Ci aspettano tempi duri e difficili. Siamo ancora nel pieno della crisi economica e la manovra finanziaria inasprirà ancora di più le difficoltà dei cittadini e delle aziende.
Il rischio che la situazione diventi drammatica per molte imprese che sino ad oggi hanno resistito e di conseguenza per moltissime famiglie non è soltanto una ipotesi pessimistica.
Il Lodigiano in questo momento deve a tutti i costi trovare le modalità per fare sistema. Non ci sono più alibi che tengano.
In questo contesto approfondiamo un aspetto della questione ed in particolare il ruolo delle Amministrazioni pubbliche territoriali nella promozione dell’economia locale attraverso una azione di sostegno alle aziende situate sul territorio provinciale.
La politica e la società chiedono agli attori economici, le aziende in primis, di impegnarsi anche a favore della situazione generale e non solo della propria particolare, di promuovere occupazione vera e di non utilizzare l’alibi della crisi che, in alcuni casi, è sembrato la “buona occasione” per mettere in atto strategie di ristrutturazione – che in sintesi significa licenziamenti e cassa integrazione – al solo fine di migliorare il conto economico.
C’è oggi sempre di più l’esigenza che le aziende si facciano carico della loro parte di responsabilità sociale nei confronti dei territori dove sono situate per concorrere, insieme a tutti gli altri attori e in proporzione alla propria dimensione e alle proprie specificità, al benessere generale della popolazione e dell’ambiente circostante.
Dentro questo contesto e all’interno di un quadro di regole ben definito che non lasci spazio a sospetti e dubbi, ci chiediamo se non sia possibile pensare, in una situazione di crisi mai vista prima, che le amministrazioni pubbliche locali trovino le modalità corrette per affidare commesse di lavoro alle aziende del territorio bypassando, laddove è consentito dalla legge, procedure che comportino il coinvolgimento di soggetti extraterritoriali.
La massima trasparenza oltre al rispetto delle leggi deve salvaguardare l’ente locale dalla possibile saldatura di interessi diversi che possono portare alla formazione di “cartelli” evidentemente inaccettabili. D’altro canto gli appalti alle imprese lodigiane devono essere generatori di valore economico e sociale aggiunto, contribuendo alla massimizzazione dei benefici per la collettività oltre che per la stessa impresa coinvolta.
Questa proposta non intende rivendicare una soluzione “protezionistica locale” che ci appare anzi fuori dal tempo e del tutto sbagliata nei suoi principi ispiratori. Il valore di questa prospettiva riteniamo possa essere riconosciuto in un rinnovato patto tra i principali attori di questo territorio uniti da un comune obiettivo e da una identica passione: il bene comune e l’amore per questa nostra terra. Un’idea potrebbe essere quella, come territorio, di stendere una sorta di "decalogo" definendo i criteri di questo nuovo "patto" di reciproco sostegno tra imprese e comunità locali.
Ma al di là delle soluzioni tecniche percorribili una cosa è certa: occorre trovare soluzioni che consentano di sostenere concretamente le tante imprese locali che contribuiscono a formare quella trama di azioni economiche indispensabile a garantire un futuro al Lodigiano.
Una recente inchiesta di un periodico locale ha messo in evidenza come molti pubblici amministratori locali siano ben lontani dal perseguire questa strada ed utilizzino quello del “massimo ribasso” come unico criterio nell’assegnazione dei lavori e delle commesse. La stessa inchiesta denuncia come spesso si potrebbe eccepire sulla validità di tale criterio.
La responsabilità sociale che oggi viene giustamente invocata per le imprese e che impone loro anche nella scelta dei fornitori precisi vincoli riguardo al rispetto dell’ambiente, ai diritti dei lavoratori e alla loro tutela, all’impegno sociale verso il territorio di appartenenza, può forse essere richiesta anche agli Enti Pubblici locali. La riscoperta dei “beni comuni” come risorsa fondamentale e prioritaria dei territori chiede che si ragioni su quali siano questi “beni” e ci si domandi se tra questi non si trovino anche le tante aziende che non guardano solo al proprio orticello ma che coltivano visioni più ampie, magari a dispetto della piccola dimensione, ed hanno a cuore oltre al proprio legittimo interesse anche quello generale della comunità.
Un’ultima annotazione per ricordare, come hanno affermato in una recente intervista il Presidente della Provincia e il Sindaco di Lodi, che “dietro i prezzi fuori mercato spesso si allungano i tentacoli mafiosi”.
Comitato Promotore degli Stati Generali del Lodigiano
TRATTO DAGLI STATI GENERALI DEL LODIGIANO
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