venerdì 7 settembre 2018

Riforma fiscale in Legge di Bilancio 2019: flat tax anche per imprese

https://www.pmi.it/economia/mercati/276794/riforma-fiscale-in-legge-di-bilancio-2019-flat-tax-anche-per-imprese.html

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Riforma fiscale in Legge di Bilancio 2019: flat tax anche per imprese

 

Scaglioni al 15 e 20% per Partite IVA, flat tax per le imprese che reinvestono gli utili, taglio IRPEF con aliquota ridotta ai dipendenti: ultime anticipazioni sulla Riforma Fiscale 2019 in Legge di Bilancio.

Flat tax anche per le imprese che effettuano investimenti o nuove assunzioni, regime forfettario IVA fino a 100mila euro ma con due diverse aliquote, rimodulazione della aliquote IRPEF: prende forma la riforma fiscale 2019 che il Governo intende inserire in Legge di Bilancio, con i tecnici dell’esecutivo al lavoro sulle varie misure. In arrivo c’è anche la pace fiscale, accompagnata da una sorta di riforma del sistema di riscossione all’insegna della compliance, abbandonando quindi la strada della sanatoria.
Vediamo come si sta sviluppando il dibattito sui diversi punti, tenendo presente che la strada per la messa a punto definitiva della manovra è ancora relativamente lunga: il testo sarà presentato dall’esecutivo a metà ottobre.
La flat tax al 15% sarà una delle misure fondamentali della legge di Bilancio 2019: il Governo ha già chiarito che l’introduzione sarà graduale, quindi in manovra ci saranno solo misure iniziali, che verranno poi incrementate nei prossimi anni (l’obiettivo previsto dal programma di Governo è quello di arrivare a una flat tax con aliquota al 15% per tutti). In base alle ipotesi attualmente allo studio, la flat tax 2019 riguarderà Partite IVA e imprese. Nel primo caso, attraverso una riforma del regime forfettario, che prevederà l’aliquota al 15% per gli autonomi con reddito fino a 65mila euro, al 20% per chi guadagna fra i 65mila e i 100mila euro. Così formulata, la riforma riguarderebbe da subito 1 milione e mezzo di Partite IVA.
La novità degli ultimi giorni è rappresentata poi dall’ipotesi di prevedere una flat tax specifica per le imprese che reinvestono gli utili in acquisti di nuovi macchinari oppure li impiegano per fare nuove assunzioni. Si tratta di una misura con contorni ancora da definire: non è chiaro, fra l’altro, in che modo si coniugherebbe con le altre agevolazioni fiscali già previste per gli investimenti in macchinari (ad esempio, il super e l’iperammortamento Industria 4.0, o la Nuova Sabatini), o per le nuove assunzioni (sgravi contributivi per i giovani, per le imprese del Sud, e via dicendo).

Per quanto riguarda l’IRPEF, si parla di una rimodulazione del sistema delle aliquote (che potrebbero diventare tre, dalle attuali cinque), oppure di una riduzione di quelle più basse (il primo scaglione scenderebbe al 22%, dal precedente 23%). Infine, la cosiddetta pace fiscale, ovvero la nuova rottamazione. L’ultima ipotesi vede una misura una nuova rottamazione 2019 (che dovrebbe riguardare le pendenze con il Fisco, probabilmente escludendo l’IVA, e forse anche le violazioni del Codice della Strada).
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Non si esclude una nuova voluntary disclosure, limitata ai contanti depositati nelle cassette di sicurezza (era in realtà un’opzione già valutata negli anni scorsi, e poi scartata). E, novità degli ultimi giorni, sembra che si prepari anche una riforma della riscossione, che dovrebbe intervenire in particolare sull’accertamento con adesioni, per ridurre il contenzioso.


Dote Sport: al via il bando 2018

Dote Sport: al via il bando 2018: E' stato pubblicato il Decreto del Dirigente di Unità Organizzativa della Direzione regionale Sport e giovani della Lombardia avente per oggetto “Approvazione bando per l’assegnazione della Dote Sport 2018, in attuazione d

giovedì 6 settembre 2018

I giudici vogliono i soldi, la Lega può ancora salvarli: mossa estrema in Tribunale

I giudici vogliono i soldi, la Lega può ancora salvarli: mossa estrema in Tribunale: ...

Concessioni pubbliche: come funzionano e come si revocano

Concessioni pubbliche: come funzionano e come si revocano

fonte; redazione leggioggi.it

 

 

 

La tragedia del crollo del Ponte Morandi ha squarciato il velo di segretezza sulle concessioni pubbliche alle società private e aperto un ampio dibattito sulla questione. Nel caso specifico la tragedia del viadotto ligure spezzatosi e crollato causando 43 vittime, ha spinto il Governo Conte ad inviare ad Autostrade per l’Italia e al Fondo Atlantia, una lettera in cui si comunica l’avvio dell’iter dei revoca della concessione governativa.
Leggi anche “Crollo ponte, Autostrade pubblica la convenzione: basta polemiche”
Un decisione che, se portata a termine potrebbe avere un grande impatto, che i Cda autostrade (ultimo quello di venerdì 31 agosto) stanno cercando di valutare.
Alla luce di questa vicenda, cerchiamo di analizzare il tema delle concessioni pubbliche ai privati, sulla scia dell’ormai cronico stato di crisi della finanza pubblica, che rende inevitabile la crescita dell’interesse verso forme contrattuali che prevedono l’intervento di capitali privati.
Analizziamo quindi cosa sono in concreto le concessioni pubbliche e il tema della loro revoca, estrapolando i contenuti approfonditi del manuale “Le concessioni di lavori e di servizi nel codice dei contratti pubblici,” dell’Autore Alberto Costantini (2018 Maggioli Editore).

Concessioni pubbliche: cosa sono

La concessione pubblica è un atto amministrativo con cui la pubblica amministrazione consente a un concessionario l’uso di risorse e/o l’esercizio di attività.
Come spiega Alberto Costantini nel sopracitato manuale,L’art. 3 del nuovo Codice distingue le concessioni nei sottotipi:
  • della concessione di lavori;
  • della concessione di servizi.
La prima delle quali è definita come (lett. uu)) “un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale una o più stazioni appaltanti affidano l’esecuzione di lavori ovvero la progettazione esecutiva e l’esecuzione, ovvero la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva e l’esecuzione di lavori ad uno o più operatori economici riconoscendo a titolo di corrispettivo unicamente il diritto di gestire le opere oggetto del contratto o tale diritto accompagnato da un prezzo, con assunzione in capo al concessionario del rischio operativo legato alla gestione delle opere”; la seconda come (lett. vv)) “un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto in virtù del quale una o più stazioni appaltanti affidano a uno o più operatori economici la fornitura e la gestione di servizi diversi dall’esecuzione di lavori di cui alla lettera ll) riconoscendo a titolo di corrispettivo unicamente il diritto di gestire i servizi oggetto del contratto o tale diritto accompagnato da un prezzo, con assunzione in capo al concessionario del rischio operativo legato alla gestione dei servizi”.
In tema di strade e autostrade, fino a pochi anni fa queste erano gestite da società pubbliche. Ma dagli anni Novanta le cose cambiarono, soprattutto a causa del fortissimo debito pubblico che lo Stato si trovò ad affrontare. Ecco quindi che decise di inaugurare l’epoca delle privatizzazioni.  Viene quindi deciso di privatizzare alcune concessionarie, in modo da un lato di fare cassa e dall’altro di sfruttare capitali privati per i nuovi necessari investimenti. La più importante tra le società che furono privatizzate fu proprio la Società Autostrade, quella che ora gestisce la maggior parte della rete autostradale italiana. All’inizio del 2000 fu la famiglia Benetton a prendere il controllo della società, che divenne in seguito Autostrade per l’Italia: azionista Atlantia, controllata sempre dalla famiglia Benetton. La stessa che oggi si trova ad affrontare l’annoso rischio di vedersi revocata la concessione, proprio a seguito delle polemiche e delle accuse scagliategli contro dal Governo Conte a causa della tragedia del crollo del Ponte Morandi di Genova.
Mentre Autostrade sta oggi affrontando il muso duro del Governo, cerchiamo di capire come e perché si può revocare una concessione pubblica.
Partecipa al Corso organizzato da Formazione Maggioli: “Le concessioni di lavori e di servizi. Nuovo codice dei contratti pubblici e linee guida Anac” 

Concessioni pubbliche: lo scioglimento del contratto

Come scritto dall’Autore del manuale – Alberto Costantini –“ sul piano terminologico occorre considerare che la rubrica dell’art. 176 individua tre diverse modalità di scioglimento del rapporto di concessione, che identifica come “cessazione, revoca d’ufficio, risoluzione per inadempimento”, le ultime due corrispondenti a figure tipiche del nostro diritto amministrativo e civile; mentre la “cessazione” più che una categoria giuridica, sembra una formula descrittiva dell’effetto comune prodotto tanto dall’esercizio del poteri di autotutela, che dagli altri strumenti attraverso i quali si determina lo scioglimento del rapporto (27)”.
Per inadempimento della società aggiudicatrice
“Le conseguenze dello scioglimento anticipato del rapporto concessorio trovano disciplina nel comma 4 dell’art. 176, secondo il quale “Qualora la concessione sia risolta per inadempimento della amministrazione aggiudicatrice ovvero quest’ultima revochi la concessione per motivi di pubblico interesse spettano al concessionario:
  1. a) il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, ovvero, nel caso in cui l’opera non abbia ancora superato la fase di collaudo, i costi effettivamente sostenuti dal concessionario;
  2. b) le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza della risoluzione, ivi inclusi gli oneri derivanti dallo scioglimento anticipato dei contratti di copertura del rischio di fluttuazione del tasso di interesse;
  3. c) un indennizzo a titolo di risarcimento del mancato guadagno pari al 10 per cento del valore delle opere ancora da eseguire ovvero, nel caso in cui l’opera configurazione del contratto di concessione 113 abbia superato la fase di collaudo, del valore attuale dei ricavi risultanti dal piano economico-finanziario allegato alla concessione per gli anni residui di gestione”.
Per inadempimento del concessionario
“La rassegna delle diverse ipotesi di scioglimento anticipato del rapporto offerta dall’art. 176 non si limita allo scioglimento per inadempimento dell’amministrazione concedente e alla revoca per sopravvenuti motivi di pubblico interesse (contemplati dall’appena riportato comma 4 dell’art. 176), ma comprende anche:
  • lo scioglimento per violazione di legge nella fase di aggiudicazione o comunque in via di autotutela, vuoi per vizi ai quali il concessionario sia estraneo vuoi per vizi che abbia concorso a determinare (lett. a) e b) del comma 1);
  • lo scioglimento per superamento dei limiti entro i quali sono consentite varianti al contratto originario (lett. c) del comma 1);
  • lo scioglimento per inadempimento del concessionario (comma 7).
A tali ipotesi va infine aggiunto il recesso della parte danneggiata da circostanze sopravvenute, imprevedibili ed eccezionali che abbiano alterato l’equilibrio economico-finanziario originario ed alle quali le parti non siano state in grado di far fronte con un nuovo accordo che quell’equilibrio abbia ripristinato (art. 165, u.c.).
Delle cause di scioglimento imputabili al concessionario, trova disciplina espressa, anche se laconica, solo l’ipotesi della risoluzione per inadempimento del concessionario che si risolve nel rinvio all’art. 1453 del codice civile.
Interpretata letteralmente la norma sembrerebbe quindi costringere l’amministrazione concedente entro il rigido e scomodo perimetro dell’azione giudiziale di risoluzione per inadempimento, che approda allo scioglimento del rapporto solo a seguito della sentenza costitutiva di scioglimento, in attesa della quale il rapporto appare destinato a proseguire in una situazione di reciproca sfiducia e di incertezza contrattuale. Il rinvio all’art. 1453 c.c. deve quindi essere inteso come una sorta di sineddoche, valevole per l’intera Sezione I del Capo XIV del codice civile, dedicata alla disciplina della risoluzione per inadempimento, ivi compresa la facoltà di inserire in contratto clausole risolutive espresse (art. 1456 c.c.) o termini essenziali (art. 1457 c.c.), del resto già ampiamente diffusi nella pratica.
D’altronde, che questa sia l’interpretazione corretta è dimostrato, innanzitutto, dal comma 8 dell’art. 176, a mente del quale prima di avviare l’azione di risoluzione l’amministrazione concedente deve darne avviso al concessionario e agli enti finanziatori, i quali ultimi – a condizione che tale facoltà sia stata previamente riconosciuta loro nel bando di gara – possono indicare un operatore economico subentrante in possesso dei necessari requisiti; ed infatti, se l’amministrazione concedente dovesse in ogni caso attendere gli esiti della pronuncia giudiziale costitutiva dello scioglimento del rapporto (secondo lo schema dell’art. 1453 c.c.), non si vede come potrebbe assegnare al soggetto finanziatore un termine stragiudiziale per sostituire il concessionario inadempiente, scaduto senza esito il quale il contratto sembra destinato allo scioglimento, a meno di non attribuire per tale via al soggetto finanziatore il diritto potestativo di deciderne le sorti in attesa della pronuncia del giudice.
A tanto si aggiunga, in una prospettiva più ampia, che sarebbe veramente singolare se quella stessa amministrazione che, attraverso l’annullamento in via di autotutela e la revoca per sopravvenute ragioni di pubblico interesse, dispone di strumenti idonei a determinare lo scioglimento del rapporto in via stragiudiziale ed immeditata, non potesse invece disporre direttamente del rapporto per liberarsi di un concessionario inadempiente. E ciò a maggior ragione ove si consideri che al ricorrere delle altre due ipotesi di scioglimento per fatti riconducibili al concessionario, ossia l’accertamento postumo di cause di esclusione e l’impossibilità di dare corso a varianti per porre rimedio a errori progettuali, il contratto va invece incontro ad un rapido scioglimento, proprio attraverso l’esercizio del poteri di autotutela previsti dal comma 1 dell’art. 176. Pertanto, grazie anche al rinvio generalizzato alla disciplina civilistica operato dall’art. 30, u.c., del codice dei contratti, sembra ragionevole riconoscere alle amministrazioni margini di autonomia negoziale molto più ampi di quelli apparentemente attribuiti loro dall’art. 1453 c.c., dei quali avvalersi per introdurre a buon titolo nei contratti di concessione clausole risolutive espresse e termini essenziali, così da conciliare l’interesse ad una sollecita sostituzione del concessionario inadempiente con quello alla somministrazione senza soluzione continuità di servizi pubblici essenziali”
Staremo a vedere cosa accadrà ad Autostrade per l’Italia.

 

Carcere per chi attraversa le Alpi, così Macron ha inasprito le leggi

 fonte : http://www.lastampa.it/2018/04/01/esteri/pugno-duro-contro-i-migranti-cos-macron-ha-inasprito-le-leggi-34OL0n2YzyQOZ5dCPfkTEK/pagina.html

Carcere per chi attraversa le Alpi, così Macron ha inasprito le leggi 

 

Boom di rinchiusi nei centri di detenzione amministrativa
AFP
Allo studio L’Assemblea analizzerà una legge per il reato di superamento illegale di frontiera

Pubblicato il 01/04/2018
Ultima modifica il 01/04/2018 alle ore 13:30
parigi
L’irruzione degli agenti di dogana francesi nella sala d’accoglienza dei migranti alla stazione di Bardonecchia è stato solo un incidente di percorso? Dovuto forse a un errore di valutazione di quei gendarmi o a una diversa interpretazione delle normative in vigore rispetto agli italiani ? Oppure è la conseguenza ultima di una politica deliberata anti-migranti, ormai indifferente al rispetto dei diritti umani, voluta da Emmanuel Macron? Tanti elementi propendono per l’ultima ipotesi. Il Presidente ha parlato spesso di «solidarietà necessaria» sul tema con l’Italia, ammettendo che «la Francia non ha fatto la sua parte». Ma al di là del buonismo delle parole, la realtà è un’altra: sta indurendo la sua politica, sia a livello normativo che operativo. Alla faccia dell’Italia.

Gli esempi concreti di un pugno sempre più duro non mancano. Partendo da Bardonecchia, dove lo scorso 9 febbraio i gendarmi francesi scaricarono Beauty, donna nigeriana, gravemente malata ma respinta alla frontiera, spirata qualche giorno dopo all’ospedale Sant’Anna di Torino, dopo aver dato alla luce un figlio. Più in generale in Francia cresce il numero di stranieri piazzati nei centri di detenzione amministrativa per i migranti (tra l’ottobre e il dicembre 2017 erano 1944 contro 1123 nello stesso periodo del 2016). Poi si prenda l’esempio di Calais, trampolino di lancio per emigrare in Inghilterra. Lì la «giungla», una baraccopoli di migranti, fu smantellata nel 2016 e François Hollande pianificò una ridistribuzione efficace di quelle persone in tutto il Paese. Oggi, quasi un migliaio di clandestini vaga per la città, con la polizia che distrugge regolarmente i loro ripari di fortuna, perché non rimangano sul posto.

Ma l’espressione nero su bianco della concezione del Presidente è la nuova legge sull’asilo politico e l’immigrazione. È stata presentata lo scorso 21 febbraio dal ministro degli Interni Gérard Collomb, molto vicino a Macron. Un sondaggio dell’istituto Elabe, che era stato realizzato pochi giorni prima, aveva indicato che il 66% dei francesi giudicava il Presidente «troppo lassista» sull’immigrazione. Ecco, lui ha cercato di non deluderli più con questo progetto di legge, che sarà dibattuto nei prossimi giorni nell’Assemblea nazionale (dove i deputati macronisti hanno la maggioranza assoluta). Il testo prevede, fra le altre cose, la creazione di un reato di «superamento illegale della frontiera»: fino a un anno di carcere e 3750 euro di multa per chi, ad esempio, attraversa illegalmente le Alpi tra Italia e Francia e non in corrispondenza di un posto di frontiera. Ma quale clandestino vi si presenterà mai? «Criminalizzare il passaggio non autorizzato in frontiera è scandaloso - osserva Lorenzo Trucco, presidente in Italia dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione -: significa non concedere ai più il diritto a chiedere lo status di rifugiato. E spogliare i migranti del grosso dei diritti umani».
La legge vuole anche ridurre i tempi per avere una risposta sull’asilo a massimo sei mesi (oggi la media è 11). Ma la decisione annunciata non sarà più sospensiva rispetto al ricorso. Insomma, i migranti potranno essere espulsi e ricevere notifica del ricorso solo una volta ritornati in patria. In Italia la legge Minniti ha eliminato uno dei livelli intermedi, il ricorso alla corte d’appello, ma rimane garantito quello in Cassazione, senza la possibilità di espellere prima il migrante. La nuova legge francese, invece, non tratta la questione di chi aiuta i clandestini in difficoltà, come la guida alpina indagata per avere aiutato pochi giorni fa una donna incinta, dopo aver attraversato a piedi le Alpi. Varie persone sono già state condannate in Francia perché la normativa consente di soccorrere chi si trovi già sul territorio francese, ma non chi ha appena attraversato un confine nazionale per entrarci.

 

Ogni 3 bottiglie 1 euro di spesa, in Italia sempre più punti che pagano per riciclare

http://www.positizie.it/2018/09/04/ogni-3-bottiglie-1-euro-di-spesa-in-italia-sempre-piu-punti-che-pagano-per-riciclare/

fonte; www.positizie.it


Ogni 3 bottiglie 1 euro di spesa, in Italia sempre più punti che pagano per riciclare

 

E’ possibile pagarsi la spesa con le bottiglie di plastica?

Finalmente anche in Italia, in sempre più supermercati, arriva il riciclo “a premi”!
Ricilia, GreenEvo e Green Money, sono solo alcune delle società nate negli ultimi anni che forniscono dei sistemi di riciclo della plastica, precisamente gli eco-compattatori, che pagano chi consegna le bottiglie di plastica regalando buoni sconto sulla spesa per ogni bottiglia di plastica inserita nella macchina.
Partiti già da un paio d’anni in maniera molto sporadica, gli eco-compattatori pian piano si stanno diffondendo sempre in sempre più punti d’Italia, al momento quasi tutti legati, principalmente, alle catene di supermercati Conad, e DiMeglio, Sigma, ma installati anche dai singoli comuni o singolo negozi aderenti.
Sembra che proprio negli ultimi mesi le cose si stiano muovendo molto velocemente per aumentarne il numero e la portata, e soprattutto aumentare il guadagno dei clienti che li usano.
Basti pensare che solo tra Rimini e Riccione e la provincia, la sola società Green Money in pochi mesi ha inserito più di una 40ina di punti raccolta presso molti supermercati della zona,
Mentre invece Ricilia al momento è più diffusa su tutto il territorio, anche lei presente con più di una trentina di distributori localizzati però nelle varie regioni d’Italia
e se i primi macchinari in funzione chiedevano 20 bottiglie di plastica per 1 euro di sconto, Green Money adesso per esempio, ne richiede solamente 3.
3 bottiglie, sono 1 euro di risparmio e un buono sconto da spendere all’interno dello stesso supermercato.
ed è la stessa società a stimare che il risparmio per una famiglia media possa arrivare fino a 600 euro all’ anno.
i primi risultati di Green Money per esempio sono stati oltre le aspettative, infatti finora nei vari punti posizionati in Emilia-Romagna sono stati raccolti mensilmente oltre 210 mila bottiglie di plastica, pari a circa 7 tonnellate al mese di pet inviata al recupero e riciclo.
Un’iniziativa che speriamo si diffonda presto in molti più supermercato ed in molte più città d’Italia, che unisce ecologia risparmio nel rispetto della natura!

  • per vedere dove sono i punti racconta di GreenMoney basta andare sul loro sito greenmoney.it
  • Mentre per quelli di  riciclia è un po’ più complesso, si deve infatti scaricare l’App sul proprio cellulare

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come Apre ad Amsterdam il primo Supermercato senza plastica
oppure Adidas: Prodotte e Vendute 1 milione di scarpe fatte con la plastica degli oceani

doposcuola a castigione d'adda?

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mercoledì 5 settembre 2018

Lombardia: quasi 12 milioni di euro per gli impianti sportivi

Lombardia: quasi 12 milioni di euro per gli impianti sportivi

Per riqualificare o realizzare nuove strutture
Martedì 4 Settembre 2018
Otto milioni di euro per la realizzazione o riqualificazione degli impianti sportivi nei comuni lombardi. Ai quali se ne aggiungono altri 3,170 destinati, con un secondo bando, alle ristrutturazioni e all'acquisto di nuove attrezzature sportive. Le due misure sono state presentate all'Ufficio territoriale della Provincia di Monza e Brianza dall'assessore regionale allo Sport e Giovani, Martina Cambiaghi. Si tratta del terzo incontro, dopo le tappe di Varese e Bergamo, per promuovere i bandi in tutte le province lombarde. Oltre ai sindaci e ai rappresentanti dei Comuni della Provincia di Monza e Brianza, hanno partecipato all'incontro anche i rappresentanti per la Città Metropolitana di Milano e, in videoconferenza, quelli di Pavia.
Abbiamo deciso di andare incontro ai Comuni lombardi - ha dichiarato l'assessore allo Sport e ai Giovani Martina Cambiaghi - con un primo bando che risponde a una precisa richiesta che mi è arrivata da tante realtà del territorio nei primi mesi del mio mandato. Si tratta di un'importante occasione, una vera e propria opportunità d'oro, per le amministrazioni locali. Gli 8 milioni di euro serviranno infatti per riqualificare 16.000 impianti sportivi lombardi, per metterli a norma e in sicurezza e per abbattere le barriere architettoniche e renderli più efficienti dal punto di vista energetico. E inoltre possono rientrare nel bando anche interventi su spogliatoi, tribune e spazi accessori per le aree verdi.
CONTRIBUTI FINO AL 50%. L'agevolazione consiste nella concessione di contributi a fondo perduto in conto capitale, fino al 50% delle spese ammissibili, per lavori che devono essere avviati entro il 30 ottobre dell'anno prossimo. Gli investimenti devono non possono essere inferiori a 100.000 euro, nel caso di interventi di miglioramento e riqualificazione degli spazi per i servizi di supporto all'attività sportiva, e a 250.000 euro in caso di realizzazione di nuovi impianti.
NUOVE OPPORTUNITÀ PER I COMUNI. "Con l'assestamento di bilancio, poi, nelle ultime settimane - ha sottolineato Cambiaghi - abbiamo avuto la possibilità di mettere a disposizione dei Comuni maggiori risorse. Proprio per lo sport abbiamo infatti approvato, il 2 agosto, un bando dedicato alle ristrutturazioni e all'acquisto di nuove attrezzature sportive. Ci sono perciò a disposizione altri 3 milioni e 170 mila euro con un finanziamento da parte di Regione Lombardia dell'80% delle spese ammissibili. Oltre allo sport, si aggiungono altri, infine quattro bandi regionali dedicati alla realizzazione di parchi giochi inclusivi, alla mobilità, ai vigili del fuoco volontari e alle esperienze per gli studenti meritevoli".
CONTRIBUTI FINO ALL'80%. Due le linee di finanziamento individuate dal nuovo bando: la prima, destinata a interventi di riqualificazione finalizzati al recupero funzionale e alla manutenzione straordinaria, come l'abbattimento di barriere architettoniche o l'efficientamento energetico, con un contributo minimo richiedibile di 150.000 euro e uno massimo fissato a 500.000 euro (per un investimento minimo di 187.500); la seconda per l'acquisto di arredi e attrezzature sportive fisse e mobili, necessarie per lo svolgimento delle varie discipline sportive o finalizzate a riqualificare l'offerta dei servizi dell'impianto sportivo, con un contributo minimo richiedibile di 10.000 euro e uno massimo di 50.000 euro (per un investimento minimo di 12.500 euro).
fonte;  https://www.casaeclima.com/ar_35996__lombardia-quasi-dodici-milioni-per-impianti-sportivi.html?mc_cid=e6f209af62&mc_eid=c407fb72cd

La cassazione ritiene valido il “caffettometro”per stimare gli incassi di un bar

La cassazione ritiene valido il “caffettometro”per stimare gli incassi di un bar

 caffettometro

L’Agenzia delle Entrate considera 8 grammi di caffè per produrre una tazzina e vince il ricorso

 

Secondo la Corte di Cassazione l’Amministrazione finanziaria può avvalersi del “caffettometro” per rideterminare gli incassi di un bar. Nel caso di specie analizzato nell’ ordinanza 21130/2018 a fronte di ricavi dichiarati pari a 119.139 euro, l’agenzia delle Entrate di Benevento aveva contestato ulteriori ricavi pari a 25.858 euro. L’amministrazione finanziaria in seguito ad un accertamento posto in essere nel 2005 aveva stimato gli ulteriori ricavi considerando che per una tazzina di caffè servono normalmente dai 6,5 ai 7 grammi di caffe e, senza considerare il caffè necessario per produrre cappuccini e il caffè confezionato rivenduto ai clienti, aveva correttamente calcolato in 8 g la polvere di caffè necessaria per una tazzina tenendo conto degli sfridi. In primo grado l’Agenzia era stata soccombente mentre dinnanzi alla commissione tributaria regionale il giudizio era stato completamente ribaltato. I giudici di secondo grado avevano anche tenuto conto del fatto che nella zona in cui era ubicato il bar vi fossero altri cinque esercizi commerciali e ridotto a 25 mila i maggiori ricavi accertati.
Davanti alla Corte di Cassazione la contribuente aveva eccepito che la CTR non ha tenuto conto del fatto che, in presenza di scritture contabili regolari, l'Ufficio non aveva dedotto presunzioni gravi, precise e concordanti, non potendo essere considerata tale la percentuale di ricarico applicata sui prodotti, sicché l'avviso di accertamento induttivo era illegittimo.
In merito a tale motivazione la Suprema corte ha già avuto modo di affermare che “sia in tema di accertamento delle imposte sui redditi che di accertamento ai fini IVA, la presenza di scritture contabili formalmente corrette non esclude la legittimità dell'accertamento analitico-induttivo del reddito d'impresa, sempre che la contabilità stessa possa considerarsi complessivamente e sostanzialmente inattendibile, in quanto confliggente con i criteri della ragionevolezza, anche sotto il profilo dell'antieconomicità del comportamento dei contribuente”. In questa ipotesi è quindi consentito, all'ufficio, dubitare della veridicità delle operazioni dichiarate e desumere, sulla base di presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, maggiori ricavi o minori costi, ai fini delle imposte dirette e dell'Iva (Cass. n. 6951/2017; Cass. n. 4312/2015; Cass. n. 6849/2009; Cass. n.13319/2011).
Secondo la corte gli elementi forniti dall’ufficio rappresentano presunzioni gravi, precise e concordanti in ragione dei quali il ricorso in Cassazione da parte della contribuente è stato rigettato, anche perché la stessa non aveva prodotto alcuna prova contraria circa la quantità di polvere di caffè reputata necessaria per preparare una tazzina.
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Fonte: Corte di Cassazione

ci mancava il caffettometro....! 

giudicate voi!

Edifici scolastici, al via la mappatura satellitare in collaborazione con ASI e CNR

Edifici scolastici, al via la mappatura satellitare in collaborazione con ASI e CNR 




Quasi 40.000 edifici saranno 'fotografati' attraverso il sistema COSMO-Skymed capace di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro
Lunedì 3 Settembre 2018
Il Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti ha annunciato l'avvio della mappatura satellitare degli edifici scolastici, che sarà il frutto di una collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e il CNR (Consiglio Superiore delle Ricerca).
“I nostri figli devono poter frequentare scuole sicure. È un loro diritto - sottolinea il Ministro -. Abbiamo dati ancora preoccupanti sugli edifici scolastici. Vuol dire che in questi anni non è stato fatto abbastanza. Sono stati stanziati soldi, ma senza mettere mano a quelle procedure farraginose che impediscono di far arrivare in fretta le risorse agli Enti locali proprietari degli edifici scolastici. È un problema che stiamo risolvendo con norme che semplificheranno le procedure e velocizzeranno la spesa”. Ma per “intervenire al meglio e individuare le priorità ci servono anche dati ancora più precisi sulla condizione delle nostre scuole - aggiunge Bussetti -. Per questo ho chiesto la collaborazione dell'ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana, e del CNR, il principale ente pubblico di ricerca del Paese, per far partire una mappatura satellitare delle nostre scuole. Non è mai stato fatto”.
Quasi 40.000 edifici saranno 'fotografati' attraverso il sistema COSMO-Skymed “che è in grado di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro. Le informazioni che otterremo dai satelliti ASI saranno trasmesse al CNR, che ha le risorse umane e strumentali per elaborarle e darci un quadro dettagliato dei nostri edifici scolastici. Potremo così far partire verifiche e segnalazioni. Accelerando i tempi dei controlli e dei conseguenti interventi di adeguamento. In un mese e mezzo avremo già i primissimi dati. Ringrazio i presidenti di ASI e CNR, Roberto Battiston e Massimo Inguscio, per la collaborazione. Le eccellenze scientifiche del Paese si mettono al servizio della scuola e dei nostri ragazzi. Credo sia davvero una bella sinergia. Questo è fare sistema”, conclude il Ministro.
fonte:  https://www.casaeclima.com/ar_35981__edifici-scolastici-via-mappatura-satellitare-con-asi-cnr.html?mc_cid=3905598364&mc_eid=c407fb72cd

Prevenzione incendi, nuova circolare dei Vigili del fuoco

Prevenzione incendi, nuova circolare dei Vigili del fuoco 
 ndicazioni su attività formative e impiego estintori portatili
Lunedì 3 Settembre 2018
Il portale del Consiglio nazionale dei periti industriali segnala una circolare (n. 11197 del 14/08/2018) del Dipartimento dei vigili del fuoco (Direzione centrale) che fornisce alcune Raccomandazioni circa l’impiego degli estintori portatili nelle attività formative presso il Comando dando indicazioni utili sulla verifica della conformità del dispositivo.
La circolare, dopo aver ricordato l’obbligo per i fornitori di garantire presidi idonei e certificati, dopo aver citato l’alta frequenza di scariche e ricariche alla quale questi potrebbero essere sottoposti e quindi l’eventualità per i corsi di richiedere estintori con minori pressioni di esercizio, elenca le operazioni preliminari che Commissione o incaricati dovranno compiere all’arrivo degli estintori.
In allegato la circolare


martedì 4 settembre 2018

salvini a piazzale loreto??

Buon pomeriggio,
ho visto sul web questa foto con contenuti "indecenti" fatta a Milano a Piazzale San Babila due gg. prima,
in una manifestazione "pacifica" contro il ministro Salvini. Capisco la differenza politica ma anche
questi contenuti potrebbero alimentare violenza politica senza senso. il 4 marzo i cittadini hanno deciso cosa votare
come indirizzi politico-amministrativi; si facciano tutte le manifestazioni di assenso/dissenso ma nei limiti
della correttezza e nel rispetto dei ruoli.
sarebbe bello intervistare chi ha ideato e posizionato quel cartello per capire da dove arriva questa fonte di
"democratica ispirazione" tramite il contenuto altamente offensivo. Per me rimane inaccettabile in una
repubblica democratica!
vi prego pubblicare la missiva nelle vostre rubriche al direttore con foto a corredo.
giudicheranno gli elettori il contenuto della stessa.
grazie mille
cordiali saluti
alfredo ferrari
militante lega prov. di lodi
non allego la foto troppo offensiva ....che allusiva a richiami di tempi bui per la democrazia!

allego una foto-manifesto spiritoso  per alleggerire le questioni politiche!
 https://twitter.com/RobertoMaroni_/status/1034510852697804800?s=20