Parco fotovoltaico, nubi a San Fiorano L’ex base Nato risulta essere una cava
Sul nuovo megaparco del fotovoltaico di San Fiorano incombe la “beffa cava”. L’ennesimo inghippo sulla pressoché risolta questione dell’ex base Nato è spuntato ieri in Provincia, dove il consiglio ha votato in fretta e furia, e all’unanimità, un provvedimento per stralciare dal suo piano cave la cosiddetta “Rig2 Ex Nato”: l’area, in sostanza, da oltre 139mila metri quadrati che nelle carte della Regione figura come cava di recupero, e dunque non destinabile al maxi investimento da 21 milioni di euro con il quale l’Associazione temporanea d’imprese guidata dalla Mattioli Spa si è aggiudicata il 24 gennaio l’appalto per la costruzione del parco fotovoltaico più grande di tutta la Lombardia.I numeri dell’opera parlano di 6 megawatt di potenza, a copertura del fabbisogno energetico di circa milleottocento famiglie e con un risparmio annuo di emissioni in atmosfera pari a 2mila e 700 tonnellate di anidride carbonica; ma con il via ai lavori stimato per aprile, e la fine degli stessi auspicata per settembre, l’iter conclusivo per correre verso l’accensione dei pannelli rischia di essere minato dall’equivoco sulla catalogazione dell’area. «È saltato fuori che il terreno era stato considerato come cava di recupero, e dunque eventualmente destinato solo a un recupero ambientale, ma lì non c’è mai stata alcuna attività estrattiva», ha spiegato al consiglio Foroni, motivando lo stralcio della stessa area ex Nato dal piano cave come condizione indispensabile per consentire la variante urbanistica necessaria a fare partire il parco fotovoltaico.Come ci sia finita poi nel piano cave, la vecchia base aereonautica, è un pasticcio nel quale a delibere regionali che escludono attività estrattive nell’area (marzo 2000) si mescolano provvedimenti provinciali e del Pirellone che pure la identificano come cava di recupero, poi “spariti” agli atti del dipartimento fino a fine febbraio, quando da San Fiorano è partita la sollecitazione alla Provincia per stralciare dal suo piano la cava che... non c’è. E ora? «Il provvedimento è già passato all’unanimità in commissione», garantisce il consigliere Alfredo Ferrari, prologo al voto unanime con il quale il consiglio ha varato lo stralcio. In ballo, infatti, c’è anche il pericolo che gli incentivi energetici a favore degli imprenditori vengano meno, con la perdita di appeal del caso; toccando ferro, e se tutto andasse bene, risolto l’inghippo invece la Provincia otterrebbe per il disturbo circa un quinto dei 150mila euro di bonus annuo che l’Ati si è impegnata a elargire al comune di San Fiorano.Al. Be. Il cittadino lodi ed.22/03/2011
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