Dal 1973 è aumentata 9 volte
Cgia: se non verrà scongiurato l'aumento dell'Iva, le famiglie
sborseranno in più 242 euro
Con l'aumento inoltre l'Italia diventerebbe il Paese con l'aliquota Iva
ordinaria più elevata dell'area dell'Euro. Dall'attuale 22%, si
passererebbe al 24,2% -
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12 maggio 2018
Se il prossimo esecutivo non riuscisse a sterilizzare l'aumento
dell'Iva, nel corso del 2019 ogni famiglia italiana subirà un incremento
medio di imposta pari a 242 euro. Nel dettaglio, tale rincaro sarà pari
a 284 euro per famiglia al Nord, a 234 euro nel Centro e a 199 euro nel
Mezzogiorno.
Se non verrà disinnescato l'aumento, dal 2019 l'Italia sarà il Paese con
l'aliquota Iva ordinaria più elevata dell'area dell'Euro. Dall'attuale
22 per cento, infatti, si passerà al 24,2 per cento. Questo balzo ci
consentirebbe di scavalcare tutti e di posizionarci in testa alla
classifica dei più tartassati dalle imposte indirette.
Zebeo: sarebbe un colpo per famiglie meno abbienti. Aumenterebbe il
sommerso
"Bisogna assolutamente evitare l'aumento dell'Iva - afferma il
coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo -. Non solo
perchè colpirebbe in particolar modo le famiglie meno abbienti e quelle
più numerose, ma anche perchè il ritocco all'insù delle aliquote avrebbe
un effetto recessivo per la nostra economia. Ricordo, infatti, che il
60 per cento del Pil nazionale è riconducibile ai consumi delle
famiglie. Se l'Iva dovesse salire ai livelli record previsti, per le
botteghe artigiane e i piccoli commercianti sarebbe un danno enorme,
visto che la stragrande maggioranza dei rispettivi fatturati è
attribuibile alla domanda interna".
Non solo. Se non verrà disinnescato l'aumento, dal 2019 l'Italia sarà il
Paese con l'aliquota Iva ordinaria più elevata dell'area dell'Euro.
Dall'attuale 22 per cento, infatti, si passerà al 24,2 per cento. Questo
balzo ci consentirebbe di scavalcare tutti e di posizionarci in testa
alla classifica dei più tartassati dalle imposte indirette.
Dal 1973 l'Iva è aumentata 9 volte: il Paese in cui è cresciuta di più
Dalla sua apparizione ad oggi, prosegue la Cgia, sono trascorsi 45 anni.
L'aliquota ordinaria dell'Iva, infatti, è stata introdotta per la prima
volta nel 1973 e fino a quest'anno è aumentata 9 volte. Tra i
principali Paesi della zona euro siamo quello in cui è cresciuta di più:
ben 10 punti, un record, ovviamente, che nessuno ci invidia. Se nel
1973 l'aliquota era al 12 per cento, ora si attesta al 22 per cento, con
un aumento, come dicevamo più sopra, di ben 10 punti. Seguono la
Germania, con una variazione di +8 punti (era all'11 adesso si attesta
al 19 per cento), l'Olanda, con un aumento di 5 punti (era al 16 oggi e'
al 21 per cento), l'Austria e il Belgio, con degli aumenti registrati
nel periodo preso in esame rispettivamente del +4% e del +3%. La Francia
è l'unico Paese presente in questa comparazione che non ha registrato
alcun incremento.
"Se è vero che in questi 45 anni - conclude il segretario della Cgia
Renato Mason - abbiamo subito l'incremento d'aliquota più significativo,
è altresì vero che nel 1973 quella applicata in Italia era, ad
esclusione della Germania, la più contenuta. Tuttavia, se l'aumento
previsto non sarà ulteriormente spostato in avanti, dal 2019 i
consumatori italiani saranno sottoposti all'aliquota Iva ordinaria più
elevata tra tutti i Paesi dell'area dell'euro, con un serio rischio che
l'economia sommersa assuma dimensioni ancor più preoccupanti".
I beni e servizi che saranno interessati dall'eventuale aumento
La Cgia, infine, ha elencato i beni e servizi che saranno interessati
dall'eventuale aumento dell'aliquota IVA dal 10 al 11,5 per cento. Sono
carni, pesce, spezie, cacao, prodotti della pasticceria e biscotteria,
cioccolato, salse, condimenti composti, preparati per zuppe e
minestroni, acqua minerale, aceto; legna da ardere in tondelli, ceppi,
etc.; energia elettrica per uso domestico; gas metano uso domestico
(limitatamente al consumo dei primi 480 metri cubi annui); prestazioni
alberghiere; ristrutturazioni edilizie; acquisto o costruzione
abitazione non di lusso (che non sia utilizzata come prima casa);
spettacoli teatrali, attività circensi; somministrazione alimenti e
bevande; piante e fiori.
E quelli che, eventualmente, vedranno salire l'aliquota dal 22 al 24,2
per cento: vino; abbigliamento; calzature; riparazione di abbigliamento e
calzature; elettrodomestici; mobili; articoli di arredamento;
biancheria per la casa; servizi domestici; riparazione di mobili,
elettrodomestici e biancheria; detersivi; pentole, posate e stoviglie;
tovaglioli e piatti di carte e contenitori di alluminio; lavanderia e
tintoria; auto e mezzi di trasporto; pezzi di ricambio, olio e
lubrificanti; manutenzioni e riparazioni; giochi e giocattoli; radio,
televisori, hi-fi, video-registratori, etc.; computer, macchine da
scrivere e calcolatrici; cancelleria; prodotti per cura personale;
barbiere, parrucchiere, istituti di bellezza; argenteria, gioielleria,
bigiotteria e orologi; borse, valige ed altri effetti personali; onorari
liberi professionisti. - See more at:
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