ASSESSORE CAPEZZERA: “UNA BATOSTA PER I PIANI DI SVILUPPO”
CONSIGLIERE FERRARI: “ELIMINAZIONE PROVINCE NON E’ UNA SOLUZIONE DEL PROBLEMA”
PRESIDENTE CODARI: “IMMEDIATO RICORSO ALLA CONSULTA”
“Il Decreto Monti prevede l’eliminazione delle Giunte provinciali e la rispettiva riduzione a non più di dieci il numero dei Consiglieri, fra i quali, verrebbe eletto un Presidente. Questa è l’unica riforma apportata dal decreto che, oltre agli evidenti limiti d’incostituzionalità, va nella direzione di scardinare gravemente sia ruoli che le importanti funzioni delle Province, riducendole, a pseudo enti intermedi con il compito di amministrare patrimoni collettivi senza mandato popolare, trasferendo molte delle competenze ad altri enti: Comune e Regioni, mantenendo, però, tutto l’apparato amministrativo”. Queste sono le parole dell’Assessore provinciale alla
viabilità, Nancy Capezzera, presente ai lavori dell'Assembla nazionale delle Province in corso oggi a Roma, insieme al Presidente del Consiglio provinciale Massimo Codari e al Consigliere Alfredo Ferrari, in rappresentanza della Provincia di Lodi. “Un disastro in tutte le direzioni, - commenta l’Assessore Capezzera - una batosta per i piani di sviluppo con conseguente depressione degli investimenti riservati agli enti territoriali, considerando, che così facendo, non si va a colpire il vero spreco ma solo a causare problemi nella gestione territoriale del patrimonio pubblico (vedi ATO,SAL,e a seguire altre società) che nessuno cita ma che fanno parte del patrimonio della cattiva politica. Le Province, oggi, svolgono ruoli nella cura e negli interessi delle comunità, con funzioni di amministrazione nei settori dell’ambiente, delle risorse idriche, della sanità, della viabilità e dei trasporti, nell’organizzazione e smaltimento dei rifiuti, dei servizi sanitari d’igiene e profilassi pubblica, nell’istruzione, nella formazione professionale, nelle opere pubbliche e molte altre funzioni demandate dalle Regioni, che solo in questo modo riescono ad ottenere l’attenzione che altrimenti non avrebbero se gestite da enti più grandi,
privi di quel carattere fondamentale ed inscindibile della territorialità. Le Province, costituiscono circa l’1,4% della spesa pubblica del paese, di questo, il 26%, pari a 2.9miliardi di euro, è
riservato agli investimenti. Il costo degli amministratori provinciali, fino al 2010, era dello 0,9% del’1,4%. Quindi, meno dello 000,1% della spesa pubblica. Questi ultimi dati, sono precedenti alle riduzioni rispettivamente avvenute nel 2010 e nel 2011, che hanno ridotto prima del 20% il numero dei consiglieri provinciali e poi con decreto n. 138 del 2011 un’ulteriore riduzione del 50% sul numero dei consiglieri e assessori. Oggi, un consigliere provinciale guadagna meno di 90 euro al mese. Il decreto Monti ha eliminato solo questo. Il problema però, è che così facendo si annullerà anche l’intero apparato amministrativo territoriale, trasferendo competenze e risorse ad altri enti che non sono organizzati nel riceverli, con un’evidente e pericolosa spirale a discapito della qualità servizi resi ai cittadini ma, soprattutto, senza che gli stessi possano intervenire in alcun modo nella relativa gestione delle risorse”.
“Il problema del risparmio della spesa pubblica - interviene il Consigliere Ferrari - non si risolve eliminando le province, ma obbligando gli enti meno virtuosi a gestire meglio le loro risorse. E’
solo così facendo che si riuscirà nell’intento della riduzione della spesa. Altrimenti, otterremo il risultato di spostare solo il problema, facendolo ulteriormente gravare sui territori come il nostro che, invece, ha attuato una gestione virtuosa e oculata delle risorse, procedendo con gli investimenti e riuscendo a fornire tutti i servizi che il territorio e i cittadini necessitano, nonostante il momento di difficoltà economica, di tagli e di vincoli dei patti di stabilità,
come quello che stiamo vivendo”.
“Diciamo no a questa parte del Decreto, - conclude Massimo Codari, Presidente del Consiglio Provinciale – che già contiene forti tagli agli enti locali, dove le province riceveranno 415 milioni di euro in meno già a partire dal prossimo anno. Eliminando anche gli organi amministrativi, non si avrebbe il risultato di un risparmio della spesa, non essendoci i presupposti di necessità e di urgenza, ma quasi sicuramente un aumento della stessa, con passaggi di competenze amministrative a discapito della qualità delle stesse. Sarebbe come tornare indietro di oltre sessant’anni, azzerando in un solo colpo tutte le conquiste fatte in favore dei territori salvaguardando le loro autonomie con conseguenze circa le imprescindibili indipendenze amministrative. Per questi motivi, quindi, che approviamo la linea oggi espressa e approvata dell’ordine del giorno, che è quella di fare immediato ricorso alla Consulta, impugnando questa parte del decreto presso la Corte Costituzionale”.
viabilità, Nancy Capezzera, presente ai lavori dell'Assembla nazionale delle Province in corso oggi a Roma, insieme al Presidente del Consiglio provinciale Massimo Codari e al Consigliere Alfredo Ferrari, in rappresentanza della Provincia di Lodi. “Un disastro in tutte le direzioni, - commenta l’Assessore Capezzera - una batosta per i piani di sviluppo con conseguente depressione degli investimenti riservati agli enti territoriali, considerando, che così facendo, non si va a colpire il vero spreco ma solo a causare problemi nella gestione territoriale del patrimonio pubblico (vedi ATO,SAL,e a seguire altre società) che nessuno cita ma che fanno parte del patrimonio della cattiva politica. Le Province, oggi, svolgono ruoli nella cura e negli interessi delle comunità, con funzioni di amministrazione nei settori dell’ambiente, delle risorse idriche, della sanità, della viabilità e dei trasporti, nell’organizzazione e smaltimento dei rifiuti, dei servizi sanitari d’igiene e profilassi pubblica, nell’istruzione, nella formazione professionale, nelle opere pubbliche e molte altre funzioni demandate dalle Regioni, che solo in questo modo riescono ad ottenere l’attenzione che altrimenti non avrebbero se gestite da enti più grandi,
privi di quel carattere fondamentale ed inscindibile della territorialità. Le Province, costituiscono circa l’1,4% della spesa pubblica del paese, di questo, il 26%, pari a 2.9miliardi di euro, è
riservato agli investimenti. Il costo degli amministratori provinciali, fino al 2010, era dello 0,9% del’1,4%. Quindi, meno dello 000,1% della spesa pubblica. Questi ultimi dati, sono precedenti alle riduzioni rispettivamente avvenute nel 2010 e nel 2011, che hanno ridotto prima del 20% il numero dei consiglieri provinciali e poi con decreto n. 138 del 2011 un’ulteriore riduzione del 50% sul numero dei consiglieri e assessori. Oggi, un consigliere provinciale guadagna meno di 90 euro al mese. Il decreto Monti ha eliminato solo questo. Il problema però, è che così facendo si annullerà anche l’intero apparato amministrativo territoriale, trasferendo competenze e risorse ad altri enti che non sono organizzati nel riceverli, con un’evidente e pericolosa spirale a discapito della qualità servizi resi ai cittadini ma, soprattutto, senza che gli stessi possano intervenire in alcun modo nella relativa gestione delle risorse”.
“Il problema del risparmio della spesa pubblica - interviene il Consigliere Ferrari - non si risolve eliminando le province, ma obbligando gli enti meno virtuosi a gestire meglio le loro risorse. E’
solo così facendo che si riuscirà nell’intento della riduzione della spesa. Altrimenti, otterremo il risultato di spostare solo il problema, facendolo ulteriormente gravare sui territori come il nostro che, invece, ha attuato una gestione virtuosa e oculata delle risorse, procedendo con gli investimenti e riuscendo a fornire tutti i servizi che il territorio e i cittadini necessitano, nonostante il momento di difficoltà economica, di tagli e di vincoli dei patti di stabilità,
come quello che stiamo vivendo”.
“Diciamo no a questa parte del Decreto, - conclude Massimo Codari, Presidente del Consiglio Provinciale – che già contiene forti tagli agli enti locali, dove le province riceveranno 415 milioni di euro in meno già a partire dal prossimo anno. Eliminando anche gli organi amministrativi, non si avrebbe il risultato di un risparmio della spesa, non essendoci i presupposti di necessità e di urgenza, ma quasi sicuramente un aumento della stessa, con passaggi di competenze amministrative a discapito della qualità delle stesse. Sarebbe come tornare indietro di oltre sessant’anni, azzerando in un solo colpo tutte le conquiste fatte in favore dei territori salvaguardando le loro autonomie con conseguenze circa le imprescindibili indipendenze amministrative. Per questi motivi, quindi, che approviamo la linea oggi espressa e approvata dell’ordine del giorno, che è quella di fare immediato ricorso alla Consulta, impugnando questa parte del decreto presso la Corte Costituzionale”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.