questa è l'opinione di parte dei cacciatori, ma l'analisi tecnica e progettuale va avanti in provincia. a breve faremo il rinnovo del comitato di gestione dell'ATC sud e da li vedremo chi lavora per il bene dell'ambiente e chi invece pensa ad altre cose..........confronteremo i programmi delle fazioni in campo..............
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Corno Giovine In una decina d’anni il terreno agro silvo pastorale del Lodigiano è diminuito di 2mila e 300 ettari, l’equivalente di 3mila campi da calcio. A dirlo è lo studio commissionato da palazzo San Cristoforo all’istituto Oikos con la supervisione delle università di Milano e dell’Insubria in vista della definizione del nuovo Piano faunistico venatorio, tema dell’incontro che si è tenuto mercoledì sera a Corno Giovine tra i rappresentati Federcaccia e la base.A breve l’associazione venatoria depositerà in Provincia il documento finale - sottoscritto insieme ad Enalcaccia, Liberacaccia e Pro Secugio -, contenente suggerimenti alla stesura del Piano e l’estensione dell’area cacciabile è il punto da cui partire. «Dobbiamo sapere quanta stoffa c’è per valutare quale vestito fare - ha sintetizzato in un’immagine il presidente della sezione provinciale Federcaccia Giorgio Marazzina, al suo fianco il segretario Giorgio Rozzi e il presidente della sezione locale Matteo Rancati -; riteniamo sia giunta l’ora di rivedere alcune Zrc (Zone di ripopolamento e cattura) provvedendo al loro riordino o alla loro soppressione laddove siano improduttive». L’occupazione di suolo agricolo determinata dalla Tav, dalle nuove lottizzazioni industriali e infrastrutture, costringe infatti a rivedere le aree destinate alla riproduzione e al ripopolamento della selvaggina, tenuto anche conto di alcune criticità. Un passaggio su cui si è appuntata l’attenzione di Ivano Zilli, iscritto Federcaccia: «La riduzione è molto più consistente di 2mila e 300 ettari - ha obiettato Zilli -, basta guardarsi intorno per accorgersi dello sperpero di terreno agricolo coltivabile. Il problema poi sono le Zrc che non hanno mai fruttato e per cui non si è mai fatto niente». Caso paradigmatico la zona di ripopolamento e cattura di Caselle Landi, «dove per tredici anni non si è fatta una cattura». Le questioni su cui dibattere prima che il documento definitivo veda la luce sono però anche altre, prima tra tutte il discutissimo accorpamento dei due ambiti di caccia Laudense Nord e Sud che mercoledì sera ha trovato i cacciatori ancora divisi. «Siano i lodigiani a decidere tramite referendum» ha affermato Zilli. Non ne vede la necessità invece il numero uno di Federcaccia Marazzina: «È sicuramente un’opportunità di democrazia - la sua risposta -, ma la federazione ha una propria organizzazione statutaria che parte dalle sezioni comunali con i loro presidenti, prosegue nell’assemblea provinciale e nel consiglio fino al presidente. I problemi si sono sempre discussi all’interno di questi organismi». Il che non esclude la disponibilità del presidente ad accogliere futuri inviti nel Basso Lodigiano, come hanno invocato in tanti cacciatori al termine della serata.Laura Gozzini il cittadino lodi
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