sabato 3 marzo 2012
Terranovan Lo sforamento un anno fa: nessuno “stop” però per il gestore del depuratore, che sospetta uno scarico abusivo
Terranova Troppo zinco nella roggia, e per Sal scatta la diffida. Lo ha deciso la Provincia di Lodi, che preso atto delle analisi effettuate quasi un anno fa dall’Arpa sulle acque reflue confluite dal depuratore di Terranova nella roggia Trecco ha “invitato” la Società Acqua Lodigiana, gestore dell’impianto di depurazione, a rispettare i parametri previsti dalle leggi sui quantitativi di una lunga serie di sostanze. Che sono tra gli altri fosforo, cromo, ferro, nichel, piombo, rame, pesticidi, stagno e, appunto, lo zinco: l’unico elemento, quest’ultimo, rilevato oltre i livelli consentiti in occasione della prova numero 815, datata 12 aprile 2011, e poi assunta agli atti da palazzo San Cristoforo nel luglio successivo. Adesso il dipartimento tutela territoriale ambientale e pianificazione ha deciso si agire, diffidando Sal per il mancato rispetto di quanto prescritto nell’apposita determina dirigenziale: ciò attraverso un provvedimento nel quale, per ora, non si minacciano sospensioni autorizzative o altre misure drastiche, ma si ordina alla ditta sia di rispettare il valore limite di zinco consentito (non superiore agli 0,5 milligrammi per litro) che a trasmettere alla Provincia, al comune di Terranova e all’Arpa Lombardia gli esiti dei campionamenti riferiti allo zinco entro 30 giorni dal ricevimento della diffida. Quest’ultima, peraltro, non sarebbe ancora arrivata negli uffici del gestore. Il quale, però, ricordando come il depuratore di Terranova sia un impianto di trattamento biologico, e dunque abilitato ad occuparsi di metalli, sospetta come lo sforamento del parametro rilevato in aprile possa essere dipeso da uno scarico abusivo, e chissà se da un’utenza “allacciata” al depuratore o meno. Di certo, Sal assicura di aver effettuato due campionamenti “post segnalazione”, uno in luglio e l’altro nello scorso ottobre, e che «in entrambi i casi il parametro non veniva superato»; ciò al netto della facoltà di presentare o meno i ricorsi del caso, al Tar entro 60 giorni e alla presidenza della Repubblica entro quattro mesi, anche la diffida non contempla misure “draconiane” quali sospensioni o sequestri, come avvenuto recentemente nel più discusso e complesso caso dell’impianto di Lodi.A onor di cronaca, comunque, l’unico sforamento rilevato dall’Arpa sulle acque “filtrate dal depuratore recita un livello di 0,57 milligrammi per litro, di poco superiore a quelli consentiti. Meglio così: lo stesso zinco che dal colatore Trecco si sarebbe gettato nell’Adda, è infatti formalmente considerata una sostanza pericolosa.Alberto Belloni TRATTO DA IL CITTADINO DI LODI
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