Nutrie, sterminio impossibile: «Ma il contenimento funziona»
Niente veleni, contro il “nemico” che non si può sconfiggere. Perché lo sterminio delle nutrie è comunque impossibile, e perché il piano provinciale per contenerle, almeno, funziona benone così. Parte dagli ottantamila capi abbattuti in meno di cinque anni la riflessione con la quale Matteo Boneschi, assessore all’agricoltura di palazzo San Cristoforo, replica al dibattito scaturito nei giorni scorsi a Maleo sul dilagare del roditore nei campi del Lodigiano. Un dibattito nel quale, assieme all’ennesimo allarme, alcuni agricoltori hanno sollecitato anche il ricorso ad ulteriori stratagemmi, quali i veleni, per provare a salvare i loro campi da un’invasione senza sosta.Ma «le esche avvelenate non sono utilizzabili, perché intanto non sono selettive e quindi rischierebbero di uccidere anche altre specie animali - spiega Boneschi -: e poi sono espressamente vietate dal ministero della Salute che, in seguito al dilagare del fenomeno di uccisione e maltrattamento di animali proprio con esche o bocconi avvelenati, che rappresentano tra l’altro un serio rischio anche per uomini e bambini, già dal 2009 ha messo un’ordinanza in tal senso». Per l’assessore, in sostanza, «quello delle nutrie continua ad essere un problema serio per gli agricoltori. Ma il piano provinciale sta funzionando e i numeri lo dimostrano: negli ultimi quattro anni e mezzo sono più di 80mila gli esemplari catturati e nei primi sei mesi del 2011 siamo già ampiamente oltre il totale del 2010. Del resto con le associazioni di categoria e con gli stessi imprenditori agricoli il confronto è sempre stato sereno anche su questo tema. Ne abbiamo parlato proprio questa settimana in un incontro in comune a Maleo, dove è stata riconosciuta la valenza del piano della Provincia che, val la pena precisarlo, è perfettamente in linea con le linee guida emanate dal cosiddetto “tavolo nutria” della Regione». Insomma: avanti con le fucilate e le gabbie, che restano l’unico deterrente possibile, anche se il piano, un domani, potrebbe essere adattato alle «nuove necessità locali». E anche se «bisogna capire anche che è molto difficile parlare di eliminazione totale della nutria, in quanto l’ormai massiccia presenza di esemplari su un territorio aperto come la Pianura padana consente solo il controllo numerico delle popolazioni e la prevenzione ai danni causati dalla specie».E l’emergenza piccioni? «In prima battuta si prevede l’utilizzo di metodi ecologici e di dissuasione (limitazioni d’accesso alle cascine e al cibo, ndr) per allontanare dai centri aziendali i volatili, in quanto i problemi legati alla specie non sono tanto sulle colture ma sullo stazionamento dei piccioni nelle aziende agricole - chiosa Boneschi -. Oltre a questi metodi, fondamentali per la riuscita del contenimento, il piano provinciale prevede anche l’abbattimento diretto col fucile svolto però solo da personale della polizia provinciale, dalle guardie venatorie volontarie e dai selecontrollori abilitati con apposito corso. Il piano è stato adottato di recente e non si hanno ancora dati di raffronto utili, ma anche su questo fronte la Provincia ha sposato le legittime richieste arrivate dal mondo agricolo».Al. Be. TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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