Provincia
di lodi : legge Delrio e democrazia!
Egr.
direttore, in qualità di ex consigliere provinciale mi permetta di
esprimere le mie considerazioni e le mie perplessità su quanto sta
succedendo per le elezioni di secondo livello, previste per il 6
febbraio che sanciranno il nuovo presidente della Provincia di Lodi.
Ad oggi, l’unica candidatura valida rimane quella del sindaco di
Codogno Passerini, mentre il candidato del PD rimane out e in attesa
di una ricorso al TAR da parte del suo partito. Non ho nulla di
personale contro nessuno, ma, stando alle evoluzioni giuridiche e
politiche avvenute in questi anni, a partire dalle legge 56 del 2014
(cosiddetta Delrio), le Province, il relativo personale,i cittadini e
le forze politiche hanno dovuto assistere a una riforma delle
Province inesistente e direi deleteria per lo sviluppo e i servizi ai
lodigiani. Risparmi inesistenti, elezioni dei cittadini lodigiani
sostituite dal sistema attuale “secondo livello, cioè i
consiglieri comunali,ect….eleggono i politici da posizionare
nell’ente provinciale, con tutte le congetture del caso; cioè il
metodo del voto ponderato a seconda di dove si abita nel lodigiano,
in base al numero degli abitanti che si rappresentano”. Dopo 4 anni
di questa riforma, abbiamo assistito ad un tira e molla interminabile
fra Lodi che doveva fondersi con la ATS metropolitano di Milano e la
possibile alleanza con Crema, per arrivare al referendum del 4
dicembre 2016 che ha bocciato la riforma di Renzi e Delrio. Il PD
sostiene che non ci sarebbe la democraticità nella competizione
elettorale, ma non dice che la rappresentatività rimane in campo, in
quanto, nelle varie storture della legge, viene eletto solo il
presidente (rinnovo ogni 4
anni)
mentre il consiglio provinciale di rinnova (ogni 2
anni). Non so l’esito del ricorso al TAR
ne
intendo dare giudizi, io dico che dopo anni di provvedimenti iniqui
dal punto di vista giuridico e legislativo a
livello nazionale,
il lodigiano è rimasto ancora al palo senza prospettive certe e
certificate di uno sviluppo corretto e concertato con il giusto peso
e la giusta visione. Non sto a ripetere tutti gli insuccessi e le
questioni spinose ancora aperte, (vedi Università’ di Lodi, centro
fieristico, Parco tecnologico padano,etc….) che arrivano da lontano
e dimostrano il mancato apporto al territorio da parte di chi reclama
democrazia solo per un esercizio scontato di rivendicazione sterile
e faziosa.
Penso che il lodigiano può essere protagonista del proprio futuro
con una autonomia vera dell’Ente Provincia (finanziaria,impositiva
e legislativa) che possa dare servizi adeguati ai lodigiani in
accordo con la Regione Lombardia per le materie concordate e che
prenda in mano le redini del proprio sviluppo senza rimanere con il
cerino in mano dopo la attuazione reale della legge Del rio,
provata,criticata
e ricusata in questi anni con
la coda del referendum del 2016.
Nuova legge ordinaria, nuove competenze, legittimità e orgoglio di
appartenenza con provvedimenti concreti e corretti per tutti i
lodigiani. Utopia? No,penso che con grande determinazione e grande
concertazione politico-amministrativa si possano ottenere dei
risultati migliori. Chi ha fatto la riforma reclama contro se stesso?
Auguri ...ma il primo obiettivo rimane il lodigiano e non la politica
la “p” minuscola!
Alfredo
Ferrari
ex
Cons. Prov. di Lodi
gennaio
2018
p.s.
--- a riprova di quanto sostengo, dal 2018 le Province possono
riassumere (vedi legge di stabilità sotto esposta)
lascio
a voi ogni commento al riguardo!
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Assunzioni
Province e Città Metropolitane (art. 1, commi da 844 a 847)
Vengono
ripristinate le facoltà di assumere personale per le Province e le
Città
Metropolitane;
a tal fine, le stesse hanno l’obbligo di definire previamente un
piano di
riassetto
organizzativo finalizzato ad un ottimale esercizio delle funzioni
fondamentali
previste
dalla L. 56/2014, ferma restando la rideterminazione delle dotazioni
organiche
già
prevista dalla normativa vigente (rideterminazione disposta dall’art.
1, comma 421,
della
L.
190/2014,
che ha ridotto del 30% le dotazioni organiche delle città
metropolitane e
delle
province con territorio interamente montano e confinanti con Paesi
stranieri e del
50%
le dotazioni organiche delle restanti province).
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