giovedì 22 febbraio 2018

Lombardia: premi alle imprese I tre premi messi a disposizione delle imprese dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi.

Lombardia: premi alle imprese



I tre premi messi a disposizione delle imprese dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi.

La Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi promuove tre nuovi concorsi destinati alle imprese del territorio, selezioni mirate a premiare gli imprenditori e i dipendenti che hanno dato un contributo significativo alla crescita del sistema economico locale. Prendono il via, infatti, tre concorsi finalizzati rispettivamente a conferire i premi “Impresa e Lavoro”, “Imprenditore 4.0″ e “YouCamera”.

=> Prestiti imprese: trend in Lombardia

Impresa e Lavoro

Dal 2018 l’ente camerale lancia la prima edizione del Premio ”Impresa e Lavoro” per dare un riconoscimento ai lavoratori dipendenti e alle imprese che si sono contraddistinti per la longeva e pluriennale attività.
Possono partecipare le imprese attive nei Comuni della Città Metropolitana di Milano o delle province di Monza e Brianza e di Lodi che svolgono ininterrottamente attività da almeno 20 anni. Ciascuna impresa può presentare fino a dieci domande di partecipazione per i propri dipendenti (scadenza 15 aprile 2018).

Imprenditore 4.0

La Camera di Commercio promuove anche i premi ”Imprenditore 4.0″ e ”Imprenditore 4.0 – Design”, destinati agli imprenditori autori di brevi racconti scritti che verranno pubblicati sul magazine online YouCamera: le tematiche devono riferirsi all’illustrazione di come le tecnologie digitali siano di supporto al proprio business (scadenza 7 marzo 2018).

Premio YouCamera

Infine, le imprese possono concorrere alla prima edizione del Premio YouCamera riservato ai video pubblicati sul proprio canale YouCamera. I video devono raccontare l’attività dell’impresa oppure illustrarne servizi, progetti, prodotti ed esperienze (scadenza 7 maggio 2018).

Informazioni

I dettagli dei tre premi e le modalità di partecipazione sono pubblicate sul sito della Camera di Commercio.

SPID e identità digitale: i servizi online abilitati

SPID e identità digitale: i servizi online abilitati

  • in collaborazione con aruba

Con le proprie credenziali SPID, cittadini e imprese possono oggi accedere a numerosi servizi online, pubblici e privati: ecco una panoramica.

In Italia sono quasi 4mila le amministrazioni che fanno leva sull’affidabilità del Sistema Pubblico di Identità Digitale per offrire un accesso univoco e sicuro a cittadini, imprese e professionisti. Con le proprie credenziali SPID, infatti, ogni utente può autenticarsi ad una vasta gamma di portali telematici – delle Pubbliche Amministrazioni e delle aziende che aderiscono al sistema – utilizzando come login la propria identità digitale per accedere ai servizi online abilitati.
Per conoscere in dettaglio l’offerta completa delle soluzioni online abilitate all’utilizzo del Sistema Pubblico di Identità Digitale è possibile consultare l’elenco completo e costantemente aggiornato sul sito ufficiale del Governo (https://www.spid.gov.it/servizi).
Per l’utenza professionale, tra i servizi online più utilizzati spiccano quelli offerti dal Registro delle Imprese per quanto concerne tutte le informazioni provenienti dall’ecosistema delle Camere di Commercio.
È il caso del Cassetto Digitale dell’Imprenditore (https://impresa.italia.it), piattaforma online realizzata da InfoCamere per conto delle Camere di commercio. Progettato in ottica mobile first e secondo le linee guida AgID (integrando l’accesso tramite SPID), è un luogo virtuale in cui reperire in ogni momento i documenti ufficiali riguardanti la propria impresa, dalle visure agli atti, dai bilanci alle pratiche svolte o in atto. Inoltre, dal cassetto è possibile visualizzare i company profile delle imprese più innovative elencate sulla piattaforma startup.registroimprese.it.

=> PMI digitali: i servizi di base per la tua impresa

Gli ambiti di applicazione del Sistema Pubblico di Identità Digitale sono tuttavia ben più vasti, offrendo a privati e Partite IVA centinaia di servizi. Vediamone di seguito i principali.

Servizi fiscali e previdenziali

Per fare qualche esempio, il titolare o legale rappresentante di un’impresa può accedere ai servizi online dell’INAIL, al cassetto previdenziale INPS o a quello fiscale dell’Agenzia delle Entrate per visualizzare pratiche e documenti (malattia, congedi, maternità, contributi…) o gestire procedure e adempimenti (Comunicazione Polivalente dati IVA, dichiarazioni reddituali…).
Anche il privato cittadino può utilizzare SPID per una nutrita serie di servizi online. Tra i più diffusi spiccano senz’altro quelli INPS che, attraverso il suo portale telematico, non soltanto permette la consultazione delle informazioni previdenziali del contribuente, ma consente anche l’accesso diretto alla richiesta di prestazioni. Tra le più recenti novità spicca il servizio online per la richiesta di APE Volontario, anticipo finanziario a garanzia pensionistica accessibile ad una vasta platea di lavoratori prossimi alla pensione.

Servizi sanitari

Tra i servizi online con accesso SPID spiccano anche quelli sanitari. In questo ambito, l’identità digitale torna utile per le prenotazioni al CUP di prestazioni mediche, così come per la consultazione del fascicolo sanitario elettronico (dal portale nazionale FSE o dai singoli portali regionali) con i referti e la storia clinica dei pazienti e la possibilità di gestire le deleghe per familiari e assistiti.

Servizi per l’istruzione

Grazie a SPID viene inoltre semplificata la gestione di numerose pratiche relative al mondo della Scuola: oltre alla ormai “tradizionale” iscrizione online, oggi sono disponibili con la propria identità digitale anche diverse agevolazioni e contributi. Pensiamo alla Carta del Docente e al Bonus Cultura, incentivi destinati rispettivamente a professori e studenti, che richiedono necessariamente la richiesta tramite SPID.

I vantaggi

L’adozione di SPID porta con sé indubbi vantaggi in termini di sicurezza e praticità. Si tratta di un sistema strutturato in modo tale da agevolare l’interazione di cittadini e professionisti in primis con la Pubblica Amministrazione, rendendo la consultazione dei documenti e lo svolgimento delle pratiche accessibile da remoto, in qualsiasi momento e da ogni dispositivo. Tutto a portata di click senza file agli sportelli. Inoltre, disporre di un’identità digitale consente di uniformare le modalità di autenticazione alle diverse piattaforme aumentando i livelli di protezione in termini di privacy e sicurezza informatica.
In altre parole, uno strumento che semplifica la burocrazia e facilita il passaggio dal cartaceo al digitale, una transazione inevitabile nell’era della digital transformation.

SPID e Aruba ID

Ogni cittadino, impresa o libero professionista può ottenere la propria identità digitale per accedere ai servizi online proposti da enti pubblici e da realtà private. La creazione è del tutto gratuita: basta rivolgersi a uno dei provider accreditati press l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale).
Tra questi c’è anche Aruba, che offre soluzioni per ogni esigenza: con Aruba ID per il Cittadino, Aruba ID Business, Credenziali L2 e L3. In qualunque momento, infatti, è possibile acquistare ulteriori credenziali di secondo livello scegliendo il dispositivo per generare l’OTP o acquistare credenziali di livello 3. Tra l’altro, si tratta dell’unico provider che permette di associare credenziali L3 alla propria identità digitale.

video di matteo salvini a caserta in campania ---------------------------------------------------------

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video di matteo salvini a caserta in campania 
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 Sala strapiena e tanto entusiasmo a Caserta, dai che ce la facciamo!
#primagliitaliani

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Prestazioni medico ospedaliere: dal privato pagando solo il ticket

https://www.laleggepertutti.it/191763_prestazioni-medico-ospedaliere-dal-privato-pagando-solo-il-ticket

Prestazioni medico ospedaliere: dal privato pagando solo il ticket



Sanità, liste di attesa in ospedale oltre 60 giorni? Vai dal privato e paghi solo il ticket.  
Che fare se abbiamo bisogno di una visita specialistica in ospedale, di una risonanza magnetica, di una tac o un’ecografia ma le liste di attesa sono troppo lunghe rispetto alle nostre esigenze? Immaginiamo di aver bisogno di un’esame dal quale dipende la cura da fare, i dolori da combattere o, nel peggiore dei casi, la vita da salvare. Sembra assurdo pagare le tasse per la sanità e, nello stesso tempo, usufruirne quando è ormai troppo tardi. I più fortunati possono usufruire dei servizi privati, ma chi non ha queste possibilità? Esiste però la possibilità di ottenere le prestazioni medico ospedaliere dal privato pagando solo il ticket. Insomma, nessun onere a carico del paziente rispetto al servizio pubblico. Vediamo come fare.
La legge parla chiaro. Il malato ha diritto alle prestazioni mediche entro tempi certi ossia:
  • 30 giorni per le visite mediche specialistiche;
  • 60 giorni per gli esami diagnostici come i raggi e le risonanze.
Tuttavia, se la lista d’attesa in ospedale è troppo lunga rispetto ai tempi imposti dalla legge e non vogliamo pagare lo studio o la clinica privata una soluzione c’è, ed anche particolarmente vantaggiosa, ma sono in pochi a conoscerla. Tutto è scritto in un decreto legislativo del 1998 [1].
Il cittadino deve sapere in anticipo la data entro cui avverrà la visita medica o l’esame diagnostico ed il tempo massimo di attesa. Ma se la prestazione richiesta non può essere garantita entro i tempi massimi stabiliti per legge (che – come detto – sono di 30 o 60 giorni), il malato può pretenderla dal medico pubblico, ma in regime privato, ossia in intramoenia. Tutto ciò che dovrà pagare il paziente è solo il costo del ticket.
Per usufruire di questo diritto bisogna presentare al direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di appartenenza una richiesta in carta semplice per «prestazione in regime di attività libero-professionale intramuraria». Clicca qui per scaricare il modulo per superare la lista d’attesa lunga.
In essa bisogna chiedere che la visita medica specialistica o l’esame diagnostico venga reso in regime di attività libero-professionale intramuraria (o intramoenia, che dir si voglia), con onere a carico del Servizio Sanitario Nazionale [2]
Insomma, quando la prestazione è urgente ed è incompatibile con i tempi di attesa, il malato si può imporre e chiedere che l’ospedale garantisca la visita specialistica in intramoenia pagando solo il ticket. In alternativa, potrà recarsi dal medico privato e poi chiedere il rimborso all’Asl.

note

[1] Decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

Fondo Nazionale Non Autosufficienze - interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima (misura B1)

Particolare di sedia a rotelle

Fondo Nazionale Non Autosufficienze - interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima (misura B1)

  • Rivolto a: Cittadini / Disabili
A seguito dell’approvazione del Programma operativo regionale che definisce le modalità di utilizzo per il 2018 delle risorse del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze, sono state pubblicate le modalità per la richiesta di buoni e voucher previsti dalla misura B1 destinati alle persone con disabilità gravissima.
Ultimo aggiornamento 15/02/2018

Fondo Nazionale Non Autosufficienze - interventi a favore di persone con disabilità grave o anziani non autosufficienti (misura B2)

Donna uomo anziani



Fondo Nazionale Non Autosufficienze - interventi a favore di persone con disabilità grave o anziani non autosufficienti (misura B2)

  • Rivolto a: Cittadini / Disabili
A seguito dell’approvazione del Programma operativo regionale che definisce le modalità di utilizzo per il 2018 delle risorse del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze, sono state definite le modalità di presentazione della domanda per ottenere i Buoni previsti dalla Misura B2 destinati alle persone in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.
Ultimo aggiornamento 15/02/2018

Elezioni regionali 2018

Elezioni 4 marzo

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/istituzione/elezioni-regionali-2018

link web


Elezioni regionali 2018

 

Domenica 4 marzo 2018 si terranno in Lombardia le elezioni regionali, con le quali i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni della Lombardia eleggeranno il nuovo Consiglio regionale e il Presidente della Regione.

I seggi elettorali saranno aperti dalle 7 alle 23.

Per poter votare, gli elettori dovranno presentarsi al seggio di riferimento muniti di tessera elettorale e documento di riconoscimento valido.
Il Consiglio regionale e il Presidente della Regione sono eletti contestualmente, a suffragio universale e diretto, con voto personale, eguale, libero e segreto, attribuito a liste provinciali concorrenti ed a coalizioni regionali concorrenti, formate da uno o più gruppi di liste provinciali, ognuna collegata con un candidato alla carica di Presidente della Regione.
Le procedure relative alla presentazione delle liste dei candidati alla carica di Consigliere Regionale e dei candidati alla carica di Presidente della Regione sono indicate nel documento “Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature” che si trova nella pagina della relativa circolare regionale.

Le liste dei candidati per ogni collegio provinciale devono essere presentate alla cancelleria del tribunale ove è costituito l’ufficio centrale circoscrizionale per le elezioni regionali: 
30° GIORNO ANTECEDENTE LA DATA DEL VOTO: VENERDI’ 2 FEBBRAIO 2018 (Cancellerie dei Tribunali rimangono aperte dalle ore 8 alle ore 20);
29° GIORNO ANTECEDENTE LA DATA DEL VOTO: SABATO 3 FEBBRAIO 2018 (Cancellerie dei Tribunali rimangono aperte dalle 8 alle 12).

Le candidature alla carica di Presidente della Regione devono essere presentate alla Cancelleria della Corte d’Appello di Milano: 
30° GIORNO ANTECEDENTE LA DATA DEL VOTO: VENERDI’ 2 FEBBRAIO 2018 (Cancelleria della Corte d’Appello rimane aperta dalle ore 8 alle ore 20);
29° GIORNO ANTECEDENTE LA DATA DEL VOTO: SABATO 3 FEBBRAIO 2018 (Cancelleria della Corte d’Appello rimane aperta dalle 8 alle 12).

Le norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione sono contenute nella Legge Regionale 31 ottobre 2012, n.17  modificata dalla Legge regionale n. 38 del 28 dicembre 2017

In questa sezione sono pubblicate le informazioni e la documentazione relative alle consultazioni elettorali regionali, utili per i cittadini, per gli uffici comunali e per altri soggetti interessati.

Le elezioni regionali 2018 si terranno nella medesima data delle votazioni nazionali per la Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;  per informazioni specifiche sulle  elezioni politiche 2018 è possibile consultare Eligendo, il portale delle elezioni del Ministero dell’Interno http://elezioni.interno.it/

Ultimo aggiornamento 20/02/2018

 


Elezioni politiche 2018, come funzionano i permessi elettorali

Elezioni politiche 2018, come funzionano i permessi elettorali

 elezioni amministrative 11 giugno

 

A meno di 2 settimane dalle Elezioni politiche 2018 oggi ci occupiamo delle persone che partecipano alle operazioni elettorali e che per parteciparvi hanno diritto ai permessi elettorali. Vediamo nel dettaglio come funzionano.

A chi spettano i permessi elettorali

Tutti i lavoratori dipendenti possono beneficiare dei permessi elettorali se sono nominati:
  • presidente di seggio;
  • vicepresidente di seggio;
  • segretario di seggio;
  • scrutatore di seggio;
  • rappresentante di lista;
  • rappresentante di gruppo di partiti;
  • rappresentante di comitati promotori di referendum.
I lavoratori chiamati ai seggi elettorali si possono assentare dal lavoro, usufruendo di permessi retribuiti per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni elettorali.
Ricordiamo che i permessi retribuiti spettano anche ai componenti degli uffici centrali elettorali (nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti).

Come funzionano i permessi elettorali?

Durante i giorni delle operazioni elettorali, che sono considerati come giorni lavorativi, i lavoratori sono retribuiti. Se coincidono con una giornata festiva o non lavorativa, viene compensata con quote giornaliere da aggiungersi alla retribuzione normale, in alternativa può essere recuperata con un giorno di riposo.

Come si richiedono i permessi elettorali?

I lavoratori che vogliono usufruire dei permessi elettorali dovranno inviare una comunicazione preventiva al proprio datore di lavoro e presentare:
  • il certificato di chiamata inviato dal competente ufficio elettorale, prima delle operazioni elettorali,
  • la copia di questo certificato firmata dal presidente di seggio, con l’indicazione delle giornate di effettiva presenza al seggio e l’orario di inizio e chiusura delle operazioni, dopo le operazioni elettorali.

martedì 20 febbraio 2018

Mepa: da domani online il nuovo portale Da domani disponibile il nuovo portale AcquistinretePA realizzato da Consip e Mef per rendere la gestione degli acquisti pubblici più facile e intuitiva sia per le PA che per le imprese

 

Mepa: da domani online il nuovo portale

Da domani disponibile il nuovo portale AcquistinretePA realizzato da Consip e Mef per rendere la gestione degli acquisti pubblici più facile e intuitiva sia per le PA che per le imprese
 
 
Home nuovo portale mepa

 

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Da domani disponibile il nuovo portale AcquistinretePA realizzato da Consip e Mef per rendere la gestione degli acquisti pubblici più facile e intuitiva sia per le PA che per le imprese
Home nuovo portale mepa
di Redazione – Da domani sarà online il nuovo portale AcquistinretePA realizzato da Consip e Ministero Economia e Finanze con il fine di "rendere la gestione degli acquisti pubblici più facile e intuitiva per amministrazioni ed imprese". Lo ha reso noto la Consip, ricordando che già da ottobre scorso è a disposizione il prototipo del sito, per permettere agli utenti di acquisire dimestichezza con la nuova grafica e le nuove funzionalità.

Nuovo portale MePA

Il prototipo mostra tutte le novità del nuovo portale che da domani potrà essere navigato potendo scegliere tra 2 diverse tipologie di utenza (PA e Impresa).
Il nuovo portale del MePA presenta anche sezioni informative aggiornate, nuove vetrine delle iniziative, schede riassuntive, un utile motore di ricerca dei prodotti e la visualizzazione del catalogo.
Vai alla guida MePA: il mercato elettronico della PA



Assegni familiari dal Comune: importi 2018

http://www.pmi.it/impresa/contabilita-e-fisco/news/177516/assegni-familiari-dal-comune-importi-2018.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter:+PMI.it&utm_content=20-02-2018+evidenza+assegni-familiari-dal-comune-importi-2018


Assegni familiari dal Comune: importi 2018



Assegni familiari: gli importi aggiornati erogati dai Comuni nel 2018 ed i requisiti per poter fruire dei benefici.

Arriva con una nota stampa di Palazzo Chigi la comunicazione dell’adeguamento all’inflazione dell’importo degli assegni familiari erogati dai Comuni in favore delle famiglie numerose in condizioni economiche disagiate. In particolare il comunicato della Presidenza del Consiglio Dipartimento delle Politiche per la Famiglia rende noto un aumento degli importi degli assegni familiari che verranno riconosciuti dai Comuni nel 2018 ai sensi dell’articolo 65 della L. 448/1998 a fronte della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati pari al +1,1.

=> Assegno di natalità: le novità INPS

Si tratta di somme erogate dall’INPS  a carico dei Comuni, in aggiunta alle normali tutele riconosciute dall’ordinamento statale, a nuclei residenti che si trovino in determinate situazioni reddituali da accertare in base all’ISEE:
  • l’assegno familiare in favore dei nuclei familiari con almeno tre figli minori a carico;
  • l’assegno di maternità.

Assegno familiare

L’assegno familiare quest’anno:
  • spetta per 13 mensilità di importo pari a 142,85 euro;
  • spetta se il nucleo familiare non possiede risorse reddituali e patrimoniali superiori per il 2018 ad un valore ISEE di 8.650,11 euro;
  • viene corrisposto in misura integrale de l’ISEE del beneficiario non risulta superiore a 6.793,06 euro.
L’INPS provvede al pagamento dell’assegno con cadenza semestrale posticipata (entro il 15 luglio e il 15 gennaio) per i dati ricevuti dai Comuni almeno 45 giorni prima della scadenza del semestre.

=> Assegni familiari: soglie 2018

Assegno di maternità

L’assegno mensile di maternità vale nel 2018 342,62 euro al mese e spetta per cinque mensilità, a patto che il valore ISEE del nucleo familiare non risulti superiore a 17.141,45 euro.
Fonte: Gazzetta Ufficiale


Tasi 2018: cos’è e chi deve pagarla

https://www.laleggepertutti.it/193854_tasi-2018-cose-e-chi-deve-pagarla
LINK WEB

Tasi 2018: cos’è e chi deve pagarla

 Maria Monteleone

L’AUTORE:

 

Cos’è la Tassa sui servizi indivisibili (Tasi), quando il Comune può richiederla e chi deve pagarla.
La Tasi è il tributo per i servizi indivisibili riscosso dai Comuni. La tassa copre i servizi indivisibili offerti dal Comune a beneficio della collettività, per esempio, manutenzione del verde e dell’illuminazione pubblica. Ma chi deve pagarla?
La Tasi si applica al possesso o alla detenzione a qualsiasi titolo di fabbricati – ad eccezione dell’abitazione principale diversa da quella classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 – e di aree edificabili, mentre sono esclusi i terreni agricoli.
Se l’immobile è occupato da un soggetto diverso dal proprietario (conduttore, usufruttuario, comodatario ecc.) la Tasi è dovuta anche dall’occupante (nella misura, stabilita dal Comune, compresa tra il 10% e il 30% dell’imposta complessivamente dovuta). In caso di pluralità di possessori o di detentori, tutti sono tenuti in solido al pagamento della Tasi (intesa come unica obbligazione tributaria).

Tasi: qual è il presupposto?

Il presupposto impositivo della Tasi è il possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati e di aree edificabili, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli e dell’abitazione principale, escluse quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Sono escluse dalla Tasi le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali imponibili, non operative, e le aree comuni condominiali che non siano detenute o occupate in via esclusiva.

Tasi: chi deve pagarla?

La Tasi è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo le unità immobiliari sopra indicate. In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.
Ciascun contribuente paga per la sua quota di possesso/utilizzo oppure un contribuente può pagare per tutti gli altri.

Tasi locazione finanziaria

In caso di locazione finanziaria, la Tasi è dovuta dal locatario a decorrere dalla data della stipulazione e per tutta la durata del contratto; per durata del contratto di locazione finanziaria deve intendersi il periodo intercorrente dalla data della stipulazione alla data di riconsegna del bene al locatore, comprovata dal verbale di consegna.

Tasi detenzione temporanea immobile

In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la Tasi è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e superficie.

Tasi multiproprietà

Nel caso di locali in multiproprietà e di centri commerciali integrati, il soggetto che gestisce i servizi comuni è responsabile del versamento della Tasi dovuta per i locali e le aree scoperte di uso comune e per i locali e le aree scoperte in uso esclusivo ai singoli possessori o detentori, fermi restando nei confronti di questi ultimi gli altri obblighi o diritti derivanti dal rapporto tributario riguardante i locali e le aree in uso esclusivo.

Tasi: base imponibile e aliquota

La base imponibile è quella prevista per l’applicazione dell’imposta municipale propria (Imu).
L’aliquota di base della Tasi è pari all’1 per mille. Il comune, con deliberazione del consiglio comunale, può ridurre l’aliquota fino all’azzeramento.
Il comune, con la medesima deliberazione, può determinare l’aliquota rispettando in ogni caso il vincolo in base al quale la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu per ciascuna tipologia di immobile non sia superiore all’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’Imu.
Per gli immobili locati a canone concordato, l’imposta, determinata applicando l’aliquota stabilita dal comune, è ridotta al 75 per cento.

Tasi: riduzioni ed esenzioni

Il Comune, con apposito regolamento, può prevedere riduzioni ed esenzioni nel caso di:
a) abitazioni con unico occupante;
b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
c) locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
e) fabbricati rurali ad uso abitativo;
f) superfici eccedenti il normale rapporto tra produzione di rifiuti e superficie stessa.
E’ bebe consultare il regolamento del Comune di appartenenza per verificare i casi previsti di esenzione e riduzione nonchè le condizioni, i termini e la modulistica per beneficiarne.

Permessi elettorali 2018

https://www.laleggepertutti.it/195865_permessi-elettorali-2018

Permessi elettorali 2018

 

Permessi elettorali 2018Noemi Secci 

AUTORE NOEMI SECCI

Permessi retribuiti per chi partecipa alle elezioni: a chi spettano, come richiederli, quando si ha diritto al riposo compensativo.
Ti hanno chiamato al seggio, ma non sai se ti conviene accettare perché stai svolgendo un altro lavoro? Devi sapere che tutti i partecipanti alle operazioni elettorali, per legge [1], hanno diritto ad appositi permessi retribuiti, per tutta la durata delle operazioni. Inoltre, se le elezioni si svolgono in un giorno non lavorativo o festivo, hai diritto ad un riposo compensativo, perché le operazioni presso il seggio sono considerate a tutti gli effetti come attività lavorativa.
Ma procediamo per ordine e vediamo come funzionano i permessi elettorali 2018, ossia i permessi per chi partecipa alle elezioni: chi ne ha diritto, come sono retribuiti, quando si ha diritto al riposo compensativo.

Chi ha diritto ai permessi elettorali?

Possono beneficiare dei permessi retribuiti per la partecipazione alle elezioni tutti i lavoratori dipendenti nominati:
  • presidente;
  • vicepresidente;
  • segretario;
  • scrutatore;
  • rappresentante di lista;
  • rappresentante di gruppo di partiti;
  • rappresentante di comitati promotori di referendum.
Questi lavoratori, nominati presso i seggi elettorali in occasione di qualsiasi tipo di consultazione (compresi i referendum e le elezioni europee), hanno diritto di assentarsi dal lavoro, fruendo di permessi retribuiti, per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni.
I permessi retribuiti spettano anche ai componenti degli uffici centrali elettorali (costituiti nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti).

Come sono retribuiti i permessi elettorali?

I giorni di assenza per lo svolgimento delle operazioni elettorali sono considerati dalla legge, a tutti gli effetti, giorni di attività lavorativa. Questo comporta che, in via generale, i giorni lavorativi passati al seggio sono retribuiti come se il lavoratore avesse normalmente lavorato.
Se le operazioni elettorali si svolgono durante una giornata festiva o non lavorata, come il sabato per chi ha la settimana corta, la giornata è compensata con quote giornaliere (non orarie) di retribuzione in aggiunta alla retribuzione normalmente percepita. In alternativa, la giornata di permesso elettorale è recuperata con una giornata di riposo compensativo.
Ad esempio, se il lavoratore, che normalmente non presta servizio di sabato, è chiamato al seggio il sabato dalle 16 alle 18, può scegliere tra una giornata di retribuzione o una giornata di riposo compensativo. Questo perché, secondo la Cassazione [2], anche se l’attività prestata per lo svolgimento delle operazioni elettorali copre una sola parte della giornata, l’assenza è legittimata per tutto il giorno lavorativo che, quindi, deve essere retribuito interamente: non può essere frazionato a mezza giornata o a ore.

Come scegliere tra maggiorazione della paga e riposo compensativo per permessi elettorali?

La legge non precisa con quali modalità è possibile scegliere tra riposo compensativo e maggiorazione della paga, e non specifica nemmeno se la retribuzione dei giorni festivi debba o meno comprendere le maggiorazioni per lavoro straordinario festivo. Bisogna dunque aver riguardo a quanto precisato dal contratto collettivo, fermo restando che, secondo la prevalente giurisprudenza [3], il diritto alla maggiorazione retributiva o al riposo compensativo per l’attività di seggio svolta durante le giornate festive o non lavorative è riconosciuto indipendentemente dal contratto collettivo applicato.

Come si chiedono i permessi elettorali?

Per fruire dei permessi elettorali bisogna inviare una comunicazione preventiva al datore di lavoro.
I permessi vanno poi giustificati presentando idonea documentazione al datore stesso.
I lavoratori chiamati al seggio, nello specifico, devono consegnare al datore di lavoro il certificato di chiamata inviato dal competente ufficio elettorale. Terminate le operazioni, devono esibire la copia di questo certificato firmata dal presidente di seggio, con l’indicazione delle giornate di effettiva presenza al seggio e l’orario di inizio e chiusura delle operazioni.

note

[1] Art. 119 DPR 361/57; Art. 11 L. 53/90; L. 69/92; Art. 1, c. 399, L. 147/2013.
[2] Cass. Sent. n. 11830/2001.
[3] Cass. Sent. n. 13166/2006.


Permessi retribuiti per chi partecipa alle elezioni: a chi spettano, come richiederli, quando si ha diritto al riposo compensativo.
Ti hanno chiamato al seggio, ma non sai se ti conviene accettare perché stai svolgendo un altro lavoro? Devi sapere che tutti i partecipanti alle operazioni elettorali, per legge [1], hanno diritto ad appositi permessi retribuiti, per tutta la durata delle operazioni. Inoltre, se le elezioni si svolgono in un giorno non lavorativo o festivo, hai diritto ad un riposo compensativo, perché le operazioni presso il seggio sono considerate a tutti gli effetti come attività lavorativa.
Ma procediamo per ordine e vediamo come funzionano i permessi elettorali 2018, ossia i permessi per chi partecipa alle elezioni: chi ne ha diritto, come sono retribuiti, quando si ha diritto al riposo compensativo.

Chi ha diritto ai permessi elettorali?

Possono beneficiare dei permessi retribuiti per la partecipazione alle elezioni tutti i lavoratori dipendenti nominati:
  • presidente;
  • vicepresidente;
  • segretario;
  • scrutatore;
  • rappresentante di lista;
  • rappresentante di gruppo di partiti;
  • rappresentante di comitati promotori di referendum.
Questi lavoratori, nominati presso i seggi elettorali in occasione di qualsiasi tipo di consultazione (compresi i referendum e le elezioni europee), hanno diritto di assentarsi dal lavoro, fruendo di permessi retribuiti, per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni.
I permessi retribuiti spettano anche ai componenti degli uffici centrali elettorali (costituiti nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti).

Come sono retribuiti i permessi elettorali?

I giorni di assenza per lo svolgimento delle operazioni elettorali sono considerati dalla legge, a tutti gli effetti, giorni di attività lavorativa. Questo comporta che, in via generale, i giorni lavorativi passati al seggio sono retribuiti come se il lavoratore avesse normalmente lavorato.
Se le operazioni elettorali si svolgono durante una giornata festiva o non lavorata, come il sabato per chi ha la settimana corta, la giornata è compensata con quote giornaliere (non orarie) di retribuzione in aggiunta alla retribuzione normalmente percepita. In alternativa, la giornata di permesso elettorale è recuperata con una giornata di riposo compensativo.
Ad esempio, se il lavoratore, che normalmente non presta servizio di sabato, è chiamato al seggio il sabato dalle 16 alle 18, può scegliere tra una giornata di retribuzione o una giornata di riposo compensativo. Questo perché, secondo la Cassazione [2], anche se l’attività prestata per lo svolgimento delle operazioni elettorali copre una sola parte della giornata, l’assenza è legittimata per tutto il giorno lavorativo che, quindi, deve essere retribuito interamente: non può essere frazionato a mezza giornata o a ore.

Come scegliere tra maggiorazione della paga e riposo compensativo per permessi elettorali?

La legge non precisa con quali modalità è possibile scegliere tra riposo compensativo e maggiorazione della paga, e non specifica nemmeno se la retribuzione dei giorni festivi debba o meno comprendere le maggiorazioni per lavoro straordinario festivo. Bisogna dunque aver riguardo a quanto precisato dal contratto collettivo, fermo restando che, secondo la prevalente giurisprudenza [3], il diritto alla maggiorazione retributiva o al riposo compensativo per l’attività di seggio svolta durante le giornate festive o non lavorative è riconosciuto indipendentemente dal contratto collettivo applicato.

Come si chiedono i permessi elettorali?

Per fruire dei permessi elettorali bisogna inviare una comunicazione preventiva al datore di lavoro.
I permessi vanno poi giustificati presentando idonea documentazione al datore stesso.
I lavoratori chiamati al seggio, nello specifico, devono consegnare al datore di lavoro il certificato di chiamata inviato dal competente ufficio elettorale. Terminate le operazioni, devono esibire la copia di questo certificato firmata dal presidente di seggio, con l’indicazione delle giornate di effettiva presenza al seggio e l’orario di inizio e chiusura delle operazioni.

note

[1] Art. 119 DPR 361/57; Art. 11 L. 53/90; L. 69/92; Art. 1, c. 399, L. 147/2013.
[2] Cass. Sent. n. 11830/2001.
[3] Cass. Sent. n. 13166/2006.
Permessi retribuiti per chi partecipa alle elezioni: a chi spettano, come richiederli, quando si ha diritto al riposo compensativo.
Ti hanno chiamato al seggio, ma non sai se ti conviene accettare perché stai svolgendo un altro lavoro? Devi sapere che tutti i partecipanti alle operazioni elettorali, per legge [1], hanno diritto ad appositi permessi retribuiti, per tutta la durata delle operazioni. Inoltre, se le elezioni si svolgono in un giorno non lavorativo o festivo, hai diritto ad un riposo compensativo, perché le operazioni presso il seggio sono considerate a tutti gli effetti come attività lavorativa.
Ma procediamo per ordine e vediamo come funzionano i permessi elettorali 2018, ossia i permessi per chi partecipa alle elezioni: chi ne ha diritto, come sono retribuiti, quando si ha diritto al riposo compensativo.

Chi ha diritto ai permessi elettorali?

Possono beneficiare dei permessi retribuiti per la partecipazione alle elezioni tutti i lavoratori dipendenti nominati:
  • presidente;
  • vicepresidente;
  • segretario;
  • scrutatore;
  • rappresentante di lista;
  • rappresentante di gruppo di partiti;
  • rappresentante di comitati promotori di referendum.
Questi lavoratori, nominati presso i seggi elettorali in occasione di qualsiasi tipo di consultazione (compresi i referendum e le elezioni europee), hanno diritto di assentarsi dal lavoro, fruendo di permessi retribuiti, per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni.
I permessi retribuiti spettano anche ai componenti degli uffici centrali elettorali (costituiti nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti).

Come sono retribuiti i permessi elettorali?

I giorni di assenza per lo svolgimento delle operazioni elettorali sono considerati dalla legge, a tutti gli effetti, giorni di attività lavorativa. Questo comporta che, in via generale, i giorni lavorativi passati al seggio sono retribuiti come se il lavoratore avesse normalmente lavorato.
Se le operazioni elettorali si svolgono durante una giornata festiva o non lavorata, come il sabato per chi ha la settimana corta, la giornata è compensata con quote giornaliere (non orarie) di retribuzione in aggiunta alla retribuzione normalmente percepita. In alternativa, la giornata di permesso elettorale è recuperata con una giornata di riposo compensativo.
Ad esempio, se il lavoratore, che normalmente non presta servizio di sabato, è chiamato al seggio il sabato dalle 16 alle 18, può scegliere tra una giornata di retribuzione o una giornata di riposo compensativo. Questo perché, secondo la Cassazione [2], anche se l’attività prestata per lo svolgimento delle operazioni elettorali copre una sola parte della giornata, l’assenza è legittimata per tutto il giorno lavorativo che, quindi, deve essere retribuito interamente: non può essere frazionato a mezza giornata o a ore.

Come scegliere tra maggiorazione della paga e riposo compensativo per permessi elettorali?

La legge non precisa con quali modalità è possibile scegliere tra riposo compensativo e maggiorazione della paga, e non specifica nemmeno se la retribuzione dei giorni festivi debba o meno comprendere le maggiorazioni per lavoro straordinario festivo. Bisogna dunque aver riguardo a quanto precisato dal contratto collettivo, fermo restando che, secondo la prevalente giurisprudenza [3], il diritto alla maggiorazione retributiva o al riposo compensativo per l’attività di seggio svolta durante le giornate festive o non lavorative è riconosciuto indipendentemente dal contratto collettivo applicato.

Come si chiedono i permessi elettorali?

Per fruire dei permessi elettorali bisogna inviare una comunicazione preventiva al datore di lavoro.
I permessi vanno poi giustificati presentando idonea documentazione al datore stesso.
I lavoratori chiamati al seggio, nello specifico, devono consegnare al datore di lavoro il certificato di chiamata inviato dal competente ufficio elettorale. Terminate le operazioni, devono esibire la copia di questo certificato firmata dal presidente di seggio, con l’indicazione delle giornate di effettiva presenza al seggio e l’orario di inizio e chiusura delle operazioni.

note

[1] Art. 119 DPR 361/57; Art. 11 L. 53/90; L. 69/92; Art. 1, c. 399, L. 147/2013.
[2] Cass. Sent. n. 11830/2001.
[3] Cass. Sent. n. 13166/2006.