Pace fiscale nel decreto di mezza estate
Primi obiettivi del nuovo governo: pace fiscale e centri per l’impiego
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Il nuovo governo spinge affinché entro metà luglio possano essere
approvati due dei punti cardine dei programmi elettorali di Lega e
Movimento 5 Stelle. In particolare la pace fiscale e la ristrutturazione
dei centri per l’impiego sono tappe obbligatorie per poter raggiungere
obiettivi più grandi quali la Flat tax e il reddito di cittadinanza.
Entrambi gli obiettivi programmati hanno bisogno di liquidità ed ecco che nasce l’esigenza di porre in primo piano la pace fiscale.
Nel contratto di governo è stato esplicitamente sottoscritto che dalle statistiche emerge che “gli incassi della riscossione derivano quasi esclusivamente dalle rateazioni e da altre misure analoghe che mirano ad agevolare il pagamento. È evidente allora la necessità di un intervento per potenziare le procedure finalizzate al recupero bonario del credito. Il miglioramento delle procedure di riscossione passa inevitabilmente dal preventivo e definitivo smaltimento della mole di debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti. È opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”.
Il Governo ci tiene a specificare che non si tratta di un condono ma una sorta di maxi rottamazione delle cartelle Equitalia per i contribuenti che, fino ad ora, non hanno potuto pagare Irpef, Iva, contributi Inps e altre imposte. Il Deputato della Lega Borghi ha precisato che, mentre il condono ha l’obiettivo di annullare una grossa sanzione a seguito di un accertamento fiscale o un'omessa dichiarazione, la pace fiscale è rivolta a quei contribuenti che sono arrivati al fallimento a causa delle tasse, perché hanno dichiarato tutto ma non sono riusciti a pagare quanto avrebbero dovuto. Ovviamente l’utilizzo di alcuni termini apre immensi spiragli circa l’ambito soggettivo di applicazione della pace fiscale, una piccola certezza al momento sembra essere data dal fatto che è stato dichiarato vi rientreranno tutti i contribuenti con debiti non superiori a 200.000€.
Le situazioni debitorie verranno valutate caso per caso e differenti saranno i risultati impositivi. Si parla infatti di tre diverse “aliquote sanatorie”, 25, 10 e 6 per cento e ognuna di queste verrà o meno scelta a seconda della capacità reddituale del soggetto che vuole appacificarsi col fisco. Ci si chiede quindi se gli strumenti idonei a stabilire la situazione reddituale potrebbero arrivare dai modelli ISEE oppure se verranno prese in considerazioni le ultime dichiarazioni dei redditi presentate.
Al momento sono davvero tante le supposizioni circa le caratteristiche e le condizioni di accesso alla pace fiscale, tuttavia, per poter iniziare a pensare ad una qualsiasi manovra di mezza estate, sarà necessario che il governo sciolga la complicata situazione data dalle nomine di viceministri e sottosegretari, nonché l’assegnazione delle deleghe ai ministeri.
Entrambi gli obiettivi programmati hanno bisogno di liquidità ed ecco che nasce l’esigenza di porre in primo piano la pace fiscale.
Nel contratto di governo è stato esplicitamente sottoscritto che dalle statistiche emerge che “gli incassi della riscossione derivano quasi esclusivamente dalle rateazioni e da altre misure analoghe che mirano ad agevolare il pagamento. È evidente allora la necessità di un intervento per potenziare le procedure finalizzate al recupero bonario del credito. Il miglioramento delle procedure di riscossione passa inevitabilmente dal preventivo e definitivo smaltimento della mole di debiti iscritti a ruolo, datati e difficilmente riscuotibili per insolvenza dei contribuenti. È opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica”.
Il Governo ci tiene a specificare che non si tratta di un condono ma una sorta di maxi rottamazione delle cartelle Equitalia per i contribuenti che, fino ad ora, non hanno potuto pagare Irpef, Iva, contributi Inps e altre imposte. Il Deputato della Lega Borghi ha precisato che, mentre il condono ha l’obiettivo di annullare una grossa sanzione a seguito di un accertamento fiscale o un'omessa dichiarazione, la pace fiscale è rivolta a quei contribuenti che sono arrivati al fallimento a causa delle tasse, perché hanno dichiarato tutto ma non sono riusciti a pagare quanto avrebbero dovuto. Ovviamente l’utilizzo di alcuni termini apre immensi spiragli circa l’ambito soggettivo di applicazione della pace fiscale, una piccola certezza al momento sembra essere data dal fatto che è stato dichiarato vi rientreranno tutti i contribuenti con debiti non superiori a 200.000€.
Le situazioni debitorie verranno valutate caso per caso e differenti saranno i risultati impositivi. Si parla infatti di tre diverse “aliquote sanatorie”, 25, 10 e 6 per cento e ognuna di queste verrà o meno scelta a seconda della capacità reddituale del soggetto che vuole appacificarsi col fisco. Ci si chiede quindi se gli strumenti idonei a stabilire la situazione reddituale potrebbero arrivare dai modelli ISEE oppure se verranno prese in considerazioni le ultime dichiarazioni dei redditi presentate.
Al momento sono davvero tante le supposizioni circa le caratteristiche e le condizioni di accesso alla pace fiscale, tuttavia, per poter iniziare a pensare ad una qualsiasi manovra di mezza estate, sarà necessario che il governo sciolga la complicata situazione data dalle nomine di viceministri e sottosegretari, nonché l’assegnazione delle deleghe ai ministeri.
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