domenica 22 maggio 2011
PANTAECO A CASALE : METTERSI A NORMA
La Pantaeco di Coste Fornaci non intende per ora richiedere una nuova autorizzazione provinciale per il solo centro di vagliatura: «Siamo già titolari di un’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Lodi nel 2007 che vale sia per la discarica, ma solamente a fini di smaltimento del sottoprodotto non recuperabile proveniente dall’attività di separazione delle materie plastiche, sia per la cernita e la vagliatura - spiega Giancarlo Paina, uno degli amministratori della società -. Questa è stata sospesa dalla Provincia, ma chiediamo che venga riattivata solo per il centro di vagliatura. Possiamo infatti lavorare senza appoggiarci sulla nostra discarica, ma portando il materiale che, dopo la separazione delle plastiche, non è riciclabile, da smaltitori autorizzati, come fanno gli altri 36 impianti analoghi al nostro affiliati al consorzio Corepla in tutta Italia».E che la strada della nuova autorizzazione parziale non sia per ora nemmeno un’ipotesi lo confermano anche dalla Provincia di Lodi, in una nota diramata solo due giorni dopo il vertice tecnico su Pantaeco: una riunione per fare il punto della situazione, cui hanno assistito anche rappresentanti dell’amministrazione provinciale, in cui si è deciso di coinvolgere nelle verifiche tecniche l’Arpa. La determina del 6 aprile scorso del settore ambiente che aveva sospeso l’autorizzazione Aia infatti imponeva alla Pantaeco, e a suo carico, ben venti adeguamenti tecnici, il primo dei quali è “l’avvio a smaltimento o a recupero dei rifiuti conferiti in eccesso nella discarica per 81.800 metri cubi”.«Noi abbiamo già sistemato il piazzale dell’impianto di cernita e riteniamo che sia a norma e pronto a ripartire - ribadisce l’ingegner Paina - mentre i lavori sulla discarica sono in corso. Ma se l’azienda resta ferma non può disporre della liquidità per gli adeguamenti richiesti».Il superamento dei quantitativi nella discarica era stato anche oggetto di un’inchiesta della magistratura, che presto sarà chiusa dalla Dda di Milano, ma erano state mosse anche diverse contestazioni amministrative, inoltre il Comune di Casalpusterlengo aveva diffidato Pantaeco a eseguire indagini su eventuali inquinamenti per perdite di percolato.Una situazione complessa sulla quale, nel novembre dello scorso anno, si era innescato anche un incendio molto probabilmente doloso a uno dei macchinari, che, fa sapere ora Paina, aveva creato difficoltà nel rinnovo dei contratti per il ritiro delle plastiche da separare e che, aveva scritto Pantaeco alla Provincia, era causa anche di alcune delle irregolarità riscontrate nei sopralluoghi successivi.Per ora non cambiano quindi neppure i termini di 180 giorni, dalla notifica della determina del 6 aprile, imposti dalla Provincia a Pantaeco per i venti adeguamenti: «Qualora non vengano realizzati entro il termine - era stato intimato da San Cristoforo - si procederà alla revoca dell’autorizzazione ambientale integrata e alla chiusura dell’impianto».Carlo Catena IL CITTADINO LODI
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