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«Non solo l’accorpamento delle province non genera alcun risparmio ma ora siamo di fronte ad un vero e proprio atto dittatoriale in faccia alla democrazia, il governo nominato con un fax della Ue e non dalla volontà popolare decide di commissariare le province a giugno 2013 fragandosene altamente delle scelte che i cittadini hanno fatto»: non ha peli sulla lingua, il segretario provinciale lodigiano della Lega Nord nel commentare l’ultima decisione connessa alle Province.E attacca: «È un atto dittatoriale, che accorpa Province che tra loro c’entrano ben poco dando vita a nuovi enti di cui non conosciamo ne competenze ne strutture. Con Mantova rischiamo non solo di perdere i servizi ma anche l’identià, il governo Monti non sa neanche dove sono le province e quali competenze hanno, un governo fatto di professori che mai si sono seduti sui banchi dei consigli comunali a darsi da fare per servire i loro cittadini. Vengano a vedere cosa fanno i sindaci, di qualsiasi colore politico essi siano; con decreti governativi hanno razziato in pochi mesi le casse dei comuni, le loro tesorerie ed ora cancellato le identità ed i servizi».«Neanche hanno tenuto conto del referendum che i piacentini effettueranno per esprimersi sull’annessione alla regione Lombardia - prosegue Guidesi - e la cosa più allucinante è che ancora una volta la Sicilia non ha nessun dovere e non è soggetta a questo provvedimento».«Quanto al sindaco di Lodi - conclude Guidesi - mi auguro che chi protesta sulla stampa faccia la stessa cosa anche con i propri parlamentari che sostengono questo governo. Grazie a quel sostegno oggi ci troviamo senza posti di lavoro, senza capacità di consumo ed ora senza servizi e risorse per il territorio. Parlare di influenza delle regioni davanti a decreti come questi non ha senso. L’unica cosa da fare è mandarli a casa quanto prima, per noi conta solo la volontà popolare. Quando andranno a casa i professoroni forse avranno il tempo di fare un giro in mezzo alla gente e capiranno i danni che hanno creato. Non si tratta di accorpare o meno le province ma di farlo con criterio e razio, mantenendo servizi, competenze e soprattutto il rispetto della volontà popolare. Questa è la democrazia».
TRATTO DA IL CITTADINO DI LODI
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