venerdì 31 agosto 2012
«Dai cittadini 37 euro all’anno, tanto costano i politici laudensi»
Pietro Foroni, padrone di casa (anche se politicamente... ospite) alla kermesse Pd è stato forse il più tecnico fra i quattro amministratori provinciali che si sono spartiti il microfono. Innanzitutto ha riassunto, a beneficio del pubblico magari non ferratissimo, che i due criteri stabiliti dal consiglio dei ministri il 20 luglio per guidare la nascita delle nuove aggregazioni sono et-et e non aut-aut. Complementari e non alternativi: «Si devono avere assieme 350mila abitanti e 2500 chilometri quadrati, uno e l’altro da soli non bastano». Questa è la ragione per cui anche comprensori immani come Sondrio o Verbania zoppicano nell’incertezza, traditi dallo spopolamento alpestre. La seconda cosa che il massimo esponente istituzionale del Lodigiano ha puntualizzato è che le città metropolitane non possono «mangiare» altri pezzi di provincia - difficile tornare con Milano insomma - e che «non ci saranno consultazioni a livello locale previste espressamente dalla legge di riordino». In altri termini, niente referendum: una volta messa assieme Provincia con Provincia (intere, perchè non si possono prendere pezzi ), la cosa è fatta. Restano i referendum consultivi comunali, cioè quelli che si potevano fare anche prima per andare di qui o di là col proprio Comune. Il leader di palazzo San Cristoforo è poi passato a ripercorrere una serie di argomenti che battono sul chiodo dell’assurdità sostanziale di quanto si sta facendo. Nonostante la mannaia sulle ridicole Province italiane e sui campanilismi antichi faccia giubilare i sondaggi Internet, Foroni ancora una volta dice che ridicolo sarà il risparmio. «Persino la stessa legge sulla spending review 2012 parla di un 68 per cento di risparmi a carico degli enti locali, ma ammette che il contributo delle province a tale minore spesa risulterà praticamente irrilevante». Arriva poi a cifre già molte volte sottolineate: «mantenere» i politici della Provincia di Lodi è costato finora 37 euro all’anno pro capite a ciascun cittadino lodigiano». Il presidente in quota Carroccio tocca poi una riflessione condivisa con Alessandro Pastacci di Mantova, e cioè che qualcuno che faccia il consigliere provinciale (non votato dai cittadini), bisognerà trovarlo anche dopo la riforma. E coi sindaci oberati di lavoro sarà dura. Un terzo assurdo è poi «l’illusione di liberarci dal mostro centralista spazzando via i parlamentini dei capoluoghi. Il mostro centralista vero comincia ad essere la Regione, che lesina risorse e toglie competenze alle ramificazioni provinciali», concetto questo sottolineato da Salini. Infine Foroni annuncia l’ennesima notizia di tagli in bilancio in arrivo, 3 milioni di euro in meno di trasferimento dallo Stato nel 2013: «Potrebbe persino essere una volontà questa - si spinge a ipotizzare - ci vogliono portare a un dissesto guidato per avere l’alibi di abolirci».Em. Dol. TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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