turano Il suono insistente delle campane a lutto ha dato inizio alla Marcia contro la mafia di Turano, per ricordare le tante vittime della criminalità organizzata. Nel comune turanese nemmeno la pioggia di giovedì sera ha fermato la fiaccolata, superisionata dalla locale Protezione civile, che dalla parrocchiale si è snodata fino in municipio mentre ad alta voce risuonavano i nomi delle vittime della mafia. Presenti numerosi esponenti della politica e delle istituzioni. «È la cittadinanza attiva che fa male alla criminalità», ha esordito Giulio Cavalli, l'attore lodigiano che vive sotto scorta per la sua dichiarata lotta alla mafia dai palcoscenici del teatro e adesso anche dai banchi del consigliere regionale in Lombardia. «Credo che oggi, forse, occorrano meno attori civili e più casalinghe, più padri, più parroci, più sindaci e più cittadini civili - ha continuato Cavalli -, e penso che anche il dispiegamento di forze di questa sera non possa che lasciarci un sorriso, in una giornata che non è di pioggia ma di sole». Le parole di Cavalli hanno chiuso la serie di riflessioni che si sono susseguite davanti al municipio, in cui la lunga fiaccolata si è riversata, capitanata dal parroco don Gigi Gatti e dal sindaco di Turano Umberto Ciampetti, che ha dichiarato: «Con questa serata abbiamo ritenuto importante dare un rilievo sovracomunale a un tema che, senza essere ipocriti, si rivela presente anche nel nostro territorio». «Il tema della legalità inoltre è patrimonio di tutti - ha concluso Ciampetti - e per questo abbiamo voluto dare ampio respiro all'evento». Dal Lodigiano sono arrivati con la fascia tricolore il sindaco di Castiglione Umberto Daccò e di Brembio Giuseppe Sozzi; il consigliere con delega alla sicurezza di Secugnago Alfredo Grazzani e l'assessore alla sicurezza di Lodi Umberto Pensa, che ha affondato: «Se la magistratura perde credibilità, il Paese è finito e quando parliamo di legalità, prima di tutto, dobbiamo pensare alla situazione dei nostri tribunali, spesso sotto organico, e alla riforma della giustizia nel senso di celerità nei processi e certezza della pena».In rappresentanza della Provincia di Lodi invece il consigliere Alfredo Ferrari ha ricordato in particolare l'istituzione della giornata della legalità e della lotta alla mafia, il 21 marzo, da parte di Regione Lombardia. Non è mancato all'appuntamento il contributo del poeta lodigiano Guido Oldani, con riferimento ai 150 anni dell'Unità d'Italia.I volti di Borsellino e Falcone; la lettura della testimonianza di una madre napoletana e di don Maurizio di Scampia: davanti alla chiesa, grazie al parroco don Luigi Gatti, questi piccoli frammenti hanno interrogato tutti sulla terribile quotidianità della mafia.Sara Gambarini tratto da il cittadino lodi 19 febbraio 2011
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.