da partorire, per provarci, almeno da vecchio, a «vellicare Monna Letteratura», senza l’ansia di «faire de la copie per il panino». Ventisette anni non sono bastati a spegnere la nostalgia.Ci manchi. Mi manchi. «Lodesan linfatico» mi avevi battezzato, per la mia difficoltà a reggere il vino. Per un tuobiografo (ricordi il nostro primo incontro, nella tua villa di Pusiano, insieme a Carmine Saviotti, davanti a un risotto vista lago e poi, l’investitura di qualche tempo dopo in via Cesariano, a Milano?) una pessima carta da visita, che mi hai sempre perdonato. Anniversari. Ci si affeziona con gli anni. Per l’illusione di credere che non tutto è perduto delle persone che abbiamo amato. Per la certezza, ogni anno più cruda, che ineluttabilmente andiamo verso occidente. Per quanto non abbiamo alcuna voglia di metter fretta al destino, conforta forse il pensiero che là qualcuno ci aspetta. Da quando te ne sei andato, pensandoti ti ho sempre salutato con un etimologico ad-dio: affidarti a un dio, magari quello della nostra pudica Bassa padana. “Luglio infuocato mugola pei campi ferito dalla stessa sua calura” ha scritto il nostro conterraneo Cesare Angelini, ma noi ci stiamo e ci torniamo sempre volentieri nella Bassa, alla tua Pianariva come alla mia Costaverde: perché «mej de la Val Padana ghe n’è minga».Continueremo a vivere, noi che ti abbiamo perduto: come è dovere e talvolta magari condanna. È il tuo lascito più grande, più della tua rutilante scrittura. «Bisogna lavorare, per essere pronti», mi hai confidato un giorno in via Cesariano. Anche se non si è mai pronti abbastanza (da “Gioânnbrerafucarlo- Gianni Brera secondo me”, di Andrea Maietti - Bolis Edizioni, Settembre 2019)
Andrea Maietti, grazie! 🙂
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