domenica 2 dicembre 2012
Una marcia contro il deposito di metano
Invocata a più riprese dal Comitato, la politica si fa sentire sul
deposito di stoccaggio del gas autorizzato ad Ital Gas Storage a
Cornegliano. E alla vigilia del corteo di protesta, in programma per le
13.15 di oggi, sabato, con la partenza fissata in via Lodi, davanti al
municipio, qualcuno dei sindaci coinvolti a vario titolo risponde alle
domande di chi chiede loro da che parte stanno. Nessun appoggio
dichiarato all’azione del Comitato, che oggi spera di coinvolgere quanti
più cittadini possibile, e che ha già incassato il sostegno di
Rifondazione Comunista, ma dichiarazioni di disponibilità. Per esempio
sulla necessità di uno studio di un ente terzo, un’università o un
istituto di ricerca come chiesto dal comitato, per escludere incidenti o
comunque conseguenze sull’ambiente e sulle falde. «Le perplessità sono
state avanzate da subito da noi sindaci - riepiloga Giancarlo Cordoni,
primo cittadino di Lodi Vecchio -: prima con una lettera al presidente
al Provincia, firmata anche dai sindaci di Lodi, Pieve e San Martino, il
22 gennaio 2010, in cui chiedevamo chiarimenti sulla progettualità e
sui quantitativi e un incontro di informazione. Una richiesta a cui non
abbiamo mai ricevuto risposta, a cui personalmente ho fatto seguire
un’ulteriore lettera aperta sulle pagine de «Il Cittadino» nel marzo
2010. Concordo sul fatto che ci voglia molta cautela e che sul
territorio sia mancata una corretta informazione. Ora però possiamo solo
verificare, in corso d’opera, come si procederà e che tipo di reazioni
può avere la parte geologica dell'ex giacimento che verrà riempita. Uno
studio di un ente terzo potrebbe essere una via per avere certezze». Sul
fatto che i sindaci oggi non possano fare molto concordano anche Paola
Rusconi, primo cittadino di Pieve, e Domenico Papagni, sindaco di
Massalengo. «Ci sono tante cose che non ci vanno bene e che siamo
costretti ad accettare passivamente - spiega Paola Rusconi -: questa
decisione arriva direttamente dal ministero e gli enti locali non
possono molto se non chiedere spiegazioni e avere garanzie. Due anni fa
abbiamo chiesto chiarimenti». L’urgenza ora, secondo Papagni, è
«vigilare perché tutte le norme di tutela dell’ambiente e della salute
dei cittadini, siano rispettare - dice -: la nostra non è un’evasione di
responsabilità e personalmente condivido le preoccupazioni dei
cittadini». Chi non condivide la posizione di chi parla ora, a pochi
mesi dai cantieri, è Alfredo Ferrari, consigliere provinciale e
presidente della commissione ambiente. «La questione è stata discussa
ampiamente in sede di consiglio provinciale e tutti hanno espresso il
proprio voto - accusa -: dire oggi che non c’è stata informazione non
rispetta la verità dei fatti». Rossella Mungiello TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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