mercoledì 7 novembre 2012
4 novembre a castiglione d'adda
palazzi del potere ma è un processo
che parte dal basso, somma di comportamenti
individuali, e voi, generazioni
del futuro, non siete estranei
a questo processo e lo potete e lo dovete
alimentare, facendovi guidare
dai valori alti della convivenza civile:
questo è l’augurio che faccio al
nostro Paese».
Con queste parole domenicamattina
il sindaco di Castiglione Alfredo Ferrari
si è rivolto innanzitutto ai giovani
castiglionesi, nella festa dell’Unità
di Italia e delle Forze Armate. Una
ricorrenza che ha visto consegnare a
Vincenza Iace la pergamena in ricordo
del compianto marito Luciano
Ronzi, lo storico presidente dell’Associazione
Nazionale Combattenti e
Reduci di Castiglione scomparso il
mese scorso, in una giornata in cui il
primo pensiero e un minuto di silenzio
però sono andati subito al carabiniere
Giovanni Sali, ucciso in un agguato
sabato sera in città bassa a Lodi.
Ma nella chiesa dell’Incoronata, durante
la santa messa presieduta dal
parroco don Antonio Valsecchi, si è
pregato in suffragio di tutti i caduti
per la patria. Sulle note della Filarmonica
Castiglionese, il corteo dunque
si è allungato fino al monumento
dei Caduti di piazza Matteotti, dove
sono state posate le corone di alloro.
Alla Festa dell’Unità di Italia e delle
Forze Armate hanno partecipato numerosi
cittadini e le autorità civili,
militari, religiose e le associazioni
del paese: in prima fila, il comandante
dei Carabinieri di Castiglione,
l’Ancr, l’Anpi, l’associazione famiglie
dei dispersi e dei caduti, il Gruppo
Alpini e il delegato di zona dell’Ancr
Giacomino Mario Marzi, a
cui il Comune ha omaggiato un libro.
«L’Italia di oggi deve sentirsi riconoscente
e legata a quegli uomini che
attraverso i loro sacrifici hanno saputo
tramandarci un grande patrimonio
di valori: ha
dichiarato Ferrari
se
la nostra coscienza di cittadini
avrà saputo raccogliere il senso
di quell’enorme sacrificio, allora
quei soldati continueranno a vivere
nel nostro animo e potremo dire che
la loro sofferenza non è stata vana,
ma ha prodotto abbondanti e fecondi
semi di pace». Il grazie di Ferrari è
andato dunque alle Forze Armate
impegnate in Italia e all’estero, «modelli
di valori importanti».
Sara Gambarini tratto da il cittadino lodi
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.