venerdì 13 aprile 2018

'Zero cani in canile', una misura contro il randagismo | Anci Lombardia

'Zero cani in canile', una misura contro il randagismo | Anci Lombardia: Una buona prassi avviata con il progetto “Zero cani in canile”, ideato da Francesca Toto esperta di marketing territoriale, applicato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sperimentato per la prima volta dalla Città di Viest

Dote Scuola 2018/2019 - Componenti "Buono Scuola " e "Contributo acquisti libri testo, tecnologie e didattica"

 Dote Scuola 2018/2019 - Componenti "Buono Scuola " e "Contributo acquisti libri testo, tecnologie e didattica"

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioBando/servizi-e-informazioni/cittadini/scuola-universita-e-ricerca/dote-scuola/dote-scuola-20182019/dote-scuola-20182019

Online le informazioni e le modalità di richiesta contributo a sostegno della spesa dei testi scolastici, dotazioni tecnologiche, strumenti per la didattica e rette di frequenza.
Ultimo aggiornamento 11/04/2018

Gestione dell'energia, entro il 30 aprile la nomina dell'energy manager

Gestione dell'energia, entro il 30 aprile la nomina dell'energy manager

Entro il 30 aprile i soggetti operanti nel settore industriale che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 10.000 tep devono scegliere il proprio energy manager. L'obbligo riguarda anche i soggetti nei settori civile, terziario e dei trasporti che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 1.000 tep
Mercoledì 11 Aprile 2018
Entro il 30 aprile i soggetti operanti nel settore industriale che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio devono scegliere il proprio energy manager.
L'obbligo riguarda anche i soggetti operanti nei settori civile, terziario e dei trasporti che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 1.000 tonnellate equivalenti di petrolio.
Al fine di evidenziare il ruolo della figura professionale dell'energy manager, le tendenze del settore e alcuni dati di rilievo, FIRE (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia) propone la presentazione dell’ing. Francesco Belcastro, illustrata in occasione di MCE 2018 durante il workshop “Energy manager 2.0: l’evoluzione del ruolo e il confronto con gli altri operatori”.
Scarica la presentazione

Edilizia libera, senza CILA o Scia: per quali opere?

 https://www.ediltecnico.it/62209/edilizia-libera-senza-cila-o-scia/?utm_term=146451+-+https%3A%2F%2Fwww.ediltecnico.it%2F62209%2Fedilizia-libera-senza-cila-o-scia%2F&utm_campaign=NEWSLETTER+Ediltecnico&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=7858+-+4460+%282018-04-13%29

Pubblicato in Gazzetta il decreto con l'elenco delle opere che si possono realizzare senza permessi. Siamo in attesa dell'elenco di opere edilizie con CILA, SCIA, permesso di costruire

edilizia libera È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.81 del 7 aprile 2018 il decreto 2 marzo 2018 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che riporta l’elenco non esaustivo delle principali opere di edilizia libera, realizzabili senza Cila o Scia. Il decreto è stato pubblicato dopo aver acquisito l’intesa della Conferenza unificata nella seduta del 22 febbraio 2018. Il glossario unico verrà completato con decreti che usciranno successivamente, che saranno realtivi alle opere edilizie realizzabili con CILA, SCIA, permesso di costruire e SCIA al posto del permesso di costruire. Il glossario dell’edilizia libera entra in vigore il 22 aprile.

Edilizia libera: per quali opere?

Il glossario pubblicato contiene individua in una tabella le principali opere eseguibili alcun titolo abilitativo, nel rispetto delle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali e di tutte le normative di settore relative all’attività edilizia: norme antisismiche, di sicurezza, antincendio, igienico-sanitarie, quelle relative all’efficienza energetica, alla tutela dal rischio idrogeologico, le disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio (di cui al d.lgs. n. 42/2004).
Scarica qui l’elenco delle opere di edilizia libera

Opere libere di edilizia libera: la tabella

La tabella riporta:
1. Regime giuridico dell’attività edilizia libera (ex art. 6, comma 1, lettere a/e-quinquies, del d.P.R. 380/2001 e ex art. 17 d.lgs. 128/2006).
2. Elenco delle categorie di intervento che il d.P.R. n. 380/2001 ascrive all’edilizia libera (art. 6 comma 1, specificato da quanto previsto dalla tabella A del d.lgs. 222/2016).
3. Elenco non esaustivo delle principali opere che possono essere realizzate per ciascun elemento edilizio (art. 1, comma 2 sempre d. lgs. 222/2016).
4. Elenco, neanche questo esaustivo, dei principali elementi oggetto di intervento, individuati per facilitare la lettura della tabella da cittadini, imprese e PA.
Sono 58 tipologie di opere a cui corrispondono 58 tipologie di elementi relative a 12 categorie di intervento, che rientrano nel regime giuridico dell’Edilizia libera e che sono:
1. manutenzione ordinaria (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. a; art.3, comma 1, lett. a e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 1);
2. pompe di calore di potenza termica utile nominale inferiore a 12 kW (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. a-bis) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 2);
3. depositi di gas di petrolio liquefatti di capacità complessiva non superiore a 13 mc (d.lgs. n. 128/2006, art. 17);
4. eliminazione delle barriere architettoniche (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. b) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 21);
5. attività di ricerca nel sottosuolo (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. c) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 23);
6. movimenti di terra (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. d) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 24);
7. serre mobili stagionali (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lettera e e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 25);
8. pavimentazione di aree pertinenziali (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. e-ter) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 27);
9. pannelli fotovoltaici a servizio degli edifici (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. e-quater) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 28);
10. aree ludiche ed elementi di arredo delle aree di pertinenza (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. e-quinquies) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 29);
11. manufatti leggeri in strutture ricettive (d.p.r. 380/2001, art. 3 comma 1, lett. e-bis) previa comunicazione avvio lavori e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 16);
12. opere contingenti temporanee (d.p.r. 380/2001, art. 6 comma 1, lett. e-quinquies) e d.lgs. 222/2016, Tab. A, Sezione II Edilizia attività 26).

mercoledì 11 aprile 2018

Opere bloccate, ANCE lancia portale per le segnalazioni

Opere bloccate, ANCE lancia portale per le segnalazioni 


Operazione di trasparenza e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori nazionali
Martedì 10 Aprile 2018
Al via, sui principali quotidiani nazionali e territoriali, la denuncia del sistema Ance sulla situazione di grave stallo in cui versa il settore dei lavori pubblici. Sul sito www.sbloccacantieri.it è possibile segnalare le opere bloccate, in ritardo o incompiute a causa delle procedure farraginose, della burocrazia asfissiante e delle disfunzioni legate al Codice degli appalti.
“Una grande operazione di trasparenza e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei decisori nazionali”, sottolinea l'Ance, alla quale si può partecipare inviando le segnalazioni a info@sbloccacantieri.it.

Smog, 39 le città italiane fuorilegge nel 2017

Smog, 39 le città italiane fuorilegge nel 2017 

 http://www.casaeclima.com/ar_33856__smog-trentanove-citta-italiane-fuorilegge-rapporto-legambiente.html



Sul podio delle città più inquinate Torino con 112 sforamenti, Cremona con 105 e Alessandria con 103
Lunedì 29 Gennaio 2018
Emergenza smog sempre più cronica in Italia: aria irrespirabile nelle grandi città con un 2017 da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono. A fotografare la situazione è Mal’aria 2018 – “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane che Legambiente presenta oggi alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria. Un incontro, rivolto agli otto paesi in procedura di infrazione, tra cui c’è anche l’Italia, e fortemente voluto dalla Commissiona Europea che in questi giorni ha lanciato anche un ultimatum al nostro paese, chiedendo al ministro dell’ambiente Galletti aggiornamenti sulle misure pianificate dall’Italia in materia di inquinamento atmosferico. In mancanza di misure concrete ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea con inevitabili e salatissime multe per l’Italia.
Intanto la qualità dell’aria della Penisola lascia a desiderare: dopo il confronto tra “l’aria che tira in alcune città italiane ed europee”, Legambiente fa ora il punto sull’inquinamento atmosferico nella Penisola. Dal report Mal’aria emerge che, nel 2017 in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del nord (Frosinone è la prima del Centro/Sud, al nono posto), a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano.
Su 39 capoluoghi, ben cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino (stazione Grassi) guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali; Cremona (Fatebenefratelli) con 105; Alessandria (D’Annunzio) con 103; Padova (Mandria) con 102 e Pavia (Minerva) con 101 giorni. Ci sono andate molto vicina anche Asti (Baussano) con 98 giorni e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia (Tagliamento) 94; Frosinone (Scalo) 93; Lodi (Vignati) e Vicenza (Italia) con 90.
Situazione critica specialmente nelle zone della pianura padana: in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro regioni del nord (Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero; in questi stessi Comuni l’85% delle centraline urbane ha rilevato concentrazioni oltre il consentito, a dimostrazione di un problema diffuso in tutta la città e non solo in determinate zone. Non va certamente meglio nelle altre regioni: in Campania le situazioni più critiche sono state registrate nelle stazioni delle città di Caserta (De Amicis), Avellino (Alighieri) e Napoli (Ferrovia) che hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/metrocubo rispettivamente per 53, 49 e 43 volte. In Umbria situazione critica a Terni con 48 giorni di aria irrespirabile. In Friuli-Venezia Giulia la classifica di Mal’aria vede ai primi posti Pordenone (Centro) con 39 superamenti e Trieste (Mezzo mobile) con 37. Nelle Marche, invece, è Pesaro con 38 giorni oltre i limiti a posizionarsi tra le città peggiori.
Come ribadiamo da anni non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente –. Una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare. Gli innumerevoli protocolli e accordi non devono riguardare solo le regioni padane, ma tutte le regioni e le città coinvolte da questa emergenza. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi e nel verde urbano. Serve potenziare anche il sistema dei controlli pubblici, con l’approvazione ancora mancante dei decreti attuativi della legge sulle agenzie regionali per la protezione dell’ambiente da parte del Ministero.
Gli accordi sottoscritti fino ad ora tra Ministero, Regioni, Comuni (l’ultimo in ordine di tempo a giugno scorso per l’area padana) per affrontare la cattiva qualità dell’aria sono serviti a poco o nulla; sia a causa del tipo di provvedimento previsto, oppure nella loro reale applicazione o ancora per l’assenza di controlli. La criticità generali riscontrate sono state sostanzialmente due: da un lato il disomogeneo recepimento dell’accordo da parte dei singoli Comuni, senza un’armonizzazione degli interventi; dall’altro l’aver frammentato le responsabilità, “esonerando” di fatto le quattro Regioni dallo svolgere in maniera stringente il proprio ruolo e dovere di coordinamento.
Legambiente ricorda, inoltre, che l’Italia è il Paese in cui si vendono ancora più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%), e dove circolano auto e soprattutto camion tra più vecchi d’Europa (quasi 20 anni di età media). Per l’associazione occorre, invece, sostenere ed accelerare il processo di potenziamento del trasporto pubblico locale, per renderlo sempre più efficace e affidabile e la sua trasformazione verso un parco circolante completamente elettrico, come varato dal piano del comune di Milano da qui al 2030 o come cominciato a fare dall’azienda del trasporto pubblico torinese su alcune linee. Ancora occorre limitare l’accesso nelle aree urbane in maniera stringente e costante ai veicoli più inquinanti, spingendosi, come fatto dal comune di Torino, al blocco dei mezzi euro 5 diesel e a Roma, dove si è arrivati recentemente a bloccare anche le Euro 6. Per incentivare questa trasformazione serve, però, potenziare le infrastrutture di ricarica dell’elettrico e, soprattutto, implementare nelle aree urbane infrastrutture per la mobilità ciclo-pedonale. Senza tralasciare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati che dovrebbero riscaldare senza inquinare; il rafforzamento dei controlli sulle emissioni di auto, caldaie ed edifici; intervenire specificatamente sulle aree industriali e portuali. Da ultimo, ma non meno importante, ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città aumentando il verde urbano.
Ozono ti tengo d’occhio - Legambiente riporta anche la classifica dei superamenti di Ozono dell’anno appena concluso. L’importanza di questo inquinante viene spesso sottovalutata, nonostante le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) riportino 13.600 morti premature riconducibili all’ozono in Europa nel 2015, di cui 2.900 solo in Italia. Sono 44 le città che hanno registrato il superamento del limite di 25 giorni nell’anno solare: le città peggiori, che hanno superato più del triplo il limite concesso, sono Catanzaro con 111 superamenti, Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77).
Andando a confrontare le città che hanno superato i limiti rispettivamente per le polveri sottili e per l’ozono troposferico nel 2017, sono 31 quelle che risultano fuori legge per entrambi gli inquinanti. Sommando i giorni di mal’aria respirata dai cittadini nel corso dell’anno solare, la speciale classifica che esce fuori vede la città di Cremona prima in questa drammatica lista con ben 178 giorni di inquinamento rilevato (105 per le polveri sottili e 73 per l’ozono); Pavia 167, Lodi, Mantova e Monza seguono a pari giornate con 164 giorni di inquinamento totale, Milano 161 e Alessandria con 160 si trova al settimo posto.
Delle 31 città con un inquinamento costante tutto l’anno, 28 superano i 100 giorni, e 16 superano addirittura i 150 giorni. Sono le città dell’area padana a riempire la classifica con l’aggiunta di Frosinone e Terni. La popolazione residente in questi capoluoghi ammonta a circa 7 milioni di abitanti che, in pratica, hanno respirato polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona), al massimo uno su quattro nel caso di Biella che chiude la classifica con 87 giornate. Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi: le morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico nel nostro Paese sono oltre 60mila l’anno, come riportato annualmente nei report dell’Agenzia Ambientale europea (EEA). Senza contare che in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro (stima al 2010). Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della qualità dell’aria.
Il confronto con le città europee – Mal’aria 2018 contiene inoltre un focus “Che aria tira in città: il confronto con i dati europei” dal quale emerge che le principali città italiane sono tra le più critiche a livello europeo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, secondo i dati elaborati da Legambiente a partire dall’ultimo report del 2016 dell’Organizzazione mondiale della Sanità. L’associazione ambientalista ha confrontato le medie annuali di PM10 di 20 grandi città di Italia, Spagna, Germania, Francia, e Regno Unito (dati 2013). I valori peggiori relativi alla concentrazione media annuale di polveri sottili (Pm10) si registrano proprio in Italia: a Torino (39 microgrammi/metrocubo di Pm10), Milano (37) e Napoli (35), che primeggiano sulle sorelle europee come Siviglia, Marsiglia e Nizza dove invece si registra una concentrazione media annuale di Pm10 di 29 μg/mc. Roma si piazza, insieme a Parigi, al settimo posto con una concentrazione media annua di 28 μg/mcs, seguono gli altri centri urbani europei con valori di gran lunga più bassi. Negli anni successivi al 2013, la situazione delle quattro città italiane non è migliorata: la media annuale di PM10 a Torino è stata di 35 microgrammi/mc nel 2014, 39 nel 2015 e 36 nel 2016; a Milano è stata nei tre anni 35-41-36; a Napoli è stata 29 nel 2014 e nel 2015 e 28 nel 2016. A Roma, dai 29 microgrammi per metro cubo del 2014 si è passati a 31 nel 2015 e di nuovo a 29 nel 2016.
Il dossier di Legambiente “Mal’aria 2018” è disponibile su: https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/malaria-2018

martedì 10 aprile 2018

Canone Rai: nuovo modello per l'esenzione over 75

https://www.studiocataldi.it/articoli/29915-canone-rai-nuovo-modello-per-l-esenzione-over-75.asp


Canone Rai: nuovo modello per l'esenzione over 75

 

Emanati modello e istruzioni da parte dell'Agenzia delle Entrate per l'esenzione dal canone tv per gli ultra 75enni con reddito basso. Come fare domanda e chiedere il rimborso se si è già pagato
anziani guardano televisione spostando telecomando
di Marina Crisafi - Niente canone Rai per i contribuenti ultra75enni con reddito fino a 8mila euro. L'Agenzia delle Entrate ha reso disponibile il modello per la richiesta di esenzione con le relative istruzioni operative da seguire per ottenere l'agevolazione. Non solo. Con il medesimo provvedimento del direttore dell'Agenzia è stato definito anche il modello di rimborso per coloro che, pur potendo godere dell'esenzione, avessero già provveduto a pagare il canone tv.
Ecco come fare:

Canone Rai: chi può richiedere l'esenzione

La richiesta di esenzione, ricordano le Entrate, può essere presentata "dai cittadini che hanno compiuto 75 anni e che, nell'anno precedente a quello per cui si chiede l'esenzione, hanno un reddito familiare (proprio e del coniuge/soggetto unito civilmente) complessivamente non superiore a 6.713,98 euro". Per il 2018 tale limite reddituale è stato elevato a 8mila euro, come previsto dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, del 16 febbraio 2018.

Come chiedere l'esenzione dal canone tv

Per usufruire dell'agevolazione, è necessario presentare la dichiarazione sostitutiva di esenzione, utilizzando il modulo presente sul sito dell'Agenzia delle Entrate e su Canone.rai.it (sotto allegato con le relative istruzioni).

Come chiedere il rimborso del canone Rai

Per chi, pur avendo diritto all'esenzione ha già provveduto al pagamento del canone tv, è possibile richiedere il rimborso utilizzando l'apposito modulo (sotto allegato). Con la medesima istanza, si può chiedere contestualmente anche l'esenzione dal canone.

Canone Rai, a chi presentare la richiesta di esenzione

L'istanza per l'esenzione dal canone Rai va presentata, insieme alla copia di un valido documento di riconoscimento, tramite raccomandata senza busta al seguente indirizzo: Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino.
Sia la richiesta di esenzione che quella di rimborso possono essere trasmesse anche tramite pec, all'indirizzo cp22.sat@postacertificata.rai.it purché i documenti siano firmati digitalmente.
Infine, entrambe, possono essere consegnate a mano dall'interessato presso qualsiasi ufficio territoriale dell'Agenzia delle Entrate.

Unc: soglia reddito esenzione sia permanente

La notizia dell'emanazione del nuovo modello di esenzione dal canone Rai per gli over75 è stata ben accolta dai consumatori, sia per il tempo di record con cui è stato approvato, sia perché è già previsto il modello per il rimborso. Così, Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, il quale tuttavia chiede che "il prossimo Governo renda permanente l'innalzamento della soglia reddituale, attualmente previsto per il solo 2018". Sarebbe assurdo, infatti, prosegue il presidente Unc, "se nel 2019 si tornasse alla vecchia esenzione di 6.713,98 euro. Infine, chiediamo il rispetto della legge di Stabilità 2016 e di estendere, quindi, anche al 2016 e al 2017 questa misura".
L'associazione dei consumatori ricorda che la legge di stabilità 2016 (l. n. 208/2015) prevedeva che le eventuali maggiori entrate per gli anni dal 2016 al 2018 fossero destinate all'ampliamento della soglia di esenzione per gli over 75. Invece, il decreto lo prevede solo per il 2018, nonostante, conclude Dona, "ci siano state maggiori entrate più che sufficienti per estendere l'esenzione anche agli anni 2016 e 2017".

Modello esenzione canone Rai over 75
Istruzioni esenzione canone Rai over 75
Modello rimborso canone Rai over 75
Istruzioni rimborso canone Rai over 75

domenica 8 aprile 2018

Rubrica “Energie dall’Europa”: gli audit energetici nelle imprese

http://www.qualenergia.it/articoli/20180403-rubrica-energie-da-europa-gli-audit-energetici-nelle-imprese

 lo proporremo in commissione ambiente e attivita' produttive per Castiglione D'Adda.
sviluppo delle imprese e possibilita' di reperire risorse dalla comunita' europea

Rubrica “Energie dall’Europa”: gli audit energetici nelle imprese



Nonostante il notevole potenziale di efficientamento energetico, le PMI ancora stentano a implementare misure per la riduzione dei loro consumi interni. Tra le barriere la difficoltà a portare avanti audit energetici completi e affidabili. Una call che scade il 4 settembre.

Il potenziale per l’efficienza energetica nelle piccole e medie imprese (PMI) è ancora molto esteso, come testimoniato anche dall’art. 8 della Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica, dove la Commissione richiede agli Stati Membri di sviluppare specifici programmi per spingere le PMI a effettuare audit energetici nei loro stabilimenti e, successivamente, a implementare le misure di efficienza più adatte.
Un potenziale inespresso
Nonostante tale potenziale sia manifesto e di entità rilevante, però, la sua completa attuazione è ancora frenata da alcune barriere come la mancanza di know-how, tempo e capitale, oppure l’assenza di schemi per incentivare la realizzazione degli audit. Le stesse barriere, inoltre, spesso impediscono alle PMI un facile accesso al mercato dei servizi energetici.
L’efficacia delle raccomandazioni che scaturiscono da un audit energetico, poi, è influenzata in modo sostanziale dal comportamento dei singoli utenti finali e, più in generale, dal miglioramento della cultura energetica nelle imprese. Al fine di monitorare in maniera corretta queste influenze, inoltre, è cruciale avere a disposizione dati affidabili e precisi sui consumi energetici.
Finanziamento per gli audit energetici
Con lo scopo di colmare questa lacuna e superare così le barriere ora esposte, il programma di finanziamento ‘Horizon 2020’ ha approntato un tema specifico ...
QUALENERGIA.IT 


--  ecco il bando e i dettagli operativi --

Horizon 2020: bando Building a low-carbon, climate resilient future: secure, clean and efficient energy

link
http://first.aster.it/_aster_/viewNews?ID=39890

clicca sul link e scarica i dettagli operativi da sviluppare con uff.tecnico e/o con qualche impresa (esco,ect....) che faccia da progetto finanziamento per il comune.
News n.: 39890
Fonte: PARTICIPANT PORTAL del 27/10/2017
Tipo informazione: BANDO
Il 27 ottobre 2017 è stato pubblicato ufficialmente il bando di Horizon 2020 Building a low-carbon, climate resilient future: secure, clean and efficient energy.

Al momento sono stati pubblicati i seguenti topic:
 Il 25 gennaio 2018 si sono aperti i seguenti topic:
Data chiusura: 4 settembre 2018
Con un budget di oltre 212 milioni di Euro per il 2018 e 2019, i topic Secure, Clean and Efficient Energy offrono alle proposte progettuali innovative molte opportunità per ricevere finanziamenti.

Aree di finanziamento 2018
Tra le aree che nel 2018 la Commissione europea intende finanziare figurano: ristrutturazione degli edifici; servizi integrati di ristrutturazione della casa; nuova generazione di valutazione e certificazione delle prestazioni energetiche; recupero di calore/freddo dai rifiuti industriali; capacity building per audit energetici; assistenza per lo sviluppo del progetto; nuova etichettatura energetica, modellizzazione dell'efficienza energetica e della domanda di energia; sostegno alle autorità pubbliche per attuare l'Unione dell'energia; mitigare la povertà energetica delle famiglie; ruolo dei consumatori nel cambiare il mercato; e abilitare la prossima generazione di servizi intelligenti che integrano l'efficienza energetica.