Anas: cos’è e di cosa si occupa
L’Anas è l’azienda che gestisce le strade e autostrade italiane. Com’è strutturata, cosa fa e quando è responsabile dei sinistri stradali.L’Anas è una società per azioni di proprietà dello Stato Italiano che gestisce gran parte delle strade e delle autostrade italiane. L’Anas ha un unico socio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ed è sottoposta al controllo e alla vigilanza tecnica e operativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La società, quindi, opera in tutta Italia in un settore estremamente delicato. Vediamo meglio cos’è e di cosa si occupa l’Anas.
Indice
Anas: cos’è?
L’Anas è l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, istituita ufficialmente da una legge del 1946 [1]. In realtà, l’Anas ha sostituito un precedente ente che si occupava delle stesse funzioni: si tratta dell’Aass, ovvero dell’Azienda Autonoma Statale della Strada, istituita nel lontano 1928 con il compito di gestire le strade italiane e di occuparsi della costruzione di nuove vie di comunicazione nei territori africani annessi.Anas: di cosa si occupa?
L’Anas cura la rete stradale e autostradale italiana. Si tratta di un percorso di oltre 26.500 chilometri del quale l’Anas deve garantire la sicurezza e la gestione. In buona sostanza, l’Anas si occupa:- della manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade;
- di adeguare e migliorare le strade e le autostrade occupandosi anche della segnaletica;
- di fornire servizi di informazione agli utenti;
- di attuare le leggi e i regolamenti che hanno a che fare con la tutela della rete e la tutela del traffico e della segnaletica;
- di adottare i provvedimenti necessari per la sicurezza del traffico;
- di realizzare e partecipare a studi, ricerche e sperimentazioni in materia di viabilità, traffico e circolazione;
- di progettare le nuove opere stradali.
Anas: gestisce il pedaggio?
In Italia esistono sia autostrade a pedaggio che autostrade che non sono soggette ad alcun pagamento. Le prime sono gestite dalle concessionarie autostradali, organismi alle quali l’Anas, in qualità di concedente, affida il compito di costruire e gestire autostrade e riscuotere il relativo pedaggio, e da consorzi regionali; le seconde (cioè i tratti non soggetti a pedaggio) sono sempre gestite dall’Anas.Bisogna fare attenzione a non confondere l’Anas con Autostrade per l’Italia, anch’essa società per azioni che ha come attività la gestione in concessione di tratte autostradali. La società Autostrade per l’Italia S.p.a., infatti, gestisce solamente i tratti autostradali che le sono conferiti in concessione dall’Anas, ente concedente. In questi tratti, Autostrade per l’Italia si occupa anche della riscossione del pedaggio.
Anas: com’è strutturata?
L’Anas ha una struttura organizzativa che si articola sul territorio in otto coordinamenti territoriali, in cui si trovano oltre venti aree compartimentali, tutte coordinate dalla direzione generale che ha sede a Roma. Nella regione autonoma Trentino-Alto Adige il compartimento Anas è stato soppresso e la gestione delle strade statali affidata alle province autonome di Trento e Bolzano.L’Anas è presente nelle seguenti aree:
- Liguria, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte per il coordinamento territoriale del Nord-Ovest;
- Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto per il Nord Est;
- Marche, Toscana e Umbria per il Centro;
- Basilicata, Campanai e Lazio per il coordinamento Tirrenica;
- Abruzzo, Molise e Puglia per l’Adriatica;
- Calabria e A2 – Autostrada Mediterranea per la Calabria;
- Cagliari e Sassari per la Sardegna;
- Catania, Palermo e Autostrade per la Sicilia.
Anas: quali rapporti con altre società?
Per poter gestire e custodire una rete stradale talmente vasta, l’Anas si avvale di altre società di cui ha il controllo totale o quasi. Ciò avviene grazie alla partecipazione azionaria dell’azienda all’interno di altre persone giuridiche. Nel gruppo Anas, infatti, sono presenti società partecipate e concessionarie che seguono la realizzazione e la gestione di importanti infrastrutture del Paese.- Anas Concessioni Autostradali S.p.A.
- Anas International Enterprise S.p.A.
- Quadrilatero Marche Umbria S.p.A.
- Stretto di Messina S.p.A.
- Centralia – Corridoio Italia Centrale S.p.A.
- Sitaf – Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus S.p.A.
- Autostrade del Lazio S.p.A.
- Autostrada del Molise S.p.A.
- Concessioni Autostradali Lombarde (CAL) S.p.A.
- Concessioni Autostradali Piemontesi (CAP) S.p.A.
- Concessioni Autostradali Venete (CAV) S.p.A.
- Autostrada Asti – Cuneo S.p.A.
- Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco S.p.A.
- CAIE Consorzio Autostrade Italiane Energia
- IDC Italian Distribution Council S.c.a r.l.
- PMC Mediterraneum S.C.p.A.
- CONSEL S.c.a r.l.
Anas: è responsabile dei sinistri stradali?
L’Anas è ben nota agli avvocati per le cause che questi ultimi le intentano nel caso di sinistri stradali. Infatti, poiché l’azienda si occupa della gestione e della manutenzione completa delle strade, spesso accade che un sinistro occorso ad un’autovettura dipenda proprio dalla negligenza dell’Anas. Ma è sempre così? Vediamo.Nel caso di danno capitato ad un autista circolando sulle strade gestite dall’Anas, trova applicazione la speciale responsabilità da danno cagionato da cose in custodia. Secondo la legge, ognuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, a meno che non provi il caso fortuito [3]. In altre parole, poiché l’Anas gestisce la gran parte delle strade italiane, essa ha anche la custodia delle stesse e, pertanto, risponde del danno direttamente causato dal cattivo stato della strada agli utenti che ne usufruiscono, a meno che non provi il caso fortuito.
Anas: cosa dice la Cassazione?
La giurisprudenza della Corte di Cassazione è praticamente unanime nell’attribuire all’Anas la responsabilità dei sinistri occorsi nei tratti stradali e autostradali di sua competenza, quando l’azienda non riesca a provare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno e che lo stesso sia provocato da un evento inevitabile. Si tratta, in poche parole, di responsabilità oggettiva.Anas: quando risponde e quando no?
In sintesi, i principi che regolano la materia della responsabilità oggettiva dell’ente gestore del tratto stradale sono i seguenti:- la responsabilità per danni causati dalla cosa in custodia prescinde dall’accertamento di un comportamento colposo del custode ed ha carattere oggettivo necessitando, per la sua configurabilità, l’esistenza del nesso causale fra cosa ed evento;
- la responsabilità prescinde dall’accertamento della pericolosità della cosa e sussiste in relazione a tutti i danni da essa causati, sia per la sua stessa natura che per l’insorgenza di agenti dannosi, potendo essere esclusa solo dal caso fortuito;
- il caso fortuito può essere rappresentato da fattori esterni alla cosa custodita (nella fattispecie, il tratto stradale), idonei a creare un pericolo non prevedibile a priori.
Questo fattore estraneo che esonera da responsabilità il gestore/custode può dipendere anche dal fatto di un terzo (come, ad esempio, l’improvvisa perdita di olio da un’autovettura che ne precede un’altra, causandone così lo sbandamento sull’asfalto reso scivoloso) o dello stesso danneggiato, purché ad interrompere il nesso causale esistente tra la causa del danno ed il danno stesso e, quindi, ed escludere la responsabilità del custode [7].
note
[1] Decreto del 27.06.1946.[2] Legge n. 178/2002 del 08.08.2002.
[3] Art. 2051 cod. civ.
[4] Cass., sent. n. 295/2015 del 13.01.2015.
[5] Cass., sent. n. 8229/2010 del 07.08.2010; Cass., sent. n. 1106/2011 del 19/05/2011.
[6] Cass., sent. n. 10893/2016.
[7] Cass., sent. n. 2094/2013 del 29.01.2013.
[8] Cass., sent. n. 11785 del 12.05.2017.
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