Novanta giorni per lasciare la moschea di via Fugazza o l’immobile sarà confiscato: è stata firmata ieri mattina alle 11 l’ordinanza con cui si notifica al centro culturale islamico la sentenza del Consiglio di Stato di fine novembre con l’intimazione a rispettarla entro 90 giorni a far data da ieri. La sentenza imponeva il ripristino dell’originaria destinazione d’uso artigianale per l’immobile, di fatto sfrattando i musulmani dal loro centro culturale utilizzato anche il venerdì e durante il Ramadan come luogo di preghiera.Passato il termine di 90 giorni, qualora a un controllo della polizia locale o di altro pubblico ufficiale i locali di via Fugazza risultassero ancora occupati dai musulmani si configurerebbe un abuso edilizio per mancato rispetto della destinazione d’uso artigianale dell’immobile e l’amministrazione comunale potrebbe dare il via alla pratica per l’acquisizione dello stabile nelle proprietà comunali.«Per noi è l’ultimo atto amministrativo che doveva essere compiuto - commenta il sindaco Flavio Parmesani -. Ora è partito il conto alla rovescia per il ripristino definitivo della legalità. Anche in questa occasione, consigliati dai nostri avvocati, abbiamo voluto dare un ampio margine di tempo all’associazione culturale islamica in modo da evitare contestazioni».La pronuncia del Consiglio di Stato è di fine novembre, ma l’amministrazione di centrodestra si è presa tutto il tempo dovuto per valutare in che modo dar seguito alla sentenza. Il timore era quello di emettere un atto che potesse essere in qualche modo impugnato di nuovo. Alla fine, anche su consiglio dei legali milanesi Antonello Martinez e Bruno Santamaria, di fatto si è provveduto solo a notificare la sentenza del Consiglio di Stato con l’intimazione a darvi esecuzione entro 90 giorni.La vicenda era iniziata nel luglio 2009 quando un sopralluogo dell’amministrazione aveva portato alla luce alcuni piccoli abusi edilizi. Il comune li contestò al proprietario dell’immobile e all’associazione islamica chiedendo il ripristino delle situazioni originarie, ma tra gli abusi figurava anche la mancata comunicazione della variazione della destinazione d’uso dei locali di via Fugazza da artigianale a luogo di culto. Ripristinare la destinazione artigianale avrebbe significato la chiusura della moschea, dal momento che il comune si era espresso più volte affermando di non poter concedere un cambio di destinazione. I musulmani si erano quindi rivolti al Tar di Milano che aveva dato loro ragione sospendendo i provvedimenti. L’amministrazione a sua volta è ricorsa al Consiglio di Stato, da cui a fine novembre ha ottenuto una sentenza favorevole. Il giudizio non è ulteriormente impugnabile.«Per noi la vicenda è conclusa, ora si tratta solo di aspettare - conclude il primo cittadino -. Peraltro la stessa comunità islamica si è spaccata, con un gruppo numeroso che ora orbita attorno al centro culturale di Senna Lodigiana. La situazione si è definita insomma nella direzione del ripristino delle regole, che era l’unico obiettivo a cui puntavamo».Andrea Bagatta IL CITTADINO LODI 19 FEBBRAIO 2011
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