lunedì 29 agosto 2011
Province, alla fine saltano tutte
Palazzo San Cristoforo è salvo, ma solo per il momento. E così tutte le Province dello Stivale, destinate a essere cancellate con una legge costituzionale rimandata all’autunno. Tutte le competenze dovrebbero poi passare alle Regioni. È questa una delle novità emerse nel vertice Lega-Pdl. Nel corso del summit sono stati “graziati” anche i piccoli Comuni, questo significa che Abbadia Cerreto, Meleti, Corno Vecchio, Cavacurta, Camairago, Terranova e Maccastorna non scompariranno. I municipi, però, a partire dal 2013 dovranno svolgere in forma di unione le loro funzioni fondamentali, dalla viabilità ai servizi sociali; allo stesso tempo, dovranno ridurre il numero dei consiglieri, che non potranno più ricevere il gettone di presenza. «Il dato più importante per oggi è che la Provincia di Lodi è salva - commenta il suo presidente, Pietro Foroni -, domani si aprirà il confronto per una rivalutazione dell’intero ordinamento degli enti locali. Noi ci porremo in un’ottica costruttiva, non per salvare la poltrona ma semmai l’autonomia del Lodigiano». I provvedimenti presi nel corso del vertice faranno discutere anche nei prossimi giorni, l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) proseguirà la sua mobilitazione permanente, convocando per oggi alle 14.30 un direttivo straordinario aperto a tutti i sindaci che vorranno partecipare. A preoccupare i primi cittadini del Paese sono i tagli previsti dalla manovra. «Noi avevamo richiesto lo stralcio del provvedimento sulle Province - afferma Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi ed esponente dell’Anci -, questo è un risultato importante perché scongiura nell’immediato la decisione che riguarda Lodi. Il tema però non è stato affatto accantonato, fa parte di una riflessione ben più ampia: in futuro dovrà emergere una chiara architettura istituzionale. Dobbiamo capire quali saranno i passaggi successivi e se si procederà davvero con una soppressione “tout court”. Quella dell’Anci è stata una manifestazione di grande successo, oggi (ieri ndr) a Milano si sono ritrovati più di 2mila amministratori. Ci preoccupano gli aspetti legati alla finanza locale e al patto di stabilità, i comuni così non possono farcela. C’è stato anche un confronto con il ministro Maroni, che però non ha preso impegni formali».Carlo Cordoni, presidente dell’Associazione dei Comuni lodigiani, ricorda che la proposta dell’Anci prevedeva un decreto costituzionale che affidasse alle Regioni il compito di definire il perimetro dei territori, oltre alla nascita - dopo 15 anni di discussioni - dell’area metropolitana. «Cosa succederà ai servizi offerti ai cittadini senza la Provincia - si chiede -? Ci sarà la soppressione di tutte le prefetture, questure e camere di commercio? Quali saranno gli “effetti collaterali”?. I provvedimenti sui comuni sono soltanto decisioni “di bandiera”, l’impressione che abbiamo è quella di vivere in un mondo completamente staccato da Roma».I municipi “a rischio” fino a 24 ore fa ce l’hanno fatta. Come dice Adriano Cucchi, sindaco di Abbadia, «almeno manterremo la nostra identità». E, a proposito delle modifiche al testo della manovra, aggiunge: «Noi siamo stati lungimiranti, dal 2001 abbiamo dei servizi in comune con Corte Palasio, ci dovrebbero premiare! Sulla riduzione dei consiglieri...ancora una volta si preferisce colpire in basso, eppure tagliare il numero dei parlamentari non è difficile, si poteva fare subito». Roberto Depoli, sindaco di Terranova, ritiene che dopo la maxi protesta dei “piccoli” qualcosa evidentemente si sia mosso, tuttavia ritiene che la gestione associata dei servizi non sia affatto una novità: «Hanno scoperto l’acqua calda - commenta ironico - senza contare che il gettone di 15 euro per ogni consigliere è un vero risparmio, così salviamo il bilancio nazionale. È ridicolo, con auto blu, vitalizi e indennità è così che pensano di risolvere la faccenda». Diverso il punto di vista di Renzo Clerici, sindaco di Camairago: «Ero già d’accordo in passato con lo svolgimento in forma di unione delle funzioni comunali. Sono d’accordo anche con la riduzione dei consiglieri ma dovrà essere fatta con il dimezzamento del numero dei parlamentari. Non credo che i consiglieri abbiano qualcosa da dire sull’eliminazione del gettone».Greta Boni tratto da il cittadino lodi
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