Calcolo della pensione: guida utile per capire quale sarà l’importo dell’assegno
Calcolare la pensione è complicato, ma non impossibile: ecco una guida utile con tutte le istruzioni per il calcolo dell’assegno previdenziale.
Sul calcolo della pensione
influiscono diversi fattori: l’importo delle retribuzioni percepite,
l’ammontare dei contributi maturati nonché il periodo in cui questi sono
stati accreditati. In ogni caso, comunque, si applicano delle regole
generali di cui vi parleremo in questa guida, nella quale trovate tutte le informazioni necessarie per capire come calcolare la vostra pensione e stimare quanto andrete a prendere una volta che smetterete di lavorare.
Ricordiamo, comunque, che per il calcolo della vostra pensione potete anche utilizzare il servizio telematico messo a disposizione dall’Inps: facendo l’accesso a “La mia pensione”, infatti, potrete utilizzare il simulatore del calcolo che, in base alla vostra situazione contributiva, stimerà l’importo del vostro assegno previdenziale.
Ma vediamo nel dettaglio come si calcola la pensione e quali sono le regole che si applicano a seconda dei casi.
È bene ricordare, infatti, che la riforma Dini del 1995 ha sostituto il sistema retributivo per il calcolo della pensione, dove perlopiù si tiene conto della misura degli stipendi percepiti dal lavoratore, con quello contributivo dove invece - come si può facilmente intuire dal nome - si considera esclusivamente il montante contributivo dell’interessato.
Ebbene, con il passaggio dall’uno all’altro sistema per coloro che hanno contributi accreditati sia prima che dopo il 1° gennaio 1996 si applica il sistema misto. Questo, a sua volta, si suddivide in due varianti:
Per capire come si calcola la pensione, quindi, dobbiamo vedere come funzionano questi due metodi e quali sono le regole che si applicano per ciascuno di questi.
Nel dettaglio, si prende il reddito medio percepito negli ultimi anni di lavoro - 10 anni nel caso dei lavoratori dipendenti - che si definisce come reddito pensionabile, e si moltiplica per l’anzianità contributiva, ossia per gli anni in cui sono stati versati i contributi, e per un’aliquota di rendimento.
Quest’ultimo è il parametro, espresso in percentuale, utilizzato per trasformare la retribuzione annua pensionabile nell’importo dell’assegno previdenziale; la regola generale presuppone un aliquota del 2% per ogni anno di lavoro, tenendo conto di un limite massimo di 40 anni di contributi (in tal caso, quindi, il lavoratore percepisce una pensione pari all’80% del reddito pensionabile).
Tuttavia, affinché al lavoratore si possa applicare un aliquota di rendimento del 2% è necessario che questo abbia una retribuzione annua non superiore a 46.630€; per chi supera questo limite l’aliquota viene progressivamente ridotta fino ad arrivare all’1% (per chi ha reddito superiore a 77.000€), evitando così che chi ha percepito stipendi molto alti durante la propria carriera sia maggiormente agevolato.
Per maggiori informazioni su come si calcola la quota di pensione che rientra nel regime retributivo vi consigliamo di consultare la nostra guida dedicata dove, tra l’altro, trovate anche la tabella completa di tutte le aliquote di rendimento che si applicano in base al reddito.
Per questo motivo la riforma Dini del 1995 ha decretato il passaggio dal sistema retributivo al contributivo, nel quale invece si tiene conto del solo montante contributivo del lavoratore.
Questo si calcola moltiplicando la retribuzione pensionabile annua per l’aliquota di computo, ossia la percentuale di retribuzione pensionabile che viene accantonata come contribuzione ai fini previdenziali; il risultato, a sua volta, si moltiplica per il tasso di rendimento, ossia un tasso di rivalutazione annuo dei contributi versati.
Il risultato di questo calcolo, ossia il montante contributivo, a sua volta viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione così da trasformarlo nell’importo della pensione.
Riassumendo, per eseguire il calcolo della pensione per il sistema contributivo bisogna eseguire i seguenti passaggi:
Per maggiori approfondimenti, vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata al calcolo della pensione con sistema contributivo, dove trovate anche la tabella con i coefficienti di trasformazione aggiornati al 2018.
fonte: https://www.money.it/calcolo-della-pensione?utm_source=Money.it&utm_campaign=6860ccbfb4-RSS_EMAIL_CAMPAIGN&utm_medium=email&utm_term=0_4302bacf08-6860ccbfb4-302919809
Ricordiamo, comunque, che per il calcolo della vostra pensione potete anche utilizzare il servizio telematico messo a disposizione dall’Inps: facendo l’accesso a “La mia pensione”, infatti, potrete utilizzare il simulatore del calcolo che, in base alla vostra situazione contributiva, stimerà l’importo del vostro assegno previdenziale.
Ma vediamo nel dettaglio come si calcola la pensione e quali sono le regole che si applicano a seconda dei casi.
Calcolo della pensione: quale sistema si applica?
Ad oggi si applicano due sistemi per il calcolo della pensione: quello misto, ossia per una parte con il retributivo e per l’altra con il contributivo, e quello interamente contributivo.È bene ricordare, infatti, che la riforma Dini del 1995 ha sostituto il sistema retributivo per il calcolo della pensione, dove perlopiù si tiene conto della misura degli stipendi percepiti dal lavoratore, con quello contributivo dove invece - come si può facilmente intuire dal nome - si considera esclusivamente il montante contributivo dell’interessato.
Ebbene, con il passaggio dall’uno all’altro sistema per coloro che hanno contributi accreditati sia prima che dopo il 1° gennaio 1996 si applica il sistema misto. Questo, a sua volta, si suddivide in due varianti:
- per coloro che alla data del 31 dicembre 1995 hanno maturato meno di 18 anni di contributi si applica il sistema retributivo per la quota antecedente a questa data e quello contributivo per i contributi accreditati successivamente;
- per coloro che alla data del 31 dicembre 1995 hanno maturato almeno 18 anni di contributi il sistema retributivo si applica per la quota antecedente al 1° gennaio 2012, e il contributivo per quella successiva.
Per capire come si calcola la pensione, quindi, dobbiamo vedere come funzionano questi due metodi e quali sono le regole che si applicano per ciascuno di questi.
Come funziona il sistema retributivo
Come anticipato, per calcolare la pensione con il sistema retributivo si tiene conto delle retribuzioni percepite dal lavoratore nell’arco della propria carriera.Nel dettaglio, si prende il reddito medio percepito negli ultimi anni di lavoro - 10 anni nel caso dei lavoratori dipendenti - che si definisce come reddito pensionabile, e si moltiplica per l’anzianità contributiva, ossia per gli anni in cui sono stati versati i contributi, e per un’aliquota di rendimento.
Quest’ultimo è il parametro, espresso in percentuale, utilizzato per trasformare la retribuzione annua pensionabile nell’importo dell’assegno previdenziale; la regola generale presuppone un aliquota del 2% per ogni anno di lavoro, tenendo conto di un limite massimo di 40 anni di contributi (in tal caso, quindi, il lavoratore percepisce una pensione pari all’80% del reddito pensionabile).
Tuttavia, affinché al lavoratore si possa applicare un aliquota di rendimento del 2% è necessario che questo abbia una retribuzione annua non superiore a 46.630€; per chi supera questo limite l’aliquota viene progressivamente ridotta fino ad arrivare all’1% (per chi ha reddito superiore a 77.000€), evitando così che chi ha percepito stipendi molto alti durante la propria carriera sia maggiormente agevolato.
Per maggiori informazioni su come si calcola la quota di pensione che rientra nel regime retributivo vi consigliamo di consultare la nostra guida dedicata dove, tra l’altro, trovate anche la tabella completa di tutte le aliquote di rendimento che si applicano in base al reddito.
Come funziona il sistema contributivo
Il suddetto sistema retributivo era particolarmente vantaggioso per il lavoratore, specialmente per chi durante gli ultimi anni di lavoro ha percepito retribuzioni molto elevate. Per questo motivo si stava mettendo a rischio al sostenibilità del sistema, specialmente per l’invecchiamento della popolazione e - nel contempo - per la crisi del mercato del lavoro.Per questo motivo la riforma Dini del 1995 ha decretato il passaggio dal sistema retributivo al contributivo, nel quale invece si tiene conto del solo montante contributivo del lavoratore.
Questo si calcola moltiplicando la retribuzione pensionabile annua per l’aliquota di computo, ossia la percentuale di retribuzione pensionabile che viene accantonata come contribuzione ai fini previdenziali; il risultato, a sua volta, si moltiplica per il tasso di rendimento, ossia un tasso di rivalutazione annuo dei contributi versati.
Il risultato di questo calcolo, ossia il montante contributivo, a sua volta viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione così da trasformarlo nell’importo della pensione.
Riassumendo, per eseguire il calcolo della pensione per il sistema contributivo bisogna eseguire i seguenti passaggi:
- calcolo dell’importo dei versamenti contributivi anno per anno. A tal fine si può applicare all’imponibile previdenziale (la somma assoggettata al calcolo dei contributi previdenziali) la percentuale relativa alla propria situazione previdenziale: 33% per lavoro dipendente, 23% per lavoro autonomo, tra il 27% al 30% per parasubordinati a seconda della situazione.
- moltiplicare l’importo così ottenuto per il coefficiente di rivalutazione anno per anno. La somma di questi numeri sarà il montante contributivo totale.
- applicare la percentuale relativa al coefficiente di trasformazione relativo all’età di quando si va in pensione. L’importo sarà quello della rata annua.
Per maggiori approfondimenti, vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata al calcolo della pensione con sistema contributivo, dove trovate anche la tabella con i coefficienti di trasformazione aggiornati al 2018.
fonte: https://www.money.it/calcolo-della-pensione?utm_source=Money.it&utm_campaign=6860ccbfb4-RSS_EMAIL_CAMPAIGN&utm_medium=email&utm_term=0_4302bacf08-6860ccbfb4-302919809
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