venerdì 6 settembre 2013

Crisi, Italia indietro nella classifica della competitività - ECONOMIA

Crisi, Italia indietro nella classifica della competitività - ECONOMIA

mercoledì 4 settembre 2013

A TURANO LODIGIANO UNA TRE GG. PER RICORDARE GIOVANNI SALI



TURANO LODIGIANO - UNA TRE GG. DI VALORI UMANI
RINGRAZIO LA ASSOCIAZIONE NEBBIE DEL DRAGO E TUTTI
GLI ENTI CHE HANNO ADERITO AD UN MOMENTO GRANDE
NOI CI CREDIAMO E ABBIAMO ADERITO CON CONVINZIONE
ALFREDO FERRARI
SINDACO

TRATTO DA IL CITTADI NO DI LODI





Taglio dei fondi per il lavoro per finanziare l'abolizione dell'Imu, l’economista Baglioni: “Segnale molto negativo”

http://notizie.tiscali.it/articoli/interviste/13/09/intervista_baglioni_imu_taglio_fondi_lavoro.html#comments

L'economista Angelo Baglioni


LEGGETE BENE TUTTO

PROPOSTE DI ANCI E DELLA FISCALITA' LOCALE PER I COMUNI




condivido appieno il documento di anci
penso che sarebbe opportuno pubblicare questo documento per informare
al meglio i cittadini sullo stato attuale della finanza pubblica e delle reali difficoltà
che ogni sindaco deve affrontare. In queste righe sono condensate le mancate 
risposte che da tanto tempo aspettiamo per riformare questo paese.
fare cultura pubblica su questi temi toglie anche dubbi o confusione ai cittadini.

vi ringrazio per la vs. collaborazione
cordiali saluti
alfredo ferrari 
sindaco di castiglione d'adda    

ecco il documento ANCI  (ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI)
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PRINCIPALI PROPOSTE DELL’ANCI
IN MATERIA DI FISCALITA’ LOCALE


Le decisioni che il Governo si appresta ad adottare in materia di imposizione fiscale sul patrimonio  immobiliare devono fondarsi per l’ANCI su alcuni punti fermi:
1.   Assicurare la totale garanzia della copertura finanziaria delle risorse per i Comuni, garantendo l’invarianza del gettito che in ogni caso non può essere inferiore a quanto deliberato per il 2013. Ciò significa garantire una leva complessiva potenziale relativa al gettito Imu abitazione principale pari a 5,9 miliardi (a valere  2013), in caso di abolizione totale dell’IMU o di 2.590 in caso di eliminazione della sola prima rata.
2.   Assicurare alla data di entrata in vigore del decreto legge l’erogazione delle risorse finanziarie ai Comuni relative alla prima rata 2013 e assicurare la massima certezza e tempestività nella erogazione delle restanti risorse, a copertura della seconda rata, entro il termine di approvazione dei bilanci o congruo termine sulla base delle aliquote deliberate dai Comuni.
3.   Assicurare la copertura delle risorse mancanti dal gettito complessivo  IMU 2012.
4.   L’eventuale introduzione di una  service tax  deve in ogni caso tener conto di criteri di equità, di sostenibilità e di tempi di applicazione compatibili. Per questo appare necessario che l’eventuale adozione della service tax decolli dal 2014.
5.   Assicurare l’eliminazione di ogni ulteriore taglio alle entrate dei Comuni a partire dal 2014, condizione essenziale per garantire l’erogazione di servizi essenziali e politiche di investimento. .
6.   Procedere sulla strada del federalismo fiscale  assicurando ai Comuni autonomia fiscale e tributi propri che consentano risorse aggiuntive rispetto ai trasferimenti erariali.

L’ANCI ritiene inoltre che una corretta politica fiscale debba:
·        assicurare che il carico tributario sia distribuito secondo criteri di equità  su più categorie di contribuenti, secondo criteri di equità, e consentire ai Comuni autonomia nelle scelte  delle modalità e dei criteri applicativi.
·        assicurare una revisione dell’imposizione immobiliare che aiuti il mercato immobiliare ad uscire dalla situazione di crisi, con un sistema di agevolazioni per categorie deboli rimesso alla facoltà dei comuni, e che non colpisca settori e categorie produttive oggi in grande difficoltà.
·        assicurare l’avvio di un percorso di rilevazione e standardizzazione delle capacità fiscali con l’obiettivo di costruire un sistema perequativo efficiente.

Infine l’ANCI ritiene che debba essere considerata la possibilità che i termini di approvazione del bilancio e di rientro dalle anticipazioni di tesoreria possano andare al di là del 30 settembre.

imu e bilanci pubblici

Il Punto - 3 settembre 2013

Sull’Imu il Governo ha solo rinviato ogni decisione: non si sa ancora come verrà coperta la sospensione nel 2013 e cosa avverrà nel 2014. Concederà ai sindaci, che non sanno su quali risorse contare, tempo fino a fine novembre per presentare i bilanci di previsione 2013 (!). L’incertezza tra famiglie e imprese regna sovrana. L’unica cosa certa è che le nuove imposte avranno un nome inglese e graveranno anche sugli inquilini, generalmente più poveri dei proprietari. 



TRATTO DA LAVOCE.INFO

commento di alfredo ferrari sindaco
noi a Castiglione D'Adda non possiamo ancora approvare lo schema di bilancio preventivo anno 2013 e lavorare con i vincoli di un-dodicesimo di spesa per ogni mese. dal 1946 ad oggi non è mai successa una cosa simile e penso che siamo alla frutta. é il peggior periodo per i cittadini e le istituzioni hanno il fiato molto corto per colpa del debito pubblico e dei residui fiscali distribuiti molto male nella penisola. chi amministra male viene premiato e gli enti virtuosi come il ns. vengono penalizzati. a quando la fine di questo circuito perverso? quando faremo la fine delle Grecia?

    


PATTO DI STABILITA' - ANALISI DELLA LEGA NORD


il Patto di stabilita’ 2013
Le ultime disposizioni normative e gli aggiornamenti in materia di PSI

Le novità in materia di Patto di Stabilità Interno per gli enti locali: dagli enti assoggettati alle regole di determinazione dell’obbiettivo, dalle esclusioni di spesa alle sanzioni in caso di inadempimenti

A cura di:
Andrea Recaldin
Maria Piera Pastore




Introduzione
Le conseguenze derivanti dall’applicazione del Patto di Stabilità sulla gestione e la pianificazione delle risorse a livello dei Comuni sono ben note.
La rigida imposizione dei vincoli del Patto, infatti, rende in molti casi impossibile per l’ente il tempestivo pagamento dei propri debiti nei confronti delle aziende fornitrici, sottraendo così importanti e fresche risorse alle imprese.
Lo scopo del presente documento è dunque quello di sintetizzare le principali norme e gli aspetti cardinali oggi vigenti in materia di Patto di Stabilità, al fine di supportare gli amministratori nella fase di programmazione e decisione amministrativa.
In attesa della prossima Legge di Stabilità, infatti, l’ultima legge di stabilità 2013, la n. 228/2012, congiuntamente ad altre disposizioni normative, hanno rivisto in alcune parti la disciplina del Patto di stabilità interno (PSI). Tra queste, quella più importante, senza dubbio, l’assoggettamento al Patto anche per gli enti con popolazione compresa tra 1.000 e 5.000 abitanti, che, tuttavia, potranno godere di uno sconto complessivo di circa 180 milioni di euro per il 2013.
Sono state anche riviste le regole di determinazione dei saldi con la revisione della base di calcolo, l’obiettivo del Patto di stabilità dovrà essere calcolato sulla spesa media corrente 2007/2009 invece che sul triennio 2006/2008, e la riproposizione dei meccanismi di Patto regionalizzato. Confermate, invece, le sanzioni per gli enti inadempienti.

Enti assoggettati
Una delle più recenti ed importanti novità in materia di PSI è l’inclusione anche dei comuni con popolazione compresa fra 1.001 e 5.000 abitanti, mentre, a partire dal 2014 saranno assoggettati alle regole del PSI anche le unioni di comuni costituite fra comuni con popolazione inferiore a mille abitanti.
Come è facile immaginare, l’ampliamento dei piccoli comuni ai vincoli degli obiettivi di finanza pubblica ha evidenti molto pesanti sulla gestione delle amministrazioni locali, con particolare riferimento alla programmazione delle opere pubbliche e quella dei pagamenti.





Le regole per la determinazione dei saldi
Il Patto, come già nel 2012, si basa sul principio della “competenza mista”. Viene cioè considerata la competenza (impegni ed accertamenti) per le entrate e le spese correnti, e la cassa (riscossioni e pagamenti) per le entrate e le spese in conto capitale. Il saldo-obiettivo di ciascun ente si calcola come somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti, per la parte in conto capitale.
Tutti gli enti, sia Province che Comuni, sono suddivisi in due categorie: gli enti virtuosi e gli altri enti. I primi possono conseguire, sulla base di specifici criteri, un saldo finanziario pari a zero, e sono individuati annualmente con le modalità previste dall’art. 20, comma 2, del decreto legge n. 98/2011 ( rispetto del Patto; rapporto fra entrate correnti (titolo I + titolo II + titolo III) riscosse ed accertate, autonomia finanziaria, intesa come rapporto fra entrate proprie (titolo I + titolo III) ed entrate correnti ed equilibrio di parte corrente, espresso dal rapporto fra entrate correnti e spese correnti). Da quest’anno, tuttavia, per considerare le diverse realtà economiche del Paese, i parametri vengono corretti con due indicatori: il valore delle rendite catastali ed il numero di occupati. [1]
La determinazione dell’obiettivo di saldo finanziario si ottiene applicando alla media della spesa corrente registrata nel triennio 2007/2009 predeterminate percentuali, che per le province sarà compreso fra 18,8% e 19,8%, per i comuni con più di 5.000 abitanti fra 14,8% e 15,8% e per quelli fra 1.001 e 5.000 abitanti fra 12% e 13%.
Visto che non è possibile stabilire anticipatamente quali tra gli enti saranno considerati virtuosi e quali no, è preferibile che, al momento di determinare l’obiettivo, l’ente applichi, in via prudenziale, alla media della spesa corrente 2007/2009 il coefficiente massimo previsto. Al valore così ottenuto si dovrà infine sottrarre l’importo delle riduzioni previste dall’art. 14 del decreto legge n.78/2010 (ad eccezione dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, esclusi dai tagli): il valore così ottenuto rappresenta l’obbiettivo dell’ente.





I patti territorializzati
I commi 122-126 della ultima legge di stabilità hanno riproposto anche per il 2013 il c.d. Patto regionale verticale incentivato secondo il quale ciascuna Regione potrà acquisire un contributo statale in conto riduzione (anche parziale) del proprio debito in misura pari all’83,33 per cento degli spazi finanziari, validi ai fini del Patto, ceduti agli enti locali del proprio territorio in modo da liberare pagamenti di residui in conto capitale.

Esenzioni
La normativa in materia di PSI prevede, come già stabilito anche negli anni passati, delle esclusioni dal computo dell’obbiettivo. Sono ad esempio confermate le esenzioni per le risorse provenienti dallo Stato e sostenute dagli enti locali per l’attuazione delle ordinanze emanate dal Presidente del Consiglio dei ministri, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, e per quelle provenienti dall’Unione europea.
Inoltre, gli enti locali che dismettono partecipazioni in società esercenti servizi pubblici locali di rilevanza economica, diversi dal servizio idrico, e che effettuano investimenti infrastrutturali, escludono tali risorse dal calcolo del saldo. Fuori dal computo anche le risorse trasferite dall’Istat ed utilizzate dagli enti individuati dal Piano generale di censimento per spese dei censimenti stessi.

Il sistema sanzionatorio
In caso di mancato rispetto del PSI, l’ente locale subisce anzitutto una riduzione del Fondo di solidarietà comunale (quello che fu il fondo sperimentale di riequilibrio) per una misura pari alla differenza tra il risultato raggiunto e l’obiettivo programmatico prefissato, con la previsione che qualora le risorse del fondo siano insufficienti, l’ente è tenuto a versare la differenza al bilancio dello Stato.
In caso di sforamento del PSI, inoltre, l’ente non può impegnare spese correnti in misura superiore all’importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell’ultimo triennio né ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti, tanto che l’eventuale assunzione di mutui e prestiti deve essere corredata da una certificazione da cui risulti il conseguimento del Patto nell’anno precedente. Non rientrano nel divieto le operazioni che non configurano un nuovo debito, in quanto il ricavato è destinato all’estinzione anticipata di precedenti operazioni di indebitamento.
Ulteriori sanzioni previste sono quelle in base alle quali l’ente è impossibilitato a procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsiasi tipologia contrattuale e la riduzione dell’indennità di funzione e dei gettoni di presenza del 30 per cento rispetto all’ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.

Il Patto di Stabilità e il Decreto “sblocca debiti”
Con il decreto “sblocca debiti” (d.l. n. 35/2013) sono operativi i diversi strumenti per favorire il pagamento dei debiti pregressi da parte degli enti locali. La normativa ha un risvolto importante anche in termini di Patto di Stabilità.
Come noto, infatti, uno dei punti più importanti del provvedimento è l’introduzione di una deroga al PSI in relazione ad alcune tipologie di pagamento. In particolare, sono esclusi dai vincoli del Patto di stabilità interno per un importo complessivo di 5.000 milioni di euro i pagamenti sostenuti nel corso del 2013 dagli enti locali:
a) dei debiti in conto capitale certi liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012;
b) dei debiti in conto capitale per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il 31 dicembre 2012;
c) dei debiti in conto capitale riconosciuti alla data del 31 dicembre 2012
L’esclusione dei debiti dal computo del PSI vale solo per l’anno in corso operando come detrazione di una quota parte delle spese: non viene perciò modificato l’obiettivo di Patto ma ridotto l’ammontare dei pagamenti che gravano sul saldo.
Importante evidenziare, poi, come all’interno del provvedimento sia stato introdotto anche un articolo che rivede la disciplina del “Patto regionale verticale incentivato”, estendendo lo stesso anche al 2014, quando in precedenza era previsto si applicasse solo al 2013, aumentando la dotazione finanziaria fino a 1,2 miliardi. Gli spazi finanziari concessi possono essere utilizzati dagli enti locali, per pagamenti di parte capitale, oltre che in conto residui.
Rimangono ovviamente validi anche gli altri meccanismi, e le relative scadenze, di “regionalizzazione” del Patto, ovvero il Patto regionale verticale non incentivato ed il Patto regionale orizzontale, mentre viene sospeso, a fronte anche dello scarso utilizzo che fino ad oggi ne è stato fatto


[1] Il recente D.L. 102/2013, il decreto sull’abrogazione dell’IMU sulla prima abitazione, ha momentaneamente sospeso per il 2014 l’applicazione del sistema virtuoso.

SISTRI DAL 1 OTTOBRE IN VIGORE PER LA TRACCIABILITA' DEI RIFIUTI

http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0723.html&lang=it


Condominio: Obbligo di causa nei confronti dei Condòmini morosi e Comunicazione ai fornitori nominativi dei soggetti non in regola con i pagamenti

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Condominio: Conclusioni e nuovi maggiori rischi di distacco delle utenze

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