cavenago Più alta di 2,5 metri. E capace di ricevere quasi 133.500 metri cubi (pari a 109.500 tonnellate) di rifiuti in più, avviando al recupero 20mila tonnellate all’anno di pattume, «senza alcuna ulteriore occupazione di suolo». Tutti numeri specificati nel documento tecnico che Ecoadda, la società che gestisce la discarica di Cavenago, ha presentato in Provincia per richiedere il via libera all’innalzamento. Una quantità a cui devono essere aggiunte le 18mila tonnellate all’anno provenienti dallo spazzamento strade e trattate in un impianto ancora da realizzare. Nel sito, inoltre, saranno lavorati anche materiali ingombranti. Il valore complessivo delle opere da realizzare ammonta a più di 5 milioni di euro, una cifra che comprende lo studio tecnico, il costo dei lavori e le opere di mitigazione.Oggi l’insediamento si sviluppa su una superficie recintata di circa 98.081 metri quadrati, di cui 2.035 coperti da fabbricati e 75.445 occupati dal bacino della discarica. La sua capacità ricettiva è pari a oltre un milione di metri cubi, il “sopralzo” consentirà di ricevere i rifiuti indicativamente per un altro triennio.Secondo Ecoadda, nel Lodigiano ci sono almeno 260mila tonnellate all’anno di rifiuti urbani e speciali da gestire. Un calcolo così spiegato all’interno della relazione consegnata in via Fanfulla: «Nel territorio, a fronte di una produzione di rifiuti urbani pari a circa 110mila tonnellate all’anno, vi sono ulteriori rifiuti (speciali, pericolosi e non pericolosi) provenienti dalle attività produttive, stimati in circa 190mila tonnellate all’anno. Sommando tali quantitativi, si ottiene un totale di 300mila tonnellate di rifiuti prodotti nella Provincia di Lodi per i quali la percentuale residuale non recuperabile da smaltire può essere stimata non inferiore al 25 per cento del totale, ovvero almeno 75mila tonnellate all'anno». Si continua poi nel ragionamento: «Il quantitativo per il quale è previsto lo smaltimento in discarica è valutato per il solo circuito degli urbani in 29mila tonnellate all'anno. La Provincia di Lodi con delibera del consiglio del 28 dicembre 2011 ha poi approvato una nuova convenzione con un operatore privato locale per il trattamento e lo smaltimento di una quota dei rifiuti urbani valutata in circa 38mila tonnellate all’anno. Pertanto, anche al netto di tale quantitativo, restano da gestire sul territorio rifiuti urbani e speciali per più di 260mila tonnellate all’anno. D’altra parte, nel territorio lodigiano, vi è carenza di impianti per il recupero selettivo dei rifiuti ingombranti ed assimilabili e delle terre provenienti dallo spazzamento delle strade e del suolo pubblico».Tutta l’attività è prevista all’interno del capannone che fa parte dell’insediamento. L’azienda dovrà però installare a Cavenago, nel caso in cui dovesse ottenere il via libera da parte della giunta Foroni, l’impianto di recupero delle terre di spazzamento e rifiuti non pericolosi, che sarà sistemato nella porzione di capannone industriale attualmente esistente. Lo studio tecnico illustra poi l’elenco delle operazioni che dovranno essere eseguite, dall'adeguamento dei capannoni alle nuove installazioni. L’impianto per i rifiuti ingombranti e speciali sarà dotato di una capacità di trattamento di 60-100 tonnellate al giorno, che scendono a 60-80 tonnellate nel caso dell’impianto per le terre di spazzamento; entrambi saranno in goni caso attivi 12 ore al giorno per 250 giorni l’anno.Il materiale presentato, ricco di documenti e tavole tecniche, è già stato protocollato in Provincia, ma non è stato ancora esaminato e discusso. A San Cristoforo, e non solo, c’è già chi si è espresso contro l’ipotesi di un ampliamento.Gr. Bo. tratto da il cittadino lodi
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Codari (Pdl) interviene sulla vicenda: «È troppo presto per tirare conclusioni»
La questione non può essere ridotta ai minimi termini, e cioè allo scontro tra “favorevoli” e “contrari”. Lo pensa il presidente del consiglio provinciale Massimo Codari, in quota Pdl, nel commentare l’ipotesi di ampliamento della discarica. «L’argomento delicato riguarda un settore di intervento di stretta competenza della Provincia e di rilevanza per i cittadini - afferma Codari -, i quali, a suo tempo, hanno contribuito con il loro voto a eleggere presidente e consiglio provinciale, e oggi si aspettano che l’assemblea eletta si attivi per tutelare i loro interessi e le loro aspettative in materia di ambiente e di trattamento dei rifiuti. Sono certo che il presidente e la sua giunta valuteranno con attenzione la nuova proposta, così come sono certo dell’operato professionale degli uffici preposti all’esame tecnico del progetto, come sono certo che il consiglio provinciale con le sue commissioni saprà vigilare e analizzare la bontà del progetto, la sua aderenza al piano provinciale e la sua validità nel rispetto delle caratteristiche e delle necessità del nostro territorio. Nel merito, oggi è presto per trarre conclusioni». Codari ritiene che la società Ecoadda abbia tutto il diritto di presentare una richiesta per modificare o migliorare l’impianto. «La Provincia, a sua volta, deve tener presente che Ecoadda, seppur indirettamente, rientra nell’elenco delle società partecipate e annovera tra i suoi amministratori membri del consiglio di amministrazione di nomina pubblica. Ecoadda - ricorda il presidente del consiglio -, nel prospetto della nota integrativa al 31 dicembre 2011 di Eal Spa, risulta nell’elenco delle società partecipate, con una quota di partecipazione di Eal Spa in Ecoadda Srl del 20 per cento del capitale sociale. Il presidente della Provincia e il consiglio dovranno valutare il progetto di ampliamento dell’attività di Ecoadda nel rispetto della politica di gestione delle partecipate della Provincia - aggiunge Codari -, nel rispetto del piano provinciale dei rifiuti, nel rispetto delle politiche di indirizzo della Provincia in materia di gestione dei rifiuti prodotti nel territorio e di installazione sul territorio provinciale di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti stessi. E nel rispetto, prima di ogni altro elemento, degli interessi, delle necessità e delle aspettative degli abitanti del territorio del Comune di Cavenago e della provincia di Lodi». tratto da il cittadino lodi
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