Costo pensioni, Italia a due velocità
·
·
Il sistema pensionistico italiano non si autofinanzia,
i contributi coprono il 76% delle pensioni con un marcato gap fra Nord e Sud:
Report Itinerari Previdenziali.
Barbara Weisz - 17 maggio
2017
tratto da PMI.IT
Dal 1980 ad oggi i tassi di copertura delle prestazioni previdenziali nelle
regioni italiane sono progressivamente scesi: in parole semplici, ci sono
sempre meno soldi per pagare le pensioni, per cui lo Stato deve
utilizzare in misura maggiore le entrate fiscali per sostenere il sistema. In
realtà, il tasso medio del 76,19 è relativamente positivo, il problema sono gli
squilibri fra le diverse aree del Paese. Nel Sud il tasso è del
51% e ci sono regioni (Calabria e Basilicata) intorno al 25%, nel Nord
si sale all’86,68%, il Centro si attesta al 77,25%.
I dati si rilevano dal Rapporto sulla Regionalizzazione del Bilancio
previdenziale, del Centro studi di Itinerari Previdenziali con il patrocinio
della Camera dei Deputati.
Il confronto con gli anni ’80 è impietoso dimostrando come, per quanto la sostenibilità
del sistema previdenziale sia migliorata (con le diverse riforme che si
sono susseguite), i periodi di crisi abbiano lasciato il segno.
Nel 1980 in Lombardia c’era un tasso di copertura del 147,15%.
Significa che per ogni 100 euro di pensioni pagate ne entravano 147 di contributi
versati dai lavoratori. La crisi dei grandi marchi industriali della
meccanica, dell’avionica e del tessile ha fatto scendere progressivamente il
tasso (i posti di lavoro, che significavano contributi pagati, si sono
trasformati in ammortizzatori sociali), che fino al 2010 era ancora in
condizioni di autosufficienza (101,76%). Il colpo di grazia è arrivato
con la crisi finanziaria, con effetti fino al 2015.
Resta comunque uno dei
livelli più alti d’Italia: al top il Trentino Alto Adige, unica Regione sopra
la parità (106,61%). In tabella, la classifica delle Regioni e la progressione
dal 1981.
Regione
|
Tasso di copertura
1981 |
Tasso di copertura
2001 |
Tasso di copertura
2015 |
Piemonte
|
83,12%
|
74,30%
|
67,38%
|
Valle d’Aosta
|
60,58%
|
68,21%
|
71,92%
|
Lombardia
|
115,56%
|
103,22%
|
97,11%
|
Liguria
|
71,12%
|
50,25%
|
57,97%
|
Trentino Alto Adige
|
85,19%
|
99,64%
|
106,61%
|
Veneto
|
96,67%
|
100,25%
|
95,33%
|
Friuli Venezia Giulia
|
74,91%
|
71,99%
|
74,13%
|
Emilia Romagna
|
82%
|
83,09%
|
86,12%
|
Toscana
|
76,69%
|
71,92%
|
72,14%
|
Umbria
|
59,45%
|
57,92%
|
57,92%
|
Marche
|
67,50%
|
70%
|
69,48%
|
Lazio
|
101,52%
|
103,96%
|
87,53%
|
Abruzzo
|
51,67%
|
61,26%
|
65,21%
|
Molise
|
35,52%
|
44,67%
|
47,10%
|
Campania
|
61,80%
|
40,00%
|
57,61%
|
Puglia
|
45,97%
|
35,11%
|
50,14%
|
Basilicata
|
26,71%
|
41,35%
|
53,97%
|
Calabria
|
25,43%
|
24,28%
|
36,54%
|
Sicilia
|
40,83%
|
31,71%
|
45,64%
|
Sardegna
|
47,29%
|
47,87%
|
55,25%
|
Totale Italia
|
80,13%
|
73,68%
|
76,19%
|
Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, auspica che:
«vengano presto varate
politiche economiche che mirino, nell’arco di un decennio, a far sì che tutte
le regioni italiane siano autosufficienti almeno al 75%, lasciando il
finanziamento dell’altro quarto di spesa a un fondo di solidarietà nazionale.
Se tutte le Regioni centrassero quest’obiettivo, potremmo senza dubbio andare
incontro a una sensibile diminuzione del debito pubblico, traguardo ancora più
importante ora che la situazione di tassi zero, di cui l’Italia beneficia da
tempo, sta per finire».
Un’altra differenza fra le macro aree italiane riguarda la tipologia delle
prestazioni previdenziali: nelle regioni settentrionali prevalgono le
pensioni di anzianità, che da una parte sono quelle che comportano un maggior
numero di anni di contribuzione versata (in media, 37 anni, contro i 22 anni
delle pensioni di vecchiaia), dall’altra (proprio per questo motivo) sono di
importo più elevato. Nel Sud invece prevalgono trattamenti si carattere
assistenziale (45,57%) e i trattamenti di inabilità, 45,68%).
In generale, il gap fra Nord è Sud è molto alto sulle pensioni di
anzianità (58% contro 21%, con una differenza di oltre 35 punti), si riduce
sui trattamenti di vecchiaia (46% contro 29%, gap sotto i 20 punti),
mentre i trattamenti di invalidità e le pensioni assistenziali,
come detto, sono più numerose nelle Regioni meridionali. Il Centro ha una
distribuzione di pensioni in linea con quella della popolazione.
I due casi limite sono Lombardia e Calabria: in Lombardia,
per ogni 100 prestazioni erogate 58,6 sono di vecchiaia (di cui 32,1 di
anzianità con storie contributive medie di circa 37 anni di contributi); 19
sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità e 19,3 assistenziali. In
Calabria su 100 prestazioni 36,5 sono di vecchiaia (di queste solo 13,8 sono di
anzianità), 17,6 ai superstiti, 9,4 di invalidità e 36,4 assistenziali.
Infine, il valore medio dell’assegno previdenziale. La regione con
l’importo medio mensile della pensione più alto è il Piemonte (1140 euro),
seguito a breve distanza da Val d’Aosta, Lombardia, Tentino Alto Adige, Veneto,
mentre gli assegni più bassi sono in Molise e Basilicata (poco più di 900
euro), e sotto i mille euro ci sono anche Calabria, Abruzzo, e Marche.
GIUDICATE VOI!!!
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.