sabato 20 maggio 2017

fiera san bernardino 2017 apertura 19 maggio 2017 - stasera altra grande serata !

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contratto affitto caserma carabinieri

venerdì 19 maggio 2017

V MEMORIAL FRANCESCO FIORANI CORSA PODISTICA A CASTIGLIONE D'ADDA

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PRESENTAZIONE FIERA SAN BERNARDINO 2017

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TRATTO DA IL CITTADINO LODI EDIZIONE DEL 19 MAGGIO 2017

illuminazione pubblica - secondo lotto a seguire in programmazione urgente! tutto il paese verra' riqualificato secondo aspettative dei cittadini!

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COMUNICATO STAMPA 55 ^ FIERA SAN BERNARDINO 2017 CASTIGLIONE D'ADDA


COMUNICATO STAMPA 55 ^ FIERA SAN BERNARDINO 2017
Egr, direttore, penso sia una occasione importante per il paese sia per il 55 anniversario sia per le riflessioni economiche e sociali attuali: la tradizione di avere una fiera e farne crescere l'importanza negli anni è basilare sia per conservarne la tradizione ma anche per attualizzare la storia e l'identità di Castiglione d'Adda, collegata anche alla chiesa di San Bernardino, che affianca l'operato e la laboriosità del ringraziamento degli agricoltori con un vero legame fra territorio e lavoro agricolo.   Certo che i protagonisti rimangono gli agricoltori che con la loro laboriosità e la loro voglia di fare, coinvolgono tutti gli operatori locali ed esogeni non solo per l'agricoltura ma anche per la voglia di fare una manifestazione che sta crescendo negli anni nella maniera corretta: quest’anno ci sono tante ulteriori innovazioni che qualificano bene e danno spunti sempre maggiori per coinvolgere tutti i cittadini e gli operatori sia economici che territoriali anche tramite la fiera dei sapori che coinvolge il tessuto locale e sovra-locale degli operatori dei prodotti doc e dop a km zero , non chè di altri vari esponenti e associazioni  che riempiranno la giornata in maniera molto piacevole per i castiglionesi e il basso lodigiano con un ricchissimo programma tra cui il tractor pooling. Ringrazio anche l’Istituto Fusari che con la scuola primaria parteciperà con uno stand alla manifestazione per diffondere la validità dei prodotti del lodigiano con degustazioni mirate e tutti indistintamente perché credono nella identità di questa fiera. Negli anni si è anche leggermente trasformata, ma rimane ben saldo il rapporto "terra-uomo-tradizioni-religione-laicità" in un contenitore affascinante che ci onoriamo come comunità di accompagnare e fare crescere per altrettanti anni e seguire con un grande spirito castiglionese, pur essendo consapevoli anche dei problemi intrinseci della agricoltura le altre decisioni che ne limitano il raggio di azione nei tempi moderni, ma che sono un connotato della importanza della terra e della ricchezza del bene primario da cui nasce tutto.. Noi dobbiamo essere pronti e fermi nel difendere i valori di riferimento e tutto il comparto territoriale". Sicuramente ci impegneremo per valorizzare il comparto agricolo e tutelare la filiera nel limite strutturale delle nostra possibilità. Importante da quest’anno anche il sostegno della Regione con l’assessorato alla agricoltura e della Provincia di Lodi che sono enti attenti e sensibili alla crescita e alla evoluzione delle norme per garantire un supporto concreto e corretto alla agricoltura nel lodigiano.  Un grande ringraziamento al Comitato di San Bernardino, che con grande passione e voglia di fare hanno portato assieme alla volontà del comune e degli operatori a tre giornate la programmazione, alla Parrocchia, alla Confartigianato e all'Ascom, alla filarmonica castiglionese e a tutte le associazioni  che in questi anni hanno collaborato al meglio per un contenitore  pieno di sorprese e di vivacità istituzionale  e umana vera.  Noi come Comune, cercheremo di inserire nel contesto urbano un progetto di riqualificazione del prezioso capitello di san bernardino e relativo parchetto, (lanciando un concorso di idee ad hoc ) per valorizzare e addivenire nei prossimi anni anche al potenziamento di queste sinergie locali e sovra-locali.
ALFREDO FERRARI
SINDACO DI CASTIGLIONE D’ADDA
maggio 2017

SVILUPPO E CUNEO FISCALE: COMUNALE O NAZIONALE?


SVILUPPO E CUNEO FISCALE: PROBLEMA  COMUNALE O NAZIONALE?

Gli enti locali fra i vari compiti hanno anche quelli dello sviluppo territoriale, incentivando la possibilità di insediamenti nuovi, potenziamento delle attività presenti e livelli di tassazione locale che devono essere improntati alla equa distribuzione fra i carichi fiscali sociali fra operatori imprenditoriali e commercialioltre che i cittadini normali. Il progetto della cartiera turca nell’area della ex raffineria Sarni Gulf ( area dismessa) rientra in uno di questi parametri, volendo fare un piccolo esempio tutto ancora da scrivere nel merito, ma il nostro tessuto sociale non è formato solo da grandi insediamenti, ma anche da piccole realtà produttive e commerciali che devono sopravvivere e dare servizi e sviluppo al lodigiano. Su queste realtà dobbiamo concentrarci e stare con i piedi per terra! Se tutto andrà bene si creeranno 400 posti di lavoro e tutto l’indotto dovrebbe dare qualche molto risposta positiva per il territorio. Ma chi esamina invece cosa e come devono muoversi a livello nazionale le piccole e medie imprese, oltre che i commercianti nelle maglie di una tassazione e di una programmazione totalmente asociale che “debilita” il nostro sistema produttivo e crea sprechi di risorse pubbliche per quanto non viene utilizzato nella maniera migliore? Il recente rapporto della corte dei conti dice che il cuneo fiscale, in Italia, è mediamente di 10 pct superiore al resto di Europa; il 49% viene prelavato a titolo di contributi e imposte. Ancora più difficile la situazione di carico fiscale complessivo (societario,cntributivo,tasse e imposte indirette) che penalizza gli operatori italliani nella misura del 64,8% con eccesso di 25 pct rispetto quanto dovuto dalle imprese europee in media. Cosi’ rimane matematico che non si cresce e che la competitività e lo sviluppo rimangono una chimera, oltre che le ricadute sul mondo del lavoro per disoccupazione, ect… quindi la domanda è: di quanto dovrebbe essere abbassato il cuneo fiscale senza mettere in difficoltà il sistema finanziario statale? Per aumentare le spese per consumi e investimenti bisogna arrivare ad una FLAT TAX: COS’E’ E COME FUNZIONA La flat tax è un tipo di tassazione proporzionale, in base alla quale tutti i contribuenti tassano la base imponibile con la medesima percentuale e non con un'aliquota marginale crescente all'aumentare del reddito. Di fatto, se venisse introdotta la flat tax, alla base imponibile di ciascun contribuente verrebbe applicata un'aliquota fissa (es. 20%); sarebbe quindi sufficiente compilare un modello unico dal quale emerge quanto il contribuente è chiamato a versare, senza la necessità di dettagliare le spese deducibili e detraibili. Di conseguenza, gli operatori del settore fiscale e l'Amministrazione Finanziaria sarebbero sollevati dall'obbligo di verificare la correttezza di quanto dichiarato dal contribuente in termini di richieste di deduzioni e detrazioni.) unica 15% o ? (visto che in tanti stati del mondo funziona benissimo, vedi Canada, Russia,ect…) adeguata che liberi risorse : o la riduzione del cuneo fiscale è significativa ed accompagnata da una seria revisione della spesa pubblica o è difficile che abbia effetti sulla marco economia. Questa è una certezza: chi sostiene politicamente questo sistema, ad oggi, crea deficit pubblico in continuo aumento e soffocazione della economia locale, al di là delle buone intenzioni dei singoli amministratori locali che possono fare poco rispetto quanto sopra evidenziato. Riformare lo stato e la finanza pubblica sono ormai un indirizzo obbligato e mi batterò per coinvolgere tuti i cittadini con un’opera informativa e divulgativa ad hoc su una delle tematiche più importanti per tutti: amministratori locali, imprese, commercianti e cittadini! sosterremo il sistema produttivo locale! Pagare tutti per pagare meno e sviluppare il lodigiano!

Castiglione d’Adda, 19/05/2017

ALFREDO FERRARI

giovedì 18 maggio 2017

frontex rapporto statistico sugli sbarchi di migranti in italia

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Costo pensioni, Italia a due velocità






Costo pensioni, Italia a due velocità


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Il sistema pensionistico italiano non si autofinanzia, i contributi coprono il 76% delle pensioni con un marcato gap fra Nord e Sud: Report Itinerari Previdenziali.


Barbara Weisz - 17 maggio 2017
tratto da PMI.IT


Dal 1980 ad oggi i tassi di copertura delle prestazioni previdenziali nelle regioni italiane sono progressivamente scesi: in parole semplici, ci sono sempre meno soldi per pagare le pensioni, per cui lo Stato deve utilizzare in misura maggiore le entrate fiscali per sostenere il sistema. In realtà, il tasso medio del 76,19 è relativamente positivo, il problema sono gli squilibri fra le diverse aree del Paese. Nel Sud il tasso è del 51% e ci sono regioni (Calabria e Basilicata) intorno al 25%, nel Nord si sale all’86,68%, il Centro si attesta al 77,25%.




I dati si rilevano dal Rapporto sulla Regionalizzazione del Bilancio previdenziale, del Centro studi di Itinerari Previdenziali con il patrocinio della Camera dei Deputati.


Il confronto con gli anni ’80 è impietoso dimostrando come, per quanto la sostenibilità del sistema previdenziale sia migliorata (con le diverse riforme che si sono susseguite), i periodi di crisi abbiano lasciato il segno.


Nel 1980 in Lombardia c’era un tasso di copertura del 147,15%. Significa che per ogni 100 euro di pensioni pagate ne entravano 147 di contributi versati dai lavoratori. La crisi dei grandi marchi industriali della meccanica, dell’avionica e del tessile ha fatto scendere progressivamente il tasso (i posti di lavoro, che significavano contributi pagati, si sono trasformati in ammortizzatori sociali), che fino al 2010 era ancora in condizioni di autosufficienza (101,76%). Il colpo di grazia è arrivato con la crisi finanziaria, con effetti fino al 2015.




Resta comunque uno dei livelli più alti d’Italia: al top il Trentino Alto Adige, unica Regione sopra la parità (106,61%). In tabella, la classifica delle Regioni e la progressione dal 1981.




Regione
Tasso di copertura
1981
Tasso di copertura
2001
Tasso di copertura
2015
Piemonte
83,12%
74,30%
67,38%
Valle d’Aosta
60,58%
68,21%
71,92%
Lombardia
115,56%
103,22%
97,11%
Liguria
71,12%
50,25%
57,97%
Trentino Alto Adige
85,19%
99,64%
106,61%
Veneto
96,67%
100,25%
95,33%
Friuli Venezia Giulia
74,91%
71,99%
74,13%
Emilia Romagna
82%
83,09%
86,12%
Toscana
76,69%
71,92%
72,14%
Umbria
59,45%
57,92%
57,92%
Marche
67,50%
70%
69,48%
Lazio
101,52%
103,96%
87,53%
Abruzzo
51,67%
61,26%
65,21%
Molise
35,52%
44,67%
47,10%
Campania
61,80%
40,00%
57,61%
Puglia
45,97%
35,11%
50,14%
Basilicata
26,71%
41,35%
53,97%
Calabria
25,43%
24,28%
36,54%
Sicilia
40,83%
31,71%
45,64%
Sardegna
47,29%
47,87%
55,25%
Totale Italia
80,13%
73,68%
76,19%


Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, auspica che:


«vengano presto varate politiche economiche che mirino, nell’arco di un decennio, a far sì che tutte le regioni italiane siano autosufficienti almeno al 75%, lasciando il finanziamento dell’altro quarto di spesa a un fondo di solidarietà nazionale. Se tutte le Regioni centrassero quest’obiettivo, potremmo senza dubbio andare incontro a una sensibile diminuzione del debito pubblico, traguardo ancora più importante ora che la situazione di tassi zero, di cui l’Italia beneficia da tempo, sta per finire».


Un’altra differenza fra le macro aree italiane riguarda la tipologia delle prestazioni previdenziali: nelle regioni settentrionali prevalgono le pensioni di anzianità, che da una parte sono quelle che comportano un maggior numero di anni di contribuzione versata (in media, 37 anni, contro i 22 anni delle pensioni di vecchiaia), dall’altra (proprio per questo motivo) sono di importo più elevato. Nel Sud invece prevalgono trattamenti si carattere assistenziale (45,57%) e i trattamenti di inabilità, 45,68%).


In generale, il gap fra Nord è Sud è molto alto sulle pensioni di anzianità (58% contro 21%, con una differenza di oltre 35 punti), si riduce sui trattamenti di vecchiaia (46% contro 29%, gap sotto i 20 punti), mentre i trattamenti di invalidità e le pensioni assistenziali, come detto, sono più numerose nelle Regioni meridionali. Il Centro ha una distribuzione di pensioni in linea con quella della popolazione.


I due casi limite sono Lombardia e Calabria: in Lombardia, per ogni 100 prestazioni erogate 58,6 sono di vecchiaia (di cui 32,1 di anzianità con storie contributive medie di circa 37 anni di contributi); 19 sono prestazioni ai superstiti, 3,1 di invalidità e 19,3 assistenziali. In Calabria su 100 prestazioni 36,5 sono di vecchiaia (di queste solo 13,8 sono di anzianità), 17,6 ai superstiti, 9,4 di invalidità e 36,4 assistenziali.


Infine, il valore medio dell’assegno previdenziale. La regione con l’importo medio mensile della pensione più alto è il Piemonte (1140 euro), seguito a breve distanza da Val d’Aosta, Lombardia, Tentino Alto Adige, Veneto, mentre gli assegni più bassi sono in Molise e Basilicata (poco più di 900 euro), e sotto i mille euro ci sono anche Calabria, Abruzzo, e Marche.



GIUDICATE VOI!!!