Lo smog schizza alle stelle per una settimana intera. Nella città del Barbarossa si è superata la soglia dei 100 microgrammi al metro cubo per due giorni consecutivi: la centralina di viale Vignati ha registrato un valore pari a 103 nella giornata di domenica 6 febbraio e pari a 105 nella giornata di lunedì 7 febbraio. Tutti gli altri lodigiani, però, non possono di certo respirare a pieni polmoni, il problema non riguarda solamente il capoluogo. Basta prendere in mano l’ultimo bollettino disponibile dell’Arpa, datato mercoledì 9 febbraio, per rendersi conto che la situazione è la stessa in tutto il Lodigiano: le rilevazioni mostrano un Pm10 al di là della soglia di attenzione a Montanaso (63), Tavazzano (73), Bertonico (71) e San Rocco (60).A Lodi le due centraline utilizzate per il controllo della qualità dell’aria si trovano in viale Vignati e in via Vittime della Violenza. A partire dallo scorso venerdì 4 febbraio, le polveri sottili non hanno mollato la presa: hanno sempre superato il valore imposto per legge, pari a 50 microgrammi per metro cubo. Come sempre, il periodo peggiore per il naso e i polmoni dei lodigiani è l’inverno, al traffico, al clima e all’inquinamento si aggiunge pure il riscaldamento. Quest’anno, però, Lodi non ha ancora raggiunto il record del 2010, quando a febbraio mancavano solo pochissimi giorni per oltrepassare lo stop imposto dall’Unione europea: gli sforamenti non dovrebbero mai essere più di 35.In ogni caso, seconda la tradizionale classifica stilata da Legambiente, “Mal’aria di città 2011”, la provincia di Lodi non ha affatto superato l’esame. L’associazione ambientalista sottolinea che per combattere lo smog non servono interventi a “spot”, ma politiche ben strutturate, dal contrasto all’utilizzo dell’auto privata al rilancio del trasporto pubblico. Legambiente ricorda che, secondo i dati diffusi a giugno dall’istituto di ricerca Nomisma, ogni anno si contano quasi 5.900 morti in Italia che possono essere attribuite a malattie causate dall’elevata concentrazione di Pm10.La Provincia di Milano sta pensando di imporre un limite di 70 chilometri all’ora sulle strade di sua competenza. Un provvedimento che fa parte di un pacchetto di misure contro l’inquinamento. A palazzo San Cristoforo l’assessore Nancy Capezzera spiega che la giunta non ha preso in considerazione questa ipotesi, anche perché il numero di veicoli in transito per il Lodigiano è molto diverso rispetto a quello della metropoli. «Queste misure non sono una panacea, come è stato detto più volte nel corso delle riunioni delle province lombarde. Credo che sia importante promuovere i controlli, sia sui veicoli privati sia sui mezzi pubblici, spesso non adeguatamente attrezzati, ma anche sulle caldaie. Ci vorrebbero dei controlli anche sul riscaldamento negli uffici pubblici, oltre agli sgravi fiscali per chi vuole sostituire caldaie o mezzi di trasporto».Greta Boni IL CITTADINO LODI ED. 11/02/2011
Lo smog schizza alle stelle per una settimana intera. Nella città del Barbarossa si è superata la soglia dei 100 microgrammi al metro cubo per due giorni consecutivi: la centralina di viale Vignati ha registrato un valore pari a 103 nella giornata di domenica 6 febbraio e pari a 105 nella giornata di lunedì 7 febbraio. Tutti gli altri lodigiani, però, non possono di certo respirare a pieni polmoni, il problema non riguarda solamente il capoluogo. Basta prendere in mano l’ultimo bollettino disponibile dell’Arpa, datato mercoledì 9 febbraio, per rendersi conto che la situazione è la stessa in tutto il Lodigiano: le rilevazioni mostrano un Pm10 al di là della soglia di attenzione a Montanaso (63), Tavazzano (73), Bertonico (71) e San Rocco (60).A Lodi le due centraline utilizzate per il controllo della qualità dell’aria si trovano in viale Vignati e in via Vittime della Violenza. A partire dallo scorso venerdì 4 febbraio, le polveri sottili non hanno mollato la presa: hanno sempre superato il valore imposto per legge, pari a 50 microgrammi per metro cubo. Come sempre, il periodo peggiore per il naso e i polmoni dei lodigiani è l’inverno, al traffico, al clima e all’inquinamento si aggiunge pure il riscaldamento. Quest’anno, però, Lodi non ha ancora raggiunto il record del 2010, quando a febbraio mancavano solo pochissimi giorni per oltrepassare lo stop imposto dall’Unione europea: gli sforamenti non dovrebbero mai essere più di 35.In ogni caso, seconda la tradizionale classifica stilata da Legambiente, “Mal’aria di città 2011”, la provincia di Lodi non ha affatto superato l’esame. L’associazione ambientalista sottolinea che per combattere lo smog non servono interventi a “spot”, ma politiche ben strutturate, dal contrasto all’utilizzo dell’auto privata al rilancio del trasporto pubblico. Legambiente ricorda che, secondo i dati diffusi a giugno dall’istituto di ricerca Nomisma, ogni anno si contano quasi 5.900 morti in Italia che possono essere attribuite a malattie causate dall’elevata concentrazione di Pm10.La Provincia di Milano sta pensando di imporre un limite di 70 chilometri all’ora sulle strade di sua competenza. Un provvedimento che fa parte di un pacchetto di misure contro l’inquinamento. A palazzo San Cristoforo l’assessore Nancy Capezzera spiega che la giunta non ha preso in considerazione questa ipotesi, anche perché il numero di veicoli in transito per il Lodigiano è molto diverso rispetto a quello della metropoli. «Queste misure non sono una panacea, come è stato detto più volte nel corso delle riunioni delle province lombarde. Credo che sia importante promuovere i controlli, sia sui veicoli privati sia sui mezzi pubblici, spesso non adeguatamente attrezzati, ma anche sulle caldaie. Ci vorrebbero dei controlli anche sul riscaldamento negli uffici pubblici, oltre agli sgravi fiscali per chi vuole sostituire caldaie o mezzi di trasporto».Greta Boni
RispondiEliminaIL CITTADINO LODI ED. 11/02/2011