sabato 25 febbraio 2012
E' QUESTO IL FUTURO DELLA PROVINCIA DI LODI?
Sarebbe un po’ come tornare al vecchio Consorzio dei comuni del Lodigiano. Anche se a questo punto, qualcuno si chiede a cosa sia servito fare tanta strada. Sul futuro delle Province, infatti, da Roma arrivano altre novità a scompigliare carte e pensieri: le assemblee provinciali non saranno più elette dai cittadini bensì dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio. Il numero dei componenti cambia a seconda della popolazione, il Lodigiano avrebbe diritto a 10 consiglieri poiché conta meno di 300mila abitanti. Una decisione che ha già mandato su tutte le furie l’Upi, l’Unione delle province italiane: «I prefetti che hanno scritto la norma non considerano che oggi i consiglieri provinciali vengono eletti dal popolo e domani saranno chiamati da una piccola casta».L’elezione avverrebbe attraverso il sistema proporzionale e due preferenze. A sua volta, poi, l’assemblea provinciale sarebbe chiamata a votare il presidente, con il metodo del ballottaggio.Il presidente di San Cristoforo, Pietro Foroni, sottolinea che al momento si tratta solo di una proposta, allo stesso tempo non può fare a meno di rilevare che «il governo si trova in stato confusionale, fa una legge elettorale di questo tipo mentre il Parlamento sta ancora discutendo che ruolo dare alle Province». Foroni teme che gli enti intermedi perdano per strada competenze e autonomia.In ogni caso, il presidente critica aspramente il metodo previsto per l’elezione dei suoi successori: «Chi guida una Provincia come potrà essere libero di scegliere di fronte ai sindaci e alle loro richieste?», si chiede. Dal suo punto di vista, il rischio è che venga cancellata l’autonomia del presidente. «Io sono stato legittimato dal voto dei cittadini - precisa Foroni -, se oggi mi dovessero sfiduciare o se io mi dovessi dimettere, tornerei di fronte agli elettori. Ma se domani il presidente dovesse andare contro la decisione di alcuni sindaci di realizzare degli insediamenti e questi lo sfiduciassero, allora cosa succederebbe? Non è un’ipotesi così lontana dalla realtà. Le elezioni dirette permettono di essere più liberi».Foroni è sicuro che seguendo questa strada si tornerebbe indietro di vent’anni. «Mi sembra che queste idee arrivino da chi non sa minimamente come funzioni il sistema degli enti locali in Italia - commenta Foroni -, da qualcuno che non ha mai fatto nemmeno il consigliere comunale per un giorno». L’Upi ha elaborato una proposta di riforma che immagina un nuovo assetto istituzionale del territorio, attraverso la nascita delle città metropolitane, la riduzione delle Province (ovviamente di quelle più piccole, e quindi è sottinteso anche quella di Lodi), la diminuzione degli uffici periferici dello Stato e l’eliminazione degli enti inutili. Secondo l’Upi questo tipo di progetto permetterebbe un risparmio di 5 miliardi.Ieri il disegno di legge preparato dal ministro Anna Maria Cancellieri è entrato nel Consiglio dei ministri per un esame in via preliminare. L’obiettivo del governo è quello di farlo approvare in Parlamento entro maggio, perché dal 6 al 20 di quel mese sono state sospese le elezioni per il rinnovo dei consigli di sei Province: Vicenza, Ancona, Como, Belluno, Genova e La Spezia.Greta Boni TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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