mercoledì 12 dicembre 2012

La Provincia è salva, ma resta al verde nel lodigiano

L’autonomia del territorio per ora è salva. Ma San Cristoforo rischia di rimanere con le tasche vuote. Il progetto di una maxi provincia del Po è finito su un binario morto. Il decreto che prevedeva un matrimonio forzato tra Lodi, Cremona e Mantova non verrà convertito in legge. Il problema è che ora si potrebbe verificare un caos istituzionale, con l’ente di via Fanfulla che mantiene tutte le funzioni, ma senza avere le necessarie risorse. «Garantiremo i servizi essenziali: il riscaldamento delle scuole, il pagamento degli stipendi e il versamento degli interessi sui mutui, ma sul resto non ci sono soldi - sottolinea l’assessore al bilancio della Provincia Cristiano Devecchi - stiamo predisponendo un bilancio che è di emergenza». La prossima “cancellazione” del decreto sul riordino delle Province allungherà la vita alla giunta di San Cristoforo, che doveva decadere entro la fine dell’anno e invece proseguirà il suo mandato fino al giugno del 2014. Per ora l’ente continuerà a mantenere tutte le sue prerogative. Salvo altri interventi del Parlamento, tra due anni il consiglio provinciale non sarà più eletto dai cittadini ma dai comuni. «La realtà è che a parità di funzioni i tagli dello Stato non sono venuti meno, una riduzione delle risorse che per il 2013 è davvero consistente - aggiunge Devecchi -, il governo per l’anno prossimo ci toglierà 3 milioni e mezzo di euro. Questa cifra è indicata nella legge di stabilità che al 90 per cento verrà approvata in Parlamento. Per noi è un quadro difficile. Non potremo pensare a grandi opere e riusciremo con fatica a seguire le manutenzioni ordinarie». Dalla Provincia fanno sapere che sono già state operate diverse riduzioni sulle spese e gli sforzi sono continui. «Già adesso stiamo facendo una gran fatica a centrare gli obiettivi fissati dal Patto di stabilità - aggiunge Devecchi - stiamo aspettando l’erogazione di alcuni contributi e tutto deve essere fatto in questi giorni. I tempi sono stretti perché la ragioneria dello Stato chiude addirittura all’Immacolata e quella della Regione nei prossimi giorni. Il percorso è molto accidentato e tutte le Province sono in difficoltà per rispettare questi criteri. Stiamo lavorando duramente per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti. Questo a prescindere dalle novità che emergono sul piano nazionale. Lo avremmo fatto anche nel caso in cui dicembre fosse stato l’ultimo mese di mandato della giunta». Per il futuro il quadro dal punto di vista finanziario è ancora più fosco. Per l’anno prossimo ci saranno assessorati che avranno capacità di spesa davvero ridotte all’osso. «Abbiamo già messo mano a una parte del bilancio, ma per adesso rimane una bozza, in attesa di vedere cosa succede effettivamente a Roma - conclude Devecchi - le previsioni di entrata e di spesa sono state tarate sui livelli storici, ovvero abbiamo fatto una media di costi e spese degli anni scorsi. Garantiremo la manutenzione delle scuole, alcuni lavori ai plessi che erano stati finanziati dallo Stato, ma per il resto molti soldi rischiano di non esserci». Infine ieri il consiglio dei ministri ha preso in esame la riorganizzazione delle prefetture, con la possibilità di una soppressione degli uffici del governo nelle province più piccole. Matteo Brunello tratto da il cittadino lodi

parte 2
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«Entro la fine del mandato vogliamo portare a termine il Piano territoriale di coordinamento». Ad annunciarlo il presidente di palazzo San Cristoforo Pietro Foroni, che ha presentato i progetti per il 2013. Dopo il blocco del decreto sul riordino delle Province, che per ora salva l’autonomia del Lodigiano, il leader della Lega nord torna a guardare al futuro. «L’obiettivo sarà quello di concludere l’iter per il progetto urbanistico e di governo del territorio - spiega - poi lavoreremo per le iniziative a favore di Expo 2015 e per collegare il Parco tecnologico padano con la Regione Lombardia. Verrà anche inaugurato il raccordo sulla provinciale “234” a Codogno».Il provvedimento del governo che obbligava il territorio ad un matrimonio con Mantova e Cremona è ormai finito su un binario morto in Parlamento. E la giunta della Provincia di Lodi non cadrà quindi alla fine del 2012, ma proseguirà il suo mandato fino a giugno 2014. Ora a San Cristoforo possono respirare un po’. «Rimane però un caos istituzionale e il prossimo governo dovrà necessariamente intervenire su questa materia - osserva Foroni -. Il problema è che si sono succeduti diversi provvedimenti di legge e ora le Province hanno ancora tutte le loro funzioni, ma non hanno più le risorse, che sono state tagliate. Tutto questo per una riforma che non porta significativi risparmi di spesa. In questi mesi c’è stato un continuo balletto di cifre: il ministro della Funzione pubblica aveva parlato di 50 milioni di risparmi di spesa dal taglio delle Province, il ministro Giarda sostiene siano 500 milioni e i tecnici del Senato addirittura zero risparmi. Noi in questa situazione, in un quadro tanto incerto, non pensiamo a grandi progetti per il 2013. Il governo ci lascia le funzioni, ma ci sono stati tolti molti dei fondi. In questo modo siamo stati come commissariati. Per tutto il 2013 potremo occuparci solo dell’ordinaria amministrazione. Allo stato attuale, non ci saranno soldi per puntare su tante nuove iniziative». Verranno garantiti però gli interventi sulla scuola, quelli già finanziati dallo Stato: i 742mila euro che sono stati previsti dai ministeri dell’Istruzione, Economia e Infrastrutture per la manutenzione dell’istituto Bassi di Lodi, del Maffeo Vegio di Lodi e di un altro plesso (la scelta è tra l’Itas Tosi di Codogno e l’Itis Volta di Lodi). I cantieri partiranno nell’estate del 2013, dopo la fine dell’anno scolastico.M. B.

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