CAMAIRAGO Si può sparare alle nutrie all'interno del proprio fondo agricolo senza aver alcun titolo per usare un’arma da fuoco e venire assolti: è successo a un allevatore di 60 anni di Camairago, A.A., finito sotto processo a Lodi con l’accusa di “porto illegale d’arma in luogo pubblico”: il giudice Stefania Letizia l’ha assolto per non aver commesso il fatto, per insufficienza di prove. Perché, secondo diversi testimoni, quando era stato sorpreso armato si trovava in una proprietà privata, in un tratto di campagna che il giudice ha ritenuto non fosse un luogo pubblico. Perché, anche se era vicino a una strada, si trattava di un percorso che conduceva solo in cascina.L’allevatore era stato sorpreso, il 16 novembre del 2006, da una guardia zoofila dell’Enpa, che aveva subito allertato i carabinieri. Stava andando a uccidere le nutrie con il fucile di un suo fratello, senza avere nemmeno la licenza di caccia. Quando i carabinieri erano intervenuti avevano notato effettivamente una nutria morta vicino alla strada poderale che porta alla cascina. Il fucile era stato sequestrato, e restituito tempo dopo al fratello, previo pagamento di una sanzione pecuniaria. L'allevatore non è stato processato per aver sparato all’animale o per l’ipotesi di avergli causato sofferenza, o di aver violato le norme venatorie, ma semplicemente perché aveva con sé il fucile. Tra i testimoni della difesa anche il direttore del Dipartimento veterinario dell’Asl di Lodi Giuseppe Granata: «Si stima che nel territorio vivano un milione e mezzo di nutrie, animale che porta leptospirosi e altre malattie, trasmissibili al bestiame d’allevamento e anche all’uomo». Nutrie che, ha evidenziato un altro testimone, erano stata viste anche vicino alla stalla e alla sala mungitura della cascina dell'allevatore. Car. Cat. TRATTO DA IL CITTADINO LODI
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