sabato 20 gennaio 2018

Pensione casalinghe 2018: cos’è e come funziona

Pensione casalinghe 2018: cos’è e come funziona


Vediamo come funziona la pensione casalinghe 2018 di vecchiaia e di inabilità, quali i requisiti, gli importi e come fare domanda
La pensione casalinghe è una misura volta a salvaguardare quelle persone, sia donne che uomini, che si dedicano alla cura della casa e della famiglia a tempo pieno, senza essere pagate o retribuite in alcun modo. Proprio per queste persone, infatti, è stato istituito presso l’Inps un Fondo di previdenza che ha dato vita alla cosiddetta pensione per le casalinghe (rivolta ad entrambi i sessi). Si tratta di una pensione di vecchiaia o di inabilità, erogata nel caso in cui il soggetto richiedente sia nell’impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, a prescindere dall’età. Il Fondo casalinghe Inps è operativo sin dal 1997 e la pensione casalinghe sarà attiva anche nel 2018. Vediamo quindi cos’è e come funziona la pensione casalinghe 2018, qual è l’importo minimo mensile che bisogna versare all’Istituto per essere iscritti al Fondo e accedere così all’assicurazione, cosa e quanto spetta e quali i requisiti per iscriversi al Fondo casalinghe.

Cos’è la pensione casalinghe?

La pensione casalinghe è una particolare misura economica a beneficio delle persone che svolgono a titolo gratuito attività di assistenza e cura della famiglia e della casa.  Come anticipato, anche se parliamo per semplicità di casalinghe, la misura è diretta ad entrambi i sessi, dunque sia alle casalinghe che ai casalinghi. Come scritto sopra, dal 1997 è stato istituito uno specifico fondo casalinghe a loro dedicato. Ebbene, i soggetti iscritti regolarmente al fondo casalinghe, a determinate condizioni, possono ricevere una pensione di inabilità o di vecchiaia. Vediamo, dunque, chi può iscriversi al Fondo casalinghe, i requisiti necessari e come fare domanda d’iscrizione per la pensione casalinghe.

Pensione casalinghe 2018: a chi spetta?

Al Fondo di previdenza Inps, possono iscriversi le persone in possesso dei seguenti requisiti:
Donne e uomini di età compresa tra i 16 ed i 65 anni che:
  • svolgono attività di assistenza a e cura della casa e della famiglia senza essere retribuiti e senza vincoli di subordinazione;
  • non sono titolari di pensione diretta;
  • non svolgono un’attività lavorativa dipendente o autonoma che preveda l’obbligo di iscrizione ad una cassa previdenziale o specifico ente;
  • svolgono un lavoro part time (a patto che gli orari fra lavoro part-time e lavoro casalingo siano conciliabili). 

Pensione casalinghe 2018: come fare domanda

È possibile effettuare l’iscrizione al Fondo per la pensione casalinghe 2018, in qualsiasi periodo dell’anno, presentando domanda per via telematica all’Inps. La domanda può essere effettuata utilizzando uno di questi canali: utilizzando uno dei seguenti canali:
  • accedendo ai servizi telematici Inps, se si possiede il Pin (per sapere come ottenre il Pin Inps, leggi: Come ottenere Pin dell’Inps?);
  • contattando il numero verde dell’ente (803.164);
  •  recandosi presso un Patronato o altri intermediari autorizzati, che provvederanno gratuitamente a trasmettere, per conto del cittadino, la domanda d’iscrizione al Fondo Casalinghe online.
Una volta presentata la domanda, se tutto è regolare, l’Inps procede ad accogliere la richiesta automaticamente e a dotare l’iscritto dei primi bollettini di conto corrente postale che gli serviranno per pagare il contributo mensile dovuto. Come anticipato, è possibile presentare domanda a partire dai 16 anni fino ai 65 anni. Una volta avvenuta l’iscrizione, questa conserva la sua validità anche se non vengono effettuati tutti i versamenti. In caso di mancato pagamento di qualche bollettino, infatti, l’istituto accrediterà i singoli mesi in base a quelli pagati. Inoltre, sono obbligati ad iscriversi, tutti i componenti del nucleo familiare, di età compresa fra i 18 e i 65 anni compiuti, che svolgono gratuitamente, in via esclusiva e non occasionale, attività in ambito domestico, per la cura della casa e della propria famiglia.

Pensione casalinghe: quanto si paga di contributi?

L’importo da versare per le persone iscritte al Fondo è libero, ma solo versando un contributo mensile minimo, pari a 25,82 euro, l’Inps può accreditare 1 mese di contribuzione. In 1 anno, l’Istituto accredita, pertanto, i mesi che risultano dividendo l’importo totale versato per 25,82 euro, per cui se ad esempio nel corso del 2018 si sono versate 110 euro in totale, vengono riconosciuti 4 mesi di contributi.
Il pagamento dovrà essere effettuato tramite appositi bollettini di conto corrente postale inviati direttamente a casa dall’Inps in seguito all’iscrizione. Il pagamento dei contributi può avvenire in qualsiasi momento dell’anno, quindi non per forza al mese.  Si consideri, inoltre, che i contributi versati all’Inps, possono essere completamente deducibili dal reddito in sede di dichiarazione dei redditi, anche per i familiari fiscalmente a carico.

Pensione casalinghe: a quanto ammonta?

La pensione casalinghe 2018 non è integrabile al trattamento minimo pensionistico e l’importo è da determinare secondo il calcolo contributivo. In particolare, sono a carico dell’Inps:
  • la pensione di inabilità, che viene concessa con almeno 5 anni di contributi, a condizione che sia intervenuta l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa;
  • la pensione di vecchiaia, che spetta a partire dal 57° anno di età, a condizione che siano stati versati almeno 5 anni di contributi e viene liquidata solo se l’importo maturato risulta almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20%.
L’importo dell’assegno sociale per il 2018 è pari a 453 euro mensili.

note

Autore immagine: Pixabay.com

tratto da laleggepertutti.it 
 

elezioni regione lombardia 2018

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/istituzione/elezioni-regionali-2018


Elezioni 4 marzo
 http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/elezioni-regionali-2018/elezioni-4-marzo

Legge Elettorale

 http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/elezioni-regionali-2018/legge-elettorale-elezioni

La strategia sulla plastica UE: molte buone intenzioni, poche azioni

http://www.rinnovabili.it/riciclo/strategia-plastica-europea/

strategia sulla plastica



  • Il documento definisce nuovi indicazioni sulla progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclo dei prodotti in plastica all’interno dell’Unione Europea. Ma senza fretta
strategia sulla plastica

La Commissione europea adotta la prima strategia sulla plastica

(Rinnovabili.it) – Una nuova strategia sulla plastica a livello comunitario che cancelli la parola “rifiuto” dal dizionario di settore. Questo l’obiettivo del nuovo quadro d’azione adottato oggi dalla Commissione Europea. Bruxelles  ha deciso di stringere i lacci dell’economia circolare introno al settore ma la posizione che assume non è di scontro aperto con il comparto. Al contrario, il piano procede con calma e con tutte le precauzioni del caso. E sono decisamente troppe.
“La plastica è eccezionale” twitta la direzione generale per l’ambiente dell’esecutivo “ma il modo in cui progettiamo, fabbrichiamo e smaltiamo i prodotti in plastica non lo è”. Ecco perché la nuova strategia europea interverrà proprio su questi tre elementi – design, produzione e gestione del fine vita – con l’obiettivo di proteggere l’ambiente ma al tempo stesso creare opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro. Le direttive da seguire sono semplici: facilitare il riciclo, ridurre ove possibile l’usa e getta e sostituire progressivamente i polimeri fossili con un’alternativa bio.


Con la strategia sulla plastica stiamo gettando le basi per una nuova economia circolare – commenta Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l’occupazione –  e orientando gli investimenti in questo senso. In tal modo contribuiremo a ridurre i rifiuti sulla terra, nell’aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l’innovazione, la competitività e un’occupazione di alta qualità”.
In linea con il pacchetto di misure sull’economia circolare, che la Commissione Junker ha presentato a dicembre 2015, la nuova strategia sulla plastica predispone una serie di indirizzi per influenzare sia l’industria e la su catena del valore che i singoli cittadini.

Misure a livello industriale

Entro il 2030 tutte le confezioni in plastica dovranno essere progettate per essere riciclabili o riutilizzabili. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione lavorerà a una revisione dei requisiti legislativi per l’immissione degli imballaggi sul mercato. Il processo si concentrerà sulla definizione del concetto di “eco-design per la riciclabilità” al fine di ridurre la quantità di rifiuti generati e di evitare che questi materiali finiscano in mare, siano inceneriti o messi in discarica. Inoltre la Commissione collaborerà con il Comitato europeo di normalizzazione e con l’industria per sviluppare standard di qualità per i rifiuti polimerici e la materia prima seconda, incentivando l’innovazione e le scelte di progettazione intelligente. Nel dettaglio il budget dedicato all’innovazione di settore sarà aumentato di altri 100 milioni di euro: i finanziamenti saranno destinati anche a processi di riciclaggio più efficienti e ai sistemi di tracciamento e rimozione delle sostanze pericolose e dei contaminanti.

Misure per i consumatori

La Commissione faciliterà l’identificazione, la separazione, il riutilizzo e il riciclo delle materie plastiche da parte dei cittadini, sostenendo campagne di sensibilizzazione nazionali, promuovendo misure ad hoc come il vuoto a rendere e ratificando norme armonizzate per la definizione e l’etichettatura delle materie plastiche compostabili e biodegradabili. Incoraggerà inoltre azioni volte ad ampliare la raccolta differenziata dei rifiuti di plastica, promuoverà alternative green ai prodotti monouso (ad esempio nel catering e nel take-away) e agli attrezzi da pesca e già entro la fine del mese proporrà misure per aumentare l’accesso all’acqua potabile, riducendo l’impatto delle tradizionali bottigliette. Infine, l’Esecutivo adotterà inoltre nuove misure per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti (leggi anche L. Bilancio: stop cotton-fioc “non bio” e microplastiche nei cosmetici).

Clicca qui per leggere il testo della Strategia sulla plastica dell’UE

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Nessun testo alternativo automatico disponibile.

mercoledì 17 gennaio 2018

interrogazione no slot a castiglione d'adda

Lista Civica - IL PROGRESSO DI CASTIGLIONE




Al Consiglio Comunale
Alla Giunta Comunale


Interrogazione consigliare – no slot




Partendo da tutte le situazioni pregresse e da tutte le attività svolte di adesione al progetto regionale Bando dedicato agli Enti Locali per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di contrasto al gioco d'azzardo. L.R. 8/2013 e dalle sollecitazioni ricevute anche dalla parrocchia su questa tematica nei mesi scorsi, vista la programmazione e le politiche attive e passive della cosiddetta “no slot”, alla luce dei dati statistici importanti pubblicati nei giorni scorsi riferiti anche al nostro comune, alle risultanze e sviluppi al progetto “+ responsabilita’ -azzardo”,che ci ha visti assegnatari e partecipi al progetto provinciale;

Chiediamo con quali sinergie si intende programmare la prevenzione e le ricadute sociali sul nostro territorio, alle luce di tutte le novità legislative e statistiche allarmanti in materia.
Per Castiglione d’Adda, su 4600 abitanti la malattia del gioco è diffusa pro capite nel 2016 per euro 755 con 33 slot presenti e altri giochi on line di varia tipologia sui vari web per un totale di circa 3,52 milioni di euro complessivi, cifra assolutamente pesante che merita una attenzione amministrativo-politica con opportune riflessioni ed incisioni.

Vedi articoli su varie testate giornalistiche locali e banche dati ufficiale del ministero delle finanze



Attendiamo vostre elaborazioni: nel frattempo porgiamo i più distinti saluti.

Lista civica “Il progresso di Castiglione”
gennaio 2018
in fede:
consiglieri comunali
Anelli Antonio
Bassanini Francesco
Alfredo Ferrari

in data odierna abbiamo protocollato interrogazione per monitorare attuazione di azioni concrete sociali su questa delicata questione. SE NE DISCUTERA' NEL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE
Risultati immagini per dati statistici no slot
 http://www.dipendenzelodi.it/noslot


E' il sito ufficiale di Regione Lombardia, in cui è possibile vedere le azioni che sono state messe in campo per contrastare il Gioco d'Azzardo Patologico.
Clicca sul banner sopra per collegarti a No Slot Regione Lombardia

 http://www.vita.it/it/article/2017/08/17/sul-gioco-dazzardo-i-dati-sono-tutto-e-devono-essere-pubblici/144267/
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 http://lab.gruppoespresso.it/finegil/2017/italia-delle-slot/
vedi quanto si gioca comune per comune con statistiche aggiornate al 2016

GEDI QUOTIDIANI LOCALI 
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flat tax - rifoma fiscale

http://tassaunica.it/
sito web 



Flat tax Lega Nord Noi con Salvini

https://youtu.be/2hPAJ8Pvaec

link web 

vedi il filmato su youtube

<iframe width="615" height="346" src="https://www.youtube.com/embed/2hPAJ8Pvaec" frameborder="0" allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen></iframe>

qui trovate tutti i dettagli per capire le riforme su irpef 
 spero sia tutto chiaro in quanto molto importante informare al meglio i cittadini



a Lombardia è la regione che versa più imposte allo Stato

http://www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it/wps/portal/LS/Home/Approfondimenti/Dettaglio-Approfondimento/2017/10-ottobre/La-Lombardia-la-regione-che-versa-piu-imposte-allo-Stato

link web

 La pressione fiscale su ogni residente, compresi neonati e ultranovantenni, è di 11.898 euro all’anno di cui più dell’85 per cento sono assorbiti dallo Stato centrale.
tratto da eupolis regione lombardia


La Lombardia è la regione italiana più vessata dal fisco. Il dato emerge dall’analisi pubblicata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha messo a confronto il gettito di imposte (tasse e tributi) versate allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali dai lavoratori dipendenti, dagli autonomi, dai pensionati e dalle imprese residenti nel nostro Paese.

IL CONFRONTO CON L’ITALIA
È stato calcolato che, nel 2015, ogni residente in Lombardia, compresi neonati e ultracentenari, ha mediamente corrisposto al fisco 11.898 euro. Subito dopo si collocano gli abitanti del Trentino Alto Adige, con un gettito medio di 11.029 euro e gli emiliano-romagnoli, con 10.810 euro. Subito dopo si posizionano invece i laziali (10.452 euro) e i liguri (10.121 euro).
Se nel Nord Italia in media vengono versati 10.656 euro pro capite, la somma è dimezzata nelle regioni del Sud e Isole (5.838 euro pro capite): Puglia (5.822 euro pro capite), Campania (5.703 euro), Sicilia (5.610 euro) e Calabria (5.436 euro).

LA SUDDIVISIONE TRA STATO, REGIONI, ENTI LOCALI
Più dell’85 per cento delle imposte pagate dai lombardi sono assorbite dallo Stato centrale: sugli 11.898 euro pro capite corrisposti 10.196 vanno a Roma (85,6%), 1.129 alla Regione (il 9,48%) e 574 alle Amministrazioni locali (4,82%).
In Italia mediamente vengono versati al fisco 8.800 euro pro capite di cui l’84 per cento è diretto allo Stato centrale (7.390 euro pro capite), il 9,3 per cento dalle Regioni (825 euro) e, infine, il rimanente 6,7 per cento dagli Enti locali (585 euro).

ARGOMENTI CORRELATI
11/10/2017

Dal federalismo differenziato benefici per tutto il Paese

La maggiore autonomia delle regioni più virtuose, guidate dalla Lombardia, e la messa sotto tutela dello Stato centrale di quelle meno efficienti porterebbe a una crescita annua del Pil in Italia di oltre 10 miliardi di euro.






tasse lombardia

martedì 16 gennaio 2018

sicurezza e viabilita' a castiglione d'adda



art. tratto da il cittadino lodi L'immagine può contenere: sMS

Invalidità civile: quando e come ottenerla

Invalidità civile: quando e come ottenerla
 https://www.laleggepertutti.it/191195_invalidita-civile-quando-e-come-ottenerla

link web - fare copia e incolla sul vostro pc

tratto da laleggepertutti.it

Come richiedere l’Isee 2018

Come richiedere l’Isee 2018 

 

Come richiedere l’Isee 2018

 

Isee e dichiarazione sostitutiva unica 2018: come funziona e come fare domanda.
Il 15 gennaio 2018 termina la validità delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (Dsu) presentate nell’anno 2017. Pertanto, per poter richiedere nuove prestazioni sociali agevolate o in alcuni casi per continuare a beneficiare delle stesse, occorre presentare una nuova Dsu al fine di ottenere il rilascio del nuovo Isee per l’anno 2018. Una vola aggiornata la Dsu è possibile richiedere il nuovo Isee.
Vediamo come funziona.

Cos’è l’Isee 2018

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISee) è un indicatore che serve a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie. L’Inps mette a disposizione degli utenti delle istruzioni su come compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) per la richiesta dell’Isee.
La Dichiarazione sostitutiva unica è un documento che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare, e può essere presentata a uno dei seguenti soggetti:
  • ente che eroga la prestazione sociale agevolata,
  • Comune,
  • un Centro di Assistenza Fiscale
  • online all’Inps.
La Dsu e l’Isee servono a tutti gli utenti che fanno richiesta di prestazioni sociali agevolate, o di tutte le prestazioni o servizi sociali o assistenziali la cui erogazione dipende dalla situazione economica del nucleo familiare del richiedente.

Come funziona l’Isee 2018

L’Isee è ricavato dal rapporto tra l’Indicatore della Situazione Economica (Ise è il valore assoluto dato dalla somma dei redditi e del 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare) e il parametro desunto dalla scala di equivalenza con le maggiorazioni previste.
  • 1 Componente: parametro 1,00
  • 2 componenti: parametro 1,57
  • 3 componenti: parametro 2,04
  • 4 componenti: parametro 2,46
  • 5 componenti: parametro 2,85
Sono previste maggiorazioni di:
  • 0,35 per ogni ulteriore componente;
  • 0,5 per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente;
  • 0,2 in caso di presenza nel nucleo di tre figli, 0,35 in caso di quattro figli, 0,5 in caso di almeno cinque figli;
  • 0,2 per nuclei familiari con figli minori, elevata a 0,3 in presenza di almeno un figlio di età inferiore a tre anni compiuti, in cui entrambi i genitori o l’unico presente abbiano svolto attività di lavoro o di impresa per almeno sei mesi nell’anno di riferimento dei redditi dichiarati. La maggiorazione si applica anche in caso di nuclei familiari composti esclusivamente da un solo genitore non lavoratore e da figli minorenni. Ai soli fini della maggiorazione, fa parte del nucleo familiare anche il genitore non convivente, non coniugato con l’altro genitore che abbia riconosciuto i figli, a meno che non ricorrano casi specifici.
Per la determinazione del parametro della scala di equivalenza, il componente del nucleo che sia beneficiario di prestazioni sociosanitarie residenziali a ciclo continuativo o si trovi in convivenza anagrafica e non sia considerato nucleo familiare a sé stante, incrementa la scala di equivalenza calcolata in sua assenza di un valore pari a 1.

Dichiarazione sostituiva unica 2018

I dati contenuti nella Dsu sono in parte autodichiarati (i dati anagrafici e i beni patrimoniali posseduti al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione) e in parte acquisiti dall’Agenzia delle Entrate (reddito complessivo ai fini Irpef) e da Inps (trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, erogati dall’Inps per ragioni diverse dalla condizione di disabilità e non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef).
Il soggetto che compila la Dsu si assume la responsabilità, anche penale, di quanto autodichiarato.
Il nucleo familiare è quello alla data di presentazione della dichiarazione. I redditi da dichiarare sono riferiti al secondo anno solare precedente la presentazione della Dsu, mentre il patrimonio mobiliare e immobiliare è quello posseduto alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di presentazione della Dsu.

Calcolo Isee 2018

L’Inps calcola l’Isee sulla base delle informazioni autodichiarate, acquisite dall’Agenzia delle Entrate e reperite nei propri archivi. L’attestazione è disponibile per il dichiarante entro dieci giorni lavorativi dalla ricezione della Dsu, mediante:
  • l’accesso al servizio online dedicato;
  • la posta elettronica certificata;
  • le sedi territoriali competenti;
  • lo stesso ente al quale è stata presentata la dichiarazione, in presenza di specifico mandato conferito dal dichiarante.
L’attestazione può essere richiesta da qualunque componente del nucleo familiare all’Inps, mediante accesso al servizio online dedicato o tramite le sedi territoriali competenti.
 tratto da laleggepertutti.it


L’AUTORE:

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A (FALSA) CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE? CONTRATTI DI 1 SOLO GIORNO!

http://www.stopeuro.news/la-falsa-crescita-delloccupazione-contratti-di-1-solo-giorno/
link web da copiare e incollare

LA (FALSA) CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE? CONTRATTI DI 1 SOLO GIORNO!


Sono leggi studiate ad arte: da un lato consentono agli Amici imprenditori di continuare a fare i loro comodi ammantandosi con una parvenza di legalita’ e da un altra ai Governi di sbandierare statistiche drogate sull’ incremento dell’ occupazione. E i Lavoratori? Ma chissenefrega !
Benvenuti nel “maggico” mondo del neoliberismo economico. “Maggico” perchè il neoliberismo è basato su una superstizione priva di qualsiasi fondamento scientifico. Keynes ve lo ha spiegato e dimostrato ma è chiaro che non lo capiscono per mero demerito loro: nun c’arriveno.
Sempre più occupati a termine, tanto che nel secondo trimestre si è toccato il massimo storico di 2,7 milioni. E oltre 500mila lavoratori “somministrati“, che lavorano nel 95% dei casi con contratti brevi. O brevissimi. Il dato medio è di 12 giorni, ma il 58% viene chiamato in servizio per meno di sei giorni e il 33,4% (era il 30,5% nel 2012) addirittura per una sola giornata. E’ il quadro di un mercato del lavoro sempre più precario, a dispetto del Jobs Act, quello che emerge dal primo rapporto annualesull’occupazione in Italia: a prepararlo sono stati, insieme, il ministero guidato da Giuliano Poletti, l’Istat, l’Inps, l’Inail e l’Anpal. Con l’obiettivo di “rispondere alla crescente domanda di una lettura integrata” dei dati sull’occupazione, visto che le diffusioni mensili e trimestrali da parte di fonti diverse tendono ad aumentare la confusione invece che far chiarezza.
Lo sfruttamento del lavoro è cosa risaputa fin dall’antichità, negli anni passati abbiato cercato di migliorare ed avevamo raggiunto un buon punto d’incontro con le parti in causa quali Confindustria e governo, ma il martello continuava a battere sull’incudine fino a quando una volta crollato il muro di Berlino il capitalismo ha avuto mano libera senza alcuna più opposizione, il dado è stato tratto. Infatti ora tutto quello che si era conquistato a suon di sacrifici ci è stato tolto e anche con gli interessi direi, l’Italia è diventato il peggior paese Europeo in materia lavorativa, il governo ha protetto solo un terzo della popolazione e i poteri forti, il sindacato è rimasto a dormire con una Camusso debole senza polso. Il sistema migliore per combattere questo capolarato è fare una vera legge in cui le ore lavorative devono diminuire, le donne a part-time, combattere il lavoro nero che Salvini è la causa di tutto, non vuole immigrati ma li chiama a spiccioli per i suoi amici impresari, poi diciamolo subito, una legge sul conflitto d’interesse, questo è la sinistra, inoltre il recupero del potere d’acquisto perso con la moneta Euro.
via ItalianoSveglia

tratto da stop euro


IRPEF: scaglioni e aliquote 2018

http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/articolo/52519/irpef-scaglioni-e-aliquote.html?utm_source=Facebook&utm_medium=bot&utm_campaign=Facebook%3APMI

link web
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Guida aliquote IRPEF 2018 per la tassazione sui redditi 2017, cinque scaglioni dal 23% al 43% da applicare nei modelli di dichiarazione compreso il 730 precompilato, proposte di riforma dopo le elezioni.




IRPEF: scaglioni e aliquote 2018

Scaglioni Aliquota Imposta
fino a 15.000 euro 23% 23% del reddito
da 15.001 fino a 28.000 euro 27% 3.450,00 + 27%
sul reddito che supera i 15.000 euro
da 28.001 fino a 55.000 euro 38% 6.960,00 + 38%
sul reddito che supera i 28.000 euro
da 55.001 fino a 75.000 euro 41% 17.220,00 + 41%
sul reddito che supera i 55.000 euro
oltre 75.000 euro 43% 25.420,00 + 43%
sul reddito che supera i 75.000 euro


Chi è disoccupato paga il ticket?

Chi è disoccupato paga il ticket?

 https://business.laleggepertutti.it/28354_chi-e-disoccupato-paga-il-ticket
link web


L’esenzione ticket per il reddito è un diritto per tutti i cittadini che presentano un reddito inferiore alla soglia limite 
Il ticket sanitario è una tassa che il cittadino paga in cambio di determinate prestazioni sanitarie fornite dal Servizio sanitario nazionale. Questa tassa, al ricorrere di particolari circostanze può essere sospesa, dando così diritto all’esenzione dal pagamento del ticket.
Le ragioni che danno diritto all’esenzione del ticket sanitario sono di diversa natura: esse vanno dalle malattie rare, ai casi di invalidità a situazioni connesse al reddito. In particolare, è in relazione a queste ultime circostanze che bisogna verificare se chi è disoccupato paga il ticket sanitario. Infatti, l’agevolazione [1] dà diritto ai cittadini economicamente disagiati a non pagare i costi del ticket sanitario obbligatorio che ogni assistito deve pagare sulle prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale. Dunque, anche chi versa in condizioni di difficoltà economica può richiedere l’esenzione dal ticket sanitario.

Esenzione ticket per reddito: quali categorie?

L‘esenzione ticket per reddito è un diritto per tutti i cittadini e i loro familiari che presentano un reddito inferiore alla soglia limite prevista dalla legge. Le categorie esentate dal pagamento del ticket sanitario per ragioni di reddito sono le seguenti:
  • cittadini di età inferiore a 6 anni e superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (Codice E01);
  • disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E02);
  • titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico (Codice E03);
  • titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico (Codice E04).
I certificati di esenzione E01 E02 E03 E04 hanno validità fino al 31 marzo di ogni anno. Invece per i beneficiari over 65 anni con esenzione E01, E03 e E04, l’esenzione è sempre valida a meno che non intervengano modifiche al reddito.

Esenzione ticket per reddito: come fare?

Una volta verificato quali categorie di soggetti hanno diritto all’esenzione per ragioni di reddito, vediamo in concreto come fare per ottenere questo tipo di esenzione. L’esenzione ticket per reddito si richiede alla Regione tramite servizio sanitario Asl [2] e le procedure di verifica e autorizzazione allesenzione del ticket per reddito vengono effettuate direttamente dal medico curante e dal pediatra con la prescrizione della ricetta medica.
Il medico di famiglia o il pediatra, durante la compilazione della prescrizione sanitaria, verifica su richiesta del paziente se il suo nominativo è presente nell’elenco dei cittadini autorizzati all’esenzione codice E01, E03 e E04.

Esenzione ticket per reddito: disoccupati?

Per quanto riguarda l’esenzione relativa allo stato di disoccupazione (codice E02), questa deve essere autocertificata annualmente dal paziente presso la Asl di appartenenza che rilascia un apposito certificato. Ai fini della documentazione necessaria per l’esenzione, il disoccupato deve fornire sia l’indicazione del centro per l’impiego presso il quale risulta registrato, sia la sottoscrizione dell’impegno a comunicare tempestivamente la data di cessazione dello stato di disoccupazione, che determinerà la perdita dell’esenzione prevista.

note

[1] previste dall’articolo 8 comma 16 della Legge 537/1993.
[2] con le modalità previste dal D.M. 11.12.2009.

Lombardia, Gori: "Via la legge anti-moschee". Fontana: "Ha gettato la maschera"

http://www.ilpopulista.it/news/15-Gennaio-2018/22397/lombardia-gori-via-la-legge-anti-moschee-fontana-ha-gettato-la-maschera.html
link web

 
La priorità del candidato Pd

Lombardia, Gori: "Via la legge anti-moschee". Fontana: "Ha gettato la maschera"

Il leghista: "Con i 15 miliardi sprecati per gli immigrati finanzieremo le politiche del lavoro, aiuteremo gli anziani, realizzeremo gli asili nido gratis"

Redazione




 Lombardia, Gori: "Via la legge anti-moschee". Fontana: "Ha gettato la maschera"

Il candidato del Pd alla guida della Regione Lombardia, il sindaco di Bergamo noto più che altro per essere il marito della giornalista Cristina Parodi, ovvero Giorgio Gori, ha gettato la maschera indicando chiaramente quali sarebbero le priorità nel malaugurato caso dovesse riuscire nella disperata impresa di prevalere sul centrodestra nella corsa al Pirellone che si concluderà il 4 Marzo. Al primo posto, per l'ex uomo Mediaset divenuto poi il "guru" di Matteo Renzi, ci sono ovviamente gli immigrati e tra i primi provvedimenti da adottare Gori prevede lo smantellamento della legge regionale 2/2015, più nota come "anti moschee".

Il provvedimento, uno dei più significativi adottati dal governo lombardo negli ultimi 5 anni, verrebbe invece mantenuto e possibilmente rafforzato nel caso più probabile di vittoria del leghista Attilio Fontana, che ha diverse volte chiarito di voler "proseguire il lavoro" dell'ultima legislatura. La legge è stata sempre avversata dal Pd, che l'ha combattuta sia in Consiglio regionale che a Roma, dove l'ha fatta impugnare dal governo davanti alla Consulta. Annunciando questa impugnazione, il segretario del Pd Alessandro Alfieri aveva bollato addirittura l'iniziativa come "ideologica e populista".

Sul sito elettorale di Gori si può leggere: "Laicità di una Regione vuol dire trattare tutti i cittadini in modo uguale, rispettando i diversi orientamenti religiosi o culturali, e non violentandoli ad uso elettorale". Pensiero che il candidato dem aveva chiarito meglio nel programma per le Comunali del 2014 a Bergamo, citando "l'impegno a favorire la piena espressione della libertà di culto, sancita dalla Costituzione. La localizzazione di nuovi servizi dedicati dovrà essere determinata, in sede di revisione del Pgt, con la finalità di consentirne la migliore accessibilità, evitando situazioni e aree che possano determinare disagi".

Gori, da sindaco, è sempre stato contrario a quella legge: "Abbiamo un ostacolo in più, ora, che è questa legge sgangherata e pretestuosa sui luoghi di culto varata dalla Regione" disse nel marzo 2015 in un incontro organizzato dall'Arci. "Nonostante la legge pasticcio andremo avanti nell'iter per la realizzazione di una moschea a Bergamo". L'impugnazione però non è andata a buon fine e il vero e proprio pasticcio è scoppiato nel mondo islamico, con tanto di denunce e con un giallo sui fondi, 5 milioni provenienti dalla Qatar Charity Foundation per quello che avrebbe dovuto essere "un luogo di culto tra i più importanti d'Italia".

A stretto giro la replica del candidato leghista Attilio Fontana: "Il Pd e il candidato Giorgio Gori sull'immigrazione hanno gettato la maschera anche in Lombardia, mettendo tra le loro priorità gli immigrati, per cui dal 2014 ad oggi sono stati sprecati oltre 15 miliardi di risorse pubbliche, quattrini dei cittadini italiani, e dei cittadini lombardi, per finanziare un'invasione senza regole. E ora Gori annuncia di voler gettare al vento ulteriori risorse, anche qui in Lombardia, risorse che invece noi utilizzeremo per promuovere politiche a favore dei nostri cittadini. Con quei soldi noi finanzieremo le politiche del lavoro, aiuteremo gli anziani e realizzeremo gli asili nido gratis, tanto per cominciare".
tratto da il populista 

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