Il provvedimento arriva a distanza di dieci mesi da un’ispezione dell’Arpa che aveva individuato alcune difformità e criticità rispetto alla gestione delle acque, dell’aria, del rumore, del suolo e delle acque sotterranee, e dei rifiuti. A questi rilievi Dow Italia ha parzialmente risposto, anche con precisazioni di segno opposto alle conclusioni dell’Arpa di Lodi.
In particolare, la difformità riscontrata dall’agenzia di controllo riguardava il superamento dei parametri di azoto nitrico e di zinco rilevati ad aprile in un pozzetto di ispezione a valle dell’impianto di depurazione. A questa difformità Dow rispondeva a fine luglio con una nota in cui dichiarava «che lo zinco non è una materia prima utilizzata dallo stabilimento e che tale anomalia non è mai stata rilevata nei precedenti referti analitici». Nella stessa nota la ditta specificava anche che nel processo produttivo «non sono presenti forme di azoto, ad esclusione di un modesto contributo dai reflui civili». Infine, in una campagna condotta per tutto il mese di giugno i valori delle analisi nello stesso punto di prelievo non avevano segnalato anomalie.
Per quanto riguarda le altre matrici ambientali analizzate da Arpa e oggetto dei rilievi, la più importante sembra essere quella relativa al monitoraggio delle emissioni in aria del DiCloroEtano per il quale Arpa stessa annota: «È il caso di ricordare che questa sostanza è classificata, oltre che infiammabile, tossica con frase di rischio “R45- Può provocare il cancro” nel caso di superamento del limite». Arpa non dice che il limite è stato superato, ma che il sistema di monitoraggio messo in campo da Dow Italia non consente di avere una verifica certa. Tra gli altri, poi, i rilievi di Arpa indicano la necessità di opere di manutenzione e di maggior garanzia di alcuni sistemi di protezione, tra cui l’impermeabilizzazione della discarica interna.
La Provincia di Lodi oggi trasferisce le segnalazioni di Arpa in una serie di prescrizioni a cui Dow Italia dovrà obbligatoriamente attenersi, ottemperandovi secondo una tempistica stringente, che varia dai 30 ai 60 giorni di tempo per intervenire direttamente su impianti e attrezzature oppure per approntare le procedure e le modalità operative, comprese di cronoprogramma dettagliato, per gli interventi più complessi o i nuovi programmi di monitoraggio.
Fatto salvo il diritto di ricorso, qualora Dow Italia non rispondesse in maniera positiva alle prescrizioni della Provincia potrebbe essere messa in discussione la stessa autorizzazione ambientale, permesso indispensabile per l’attività industriale.
Andrea Bagatta
TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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