domenica 22 maggio 2011
amianto e lodigiano
Dal 2006 al 2010 nel Lodigiano sono stati auto-notificati 1775 siti di amianto, di cui 868 bonificati e 907 non ancora: nel Lodigiano in quattro anni si è passati da 3.404 metri cubi di amianto bonificato a 15.048 ma restano da smantellare ancora quasi mille siti inquinati. In particolare a Codogno sono stati sanati 42 siti su 114. Sono questi i risultati ottenuti nel territorio con il Piano Regionale Amianto di Regione Lombardia partito nel 2005 e finalizzato alla conoscenza della quantità, della tipologia, della condizione e della localizzazione dell’amianto attraverso censimenti portati avanti dall’Asl, a partire da semplici moduli di notifica a disposizione dei cittadini anche on line. E’ quanto illustrato da Marzia Soresini e Eugenio Ariano dell’Asl di Lodi nel convegno «Amianto in edilizia», organizzato sabato a Codogno dall’associazione Scirocco, accanto agli interventi del dottor Diego Gatta, docente presso l’università di Milano, e dell’onorevole Gianni Piatti, sottosegretario all’ambiente dal 2006 al 2008. Sul tema amianto l’appello dei relatori è stato unanime: nessun allarmismo, perché l’amianto è pericoloso se danneggiato, non integro, ma non si sottovaluti il problema. E l’onorevole Piatti ha proposto: «Per non abbassare la guardia sui temi ambientali, occorre prevedere un consiglio comunale con al centro le questioni ambientali, gli obiettivi e le risorse a disposizione». Sul fronte scientifico il professor Gatta non ha nascosto la necessità di accelerare le sperimentazioni alternative allo stoccaggio in discarica come l’ «inertizzazione», capace di trasformare l’amianto in materiale riciclabile e già in uso in Paesi come la Germania.Al convegno la dottoressa Asl Soresini ha illustrato inoltre l’ipotesi di un progetto interistituzionale per il completamento del censimento dell’amianto e per definire sistemi che sappiano incentivare la rimozione anche di piccoli quantitativi di amianto. Si tratta di un progetto tuttora al vaglio degli enti coinvolti, Provincia di Lodi in testa, che oltre all’Asl e a palazzo San Cristoforo coinvolgerebbe Regione Lombardia e i comuni lodigiani, collocandosi all’interno dell’accordo quadro di sviluppo territoriale che vede la partecipazione di Arpa e Ster. Gli impegni previsti da questo progetto riguarderebbero la Provincia, chiamata a favorire lo smaltimento dei piccoli quantitativi di amianto tramite accordi con imprese per percorsi burocratici ed economici meno gravosi, ma anche la Regione, a cui sono richiesti finanziamenti, nonché i comuni, chiamati a collaborare per la diffusione delle informazioni, e l’Asl, per la pratica del censimento, oltre al suo compito di vigilanza.E dal pubblico, il presidente della commissione ambiente della Provincia di Lodi Alfredo Ferrari ha fatto sapere che proprio in vista dell’approvazione della nuova legge regionale sull’amianto Lodi ha chiesto un fondo per incentivare la rimozione dell’amianto su cascinali e piccole pezzature. S.G. il cittadino lodi
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