venerdì 23 dicembre 2011

Scontro sull’acqua in Provincia

Scontro sull’acqua in Provincia(22 dicembre 2011)
Tanti auguri, sì, ma l’ultimo consiglio provinciale finisce tra sguardi torvi, con l’opposizione che lascia polemicamente l’aula, ormai priva del numero legale e dunque incapace di portare a termine l’ordine del giorno. Un buco nell’acqua, insomma, proprio come l’approvazione dello statuto della nuova azienda speciale che proprio “l’oro blu” dovrà controllarlo, dal 1 gennaio prossimo; ma che dopo il rinvio chiesto un mese fa dal Pd, per consentire ai sindaci lodigiani di studiarlo meglio, slitta nuovamente, al 28 dicembre, lasciando di fatto alla conferenza dei sindaci solo un paio di giorni per la costituzione del nuovo consiglio d’amministrazione. La spaccatura, peraltro, avviene proprio a ridosso della discussione sulla composizione di quest’ultimo. Che secondo lo statuto dovrebbe contare su tre membri indicati dai sindaci e su due nomine della Provincia, l’ente cui la nuova normativa affida il controllo e la regolazione dell’acqua pubblica, lasciando comunque ai sindaci il parere vincolante sulle tariffe e sul piano degli investimenti; ma che il Pd, raccolti i suggerimenti della stessa conferenza dei comuni, chiede sia costituito da soli “primi cittadini”.
La proposta ufficializza quanto riassunto nella relazione con la quale Luca Marini, sindaco di San Martino e presidente della conferenza di comuni, aveva garbatamente sottolineato la volontà dei sindaci di continuare a “pesare” nella gestione del più prezioso tra i beni pubblici, nell’ottica di una «salvaguardia degli equilibri politici» e dello spirito di «leale collaborazione» previsto dalla stessa normativa. Questo e altri “suggerimenti” sono confluiti nei 12 emendamenti presentati dal Pd, tutti a favore di una maggiore rappresentatività dei comuni, ma che al momento delle votazioni hanno sbattuto su un muro di “no” da parte della maggioranza. E la situazione in aula si è scaldata.
«Non avete il numero legale, ce ne andiamo e il 28 ve la votate voi», ha minacciato Mauro Soldati, prologo a una sospensione di qualche minuto nella quale Marini ha chiesto pazienza al centrosinistra, ricordando i tempi strettissimi per il varo della nuova azienda. Ma al ritorno tra i banchi, il Pd non ha avuto nemmeno il tempo di testare lo spirito di collaborazione della maggioranza: Pdl e Lega, infatti, hanno proposto di spostare la discussione al 28 e di ritirare il punto dalla discussione, spingendo il centrosinistra a indossare i cappotti e a salutare tutti. «Hanno proposto la presenza di un uditore nel cda, quando la maggioranza dei sindaci l’aveva ritenuta inutile», spiegano dal centrodestra; e in effetti lo stesso Marini, nella relazione, aveva ammesso come l’idea fosse stata “cassata”. Di fatto, però, a una manciata di giorni dallo scioglimento del “vecchio Ato”, la nuova azienda speciale minaccia di nascere tra i veleni; ciò, va da sé, al netto dei salti mortali che sindaci e Provincia dovranno comunque fare, dal 28 pomeriggio, per non farla partire senza chi dovrà amministrarla.
Alberto Belloni
TRATTO DA IL CITTADINO LODI

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