Fotovoltaico: in Toscana si fa così ma le soluzioni proposte vanno bene anche per il lodigiano. solleciteremo la regione per definire le linee guida celermente, in modo che come provincia potremo pianificare inserimenti corretti amministrativi e sociali.
Approvata la legge regionale che discende dalla delibera proposta dalla Giunta per disciplinare gli impianti solari sul territorio toscano
Rinnovabili e Territorio
Redazione
22/03/2011
Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato con voto unanime la legge che detta le disposizioni in materia di ''installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili'', promossa dai presidenti delle commissioni Agricoltura, Sviluppo economico ed Ambiente e territorio, Loris Rossetti, Caterina Bini e Vincenzo Ceccarelli.
Lo stesso Ceccarelli illustrando la proposta di legge in aula ha spiegato che il testo in approvazione al Consiglio «ha di fatto trasformato, approfondito e aggiornato la delibera che la Giunta aveva proposto per introdurre modifiche alle leggi regionali 39/2005 (disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 1/2005 (norme per il governo del territorio».
Ovvero la delibera che dettava le linee guida per la realizzazione degli impianti fotovoltaici nel territorio toscano.
Si tratta, ha spiegato Ceccarelli, di «una legge conseguente alle linea guida emanate dal Governo nazionale, che indicano che solo le Province autonome e le Regioni possono disciplinare il settore» e di «un provvedimento che ha tre obiettivi: produrre energia da fonti rinnovabili, tutelare le colture agricole di qualità e tutelare il paesaggio».
La presentazione della delibera aveva prodotto un acceso dibattito tra chi riteneva che le norme proposte fossero un valido strumento per tutelare il paesaggio e l’agricoltura e al tempo stesso garanti della produzione di energia solare e tra chi, invece, vedeva troppi vincoli e, spesso, anche difficilmente giustificabili per lo sviluppo del fotovoltaico.
La proposta di legge presentata in Consiglio e approvata all’unanimità sembra, quindi, essere riuscita a trovare una sintesi tra la tutela del paesaggio, e l’attività agricola in particolare, con l’esigenza di dare il corretto sviluppo al fotovoltaico.
La legge approvata disciplina la possibilità e le modalità di installazione degli impianti fotovoltaici nel territorio e introduce una norma transitoria per stabilire quali sono le pratiche che saranno interessate dai nuovi criteri di ammissione.
Sono già esclusi dalla nuova normativa tutti gli impianti superiori ad 1 megawatt che abbiano già superato la verifica di assoggettabilità (senza effetti ambientali negativi) mentre per gli impianti al di sotto di 1 megawatt, saranno accolti i procedimenti in corso purchè corredati dei pareri ambientali prescritti.
Per tutti i tipi di impianti vale il divieto di cumulo e inoltre la distanza tra due impianti non potrà essere inferiore di 200metri.
Per l’individuazione delle zone in cui non saranno concessi permessi di installazione, il testo di legge dà compito alle Province - in novanta giorni di tempo e sentiti i Comuni interessati - di presentare una proposta di perimetrazione delle zone che ricadono all'interno di “coni visivi e panoramici“ e delle aree agricole di particolare pregio paesaggistico e culturale.
Sempre entro novanta giorni, le Province potranno presentare specifiche proposte per dare diverse indicazioni all'interno di aree considerate non idonee all'installazione, in particolare le aree agricole Dop (origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta), in cui vi sarebbe quindi la possibilità per le province di alleggerire i vincoli e concedere autorizzazioni all’installazione di impianti.
Sono invece ritenute idonee alle installazioni “tutte le aree già urbanizzate e prive di valore culturale-paesaggistico e le aree di pertinenza dell'edificato privo di valore storico-architettonico.”
Via libera anche nelle aree degradate quali i siti minerari inattivi e le cave dismesse, per i quali non sia riconosciuto alcun valore storico-culturale o paesaggistico, le discariche e depositi di inerti, dopo i necessari interventi di bonifica.
Tutte le richieste d’installazione dovranno essere corredate dal piano di interventi di dismissione e dalle attività per il ripristino del sito.
In Aula, assieme alla legge, è stato approvato a maggioranza anche un ordine del giorno del centrosinistra con cui il Consiglio regionale invita la Giunta ad incontrare le Province ''coinvolgendo anche le commissioni permanenti'' entro il termine di 40 giorni dall'entrata in vigore della stessa legge, e a riprendere ''il lavoro di modifica della legge 39/2005'' per ''adeguare la normativa regionale'' alle disposizioni del recente decreto legislativo.
L'assessore regionale all’Ambiente ed energia, Anna Rita Bramerini, che aveva proposto la delibera originale assieme ai colleghi al Governo del territorio Anna Marson e all'Agricoltura Gianni Salvadori, ha evidenziato il «lavoro importante svolto dalle commissioni» e «l'apporto dato dal Consiglio all'arricchimento della delibera che la Giunta aveva proposto».
Si tratta di una legge, ha spiegato l'assessore, che «segue le linea guida del Governo e intende favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, la tutela delle colture agricole e del paesaggio».
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